La tecnologia che manca

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La tecnologia che manca

Il Movimento per la Coscienza di Krishna insegna una scienza che non si trova
nemmeno nelle aule delle migliori università del mondo.

di Sua Divina Grazia
A.C. Bhaktivedanta Swami Prabhupada

om ajnana timirandasya
jnananjaya salakaya
caksur unmilitam yena
tasmai sri-gurave namah

“Sono nato nelle più profonde tenebre dell’ignoranza, ma il mio maestro spirituale mi ha aperto gli
occhi con la torcia della conoscenza. Offro a lui il mio rispettoso omaggio.”

Con questa preghiera offriamo il nostro rispettoso omaggio al maestro spirituale. Perché? Perché il
maestro spirituale è colui che apre i nostri occhi, offuscati dall’ignoranza, con la torcia della
conoscenza trascendentale. Timirandhasya. Tutti noi nasciamo nell’ignoranza ed abbiamo bisogno di
ricevere un’opportuna educazione per riuscire a vedere le cose come sono veramente. Oggi sono molto
felice d’incontrarvi. Tutti voi siete studenti di tecnologia. Il Movimento per la Coscienza di
Krishna rappresenta una tecnologia di tipo diverso. Nella civiltà moderna la conoscenza è divisa in
vari settori. C’è un settore che insegna la scienza medica, un settore per l’ingegneria – e molti
altri settori. Sfortunatamente nessun settore si occupa di far conoscere la scienza dell’anima.
Invece questa è la cosa più importante, perché l’anima è il supporto e l’origine di tutte le nostre
attività.
Nella Bhagavad-gita (3.42) c’è un verso molto bello:

indriyani parany ahur
indriyebhyah param manah
manasas tu para buddhir
yo buddheh paratas tu sah

“I sensi attivi sono superiori alla materia inerte, ma superiore ai sensi è la mente e superiore
alla mente è l’intelligenza. Ma ancora più elevata dell’intelligenza è l’anima.”

Nello stato attuale di coscienza pensiamo di essere il corpo sebbene in realtà non lo siamo. Questo
è dovuto all’ignoranza. “Corpo” significa i sensi. Quando parliamo facciamo vibrare la lingua,
quindi le attività del corpo sono attività dei sensi.
Se approfondiamo l’argomento scopriamo che i sensi possono agire solo quando la mente è sana. Un
uomo folle, un pazzo non può usare bene i sensi. Perciò la tecnologia della mente è una scienza di
tipo più elevato. Innanzitutto troviamo la tecnologia dei sensi e poi quella più elevata che
riguarda la mente, che è nota come psicologia e si occupa del pensare, del sentire e del volere. Gli
studiosi di psicologia stanno cercando di comprendere come funzionino questi livelli. Al di sopra
della mente o della scienza della mente, c’è la scienza dell’intelligenza e al di sopra della
scienza dell’intelligenza c’è la realtà dell’anima. Abbiamo un tecnologia per i sensi del corpo, una
tecnologia per i problemi psicologici, ma sfortunatamente non abbiamo alcuna tecnologia per
l’intelligenza o per la scienza dell’anima. Il Movimento per la Coscienza di Krishnaè la tecnologia
della scienza dell’anima.

IL BARCAIOLO E LO STUDENTE

Conosco una bella storia che vi piacerà. In India e specialmente in Bengala vi sono molti fiumi. Uno
studente di tecnologia tornava a casa in barca. Lo studente chiese al barcaiolo: “Sai che cosa sono
le stelle?”
Il barcaiolo disse: “Signore, sono un semplice barcaiolo. Cosa posso sapere delle stelle?”
“Oh, allora hai sprecato inutilmente il cinquanta per cento della tua vita.” Poi tornò a chiedere:
“Conosci questi alberi? Sei pratico di botanica?”
Il barcaiolo rispose: “Signore, sono un semplice lavoratore. Cosa posso sapere di botanica?”
“Oh, allora hai sprecato inutilmente il settantacinque per cento della tua vita.”
Lo studente di tecnologia continuava a fare domande al barcaiolo: “Sai questo? Sai quello?” E ogni
volta il barcaiolo rispondeva: “Sono un uomo comune. Cosa posso sapere di tutte queste cose?”
All’improvviso però si formò una nuvola nera e si scatenò una tempesta, il fiume incominciò a
gonfiarsi e il barcaiolo chiese: “Mio caro signore, sai nuotare?”
“O no”, disse lo studente.
“Allora la tua conoscenza è sprecata al cento per cento. Ora affogherai nel fiume. La tua vita è
finita.”
Caddero nel fiume e lo studente di tecnologia che non sapeva nuotare fu portato via dalle onde nella
tempesta.

