“La Shakty-Kundalini”

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“La Shakty-Kundalini”

Brano tratto da:

Govinda

LA CONOSCENZA DELL’INFINITO

Meditazione e realizzazione di Dio

– L’Aura Rossa –

L’indomani mi alzai prima del solito. Era notte profonda e una fresca brezza spirava pacifica. Il
paesaggio tutto intorno era bagnato dalla luce lunare. Feci le abluzioni nel fiume, pronunciando
parole mistiche che mi vennero spontanee per ispirazione divina, e sedetti sulla riva per meditare.

Apparve una sfera di luce rossa dai contorni sfumati, grande quanto il mio corpo. Era un’aura
sottile, ma molto vivida, che mi permeava dentro e fuori . Mentre la osservavo, provavo una squisita
sensazione di pace. A volte si muoveva con un lieve tremolio appena percettibile. Altre volte usciva
dal corpo, si spostava nel raggio di pochi metri e poi tornava dentro di me.

Quando cio’ accadeva, mi sentivo immobilizzato e rigido come il legno. Le mani restavano serrate
senza che le potessi muovere. Sembrava che tutte le forze, fino all’ultimo residuo, mi
abbandonassero completamente. La luce rossa sostiene il corpo umano impedendogli di disfarsi e gli
fornisce la sensibilita’ necessaria per avvertire gli stimoli grossolani, come il tatto, la fame, il
piacere e il dolore fisico. Rende possibile le varie attivita’ della vita, il funzionamento dei
sensi e degli organi di azione. A lei dobbiamo anche il potere di procreare. Essa mantiene
l’organismo giovane durante l’infanzia, lo fa diventare adulto e invecchiare. Produce lo stato di
veglia e per mezzo suo l’uomo vive nel mondo.

Cosi’ l’anima ha coscienza della dimensione relativa, agisce sul piano fisico, eseguendo buone o
cattive azioni e raccoglie i frutti del suo operato. Quando sopraggiunge la morte, e’ lei stessa che
l’aiuta a liberarsi dall’involucro di carne, portando via le forze vitali che la trattengono. Quindi
si allontana assieme allo spirito individuale senza subire cambiamento o deformazione. La vita
continua, nonostante molte malattie affliggano il corpo e a volte anche quando questo viene
dichiarato clinicamente morto.

Cio’ significa che essa non dipende dal funzionamento degli organi, ma dalla presenza in noi di
un’entita’ cosciente. Quando il cervello e il cuore sembrano spenti, l’uomo puo’ essere ancora vivo
e riprendere conoscenza. Attraverso gli occhi esterni possiamo vedere luci diverse, che appartengono
al fuoco, all’elettricita’, agli astri e all’atmosfera. Esse sono luci materiali dotate di calore,
possono essere toccate e percepite dalla pelle. Le luci interiori, invece, hanno natura spirituale,
sono poteri emanati dal Divino, per generare le attivita’ psicofisiche degli esseri, permettendo
loro di vivere.

Non sono sorgenti di calore, in quanto non vengono prodotte da elementi e non hanno le qualita’
grossolane della materia, per cui possono essere sperimentate dalla consapevolezza, ma non percepite
dal corpo. Di conseguenza, chi ha l’occhio interiore chiuso non puo’ vederle e pensa che tali luci
non esistono. In realta’ il difetto e’ in lui. Esse sono molto diverse dalle luci esterne , nessun
paragone puo’ essere fatto. Posseggono un fascino e una dolcezza che queste non hanno. Poi, vidi tra
le sopracciglia, un tunnel di luce nera che sembrava non aver e uscita.

Mi addentravo in un denso buio e ne percorrevo un grande tratto, ma mi rendevo conto che non
conduceva in nessun posto, quindi tornavo indietro senza esperienze. Anche se vi rimanevo per lunghi
periodi, non avevo alcun tipo di visione. Si tratta del canale fluidico che collega la mente
cosciente con l’inconscio. Attraverso questo percorso, i pensieri e le immagini conservati dentro di
noi, grazie ad uno stimolo di richiamo, ritornano nella mente producendo il ricordo e la memoria. I
giorni che seguirono furono densi di scoperte eccezionali; bastavano pochi minuti di concentrazione
per ritrovarmi subito nel mondo delle meraviglie. Ero sbalordito di quanti stadi la Madre Divina mi
faceva attraversare.

