La stretta relazione fra denti e salute globale dell’individuo

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La stretta relazione fra denti e salute globale dell’individuo

Medicina Integrata

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Sono sempre più i pazienti che scelgono odontoiatri con un approccio globale alla salute e che
scelgono l’uso di materiali biocompatibili che non intossicano l’organismo.

Redazione – Scienza e Conoscenza – 04/08/2021

La cura dei denti e della bocca ha a che fare con la salute globale dell’individuo!

Con questa affermazione nasce l’Implantosofia Ceramica: la nuova scienza per la cura dei denti,
l’evoluzione dell’implantologia dentale che permette di evitare l’uso dei metalli e che analizza
ogni organo collegato ai singoli denti.

«I nostri denti sono collegati con il resto del corpo attraverso vie umorali, neurologiche e
meridiani energetici. Per questo ho dato impulso a una nuova scienza, l’implantosofia ceramica»: a
spiegarlo è il dottor Franco Giancola teramano con un retaggio di studi in nord Europa, odontoiatra
e implantologo, esperto di omeopatia, medicina rigenerativa e medicina tradizionale cinese, autore.

L’allergia ai metalli è un fattore ampiamente documentato, un’allergia al metallo in bocca può
causare sanguinamento delle gengive, parodontite e infiammazione, può contribuire allo sviluppo di
un ascesso e portare a trattamenti dentali lunghi, scomodi e persino dolorosi fino ad arrivare
all’insorgenza di disturbi non ben definiti.

Spesso questi pazienti presentano Fibromialgia, Allergie cutanee, Sindrome da Stanchezza Cronica,
Malattia Autoimmuni o semplicemente Infiammazioni Croniche locali che portano alla perdita
dell’impianto. L’Implantosofia permette di riabilitare, con impianti in ceramica, anche pazienti con
patologie sistemiche ed invalidanti quali osteoporosi, diabete e cardiopatie, senza alcun effetto
collaterale. Oltre al risultato in “benessere e salute” da non sottovalutare l’effetto estetico con
denti bianchi non soggetti a usura o cambiamento di pigmentazione.

«Il dente è un organo all’interno di un organismo complesso e il nostro obiettivo è curare una
malattia, non solo la sua conseguenza – prosegue Giancola – Avere questa visione olistica ci porta
non solo a curare, ad esempio, la carie come cavità nel dente da pulire e tappare, ma come malattia
evitando che colpisca nuovamente la persona. Occorre dunque conoscere il paziente nella sua
interezza, conoscere le sue abitudini alimentari, gli stili di vita, eventuali patologie sistemiche,
per poter prevenire oltre che curare le patologie orali.

L’odontoiatria olistica intende la prevenzione e la cura orale come qualcosa che comprende non solo
la bocca, ma tutta la persona». Una carie, un ascesso, un dente devitalizzato o un impianto in
metallo hanno ripercussioni negative, a volte invalidanti, sull’organo, vertebra o ghiandola
corrispondenti. La persistenza di tossine e batteri attorno ai denti rappresenta una spina
irritativa che l’organismo tende a limitare attraverso un impegno del sistema immunitario.

Quando le difese del corpo non riescono a contrastare l’aggressione, compaiono patologie anche in
distretti lontani. Il collegamento dente-organo è bidirezionale: la malattia del dente può avere una
ripercussione sull’organo corrispondente e una patologia d’organo può evidenziarsi sul dente
collegato.

È molto importante che il dentista sappia riconoscere il campo di disturbo e risolverlo. Non si può
più pensare di considerare chi si rivolge a noi solo come una bocca o un dente su cui lavorare.

Pensare che l’odontoiatria debba solo ripulire carie e tappare buchi è riduttivo e riduzionista”.

Il vissuto del paziente è il percorso terapeutico

«L’implantosofia ceramica e’ una scienza non-lineare che non vede solo una mandibola da “trapanare”
e un impianto da “avvitare” – aggiunge Giancola – Purtroppo attualmente l’odontoiatria istituzionale
deriva da un retaggio culturale odontotecnico. L’implantologo tradizionale si preoccupa della
quantità di osso disponibile per inserire un impianto in titanio che dovrà servire da ancoraggio per
la protesi, sempre in metallo.

