Il principio di esclusione di Pauli
di Silvia Serio
Sebbene concettualmente limitata alla filosofia e alla metafisica, la
sincronicità trova ampio spazio anche nella scienza attraverso le relazioni
strette che allaccia con la meccanica quantistica, principalmente grazie a
Wolfgang Pauli. Pauli, premio nobel per la fisica, fu il padre fondatore
della meccanica quantistica grazie al suo principio di esclusione.
Questo postula che i fermioni identici (ovvero protoni, neutroni ed
elettroni, cioè tutte le particelle costituenti la materia) non possono
occupare il medesimo stato quantico (con stato quantico si intende la
disposizione in termini probabilistici di una particella all’interno
dell’atomo).
L’astronomia si fa il più spettacolare esempio di questo fenomeno, nella
forma di piccole stelle (le nane bianche) e stelle compatte costituite da
ammassi di neutroni. Infatti in questi corpi astrali, le strutture atomiche
sono distrutte da una enorme forza gravitazionale, che lascia queste stelle
in balia della sola “pressione di degenerazione” che viene prodotta e
supportata dal principio di esclusione.
Applicabile a tanti altri fenomeni, è stato in grado di rivoluzionare oltre
alla fisica, anche l’approccio razionalistico all’esistenza. I fermioni
elementari infatti obbediscono a questa legge poiché è loro noto lo stato
quantico occupato dalle altre particelle, pur in assenza di una forza
agente, senza vie di comunicazione diretta e senza influenzarsi l’una con
l’altra,
semplicemente per “conoscenza” dello stato degli altri fermioni.
Ma come è possibile questo? Esiste forse una trasmissione di informazioni
che opera a livello subquantistico? Esiste una organizzazione nascosta e
ordinatissima che permette a fenomeni come questi di verificarsi
puntualmente e senza errori e ad andare a costituire una organizzazione di
fondo precisa, simile ad una sinfonia, che agisce sulle particelle più
elementari non sono della materia organica, ma anche inorganica? E se sì, di
che natura è questa forza, da dove proviene e dove termina, e quanti altri
fenomeni più o meno manifesti condiziona? E infine, ciò che avviene nel
micro e macrocosmo può avere una rappresentazione nella nostra realtà?
Si può affermare che il principio di esclusione di Pauli dimostra in modo
inappellabile l’esistenza di un ordine che trascende la nostra comprensione
e permette di risalire ad un substrato generatore di materia e azione;
introduce una mente che orchestra questa organizzazione nascosta e
complessa, di cui noi non solo non comprendiamo l’agire, ma nemmeno ne
percepiamo l’esistenza. Il principio di esclusione di Pauli interferendo con
la nostra quotidianità costituisce il presupposto di una affascinante
ricerca che apre scenari di spiritualità.
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