Ella e’ l’essenza di tutte le manifestazioni e per la gioia del suo devoto compi= e infiniti
miracoli interiori. Mi faceva gustare visioni di bellezza ineguagliabile e incantevoli musiche
divine, divenendo lei stessa queste delizie per la mia completa felicita’. La mia mente era sempre
immersa nella dolcezza del suo amore, nei miei pensieri pulsava costantemente il ricordo delle
celestiali esperienze che mi offriva. Mi ero abbandonato a lei senza riserve, ero diventato
interamente suo. Il suo fascino mi aveva avvinto definitivamente. Lei mi dava a profusione,
sommergendomi di infinite meraviglie, conquistando per sempre la mia anima. L’uomo vive scontento e
deluso solo perche’ non conosce le ricchezze del suo spirito.

Appena l’energia interiore si rivela, egli scopre dentro di se’ una fonte inesauribile di sensazioni
paradisiache. Ottiene tutto il piacere e tutta la gioia che ha sempre sognato. Non si considera piu’
una creatura debole, oppressa dai problemi e priva di lustro, ma un essere supremamente divino,
possessore di interminabili tesori di bellezza. Egli perviene a que= l beato e sereno stato d’animo
in cui sente di non avere piu’ bisogno di nulla. Kundalini (N.d.R: Shakty) e’ la regina
dell’universo, la padrona assoluta della vita, contiene infiniti poteri.

L’intera creazione e’ sua ed e’ venut= a alla luce dal suo essere illimitato. Per lei niente e’
impossibile. Nessuna meraviglia, quindi, se, tramite lei, si raggiunge Dio. Essa porta a compimento
tutti i doveri, libera la mente da ogni schiavitu’ e limitazione , perfeziona l’anima imperfetta.
Questa suprema energia dimora in voi col suo sconfinato potere cosmico. Comprendete percio’ il
vostro immenso valore e non sottovalutate le vostre possibilita’. Abbiate piena fiducia in voi
stessi, rispettate la vostra natura divina e amate il vostro Se’. Ricordate che siete esseri
perfetti. Se coltivate questi sentimenti, fino a impregnarvene completamente, la vostra gioia
aumentera’ sempre piu’ e nessuno sforzo sara’ necessario per controllare le passioni.

Il controllo verra’ da solo, non resterete lontani dall’estasi dell’esperienza infinita. La
coscienza non ha causa alcuna, perche’ e’ in virtu’ di essa che tutto vive e prende forma, dalle
cose solide ai sentimenti piu’ profondi del cuore. Essa e’ celata dalle sue qualita’, allo stesso
modo in cui il frutto e’ celato dal proprio guscio. Beato colui che domina i rivestimenti esterni,
principi causali della natura, fino a toccare la coscienza sgombra da ogni attributo, perche’
incarna la Verita’. Periture sono le forze che condensano questo sogno, immortale e’ lo splendore
della coscienza che, unica realta’, regna su cio’ che e’ solo apparenza. Con il tendere ad essa e,
alla fine, con il diventare una sola cosa con essa, sparisce ogni illusione.

Quando si e’ riconosciuto lo Spirito, cadono tutti i vincoli; quando crollano le limitazioni della
mente, non piu’ si verificano nascita e morte. Come non si scorge l’aspetto del fuoco nel legno, ma
strofinando con forza due legni si ottiene il fuoco, allo stesso modo, facendo del proprio corpo il
legno inferiore e della mente il legno superiore, e insistendo nella confricazione, cioe’ nella
meditazione, si vedra’ il Se’ che prima non si vedeva. Il calore iniziale che si produce nei due
legni rappresenta la purificazione di entrambi, corpo e mente. Segue lo sprizzare di scintille, che
equivale alle apparizioni preliminari di fumo, cristalli luminosi, sfer= e di luce e arcobaleni.
Quando il calore e’ divenuto tanto intenso da bruciare, vale a dire il corpo e la mente si sono
sublimati raggiungendo l’eccellenza, divampera’ all’improvviso lo splendore del fuoco divino.
L’anima individuale, una volta ravvisata la natura del Se’, ha conseguito il suo scopo, e’ libera da
tutto, ha mostrato a se stessa di essere sciolta da ogni realta’.

L’uomo ha quattro modi di essere. Il primo e’ quando si ha lo stato di veglia; allora si conoscono
le cose esterne attraverso le porte dei sensi. Il secondo modo di essere coincide con lo stato di
sogno; allora si percepiscono gli oggetti interni foggiati dalla mente per se stessa. In questo caso
lo strumento di percezione e’ il pensiero. Quando chi dorme non vede piu’ alcuna forma e ogni
fenomeno scompare, si entra nel sonno profondo, che rappresenta il terzo modo di essere, in cui si
scorge l’oscurita’ dell’assenza di ogni cosa. Lo strumento e’ l’intuizione. impregnata di qualita’ e
attributi materiali. Si considera come il quarto modo di essere quello che e’ privo di conoscenza
duale, che rifulge della sua propria luce, in cui s’e’ raggiunta l’unita’ dell’esperienza e si e’
costituiti soltanto di coscienza e di gioia. Esso e= ‘ il reggitore interno, sovrasta gli altri come
il cielo sovrasta la terra e le nubi.