In realtà l’uomo sta certamente facendo progressi nella tecnologia, nell’economia e in molti altri
settori relativi alle necessità della vita, ma la Bhagavad-gita ci indica il vero problema di questo
mondo, il vero problema della nostra vita. Nella Gita [13.9] è detto:
janma-mrtyu-jara-vyadhi-duhka-dosanudarsanam. Se sei abbastanza intelligente, ti renderai conto che
i problemi veri sono la nascita, la morte, la vecchiaia e le malattie. Janma significa “nascita”,
mrtyu significa “morte”, jara significa “vecchiaia” e vyadhi significa “malattia”.
I nostri veri problemi materiali sono questi: janma-mrtyu-jara-vyadhi. Ci siamo dimenticati delle
precarie condizioni in cui ci trovavamo nel ventre di nostra madre. Dalle descrizioni che ci dà la
scienza medica possiamo apprendere come il bambino vi sia imprigionato e quanta sofferenza gliene
derivi. I vermi mordono il bambino che non ha modo di esprimere la sua sofferenza. Quando la madre
mangia, i sapori piccanti gli procurano sofferenza. Queste descrizioni si trovano negli sastra, i
testi autentici della letteratura vedica, in cui vengono descritte le sofferenze del bambino nel
ventre di sua madre.

Ci sono le sofferenze della nascita. Un bambino deve rimanere in quella condizione per almeno dieci
mesi [lunari]. Ora immaginatevi di esser messi in questa soffocante costrizione solo per tre minuti
– morireste immediatamente. Ma in realtà, abbiamo vissuto quest’esperienza di restare nel ventre di
nostra madre in quella situazione soffocante per dieci mesi. C’era sofferenza, ma il bambino non era
in grado d’esprimersi o la sua coscienza non era così elevata. Non poteva piangere, ma la sofferenza
c’era.
Ugualmente, al momento della morte c’è sofferenza. E si soffre anche per la vecchiaia. lo, poiché
sono una persona anziana, ho molti disturbi. Le condizioni anatomiche e fisiologiche stanno
deteriorandosi. Lo stomaco non digerisce più così bene come quando ero giovane. Pertanto devo
soffrire.
E ci sono le sofferenze causate dalle malattie. Chi vuole le malattie?

LA SOLUZIONE PER I VERI PROBLEMI

La tecnologia moderna è impotente a risolvere i veri problemi della vita materiale che sono la
nascita, la morte, la vecchiaia e le malattie. Ma poiché il progresso scientifico moderno della
conoscenza non sa risolverli, in pratica vengono messi da parte.
C’è però una soluzione. Questa soluzione si trova nella Bhagavad-gita [8.15]:

mam upetya punar janma
duhkhalayam asasvatam
napnuvanti mahatmanah
samsiddhim paramam gatah

“Mio caro Arjuna, se qualcuno viene da Me…” (“Me” significa la Suprema Personalità di Dio,
Krrishna.) “Se qualcuno viene da Me, non dovrà più rinascere in questo mondo materiale pieno di
sofferenza.”

