La visione di Isvara nel Gayatri Mantra
Isvaropasanam. La visione di Isvara nel Gayatri Mantra
di Swami Tattvavidananda Saraswati
Nella cultura vedica, l’adorazione di Isvara – Isvaropasana – possiede caratteristiche uniche, forse
anche differenti da quelle che incontriamo nell’Induismo odierno. La forma in cui è adorato Isvara è
immediatamente percepibile come parte della Natura di fronte a noi. Per esempio, Isavara è adorato
come il Fuoco. Il Rig Veda, il primo dei Veda, inizia con l’invocazione: ‘Io lodo la gloria di Agni,
il primo benefattore’.
Qui, Agni è Isvara. Aurobindo spiega la parola Agni come Volontà Divina e Saggezza. Nella cultura
vedica, il fuoco è universalmente conosciuto come il simbolo di Isvara. Ci rapportiamo o adoraimo
Isvara nella forma del fuoco. Un’altra ipostasi divina descritta nei Veda è il Sole. I popoli vedici
praticano regolarmente una modalità particolare di adorazione chiamata Sandhya vandana. E’ la più
nota forma di adorazione conosciuta anche ai nostri giorni. Vandana significa Upasana o adorazione.
Sandhya significa il passaggio tra la notte e il giorno, quando il Sole sorge, o tra il giorno e la
notte, quando il Sole tramonta. Gli ortodossi adorano Isvara in queste ore del giorno. Offrono acqua
(arghya) tre volte al levare e al calare del Sole e meditano Isvara come la divintà che governa
l’orbita solare, recitando il celebre Gayatri Mantra. Gayatri è il nome della metrica dei versi.
Nella Gita (10-35), Bhagavan dice: ‘Tra i metri, sono il Gayatri’. Il metro Gayatri è composto di
tre versi di otto sillabe ciascuno, quindi di ventiquattro sillabe totali.
Ogni mantra descrive la gloria di una divinità [devata]. Devata significa una particolare
manifestazione di Quello, Para Brahman (o Isvara). Quindi la recitazione di un certo mantra
corrisponde all’adorazione di Isvara nella manifestanzione di un certo Devata. Il Devata del Gayatri
Mantra è il Sole.
Tat Savitur Varenyam
Bhargo Devasya Dhimahi
Dhiyo Yo Nah Prachodayat
‘Meditiamo sulla suprema luce (Coscienza) di Dio, che crea e nutre questo universo. Che solo dDo
illumini e ispiri i nostri pensieri’
Para Brahman in essenza è privo di qualsiasi forma o definizione, perchè è intrinsecamente
impossibile per la Suprema Realtà possedere forma o definizione alcuna. Se Brahman possedesse una
certa forma, sarebbe soggetto alle limitazioni del tempo e dello spazio, e perciò irreale. Spazio e
tempo sono sempre appaiati. Ciò che si trova limitato nello spazio è sempre limitato nel tempo.
Isvara, origine del tempo e dello spazio, non può essere circoscrtto da essi. Perciò Isvara è
l’infinita Coscienza senza attributi. Bhargah significa caitanya, Coscienza. E’ l’origine di Kirya
Sakti (energia, potenziale o espressa mediante l’azione) e Jnana Sakti (potere della conoscenza).
Questo intero universo è la combinazione di Kirya Sakti e Jnana Sakti. Tutti gli eventi materiali
sono indentificati nella categoria di Kirya Sakti. Bhargah, la Coscienza è l’origine di entrambi.
Bhargah, la Coscienza (caitanya) definita Para Brahman è indicata come tat, tat bhargah. Tat è
sarvanima, un pronome. La parola sarvanima significa il nome di ogni cosa. Tutto è manifestazione
del Para Brahman. Quindi il nome di tutto rappresenta anche l’origine di tutto.
L’adorazione del Para Brahman presso un certo altare è detta saguna (sakara) upasana. Saguna
significa con attributi; sakara significa dotato di una forma. Adorare il Para Brahman nella sua
natura senza forma e senza attributi è difficile. Bhagavan dice nella Gita (12-5): ‘Per coloro che
hanno la mente attratta dal non-manifestato, dall’aspetto impersonale dell’Assoluto, il progresso
sara’ molto faticoso. Avanzare su questa via e’ sempre difficile per l’essere incarnato’. Dunque
Bhagavan avverte che i devoti possono iniziare con l’adorazione o la meditazione del Saguna.
La meditazione del Saguna è chiamata anche Apara Brahma upasana, a differenza della Para Brahma
Jnana (conoscenza del Para Brahma). Per rendere accessibile la meditazione, mediante un altare di
devozione, si sovrappone il saguna sakara al Para Brahman senza attributi. La meditazione del Saguna
aiuta il ricercatore a purificare la mente, per attingere a un più elevato livello di consapevolezza
del Para Brahman.
