La Storia della Creazione – 1

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La Storia della Creazione – 1

(prima parte)

LA STORIA DELLA CREAZIONE

(di Parahamansa Yogananda)

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COME TROVARE LA VERITA’

Tutte le cose belle e degne sono generalmente nascoste entro le miniere del
segreto. Rare gemme si trovano in posti inaccessibili e ogni cosa degna deve
essere scavata dal suolo col piccone della comprensione e della saggezza. Le
verità contenute nella Bibbia, fissate nelle scritture della Genesi, ci
raccontano gli inizi della creazione. Ma pochi le comprendono, perchè non
sanno come percepire o intraprendere la verità.

L’oceano può essere pronto a riversarsi in una tazza, ma la tazza può
contenere solo la quantità corrispondente alla sua capienza. Così la verità
è nascosta qui nella Bibbia, ma la gente dall’intelligenza limitata non può
comprendere , perchè non sa come trovarla e non cerca di guardare sotto alla
superficie. Noi dobbiamo cercare di scoprire come si fa.

La domada da porsi non è : ” Che cos’è la verità?” ma:” Come possiamo
afferrare la verità?”. Per esempio: il metodo o i principi per applicare le
leggi di Patanjali nello scoprire le verità nascoste nei puti insegnamenti
universali delle Scritture, non offuscate dalle limitazioni imposte dalle
nostre opinioni personali, è di vivere quegli insegnamenti nella vita.

Io chiesi ad un furfante se avesse letto la Bibbia Cristiana. Rispose: “
l’ho letta un centinaio di volte, signore; so tutto quello che contiene”.”
Ahimè” replicai ” non ne sai niente perchè sei sempre ancora un furfante”.

Questa è la ragione per cui nell’antica India, i Veda e la Bibbia Indù ( la
Bhagavad Gita) non furono scritti per secoli. Si trasmettevano a voce da un
devoto discepolo ad un altro e solo pochi ne conoscevano tutta la verità.
Agli altri si rivelava soltanto quello che potevano capire e realizzare in
quel dato momento della loro evoluzione. Ai nostri giorni, ogni libro
sulloYoga, ogni scrittura o Bibbia possono essere comprati per pochi soldi e
ingoiati intellettualmente con poca fatica; ma il divorare delle idee
assortite sulle Scritture senza digerirle, crea soltanto un’insaziata
avidità di altri libri e altre idee: il risultato è un’indigestione cronica
di idee non assimilate spiritualmente.

Un uomo assetato una volta si recò presso un lago e alla sua vista ebbe
voglia di bere tutta l’acqua che conteneva.

Ma ben presto si accorse che non gli era possibile ingoiare più di quanto
poteva contenere il suo piccolo stomaco. Così, intorno al grande lago della
verità stanno molti filosofi e ricercatori che aspirano a berne tutte le
acque e a farne propri tutti i misteri; ma purtroppo essi non sanno che non
è possibile fare ciò. Per bere tutte le acque del lago della verità ,
bisogna avere una comprensione di capienza identica.

I filosofi occidentali hanno sempre assunto per certo che la verità possa
essere conosciuta mediante la dialettica ed il ragionamento. Kant fu il
primo a chiedersi se l’uomo possedesse le facoltà necessarie per conoscere
veramente la verità. Tutte le credenza devono essere accuratamente scrutate.

Si deve evitare un eccesso di studio. Lo studio indiscriminato di libri
religiosi scritti da novizi, o da entusiasti non provati, risulta il più
delle volte un polpettone fatto d’immaginazione, sfoghi emotivi e
realizzazioni diluite.

La filosofia Yoga di Patanjali ( contenuta nello Yoga Sutras di Patanjali),
la Bibbia Cristiana, la bibbia Indù ( Bhagavad Gita) e pochi altri libri
scritti da uomini realizzati, devono essere studiati poco alla volta e
meditati per ore o giorni di seguito.

Il tempo migliore per leggere le scritture è dopo avere meditato, quando
l’intuizione è risvegliata.

I libri spirituali non vanno letti come leggereste un romanzo. Essi
dovrebbero invece costituire un’ispirazione costante, perchè danno
nutrimento spirituale perpetuo e mentre li masticate, ne otterrete una
quantità, sempre maggiori del succo della verità in esse nascoste.