Duhkhalayam significa “il luogo della sofferenza”. Noi pensiamo di esserci creati un paradiso, ma in
realtà questo è un luogo d’infelicità a causa dei tre tipi di sofferenza. In America o in India o in
qualsiasi altro paese o in qualsiasi altro pianeta ci sono i tre tipi di sofferenze: adhyatmika,
adhibhautika e adhidaivika.
Adhyatmika significa le sofferenze relative al corpo e alla mente. A volte soffriamo di mal di testa
e a volte di altri tipi di dolori. Ci sono dolori per tutte le parti del corpo e per la mente.
Queste sofferenze sono detti adhyatmika.
Inoltre ci sono le sofferenze provocate dagli altri esseri viventi che sono dette adhibhautika.
Infine ci sono le sofferenze causate dalla natura. All’improvviso si scatena un terremoto o si
verifica una carestia o qualcos’altro su cui noi non abbiamo controllo.

Questi tre tipi di sofferenze sono sempre presenti, ma sotto l’incantesimo dell’illusione pensiamo
di essere felici. L’energia materiale c’illude talmente che, per quanto abominevoli possano essere
le condizioni in cui si vive, pensiamo di essere felici. Prendete in considerazione un animale
qualsiasi, per esempio un maiale vive in una condizione di estrema sporcizia. Naturalmente nelle
vostre città non vi capiterà di vedere maiali. Nelle città dell’India vi sono maiali che vivono in
luoghi sporchi, mangiano gli escrementi e conducono una vita abominevole. Ma se si potesse chiedere
ad un maiale: “Vivi in una condizione così abominevole. Cosa posso fare per te?” Egli rifiuterebbe
il tuo aiuto. Se gli offrite una buona preparazione – come quelle che abbiamo in India, l’halava –
non l’accetterà. Preferirà gli escrementi, perché il suo corpo è così fatto che non gli piacerà
nessun tipo di cibo gustoso. Gli piaceranno gli escrementi. Questo è l’incantesimo di maya,
l’illusione.

LA DOMANDA GIUSTA

La coscienza di Krishna insegna che se siamo veramente saggi, dobbiamo chiederci: “Perché sto
soffrendo?” Questo è detto brahma-jijnasa. Il primo aforisma del Vedanta-sutra è athato brahma
jijnasa: dovremmo porci domande sulla nostra esistenza come anime, non come corpo o mente, perché
non siamo né il corpo né la mente. Atha atah significa che è questo il momento – questa forma umana
dotata di una conoscenza sviluppata e di un’intelligenza superiore a quella degli animali – in cui
dovremmo porci domande sull’esistenza spirituale. E’ questa la vera tecnologia.
Lo Srimad-Bhagavatam [5.5.5] afferma: parabhavas tavad abodha-jato yavan na jijnasata atma-tattvam.
Finché non ci poniamo domande sulla nostra esistenza spirituale, non possiamo raggiungere il vero
scopo della vita. Ognuno di noi è nato nell’ignoranza perché non conosciamo la nostra vera identità.
In genere ci identifichiamo con “il corpo” ma in realtà non siamo il corpo.
Possiamo comprenderlo molto facilmente. Supponete di aver avuto un amico da sempre. Improvvisamente
egli muore e voi dite: “Il mio amico se n’è andato.” Eppure, il vostro amico è lì disteso con tutto
il corpo – mani, gambe, tutto. E lì. Perché allora affermate che il vostro amico se n’è andato?
Perché in realtà non l’avete mai visto. Avete visto solo il suo corpo, questo è tutto.

Nello stesso modo, al momento attuale vengono praticate attività umanitarie ma senza conoscerne i
principi basilari. Il Bhagavatam [10.84.13] risponde così: yasyatma-buddhih kunape tri-dhatuke
sva-dhih kalatradisu bhauma-ijya-dhih …sa eva go-kharah. Se una persona pensa: “lo sono questo
corpo, i miei parenti mi proteggeranno e la terra dove questo corpo è nato è degno d’adorazione”,
allora costui è da considerarsi come un animale.
Questi sono gli insegnamenti. Sfortunatamente, noi non abbiamo né il tempo né il desiderio di capire
veramente chi siamo, perché soffriamo, cosa è questo mondo e qual è la nostro relazione con esso,
cosa è Dio e qual è la nostra relazione con Lui. Queste domande sono molto importanti e c’è una
tecnologia per capirle. Lo Srimad-Bhagavatam, la Bhagavad-gita, il Vedanta-sutra – c’è tutta questa
letteratura. Se ci occuperemo di questa letteratura, troveremo la soluzione dei problemi della vita.
Ma noi non ne siamo interessati. Questa è la difficoltà. Pensiamo di essere felici, di non aver
problemi, sebbene abbiamo tanti problemi e non siamo felici.

