La scrittura dell’anima

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La Scrittura dell’Anima

di Susanna Garavaglia

Il paradosso della nostra esistenza è un grande equivoco, quella dicotomia sottile, nascosta, che
emerge a tratti e poi si palesa in modo chiaro ed evidente quando finalmente ci mettiamo a vivere
con gli occhi aperti, una dicotomia tra quello che veramente siamo e quello che invece crediamo di
essere.

Tutto dipende dal punto di vista. Quando riusciamo a cogliere quello del Sé abbiamo la percezione
chiara della nostra identità, quando invece ci poniamo dal punto di vista della Personalità
riusciamo a raggiungere soltanto un’immagine sfuocata e ben poco fedele.

Quando qualcuno ci chiede come stiamo, ad esempio, possiamo trovarci a dare, con uguale convinzione,
due risposte diametralmente opposte: talvolta n’esce un “Bene, grazie” convinto e talaltra, a parità
di condizioni, ci soffermiamo su una serie di magagne che paiono incalzare e soffocarci. Ma dove sta
la differenza? Come si diceva prima, dal punto di vista. Nell’uno e nell’altro caso noi non stiamo
mentendo, ma semplicemente ci stiamo focalizzando su differenti livelli del nostro essere.

Non mi pare di dire un’eresia se affermo che ciascuno di noi è sano, è completo, ha in sé tutto
quello che gli serve per stare e per sentirsi bene ma spesso non lo sa perché se n’è dimenticato. E
purtroppo su questa dimenticanza fondiamo gran parte della nostra esistenza: se non apriamo presto
gli occhi, risvegliandoci, e ricordando, rischiamo di trascorrere gran parte della nostra vita in
quest’inganno.

Ed è proprio per questo Grande Sonno nel quale siamo immersi che spesso ignoriamo completamente
quale sia il nostro compito nella vita: da cosa deriverebbe, altrimenti, quel senso di noia,
insofferenza, impotenza, nausea, quella depressione, insomma, che troppo spesso viene a provocare la
nostra esistenza?

In realtà non è vero che noi ignoriamo il perché siamo qui, lo sappiamo eccome ma facciamo fatica a
contattare quella parte di noi che sa: e quella parte è, come dicevamo, il nostro Sé.

A quei livelli noi sappiamo di noi stessi molto più di quello che crediamo: ma nel corso della
nostra esistenza, fin dai primi anni della nostra infanzia, abbiamo sviluppato una Personalità
spesso reattiva, creata non tanto su quello che eravamo ma su quello che credevamo di dover
diventare: per non venir meno alle aspettative altrui, per sostenere i nostri ruoli, per mantenere
il consenso sociale, per essere amati, per non essere rifiutati, abbiamo indossato maschere e
maschere creando muri d’identità che continuano a separarci sempre di più da noi stessi. Inseguendo
la voce della nostra Personalità, siamo entrati nell’Oblio.

Non dimentichiamoci, inoltre, che stiamo vivendo in un’epoca un po’ particolare in cui regnano
incontrastate la Paura e l’Accelerazione: i tanti messaggi di paura ai quali quotidianamente ci
sottoponiamo, ci regalano un abbassamento del livello di pensiero e ci accompagnano ad amoreggiare
col concetto di distruzione e con quel disagio di vivere che è un male dell’anima.

L’antidoto contro la Paura è la possibilità di guardare ogni evento come trasformazione, uscendo
dalla logica del positivo e del negativo: qualunque cosa accada è, e può palesarsi ai nostri occhi
aperti, uno stimolo per salire di vibrazione. Per quanto riguarda l’accelerazione, è chiaro come
tutto si evolva con un flusso rapido, talmente veloce che facciamo fatica a seguire le novità ma
cerchiamo di adattarci ai cambiamenti fuori di noi. Trascurando di cogliere e coltivare quelli
dentro di noi.

