La Vittoria di Mahaprabhu sui Mayavadi di Benares

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La Vittoria di Mahaprabhu sui Mayavadi di Benares

di Karuna Dharini Devi Dasi

Nel 1486 dopo Cristo, Sri Krishna apparve nel Bengala occidentale come Sri Caitanya Mahaprabhu.
Sebbene sia Krishna Stesso, Sri Caitanya viene nel sentimento di un devoto pienamente cosciente di
Krishna ad insegnarci la pura bhakti, la personale e amorevole relazione di servizio dell’anima col
Signore Supremo. Per risvegliare questa relazione Sri Caitanya raccomandava di cantare i santi nomi
del Signore, specialmente il maha-mantra: Hare Krishna, Hare Krishna, Krishna Krishna, Hare Hare /
Hare Rama, Hare Rama, Rama Rama, Hare Hare. Caitanya Mahaprabhu e le numerose persone che si unirono
a Lui cantavano e danzavano in tutto il Bengala occidentale.

Il dolce sentimento di apprezzamento e di festosità tra un ampio circuito di persone seguaci del
movimento della bhakti si affermò così ampiamente in quel periodo della storia dell’India che i
biografi di Mahaprabhu paragonano ciò che avevano sperimentato a un’inondazione di amore per Dio. I
veri amanti di Dio venivano descritti come immersi in questo amore, mentre altri galleggiavano. Non
ci dobbiamo sorprendere che altri tipi di spiritualisti stessero in disparte per evitare
l’inondazione. Un gruppo particolare, i Mayavadi, rimase praticamente all’asciutto, diventando così
un obiettivo speciale della misericordia di Sri Caitanya.

La Filosofia Mayavada Opposta alla Bhakti

Nel mondo materiale il puro amore per Dio si vede raramente. Di solito al giorno d’oggi i concetti
impersonali influenzano la spiritualità. Alle persone viene insegnato a meditare sull’energia
spirituale senza alcuna forma o identità personale. Questa è la filosofia mayavada. Caitanya
Mahaprabhu insegnava che il vero amore di Dio si trova solo nella relazione personale tra l’essere
vivente e Dio, una persona che esiste eternamente. Caitanya Mahaprabhu considerava la filosofia
mayavada un grande ostacolo per il risveglio di questa relazione. Il titolo dell’epica biografia di
Mahaprabhu compilata da Srila Krisnadasa Kaviraja Gosvami – Sri Caitanya-caritamrita – si traduce
come “il carattere dell’eterna forza vivente”.

Questa forza spirituale non è senza identità e senza qualità e caratteristiche personali. Per
esempio, talvolta ci si riferisce a Sri Caitanya con l’appellativo di Gaurasundara (gaura d’oro;
sundara bello) perchè la Sua pura carnagione spirituale è dorata e molto attraente. Egli era un
insegnante preparato, aveva una moglie fedele e devota e una madre devota molto affezionata. Era uno
studioso così famoso che ovunque riuniva centinaia di seguaci. E’ venuto per stabilire il
sankirtana, il canto pubblico dei santi nomi di Krishna. Perciò non fu mai privo di caratteristiche
personali, né lo furono i Suoi seguaci.

La Caitanya-caritamrita descrive una specie di albero spirituale di famiglia con incantevoli rami
principali e secondari fatti di descrizioni ispiranti e talvolta divertenti del carattere e del
comportamento di centinaia di devoti di Krishna che erano intimi seguaci di Caitanya Mahaprabhu. I
filosofi Mayavadi, rigorosi seguaci di Sankaracarya, preferiscono la loro spiritualità senza
descrizioni e caratteristiche. Come dimostra il suo commento al Vedanta-sutra, Sankaracarya dette la
sua interpretazione dei Veda dicendo che lo spirito è senza forma o personalità. Caitanya Mahaprabhu
spiegò che Sankaracarya aveva frainteso il significato chiaro del Vedanta-sutra, scritto da Srila
Vyasadeva.

I Mayavadi erano dunque stati fuorviati. Srila Prabhupada spiegò che la parola mayavadi è composta
da due elementimaya, la materia, e vadi, chi rimane fermo su questo principio. I Mayavadi negano
semplicemente perché non hanno informazioni positive. Anche molti spiritualisti contemporanei o
gruppi spirituali della New Age si concentrano su “ciò che non è” (traduzione letterale di maya)
come base del loro credo. Cantano perfino il nome di Krishna come una nuova attrattiva che li aiuti
a crearsi un seguito. Srila Prabhupada definì la filosofia mayavada una forma celata di ateismo.