Tutto lo sforzo del professionista è indirizzato alla tenuta temporanea e locale del manufatto,
dimenticando il paziente. La riabilitazione della bocca è basata sull’utilizzo prevalente di
strutture metalliche. L’implantologia analizza invece il perché della perdita del dente e
ricostruisce scrupolosamente il vissuto del paziente. Vengono analizzate le predisposizioni
genetiche, gli stili di vita e le eventuali disfunzioni o patologie sistemiche.

Esistono correlazioni energetiche e umorali bidirezionali tra organi e denti che l’implantosofo
ricerca per stabilire un percorso terapeutico piu’ congruo».

«Oggi anche nell’implantologia dentale si possono imboccare strade nuove e più salubri» spiega
ancora il dottor Giancola. «Occorre un approccio bio-logico, cioè biocompatibile e basato sulla più
che logica asserzione che occorre garantire la salute complessiva del paziente. La persona deve
avere un buon terreno, va migliorato il metabolismo osseo, occorre assicurarsi che abbia adeguati
livelli di vitamina D, anche somministrando integratori. Poi va preparato dal punto vista
immunologico, magari con l’utilizzo di antibiotici naturali, come gli estratti ai semi di pompelmo e
la propoli.

La tecnica chirurgica deve essere meno traumatica possibile e in questa nuova scienza il paziente
viene responsabilizzato e partecipa in modo proattivo nella diagnosi corretta del problema, nelle
scelte terapeutiche e nella gratificazione dei risultati ottenuti. Nel predisporre un percorso
terapeutico viene sempre tutelato il paziente, rispettati i tessuti e scelti i materiali più idonei.
Operativamente si predilige una chirurgia minimamente invasiva con tecnica flapless, piezochirurgia
e terapia rigenerativa autologa. Tutto ciò per ridurre i disagi post-intervento, velocizzare i tempi
di guarigione ed evitare il dolore.

Nell’approccio al paziente il medico tiene sempre in mente le 5 “r”: ricercare, riequilibrare,
risanare, rigenerare e riabilitare. Nello studio e nella terapia vengono, inoltre, coinvolte tutte
le branche mediche naturali quali omeopatia, agopuntura, medicina quantistica, ozonoterapia,
ossigenoterapia iperbarica, nutraceutica, psicocibernetica e medicina rigenerativa autologa».

La Medicina Rigenerativa

Il sangue è fonte di vita e possiede numerose capacità di autoguarigione. Viene prelevata una modica
quantità di sangue venoso dal paziente, versato in alcune provette, centrifugato e il prodotto
ricavato (ricco in piastrine, fattori di crescita e cellule staminali) viene utilizzato in varie
preparazioni topiche per velocizzare e migliorare la guarigione dei tessuti danneggiati.

Numerosi sono i vantaggi per i pazienti: interventi meno traumatici, recupero post-operatorio più
rapido, possibilità di rigenerare tessuti danneggiati visto che le piastrine hanno la capacità di
ricrearsi in tessuto o osso laddove inserito, dolori e gonfiori notevolmente ridotti, protezione
dalle infezioni, nessun rischio di rigetto, migliore osteointegrazione degli impianti e
rivitalizzazione dei tessuti connettivi con aspetto del viso più giovane e luminoso”.

Meglio la bio-ceramica del titanio!

Il titanio che viene oggi usato ancora in modo importante in odontoiatria è stato definito “killer
silente”

Giancola: “Lo studio del dott. Kurt E. Muller di Isny in Germania, pubblicato su Neuroendocrinology
Letters nel 2006, ha dimostrato che, contrariamente a quanto si riteneva nella comunità medica, il
titanio non è biologicamente inerte e potrebbe anzi essere concausa di patologie immunologiche e
neurologiche come la Sindrome da Stanchezza Cronica (CFS), la Sensibilità Chimica Multipla (MCS),
sintomi dermatologici e altri.

Inoltre i denti curati con il titanio diventano dei veri e propri ricettori e amplificatori dei
campi magnetici amplificando i segnali e l’elettosmog. Credo che sia imperativa la scelta di
impianti in ceramica! La Zirconia è altamente biocompatibile, esteticamente eccellente e non nuoce
alla salute.