Questa è detta maya. Maya significa ciò che non è. Ma significa “non”. Ya significa “questo”. Noi
pensiamo di essere felici, ma in realtà non lo siamo. E anche se siamo felici, per quanto lo saremo?
Prendete per esempio voi Americani, la nazione più ricca del mondo. I vostri confort materiali e il
vostro standard di vita sono superiori a quelli di altri paesi. Ma cercate di pensare per quanto
potete rimanere Americani. Forse per cinquant’anni o cento al massimo.
Non sappiamo cosa succederà nella nostra prossima vita perché non crediamo in una prossima vita, ma
in realtà la prossima vita ci sarà.
Non c’interessiamo della nostra prossima vita e in modo irresponsabile sprechiamo la nostra preziosa
forma umana come animali qualsiasi. Di solito gli animali cercano qualcosa da mangiare, vogliono
dormire, vogliono difendersi e vogliono accoppiarsi. Così nello stesso modo, se anche l’essere umano
è completamente preso da queste quattro richieste del corpo, come mangiare, dormire, accoppiarsi e
difendersi, allora costui, secondo la letteratura vedica, non è un essere umano. Dharmena hina
pasubhih samanah. Se l’essere umano non riesce a capire la sua vera identità spirituale e si occupa
solo di soddisfare le quattro richieste del suo corpo, allora pasubhih samanah – è uguale agli
animali inferiori, cani e gatti.
La Bhagavad-gita vi dà la soluzione. Non è molto difficile capire questa scienza. La Bhagavad-gita
vi fornisce in modo molto chiaro le informazioni sull’anima spirituale. La Bhagavad-gita [2.13] dice:

dehino ‘smin yatha dehe
kaumaram yauvanam jara
tatha dehantara-praptir
dhiras tatra na muhyati

Quando eravate bambini avevate questo corpo – non proprio questo corpo, ma un altro corpo che era
più piccolo. Ora dov’è quel corpo? Quel corpo se n’è andato. Voi avete un altro corpo. Dehinah
significa l’anima, l’anima spirituale, che è dentro il corpo. Essa cambia corpo di momento in
momento. Questo è un fatto, un fatto accertato dalla medicina, che il corpo cambia di momento in
momento. L’ultimo cambiamento è chiamato morte. Dopo di che dovremo accettare un altro corpo. Ma non
sappiamo che tipo di corpo dovremo accettare. Questa tecnologia manca alla civiltà moderna.
Ci sono 8.400.000 tipi di corpi e dopo aver lasciato quello attuale potete entrare in uno qualsiasi
di questi corpi. Dopo aver lasciato questo corpo potete diventare un Americano o un Indiano o un
Cinese. O potete diventare un dio sul pianeta luna o su qualsiasi altro pianeta. O potete diventare
un cane, un maiale, un serpente – qualsiasi cosa. Ciò è sotto il controllo della natura materiale e
non sotto il vostro. Ma se vi impegnate nella coscienza di Krishna ciò avverrà sotto il vostro
controllo. Com’è possibile? La Bhagavad-gita [9.25] risponde:

yanti deva-vrata devan
pitrin yanti pitri-vratah
bhutani yanti bhutejya
yanti mad-yajimo ‘pi mam

“Chi adora gli esseri celesti nascerà tra gli esseri celesti, chi adora gli antenati raggiungerà gli
antenati, chi adora i fantasmi e gli altri spiriti rinascerà tra questi esseri e chi adora Me vivrà
con Me.”

