La via dell’azione – di Marcella Danon

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La via dell’azione

di Marcella Danon

Trasformare i sogni in realtà richiede la consapevolezza del potere che
abbiamo di mettere in pratica, attraverso piccoli passi concreti nella
realtà quotidiana, le nostre aspirazioni e i nostri ideali.

L’idea più brillante è destinata a fare luce per poco tempo, se non saprà
dare vita a una realtà concreta, pulsante, presente, se non si trasformerà
in qualche cosa di pratico, lasciando un’impronta decisa sul mondo
materiale. Agire è la capacità di far scaturire dal piano ideale, dalla
dimensione interiore del pensiero, dell’emozione, dell’immaginazione,
un’energia così potente da modificare la realtà circostante.

“Forse non sarà per oggi, forse non sarà per domani, ma è bene che tu provi
a realizzare il tuo sogno. Magari non riuscirai a vederlo. Può anche non
realizzarsi, ma è comunque un bene che tu abbia un desiderio da realizzare.
E’ bene che sia nel tuo cuore”. Sono parole di Martin Luther King,
pronunciate nel suo ultimo fatidico discorso; parole che invitano a
impegnarsi per la realizzazione di ciò in cui si crede.

Noi modifichiamo in ogni istante della nostra vita la realtà che abbiamo
intorno, interveniamo con le nostre piccole e grandi azioni in un contesto
che cambia continuamente di forma, che prende la forma che gli diamo, come
individui e come collettività. Quando l’azione diventa consapevole, quando
diventa costruttiva, quando diventa impegnata e impregnata “di sogno” può
diventare una via verso la realizzazione non solo personale ma anche
spirituale, traducendosi in coinvolgimento attivo nella società, in servizio
per la crescita della comunità, dell’umanità, del pianeta.

E’ la via dell’azione, è la via degli Albert Schweitzer, Florence
Nightingale, Madre Teresa di Calcutta, ma anche dei Ford, degli Adriano
Olivetti, degli artigiani, dei costruttori di strade, dei volontari, delle
casalinghe, dei manager illuminati, di tutti coloro che, in pompa magna o
anonimamente, gridandolo a pieni polmoni o silenziosamente, operano in modo
costruttivo, con un atteggiamento impregnato in un quello che proprio il
Albert Schweitzer – che aveva lasciato una fiorente carriera musicale per
dedicarsi alla cura dei lebbrosi nel Gabon, in Africa – ha chiamato spirito
di “riverenza per la vita”.

A parole sono tutti capaci di grandi cose, ma è nell’azione che si misura la
capacità effettiva di mettere in pratica ciò che “si predica”, di dare forma
concreta a ciò che si pensa e desidera. Non si parla qui del vortice del
“fare, fare, fare”, il ben noto agire un po’ nevrotico che riflette uno
stato d’animo interiore di confusione, ma della capacità di agire con la
precisa consapevolezza delle implicazioni di ogni decisione o azione. La via
dell’azione è quella degli ideali che si trasformano in realtà concreta, che
vengono incontro ai bisogni reali della gente, evitano sofferenza, portano
aiuto concreto e conforto, favoriscono gioia e promuovono benessere, per
tutti.

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