Il mio Maestro m’insegnò come percepirle. Un giorno mi disse che non mi
avrebbe insegnato più nulla.: ” Va’ e studia le Scritture”; disse: ” in
qualsiasi punto aprirai quei libri, li comprenderai”. Ogni periodo, ogni
capitolo di uno studio intellettuale delle Scritture deve trarre sostanza da
una realizzazione corrispondente, poi si legga e si realizzi un pochino di
più, e così via.

COME PERCEPIRE LA VERITA’

Qual’è il modo di mettere alla prova la verità delle Scritture? Come
potete stabilire quale Bibbia sia vera? Abbiamo la Bibbia indù, la Bibbia
maomettana e la Bibbia cristiana. Come potete sapere per certo che esse
contengono la verità? Molte cose in esse non sono la verità, perchè sono il
prodotto di cattive traduzioni ripetute e fatte da uomini che non avevano
realizzazione spirituale.

Il fatto che tante persone credono ad una data asserzione non è evidenza
sufficiente che si tratti della verità. A volte un solo uomo sa più del
mondo intero ( Colombo diceva che la terra era rotonda, ma nessuno gli
credeva). La maggioranza è di solito come un gregge di pecore. Se ad una di
esse sorge il desiderio di saltare la rupe, tutto il gregge salterà con
essa.

Vi sono due metodi per percepire la verità: quello intellettuale e
l’intuitivo. Il metodo intellettuale dipende per sua conoscenza dalle
percezioni dei sensi e dell’intelligenza. Se voi basate i vostri concetti
della verità sulle percezioni dei sensi, la conclusione che ne traete può
essere errata. I nostri sensi sono tutti limitati, perciò non possiamo
percepire la verità intellettualmente , se non in misura limitata.

Come abbiamo asserito più sopra, l’intelligenza viene limitata e perfino
fuorviata dalle percezioni sensorie. Per esempio: se vediamo del fumo su una
collina distante ne concludiamo che là vi sia un fuoco; però, andando verso
quella collina, forse ci accorgiamo che si trattava solo di una nube di
polvere. Perciò diciamo che l’apparenza della verità ( il fenomeno) può
essere conosciuta mediante l’intelligenza; ma, il noumeno, cioè la verità
stessa, può essere conosciuto soltanto per mezzo dell’intuizione.

Noi constatiamo che tutta la conoscenza tratta da interferenze dipende dai
dati forniti dai sensi. Se quei dati sono falsi, la conclusione è errata.

Perciò la ragione non può provare la verità di alcuna Bibbia. Inoltre, i
sensi che abbiamo sono così limitati che ci ingannano continuamente. Voi
vedete solo ciò che il limitato potere dei vostri occhi vi permette di
vedere. Udite solo certe vibrazioni, poichè il campo dell’udito ha dei
limiti ben stabiliti.

L’INTUIZIONE NON SBAGLIA MAI
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D’altra parte, l’intuizione si sviluppa durante la meditazione e perciò non
può sbagliare mai; ma, questo potere è rimasto in massima parte latente in
noi. La coscienza dell’esistere nasce dall’intuizione. Non abbisogna di
ragionamenti, o di dimostrazioni, per sapere che esistiamo. L’intuizione è
quella forza che mette alla prova la verità.

Dovete sentire- realizzare-la verità prima di poter sapere che è vera. Ciò
che appare vero alla ragione ed alla percezione sensoria non è sempre
effettivamente vero. L’unico modo per conoscere la verità è di realizzarla
intuitivamente. Per conoscere l’atomo dovete divenire atomo. Dovete divenire
ciò che volete conoscere.

Potete forse conoscere il gusto dello zucchero senza assaggiarlo? No! Così è
per il metafisico, che deve sperimentare ogni cosa in se stesso.

Lo scienziato sperimenta invece con tutte le cose al di fuori di sè.
Intuizione non significa autosufficienza, o cieca fede nelle vostre
opinioni; ma, un calmo ragionamento, più un calmo sentire possono portare
all’intuizione, se guidati dalla meditazione..

Perciò, più meditate e ragionate in stato di calma, più intuizioni avrete.
Per mettere alla prova la verità bisogna sperimentarla intuitivamente. Tutta
la filosofia orientale si basa sull’esperienza intuitiva . Per quanto
intellettuali siate: nella realizzazione spirituale potete essere ancora
bambini. Dovete “realizzare” la verità voi stessi. Questo è il potere
mediante il quale dobbiamo esaminare le scritture.

(continua)

tratto da lista Sadhana >> it.groups.yahoo.com/group/lista_sadhana

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