Nel Gayatri Mantra il dio Sole è presentato col nome di Savitur devasya. Isvara è chiamato Savita
perchè crea, protegge e sostiene la vita di questo universo. Perciò il Gayatri Mantra è detto anche
Savitri.
Piuttosto spesso alcune persone chiedono: Swamiji, anche le donne possono recitare il Gayatri
Mantra? Un verso dello Yama Smrti risponde a questa domanda. ‘Nell’antichità, l’iniziazione con il
cordone sacro, l’insegnamento dei Veda e la recitazione del Gayatri Mantra erano permessi (e
auspicabili) alle donne’.
Sitadevi è descritta da Valmiki in meditazione nella foresta di asoka, quando viene rapita da
Ravana. Ci si deve rivolgere a Isvara ogni mattina all’alba, indipendentemente dalla situazioni
contingenti in cui ci si trova, che siano favorevoli o avverse. Questa preghiera quotidiana, detta
sandhya vandana non si dovrebbe mai eliminare.
L’Essere Cosmico (Isvara), che ha emanato questo universo, è spesso chiamato nella letteratura
vedica col nome di Hiranyagarbha, per via dell’Universale Potere dell’Onniscenza. Nella letteratura
puranica Isvara è chiamato Vishnu (Quello che pervade tutto) o Shiva (il Benevolo). Hiranyagarbha è
adorato sull’altare del Sole, poichè nel sistema solare il Sole è la sorgente di tutta l’energia,
tutte le attività e tutta la vita.
Quell’Isvara che si manifesta dinnanzi a noi nella forma del Sole, è presente anche dentro di noi
come Atman, la Coscienza che illumina i nostri pensieri e rende possibile la conoscenza variegata.
Se la Coscineza non fosse manifesta, non avremmo alcuna facoltà di pensiero. Il potere di pensare
(dhi sakti) è la base dell’esistenza umana. L’essere umano dato dalle sue idee e dal suo intelletto
(buddhi). Noi pensiemo che la buddhi si trovi all’interno del corpo, ma sbagliamo. Il corpo si trova
nella buddhi e la buddhi si trova nell’Atman, la Consapevolezza, il Para Brahman. Questa Coscienza
(caitanya) che manifesta il complesso fisico-psichico nella forma della consapevolezza e ispira le
buddhivrtti [attività dell’intelletto] è anche visibile davanti a noi come orbita solare, dimora di
Hiranyagarbha. Questo è il significato del Gayatri Mantra in breve.
Nello Rudradhyaya (1-7), Shiva è chiamato Nilakantha (dal collo blu). Shiva ha il collo blu e il
resto del corpo rosso. Questo è il Signore che si innalza davanti a noi nella forma del Sole. Una
storia popolare dei Purana racconta che quando l’oceano di latte era agitato dagli dei e dai demoni,
inizialmente ne emerse un veleno potentissimo. Su loro richiesta, Shiva inghiottì e trattenne nella
gola il veleno senza inghiottirlo, prendendo così il colore blu della gola. Ma non possiamo usare la
narrazione dei Purana per spiegare il testo Vedico, poichè il Purana discende dai Veda, e non il
contrario. La parola Nilakantha può essere letta in maniera diversa, guardando la Persona Cosmica.
Le parole nila e lohita si riferiscono rispettivamente ai colori blu e rosso del cielo. Shiva è
l’Essere Cosmico, Hiranyagarbha, e il sole è l’Adhibhuta (il piano fisico o grossolano) o
l’Adhidaiva (che pertiene alla divinità) simbolo di Dio. Il mantra decrive il Sole che sorge.
Durante l’alba e il tramonto l’orizzonte appare rosso con delle zone di blu. Questo orizzonte è
visualizzato come il collo dell’Essere Cosmico.
Normalmente si ritiene che Isvara sia conosciuto direttamente solo da un numero ristretto di persone
chiamate rishi. Le persone comuni si suppone non abbiano la visione diretta (saksatkara) di Isvara.
Ma i Veda affermano il contrario: (Rudradhyaya Taittirya Samhita, 4-5-1) ‘Anche i guardiani delle
vacche e le donne che trasportano l’acqua vedono Dio nella forma del Sole. In realtà tutti gli
esseri viventi lo vedono. Anche noi lo vediamo. Che ci protegga’. I guardiani delle vacche e le
donne che trasportano l’acqua rappresentano le masse illetterate delle campagne. Anche loro vedono
Isvara. Ma non solo, gli uccelli e tutte le creature e tutti gli animali conoscono l’arrivo del
visvabandhu, il protettore dell’intero universo.
Quando il sole sorge ad oriente, l’evento è riconosciuto da quasi ogni forma vivente, tranne le
persone che scelgono di dormire anche in quell’istante. Pregando Isvara all’altare del Sole
nascente, il devoto acquista una salute robusta, sia a livello fisico che mentale.
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