E’ il Se’ che vive oltre il sonno profondo, cio’ che e’ eterno e deve essere conosciuto. Lo
strumento e’ l’intuizione purificata, libera da ogni macchia. Coloro i quali conoscono quell’essere
supremo nascosto in tutti i corpi, che splende di una luce superiore ad ogni immaginazione, dentro
il quale regna una grande unita’ ed e’ contenuto in tutto cio’ che esiste di animato ed inanimato,
il cui volto e’ diretto in ogni direzione e il cui sguardo si diffonde dappertutto, di cui non si
vede il principio, il centro e il termine, il cui fulgore riempie i cieli e la terra ed anche
l’intero spazio tra quelli e questa; coloro i quali hanno visto questo spirito sovrumano ch= e porta
una corona di gloria universale, hanno vinto la morte.

Ma gli altri devono affrontare il dolore della rinascita. Non esiste cammino diverso per giungere
all’immortalita’. Il Grande Essere e’ tutto questo universo, cio’ che e’ stato e cio’ che sara’, e
ancora lo sorpassa fuor di misura e penetra ogni cosa per la sua potenza. Quando agisce con un
corpo, apparentemente possiede le facolta’ sensoriali, ma in realta’ e’ privo di ogni senso, in
quanto e’ pura consapevolezza. L’anima soffre perche’ e’ limitata dalla carne; quando scorge lo
Spirito onnipervadente si libera dai lacci della natura e diventa oltremodo felice, per essere
testimone della sua luce incantevole che risplende con infinita varieta’ di tinte e di sfumature.
Quando si riconosce l’essere interiore come il vero Dio da adorare, si giunge per sempre alla pace
suprema. La sua forma non puo’ essere percepita= , nessuno lo vede con gli occhi propri della
condizione umana.

Solo quando l’occhio soprannaturale viene aperto dalla Grazia della Kundalini, si puo’ contemplare
la sua divina potenza, la sua forma infinita, e lo si riconosce come l’Indefinibile. L’ignoranza e’
la conoscenza del mondo, l’illusione della natura, e’ destinata a perire; la Conoscenza e’
l’esperienza della realta’ spirituale, e’ immortale. Coloro che la posseggono son diventati della
sua stessa essenza e percio’ non muoiono, ne’ rinascono. Finche’ e’ avvolta dall’illusione, l’anima
ottiene un involucro fisico e agisce. A seconda delle sue qualita’, determinate dalle azioni
compiute, essa si incarna nei luoghi stabiliti da queste in corpi corrispondenti alle sue azioni.

Gli uomini che hanno riconosciuto come Dio colui che, invisibile e inconcepibile, deve essere
sperimentato durante l’esistenza come la causa per cui si mette in moto la ruota dell’universo, la
forza cosciente insita nelle cose e nello stesso tempo da esse distaccata e che comprende in se’
l’intera creazione ed e’ l’origine della vita e della morte, costoro hanno abbandonato per sempre il
corpo, pur continuando a vivere nel corpo.

Per gli adoratori di questo spirito illuminato dalla propria intelligenza, diverso e superiore a
tutto cio’ che appare nel mondo, non c’e’ azione, ne’ strumento d’azione, non riluce il sole, non la
luna e non brillano le stelle, per non parlare delle lampade; per essi, tutto questo universo
splende solo della sua luce immortale. Avendo risvegliato l’energia divina, che e’ simile a fuoco
che consuma tutt= o il combustibile delle passate azioni, che e’ il veicolo supremo verso la
liberazione, si conosce quell’Essere che era al principio dell’era cosmica, indiviso, inattivo,
beato. All’inizio, soltanto il Signore esisteva.

Egli e’ luce, e dalla propria luce ha tratto l’universo. Attraverso il potere della Sua energia,
penetro’ nelle creature che si muovono e in quelle che non si muovono, divenendo l’anima di ogni
cosa. Chi ha raggiunto tale esperienza, ha reso perfetta la sua meditazione, ha ritrovato cio’ che
aveva smarrito, e’ diventato consapevole della presenza di Dio nel suo cuore e ovunque. E’ la grande
realta’ che l’uomo deve svelare a se stesso.

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