Mahaprabhu a Benares

Per quattro notti Sri Caitanya aveva soggiornato a Benares nella casa di un devoto di nome Tapana
Misra, a cui aveva dato l’iniziazione spirituale in Bengala. Tapana Misra era felicissimo di avere
il Signore in casa sua e durante la Sua permanenza molte persone furono attratte a cantare con Lui.
Ma a Benares vi erano moltissimi Mayavadi e quando vennero a sapere che Mahaprabhu si trovava nella
loro città, Ne parlarono male. I Mayavadi non apprezzavano molto il canto dei santi nomi di Krishna.
Poiché Caitanya Mahaprabhu era un sannyasi come loro, consideravano improprie il Suo modo di agire:
“Sebbene sia un sannyasi, non ha interesse per lo studio del Vedanta ed è sempre impegnato a cantare
e danzare nelsankirtana.

Questo Caitanya Mahaprabhu è un sannyasi illetterato, perciò non conosce la Sua vera funzione.
Guidato soltanto dai Suoi sentimenti va errando in compagnia di altri sentimentalisti.”
(Caitanya-caritamrita, Adi-lila 7.41- 42) Sentiti questi rimproveri, il Signore non parlò con i
sannyasi Mayavadi né Si difese. In un’altra occasione il Signore soggiornò a Benares nella casa di
Candrasekhara Acarya, un medico devoto e consumò i Suoi pasti a casa di Tapana Misra, un impiegato,
trasgredendo così la regola secondo cui un sannyasi dovrebbe mangiare solo a casa di un brahmana.
Nello stesso modo, quando i sannyasi Mayavadi invitarono più volte Mahaprabhu a pranzare con loro,
Egli rifiutò l’invito.

A casa di Candrasekhara il Signore, per due mesi istruì dettagliatamente Sanatana Gosvami, un
discepolo altamente qualificato, sulla filosofia e sul comportamento Vaisnava. Sanatana divenne un
grande esperto della bhakti e un leader nel movimento di Caitanya Mahaprabhu. Il giovane figlio di
Tapana Misra, in seguito conosciuto con il nome di Raghunatha Bhatta Gosvami, fu un altro devoto
importante dell’albero della famiglia di Caitanya. Egli serviva il Signore mentre era nella loro
casa, lavava i Suoi piatti e Gli massaggiava le gambe. Il ragazzo si riempì di amore per Krishna e
in seguito a Vrindavana divenne l’assistente personale di Rupa Gosvami, fratello di Sanatana.

Tutti questi devoti erano molto elevati nella bhakti per Krishna. Se da un lato la seconda visita
del Signore a Benares fu molto utile per il futuro della tradizione Vaisnava, dall’altro ci fu un
crescendo di pettegolezzi inopportuni da parte deisannyasi Mayavadi: Tapana Misra e Candrasekhara ne
furono contrariati. “Per quanto tempo ancora dovremo tollerare gli insulti di coloro che criticano
la Tua condotta?” chiesero a Caitanya Mahaprabhu. “Dovremmo morire piuttosto che ascoltare tali
bestemmie. Non possiamo più tollerare queste critiche, le loro bestemmie ci spezzano il cuore.” (Cc.
Adi 7.50-51) Sebbene Candrasekhara e Tapana Misra fossero totalmente devoti al Signore come loro
insegnante spirituale, non erano abbastanza competenti per confutare le argomentazioni dei Mayavadi.
Si sentivano impotenti a porre fine all’intollerabile dolore che sentivano.

Una Coincidenza Fortunata

In quel momento arrivò un brahmana che voleva incontrare Sri Caitanya. Il brahmana sapeva benissimo
che Caitanya Mahaprabhu era l’unico sannyasi Vaisnava a Benares. Sapeva qualcosa di entrambi i
gruppi. Cadde ai piedi di Mahaprabhu e Lo pregò di recarsi a casa sua, per un pranzo a cui avrebbero
partecipato molti sannyasi Mayavadi. Caitanya Mahaprabhu sorrise. Grazie a questo invito avrebbe
potuto mettere fine alle preoccupazioni dei Suoi devoti e Si sarebbe reso disponibile a discutere
con i Mayavadi. Così accettò la richiesta del brahmana. Srila Prabhupada spiega che un acarya
Vaisnava è molto severo per quanto riguarda i suoi principi e non è disposto ad incontrare persone
contrarie a comprendere Krishna.

Un acarya può avere la forza di un fulmine nel suo atteggiamento verso queste persone e a volte
essere invece delicato come una rosa. In questa circostanza Mahaprabhu mostrò la Sua natura gentile
accettando l’invito ad incontrare persone che non Lo apprezzavano. Il giorno successivo Mahaprabhu
andò a piedi nudi fini alla casa del brahmana. Secondo la tradizione, come manifestazione di
rinuncia, i sannyasi camminavano a piedi nudi e prima di entrare in una casa o in un tempio si
lavavano i piedi. Caitanya Mahaprabhu Si lavò i piedi prima di entrare nella casa del brahmana e poi
Si sedette nel luogo dove si lavavano i piedi, che è considerato impuro.