La Zirconia (Ossido di Zirconio) è una Ceramica High Tech, realizzata con polvere purissima
attraverso processi controllati e tecnologie svizzere all’avanguardia. Gli impianti in Zirconia sono
molto resistenti e durevoli nel tempo. I tessuti amano la Zirconia pertanto l’osso e la gengiva
aderiscono intimamente all’impianto senza alcuna reazione infiammatoria né sanguinamento. La carica
batterica sulla superficie della Zirconia è molto bassa e le perimplantiti sono estremamente rare.
L’evidenza clinica mostra che l’impianto in Bio-Ceramica è inoltre ideale per i pazienti
cardiopatici, diabetici, allergici o affetti da malattie autoimmuni”.

L’importanza della relazione tra medico e paziente

«Con questo approccio il paziente diventa co-attore del processo di guarigione, si prende in carico
e condivide le responsabilità – e sempre Giancola – Viene riscoperto un sano rapporto
medico-paziente e ogni scelta ponderata. L’impianto deve essere “accettato” prima di essere
posizionato e il sorriso ritrovato una gratificazione».

«La diagnosi inizia con un colloquio per valutare le aspettative e conoscere il paziente. Viene
successivamente eseguita una visita odontoiatrica accurata, fatte delle foto e prese delle impronte.
Successivamente vengono prescritte delle indagini diagnostiche ed eventuali esami di laboratorio.
Solo dopo uno studio accurato si propone un percorso terapeutico analitico che verrà discusso con il
paziente. La terapia si inizia solo se il paziente ha superato le eventuali perplessità e condivide
le scelte».

«Nella mia trentennale esperienza di chirurgia implantare ho avuto modo di valutare gli esiti in
funzione dei vari approcci terapeutici – prosegue il dottor Giancola – Tutti i pazienti che hanno un
percorso “implantosofico” hanno avuto sempre dei risultati positivi. In quei pochi casi di
insuccessi locali (perdita dell’impianto) non è stato visto come un fallimento ma come una scelta da
rivedere.

Utilizzando tecniche minivasive, materiali altamente biocompatibili e la medicina rigenerative
(fattori di crescita piastrinici e cellule staminali proprie) non si provoca alcun danno. Ogni
intervento è sempre migliorativo.

L’odontoiatra deve tornare a essere medico, avere una visione globale e non nuocere alla salute. E
il paziente deve capire che non può delegare tutto l’esito delle sue cure al suo dentista ma essere
partecipe nel percorso terapeutico».

SI RINGRAZIA IL DOTT. FRANCO GIANCOLA

Il dott. Franco Giancola è nato a Penna S. Andrea, Teramo nel 1963. Ha vissuto molti anni in Belgio
dove ha studiato presso la Scuola Europea di Mol e proseguito gli studi presso l’Université Libre di
Bruxelles (Belgio). Si è laureato in Medicina e Chirurgia e ha conseguito l’abilitazione
all’Odontoiatria presso l’Università degli Studi di Perugia nel luglio 1991. Nel 1998 ha conseguito
il Diploma in Medicina Omeopatica Hahnemanniana presso la S.I.M.O.H. di Roma e nel 2008 ha ottenuto
il Master di II livello in “Integrazione tra Medicina Tradizionale Cinese e Medicina Occidentale”.
Attualmente vive e svolge la sua attività in Italia esercitando la libera professione di medico ed
odontoiatra presso cliniche e studi privati. Profondamente appassionato di medicina naturale e
implantologia, il dott. Franco Giancola è specializzato in Implantologia Ceramica e Chirurgia
Rigenerativa Autologa. È in continua formazione e partecipa a numerosi studi nel nord Europa per
individuare le migliori e più innovative tecniche in campo Odontoiatrico e Rigenerativo. Esercita
attività di Odontoiatria Biologica ed Implantologia Metal-Free in Zirconia. Adopera rimedi omepatici
e protocollo Bio-Immunologico per qualsiasi intervento odontoiatrico. Attualmente è presidente
dell’Associazione Italiana Implantologia Ceramica e Odontoiatria Olistica, dirigente di diverse
strutture sanitarie in Italia, consulente di professionisti odontoiatrici e membro di un team di
ricerca per lo studio di implantologia ceramica e medicina rigenerativa.

Il Dottor Franco Giancola opera al C.E.I.C. c/o Domus Medica, Strada Genghe di Atto, 101 Acquaviva –
Repubblica di San Marino tel. 0549 963742 – 329 1836700 – www.ceic.eu <www.ceic.eu>

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