Pertanto, per l’uno e per l’altro motivo, tendiamo a vivere per lo più fuori di noi stessi. Se
impariamo, invece, a non fissarci su quello che non va e a vivere ogni evento come opportunità, a
non sentirci né vittime né nelle mani altrui ma guidiamo la nostra vita con consapevolezza e
responsabilità, ci ritroviamo istantaneamente nel nostro centro e non più all’esterno della nostra
stessa vita.

Essere responsabili significa res sponsare, sposare la cosa, nella fattispecie noi stessi: essere
dentro di noi, radicati in noi stessi, in grado di guidare consapevolmente la nostra vita. Essere
nel proprio centro significa diventare colui che osserva, che si osserva, nel suo silenzio
interiore, al di là di ogni paura e di ogni accelerazione, a contatto con il proprio Sé. Diventare
canale delle energie d’amore e di verità, per noi stessi e per gli altri.

LA SCRITTURA DELL’ANIMA

E qui s’inseriscono le varie pratiche che ci aiutano ad entrare in contatto con il nostro Sé. La
Scrittura dell’Anima è una pratica di autoguarigione: trasformativa, terapeutica, spirituale. Non è
fine a se stessa, ma è uno strumento, un mezzo, perché il suo obiettivo non è imparare a scrivere
bene, ma aiutare chi scrive a crescere, trasformarsi, guarire attraverso la scrittura. E’ fatta in
uno stato di rilassamento, inducendo un abbassamento delle onde cerebrali fino a contattare la voce
del nostro Sé.

La Scrittura Archetipa ci aiuta ad andare a ripescare dentro di noi una grande quantità di pensieri
che non raggiungono nemmeno la soglia della coscienza e si basa proprio sul rapporto esistente tra
la realtà e l’immaginazione, un rapporto molto più stretto di quanto si possa pensare: quest’ultima,
infatti, non è antitetica alla memoria ma su questa si appoggia.

Non è vero che la fantasia del bambino sia più ricca di quella dell’adulto, ma la crescita della
immaginazione e quella della razionalità hanno uno sviluppo divergente, a scapito del momento
razionale, fino a quando, nell’adulto, il rapporto si capovolge. Non è, però, l’immaginazione a
diminuire in quantità o in qualità, ma la razionalità a svilupparsi maggiormente.

La cultura occidentale, infatti, si preoccupa di sviluppare l’emisfero sinistro del nostro cervello,
privilegiando una conoscenza basata sull’analisi razionale della realtà. Questo tipo di educazione
condiziona vivamente l’immagine che ciascuno ha di se stesso, come adulto capace di analizzare,
spiegare, calcolare ma non sempre di trasformare. Da qui la rigidità di alcuni stereotipi che ci
portano a vivere seguendo strade abitudinarie, fisse, che non permettono alle nostre energie di
fluire liberamente dall’interno verso l’esterno, ampliando così il nostro campo di coscienza.

La Scrittura Archetipa è quell’atto totale, non solo mentale, che permette di arrivare ai primi
pensieri, là dove l’energia è viva, è allo stato puro, non ancora inibita dall’atteggiamento di
autocensura che vive in ciascuno di noi.

Immaginiamo che al di sotto del livello di coscienza oggettiva convivano in noi due forze, che per
comodità identifichiamo nel personaggio del Creativo e in quello del Controllore. Il primo è la sede
della nostra energia creativa, il luogo in cui scocca la scintilla dei nostri primi pensieri, quelli
immediati, nati dall’intuizione non ancora modificata. Il secondo è invece la nostra censura che
modifica ed inibisce quella bomba di energia per renderla più accettabile ai nostri tabù, alle
abitudini e alle consuetudini, alla nostra educazione e via dicendo.

Quando i pensieri passano attraverso questo filtro, perdono la loro forza primigenia e giungono al
nostro livello di coscienza ormai modificati. Non sono più quello che erano in origine e, così
censurati, si presentano all’attenzione cosciente quando ormai sono di seconda mano. E ancora
continuiamo a modificarli, ormai a livello cosciente, perché abbiamo paura di ammetterli, oppure
perché non ci sentiamo di comunicare anche a noi stessi quello che veramente siamo, quello che è in
noi. E’ allora che indossiamo le maschere e ci troviamo a vivere di terzi, quarti o quinti pensieri,
allontanandoci sempre di più dal nostro Sé superiore.