Come descritto nella Caitanya-caritamrita (Adi-lila 7.60-61): “Dopo esserSi seduto sul pavimento,
Caitanya Mahaprabhu manifestò il Suo potere mistico emanando una radiosità brillante come la luce di
milioni di soli. Quando tutti i sannyasividero la luce radiosa che emanava dal corpo di Sri Caitanya
Mahaprabhu, ne rimasero attratti; immediatamente si alzarono dai loro seggi e rimasero in piedi in
segno di rispetto.” La vista della purezza e dello splendore di Sri Caitanya trasformò il leader dei
sannyasi Mayavadi, Prakasananda Sarasvati.

Quando vide Sri Caitanya che sedeva vicino al lavatoio si sentì dispiaciuto e suppose che il Signore
fosse addolorato per qualcosa. “Che cosa Ti rattrista?” chiese. “Appartengo a un ordine inferiore di
sannyasi, perciò non sono degno di sedere in mezzo a voi.” Commosso dall’atteggiamento mite e dalla
umile risposta del Signore, Prakasananada Sarasvati prese per mano il giovane sannyasi e Lo fece
sedere con grande rispetto al centro dell’assemblea.

La Spiegazione del Signore

I sannyasi Mayavadi chiesero: “Tu appartieni alla nostra Sankara-sampradaya e vivi nel nostro
villaggio di Benares. Perché allora non stai insieme con noi? Perché eviti perfino d’incontrarci?
Appari luminoso come fossi Narayana stesso. Vuoi spiegarci per favore perché hai scelto di
comportarTi come una persona di classe inferiore?” (Cc. Adi 7.67,70) I Mayavadi si chiamano l’uno
con l’altro con il nome di “Narayana”, perché pensano che tutti loro diverranno Narayana o si
fonderanno nell’energia di Narayana quando raggiungeranno la perfezione. Alla vista del meraviglioso
splendore di Caitanya Mahaprabhu rimasero stupiti. Forse Egli aveva ottenuto lo scopo da loro
desiderato. Non erano in grado di apprezzare il fatto che Dio, la Persona Suprema Narayana, fosse di
fronte a loro.

Sri Caitanya rispose: “Il mio maestro spirituale Mi considerò uno sciocco e Mi disse che non ero
qualificato per studiare. Mi disse invece di cantare Hare Krishna, che è l’essenza dei Veda. Mi
disse che col semplice canto del santo nome di Krishna ci si può liberare dall’esistenza materiale.
Infatti basta cantare il mantra Hare Krishna per vedere i piedi di loto del Signore.” (Cc. Adi
7.71-73, parafrasati) Il maha-mantra Hare Krishna è conosciuto come il grande mantra della
liberazione. Chiunque lo canti sinceramente può ottenere risultati positivi. Cantandolo ci liberiamo
dai deplorevoli pregiudizi materiali su noi stessi e sugli altri che ci mantengono legati al nostro
karma in questo mondo.

Il Signore allora recitò un verso spesso citato dai devoti di Krishna: harer nama harer nama harer
namaiva kevalam kalau nasty eva nasty eva nasty eva gatir anyatha “Per il progresso spirituale in
quest’era di Kali non c’è alternativa, non c’è alternativa, non c’è alternativa al canto del santo
nome, del santo nome, del santo nome del Signore.” (Brihannaradiya Purana 3.8.126) Caitanya
Mahaprabhu spiegò che quando su ordine del Suo maestro spirituale aveva cominciato a cantare Gli era
accaduta una cosa insolita. Il semplice canto eseguito con attenzione Gli aveva fatto sentire una
felicità pura che causava la perdita della Sua normale sensazione di se stesso.

Provò sentimenti che non aveva mai provato prima. Rideva, piangeva e danzava e gli altri pensavano
che avesse qualche grave problema. Quando infine ritrovò la Sua pazienza, cominciò a pensare che
forse il santo nome fosse responsabile di aver completamente coperto la Sua conoscenza spirituale.
Chiese allora al Suo maestro spirituale la natura di tutto questo ed egli si limitò a sorridere. Era
molto compiaciuto di Lui e Gli disse che è la natura del maha-mantra Hare Krishna che fa sviluppare
a chiunque lo canti un’estasi d’amore per Krishna.