Ci sono innumerevoli pianeti. Il pianeta superiore più elevato si chiama Brahmaloka. Nella
Bhagavad-gita [8.17] sono descritti i vantaggi di raggiungere Brahmaloka: sahasra-yuga-paryantam
ahar yad brahmano viduh. Là potete vivere milioni e milioni di anni. Ma ci sono ancora la morte, la
nascita, la vecchiaia e la malattia. Ma chi raggiunge il pianeta di nome Krishnaloka, Goloka
Vrindavana o Vaikuntha non deve più tornare in questa esistenza temporanea.
Questo insegnamento molto scientifico si trova nella Bhagavad-gita. Non è dogmatico. Se con la
vostra coscienza di uomini e a ragion veduta lo accettate risolverete i vostri problemi.

NON È FALSA PROPAGANDA

Il Movimento per la Coscienza di Krishna non è nuovo, anzi esiste da almeno cinquecento anni. Il
Signore Caitanya dette inizio a questo Movimento nel quindicesimo secolo. Esso è diffuso ovunque in
India, ma ovviamente nel vostro paese è nuovo. Noi vi chiediamo gentilmente di impegnarvi seriamente
in questo Movimento. Non vi chiediamo di porre fine al vostro sviluppo tecnologico. Continuate pure.
C’è un bel proverbio in Bengala che afferma che una donna impegnata nel lavoro domestico trova anche
il tempo di vestirsi bene. Nello stesso modo potete occuparvi di tutte le tecnologie che volete. Non
è proibito. Ma nello stesso tempo cercate di capire questa tecnologia, la scienza dell’anima. Questa
esiste. Non è falsa propaganda. E un fatto. E’ scienza.
Come la scienza non è falsa propaganda, anche questa coscienza di Krishna non lo è. Come la scienza
insegna che due più due fa quattro, la coscienza di Krishna insegna a mitigare tutte le difficoltà
della vita. E il metodo è molto facile. Il Signore Caitanya raccomanda che per realizzare il proprio
Sé in quest’era si deve semplicemente cantare i nomi di Dio. Egli sostiene che in quest’era la
nostra vita è molto breve, siamo all’oscuro delle questioni spirituali, siamo molto pigri e
sfortunati. In queste condizioni si raccomanda alle persone di cantare semplicemente Hare Krishna.
Harer nama harer nama harer namaiva kevalam.

Ora voi potete dire: “Questo ‘Krishna è un nome indiano, un nome indù, perché dobbiamo cantare
‘Krishna?’
Ma se avete un altro nome di Dio, potete cantare anche questo. Caitanya Mahaprabhu afferma che Dio
ha milioni e bilioni di nomi. Perciò ogni nome di Dio è altrettanto valido quanto ‘Krishna’. Non ha
importanza.
Allora perché cantiamo Hare Krishna? Perché stiamo seguendo le orme del Signore Caitanya ed Egli
cantava questo santo nome.
Perciò vi chiediamo con grandissima umiltà di farlo: non vi sarà alcuna perdita per voi e il
guadagno sarà immenso. Se v’impegnate a cantare Hare Krishna allora gradualmente la vostra
concezione errata di questa vita svanirà. Potrete comprendere la vostra vera identità ed agire
conseguentemente. E questa tecnologia è così bella che voi potete continuare a fare il vostro lavoro
praticandola. Questo non ha importanza. Voi dovete semplicemente cantare Hare Krishna. Supponiamo
che stiate passeggiando lungo la strada, se voi cantate Hare Krishna, nessuno vi chiederà di pagare,
nessuno vi disturberà. Ma se cantando Hare Krishna, ne ricavate beneficio, perché trascurare questa
opportunità? Questa è la nostra sottomissione.

Questo Movimento intende risolvere i problemi della vita umana e può essere seguito con facilità.
Chiunque può accettarlo. Non ha importanza se una persona è indiana, americana, indù, musulmana o
cristiana. Non ha importanza. Basta far vibrare questo canto: Hare Krishna, Hare Krishna, Krishna
Krishna, Hare Hare / Hare Rama, Hare Rama, Rama Rama, Hare Hare.
Vi sarò grato se vi unirete a noi nel kirtana cantando almeno per pochi minuti questo Hare Krishna,
Hare Krishna.

Vi ringrazio moltissimo.

(da Ritorno a Krishna)

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