Proviamo a vedere che cosa succede invece quando ci dedichiamo alla Scrittura dell’Anima:
l’intuizione è catturata nella sua espressione primigenia e, così com’è, portata a livello di
coscienza, permettendo ai nostri pensieri di rivelarsi a noi stessi così come nascono, quali,
appunto, primi pensieri.

Non si tratta più di scrivere quello che noi razionalmente crediamo sia giusto pensare, perché così
ci è stato insegnato, bensì di catturare l’energia racchiusa in ciò che pensiamo veramente. Solo
allora nasce la scintilla, se non lasciamo il tempo a quel noioso Controllore Interno di censurare
le immagini che arrivano dal nostro Sé superiore. Dalla nostra Anima. Dal nostro Io. Ed afferriamo
al volo quelle immagini, catturandole, e le tratteniamo sulla carta, giusto il tempo di lasciare
loro la parola.

IL CASO DEL FOLLETTO

Ecco tre casi che ci aiutano a capire quale effetto può indurre la Scrittura dell’Anima.

Il primo è quello che ho chiamato il Caso del Folletto: un mio cliente, un manager con grandi
responsabilità nell’ambito lavorativo, quando si accinge a cambiare posto di lavoro incomincia a
denunciare crisi di asma. Proviamo ad utilizzare anche la Scrittura. Tra le altre gli esce una frase
su cui ci soffermiamo. “Nella mia gola folletti di Natale trasportano le stelle”. Ma cosa sono
queste stelle trasportate dai folletti? Continuiamo a lavorare scrivendo e dalla sua penna nasce un
“. quando il profumo di Stella mi penetrava violento”.

Scopro che Stella era la zia trentenne di cui lui, tredicenne, si era innamorato. Ad una cena di
Natale le aveva dichiarato il suo amore e lei prima lo aveva definito “folle”, e poi lo aveva
assalito verbalmente deridendolo. In quel momento lui aveva sentito il profumo di Stella, cioè le
sue parole dure strozzargli la gola, e si era sentito piccolo e impotente. Da lì erano nate le prime
crisi di asma, che si erano riproposte dopo molti anni in occasione del cambiamento di lavoro quando
si era trovato affiancato da una collega femmina dal carattere prevaricante.

Gli propongo di estrarre i folletti dalla sua gola: ricominciamo a scrivere e arriva un ” i folletti
mi raccontano che sono troppo piccolo e non sono capace” che mi induce a farlo entrare in contatto
con il suo bambino Interiore. Dopo qualche seduta scrive un addio al Folletto ringraziandolo di
averlo accompagnato fin lì, ma ” il tuo profumo si disperde nella valle lontana mentre ti vedo
indietreggiare con aria stanca. Il tuo compito è terminato, ti ringrazio e ti libero”.

Gli attacchi di asma spariscono, rinasce la sicurezza in se stesso.

IL CASO DEL TAXI

Arriva da me una donna di 49 anni che, in preda a crisi di panico, non riesce più a guidare la
macchina. E’ in menopausa. Il padre faceva il taxista e lei dai suoi 18 anni guida “bene come un
uomo”. Ora invece, quando sale in macchina per mettersi alla guida, è presa dal panico, le gambe le
tremano e la assale la tachicardia. Trattandosi di menopausa lavoriamo sul Maschile e sul Femminile.

Ne esce una Femmina Interiore fragile che però vorrebbe sopravvivere. “Il mio respiro trema e mi
ritrovo ai margini di una strada sporca. Attendo di raccogliere la pozza del mio sangue per bagnarmi
di rosso e rinascere”. Appare come un’ombra che si dissolve per rinascere subito. Si chiama Fenice.
Il Maschile è un cacciatore con un fucile in mano e le gambe da ballerina. Il Femminile dice al
Maschile: ” tu mi vorresti uccidere, ma io avvolgerò le tue gambe tra il fumo della mia fragilità e
ti impedirò di danzare la mia morte”.

