La vera natura del dharma

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La vera natura del dharma

Le Chiavi Mistiche dello Yoga

di Guido Da Todi

Capitolo 22:

– LA VERA NATURA DEL DHARMA

Per comprendere la logica compiuta che esiste in quelle azioni che
attengono al dovere, all’adesione che ogni uomo e donna hanno verso – non
so come dire – i compiti ambientali e contingenti nei quali si trovano
immersi si dovrebbe andare per gradi.

Le grandi sintesi sono estremamente rischiose, in proposito. Allora:
Budda afferma che alla radice del dolore umano vi è l’ignoranza. Ossia, il
fatto semplice e puro che colui che erra non sa di errare.

Cristo pare abbia affermato, prima della sua morte: perché non sanno quel che (si) fanno>.

Quel è quanto aggiunge la tradizione esoterica, riferendosi al karma.

Da ciò è abbastanza naturale concludere quanto sia vero che l’uomo medio
quasi sempre non riesca a sfuggire a quel rantolo di azione che ne richiama
un suo operato immediato; ma, è anche vero che questo dharma, questo
operato non va assolutamente giustificato con una cornice sottintesa di

predestinazione e di mancanza di responsabilità; quasi che egli non
divenisse responsabile delle sua azioni errate.

…La Legge non ammette ignoranza…Ed, anzi, è grazie ai suoi errori – dai
minimi ai più importanti – che l’umanità corregge di continuo il tiro delle
proprie esperienze, e raggiunge, infine, il .

Importa poco che un certo Islam condanni a morte (con taglia) dei noti
scrittori, facendoli rintanare per la vita in un’esistenza protetta dalla
polizia locale; né che amputi ancora la mano ai ladri; Né che, tuttora (ed
avviene, anche senza pubblicità per i mass media) venga lapidata
l’adultera; e tutto ciò, sicuramente, in

E questo vale anche per altre etnie diverse.

Il karma si rivolterà, prima o poi, verso quella lacerazione delle armonie
fondamentali, e riporterà tutto nell’ordine, coinvolgendo i responsabili di
tali azioni sicuramente malvagie.
Sfugge una parte importante degli Insegnamenti Spirituali Tradizionali, in
tutto ciò.

Non è un piccolo balocco mentale il concetto dell’identificazione di ogni
anima matura con il resto dell’esistenza. Giunge, gradualmente, quel
momento in cui l’uomo comune si sentirà fisiologicamente coinvolto e
identificato nell’organismo totale di cui è un aspetto.
Pochi hanno afferrato la chiave più profonda del karma.

Perché ogni azione deve tornare a me? Perché è ineluttabile questo
risultato?

La risposta a codeste domande la si ha solo e soltanto quando si sperimenta
lo stato di unità con le cose.

Se io ed il resto del mondo siamo veramente una sola cosa, ogni azione –
portata in qualunque ambito dello stesso – si muoverà ed avrà l’intero suo
corso in me, e solo in me….

Quando si é raggiunta questa fatale identificazione con tutto ciò che
esiste la mano non si alzerà più, di sicuro, contro il nostro prossimo; né
per ragioni di , né per ragioni di un qualunque intervento,
sia pur nato con supposte ragioni evolutive…

Vivekananda asseriva che tutti, santi e peccatori, cercano comunque e
imprescindibilmente Dio in ogni loro azione. Dalla più malvagia, alla più
santa…

Ed esponeva anche un concetto che non esito a definire il più spirituale
che io abbia mai avuto la fortuna di incontrare nel sentiero:

“…Smettila di cercare Dio!… Guardalo finalmente attorno a te!…”

(Guido Da Todi)

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