La teoria dei balzi

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La teoria dei balzi

di Satyaraja dasa

da Isvara.org

Fino a poco tempo fa la maggior parte dei biologi spiegavano l’evoluzione riferendosi alle
conclusioni del neo-darwinismo, versione riveduta e modernizzata della teoria di Darwin di
un’evoluzione lenta attraverso successive fasi di adattamento. Ma una teoria rivale e di
formulazione ancora piú recente – quella dell’ “equilibrio a stadi” come lo chiamano Stephen Gould e
altri – sostiene che la produzione di nuove specie animali sia avvenuta attraverso passaggi
relativamente bruschi, o “balzi”.

I sostenitori di questa nuova teoria affermano che l’evidenza dei ritrovamenti fossili è a loro
favore. Perché? Perché in molti casi le forme animali intermedie, che secondo la teoria
neo-darwiniana dovrebbero esistere, sono invece prevalentemente assenti dai ritrovamenti fossili. In
altre parole, i ritrovamenti fossili non sarebbero cosí incompleti come hanno pensato i
neo­darwiniani. Anzi, a ulteriore conferma di questa teoria, i sostenitori dell’equilibrio a stadi
affermano che le nuove ramificazioni dell’albero dell’evoluzione si producono sempre a balzi.

Alcuni scienziati considerano inutile e senza basi reali la teoria dell’equilibrio a stadi. Uno
degli ultimi numeri del New Scientist (giugno 1984) cita il dott. John Turner: “Di questa `teoria
del balzo’ si può dire esattamente quello che ha detto Gould della sociobiologia, e cioè che non
porta niente di nuovo, né è in grado di citare a proprio favore una singola prova che non sia
ambigua.” Il fatto che questa teoria dell’equilibrio a stadi abbia ottenuto in breve tempo tanta
popolarità tra i sociobiologi indica solo quanto poco convincenti e fondamentalmente inconcludenti
siano le tesi della tradizionale teoria evolutiva. Di fatto nessuna delle due teorie è in grado di
spiegare le lacune riscontrate nei ritrovamenti fossili, e quindi entrambe mancano di credibilità.

Da molti secoli, tuttavia, la letteratura vedica ci fornisce un’informazione dettagliata
sull’origine di tutte le specie viventi. In accordo alla scienza vedica, tutte le forme di vita
appaiono già nei primi stadi della creazione cosmica del Signore Supremo, quando il Signore impregna
la natura materiale con gli esseri viventi. Queste anime, spirituali e indistruttibili, si evolvono
gradualmente attraverso le diverse specie: microbi, piante, acquatici, insetti, rettili, uccelli,
animali ed esseri umani. L’ unica evoluzione quindi è l’evoluzione della coscienza man mano che
l’anima individuale gradualmente si eleva alla specie di vita umana. Una volta raggiunta la forma
umana l’anima deve continuare a evolversi coltivando la coscienza spirituale, altrimenti, sulla base
dei suoi desideri e del suo karma, sarà costretta a ricadere nelle specie di vita inferiore.

Chi spreca la vita umana in attività colpevoli potrà rinascere come animale o pianta, mentre chi
agisce in modo pio riceverà un altro corpo umano e quindi la possibilità di un’ulteriore evoluzione
attraverso la conoscenza e le attività spirituali. Tuttavia, chi avrà agito in modo trascendentale –
cioè dedicando la propria vita al servizio del Signore Supremo, Krishna – potrà alla fine ricevere
un corpo spirituale e ritornare a Dio. Questo è l’anello finale e il piú elevato della catena
evolutiva: l’anello mancante che tutti cerchiamo.

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