Un femminile combattuto tra la paura di morire (menopausa) e la volontà di resistere. Per resistere
blocca le gambe del Maschile impedendogli di danzare, di “stare” nella vita. Il Maschile era il
Padre, conducente di taxi: la reazione era il suo no alla guida. Ma uccidendo il suo Maschile stava
castrando se stessa (panico) immobilizzandosi, tagliandosi le gambe.

Con la Scrittura abbiamo lavorato sulla armonizzazione tra Maschile e Femminile, fino al suo
ritorno alla guida.

IL CASO DELLA FRETTA

Questo è il caso di una donna 35 anni, devota di un Maestro e coinvolta in un proprio cammino
spirituale. E’ arrivata da me perché si era sentita bloccata da una pratica metodica che l’avrebbe
aiutata a “bruciare il karma”. Doveva fare degli esercizi quotidiani, oltre alla meditazione, ma non
riusciva a farli con metodo. Ci siamo chieste da dove venisse questa sua insofferenza alla
disciplina.

Era una donna ansiosa, che voleva tutto subito. “I corpi cucivano mentre assaporavo la mia vendetta
e del dolore delle vittime ridevo urlando il mio diritto all’oblio”. Già altrove, nella scrittura,
le erano uscite immagini da violenza agita e subita, ma sempre in contesti “militari”. Abbiamo
ipotizzato che potesse trattarsi di immagini regressive. ” Nel giro delle corrotte esistenze la
ruota si placa a tratti, a tratti contorta mi espone alle pene della mia responsabilità”.

Il rifiuto della disciplina per bruciare in fretta il karma era servito a farle capire che non
poteva affrettare quel passo prima di capire qualcosa. Seguì per un po’ un’altra strada imparando ad
avere un diverso rapporto col tempo, si calmò, entrò nel suo tempo interiore e dopo due anni prese
quella pratica ritornando a seguire il suo Maestro.

SCRIVERE PER…

La Scrittura dell’Anima, allora, per leggere e scrivere la propria storia presente, passata e
futura, attingendo a quello spazio senza tempo nel quale ciascuno di noi conosce la Meta e il
Percorso. Per attingere alla voce del Sé che non ha dimenticato il nostro compito e può darci le
indicazioni utili per affrontare ogni nostro passaggio con consapevolezza. Per non cadere in quelle
trappole della Personalità che si chiamano oblio, paura, abbassamento del livello di pensiero,
disagio di vivere, malattia.

Per imparare a cogliere, in ogni evento, stimoli ed opportunità di crescita e per assumerci la
responsabilità della nostra vita in un atteggiamento di centratura e silenzio interiore.

L’AUTRICE

Susanna Garavaglia

Laureata in Lettere Moderne con diploma di Operatore e Critico Teatrale (Civica Scuola d’Arte
Drammatica di Milano) è trainer di Psicodinamica mentale presso l’ISPA di Milano (Istituto
Sperimentale di Psicodinamica Applicata).

Si dedica da anni alla ricerca nel campo della autotrasformazione e delle tecniche
biopsicospirituali.

Counselor e Naturopata, con la specializzazione in Naturopatia Vibrazionale presso la S.I.M.O. di
Milano, segue individualmente chi vuole condividere con lei un cammino di crescita e di benessere.

Tiene inoltre corsi e laboratori di Scrittura dell’Anima (una tecnica di scrittura in stato
meditativo, da lei messa a punto in anni di esperienza nella conduzione di gruppi), Teatroterapia,
Rilassamento, sviluppo della Creatività e di Comunicazione Non Verbale, Psicosomatica, Conseling
Naturopatico, Conduzione ed uso terapeutico di Immagini mentali.

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