Caitanya Mahaprabhu raccontò ai sannyasi Mayavadi che il suo maestro spirituale Gli aveva detto: “È
molto bello, caro ragazzo, che Tu abbia raggiunto questo scopo supremo della vita sviluppando amore
per Dio. In questo modo mi hai dato una grande soddisfazione ed io Ti sono molto riconoscente. Caro
ragazzo, continua a danzare, canta e dedicati alsankirtana insieme con i devoti. Inoltre, esci e
predica l’importanza di cantare krishna-nama [il nome di Krishna]; in questo modo riuscirai a
liberare tutte le anime cadute.” (Cc. Adi 7.91-92)

Il Vero Vedanta

La spiegazione del Signore commosse i sannyasi Mayavadi. Essi riconobbero che per ottenere quel
meraviglioso amore per Dio si deve essere molto fortunati. Chiesero inoltre: “Non c’è alcuna
obiezione al fatto che Tu sia un grande devoto di Sri Krishna; tutti sono d’accordo su questo. Ma
perché eviti di discutere il Vedanta-sutra? Che cosa c’è di sbagliato?” Il Signore accennò un
sorriso. “Miei cari signori, se siete d’accordo vi dirò qualcosa in merito alla filosofia Vedanta.”
Caitanya Mahaprabhu spiegò che Sripada Sankaracarya, l’autorità delle Scritture Mayavadi, aveva dato
un significato indiretto alle affermazioni della letteratura vedica. Secondo il significato diretto,
la Verità Assoluta è la Persona di Dio, Sri Krishna.

Caitanya Mahaprabhu illustrò loro che Sankaracarya è degno di rispetto, essendo un’incarnazione di
Siva, e il suo commento sui Veda, intitolato Sariraka-bhasya, è molto influente, ma era stato
scritto come compromesso tra teismo e ateismo. Esso non rappresenta la vera conclusione del Vedanta.
In origine era stato scritto semplicemente come mezzo per attrarre gli atei verso i concetti
spirituali. “Secondo la comprensione diretta, la Verità Assoluta è Dio, la Persona Suprema, dotata
di ogni opulenza spirituale. Nessuno può essere uguale o superiore a Lui. Tutto ciò che riguarda
Dio, la Persona Suprema, è spirituale, anche il Suo corpo, la Sua opulenza e ciò che Gli appartiene.
La filosofia mayavada, invece, coprendo la Sua opulenza spirituale sostiene la teoria
impersonalista.” (Cc. Adi 7.111-112)

I Mayavadi si mostrarono interessati ad ascoltare ancora di più sul significato diretto del
Vedanta-sutra. Sri Caitanya descrisse per loro i tre livelli di relazione dell’essere vivente con il
Signore Supremo in tre livelli: sambhandha, abhidheya eprayojana. Sambandha-jnana significa
“conoscenza dell’intera relazione”. In questa comprensione ci sono quattro oggetti: il sé di una
persona, l’universo, Dio e la relazione tra loro. Una volta che questo sia chiaramente definito, il
programma successivo è una linea d’azione – agire all’interno della relazione. Questo è il livello
detto abhideya o servizio devozionale al Signore.

Dopo aver eseguito i doveri prescritti da abhideya, si ottiene la prayojanasiddhi, il successo della
missione umana: l’amore di Dio. Questo successo può essere ottenuto da chi sinceramente e con grande
attenzione canta Hare Krishna, Hare Krishna, Krishna Krishna, Hare Hare / Hare Rama, Hare Rama, Rama
Rama, Hare Hare. Sri Caitanya illustrò molti dettagli di questo argomento e i suoi compagni sannyasi
divennero gentili e umili nei Suoi riguardi. Dopo aver pranzato con loro il Signore tornò alla Sua
residenza.

Applicare la Logica

Dopo questo avvenimento, i numerosi sannyasi Mayavadi di Benares avvertirono alcuni sintomi
dell’amore per Dio. Cominciarono a far visita a Sri Caitanya per gustare la Sua compagnia. Tutta la
città cominciò a lodare Sri Caitanya e a cantare i santi nomi del Signore. Ascoltando le spiegazioni
di Sri Caitanya Mahaprabhu e vedendo la Sua straordinaria vittoria, Candrasekhara, Tapana Misra e
Sanatana Gosvami rimasero estremamente compiaciuti. Furono felici che il loro maestro spirituale
avesse dato una buona lezione al gruppo di offensori e che essi avessero trovato impossibile
discutere.

In questo modo l’impossibile divenne possibile: Sri Caitanya Mahaprabhu fu capace di indirizzare i
filosofi Mayavadi molto critici verso il percorso dell’amore per Krishna. Questo avvenimento fa
ricordare la richiesta che Krishnadasa Kaviraja fece a tutti i logici, impersonalisti ed esperti
nella discussione filosofica: “Se davvero siete interessati alla logica e alla discussione, per
favore, applicatela alla misericordia di Sri Caitanya Mahaprabhu. Se farete questo, troverete che è
straordinariamente meraviglioso.” (Cc. Adi 8.15)

Karuna Dharini Devi Dasi, discepola di Sua Grazia Virabahu Dasa, fa servizio alle Divinità del
tempio ISKCON di Los Angeles, dove si unì all’ISKCON nel 1979. Vive con suo marito e sua figlia.

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