LA VOLONTA’ NELLA BHAKTI

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LA VOLONTA’ NELLA BHAKTI

di Marco Ferrini (Matsyavatara Dasa)

La realizzazione del proprio sé profondo è come un fiume in piena che prosegue con un processo
vigoroso e incessante nel suo moto benefico e arricchente laddove la volontà viene resa sempre più
forte e saggia dalla sua integrazione con quello che è il sentimento fondamentale di ogni essere
umano, il più nobile ed evoluto: la Devozione, Bhakti, che rappresenta l’espressione più intima
dell’Amore. La Devozione è il mezzo più efficace e diretto che pone in contatto immediato con il
Divino, perché essa travalica limiti e ostacoli che sono insiti nella percezione del mondo che si ha
attraverso i sensi, la mente e l’intelletto. La Devozione permette di contemplare la realtà, noi
stessi e gli altri con gli occhi dell’anima, oltre le frammentazioni prodotte dalla visione egoica,
che non penetra l’essenza delle cose, ma si limita alla loro forma apparente e separata dal Tutto.
La pratica della Bhakti come via di realizzazione spirituale, per conseguire i suoi risultati non si
avvale della suggestione, bensì della persuasione.

Con la suggestione le persone rimangono bloccate, paralizzate nella loro potenziale capacità di
crescita, poiché non vengono stimolate ad acquisire loro stesse e a far propri gli strumenti che
servono per lavorare alla loro evoluzione e alla destrutturazione dei condizionamenti. Tramite la
persuasione le persone vengono invece ispirate ad operare per conseguire i loro obiettivi evolutivi
applicando un rigoroso processo di decontaminazione del campo psichico e d’integrazione della loro
personalità; mettendosi in gioco loro stesse, beneficiando degli insostituibili insegnamenti e del
modello ideale di chi le guida, esse imparano, dalle Scritture e dai Maestri, come entrare in
contatto con piani superiori di realtà. I sensi e la struttura psichica non danno possibilità di
accesso diretto a tali superiori piani di realtà e all’esperienza del Divino, sorgente della Vita e
dell’essenza del nostro stesso essere. Ciononostante, come spiega Krishna nella Bhagavad-gita, non
si dovrebbe sottovalutare il fatto che non si può vivere l’esperienza del Divino se prima non si
sono predisposti adeguatamente sensi, mente ed intelletto, affinché non risultino barriere entro le
quali il soggetto rimane prigioniero (a causa dei propri condizionamenti), ma pervengano ad essere
filtri purificati, che lasciano passare senza ostacoli la luce fulgida del sé.

Osservando noi stessi e gli altri possiamo cogliere così tanti esempi concreti di come
effettivamente la psiche possa rovinare o salvare la vita di un soggetto, a seconda della natura dei
contenuti mentali che questi coltiva, perché ogni nostra valutazione, scelta ed azione sono
conseguenza di quell’immagine o forma mentis o concezione del mondo, di noi stessi e degli altri,
che ci siamo costruiti come frutto del nostro karma e dunque delle nostre esperienze. È per tale
ragione che il percorso di realizzazione spirituale non può prescindere dalla purificazione dei
contenuti psichici, dunque dal conseguimento di stabilità mentale, equilibrio emotivo, autonomia
affettiva, corretta e lungimirante capacità di discernimento. Tali obiettivi sono essenziali da
conseguirsi affinché il campo psichico – progressivamente decontaminato dai condizionamenti in
precedenza strutturatisi – cessi di interferire con il campo del cuore, con la coscienza illuminata
propria del sé spirituale. L’evoluzione interiore diventa effettiva e sostanziale nel momento in cui
si fa esperienza della realtà privilegiando non la logica, ma il sentimento puro dell’affetto, della
devozione, dell’amore universale, nella consapevolezza realizzata che il bene dell’altro non è
differente dal nostro stesso bene.

La logica non va certamente sminuita o penalizzata, anzi essa è strumento che può aiutare
l’evoluzione ma solo se è guidata dall’Amore. Quando la logica è al comando delle varie funzioni
della personalità e sopprime la piena espressione dell’Amore le persone si inaridiscono, appaiono
offuscate nella coscienza, con volti tristi, cinici, delusi, con sguardi solitari e fuggenti, magari
con talenti sorprendenti nell’analisi ma di fatto incapaci di pervenire ad una visione di sintesi
che è invece caratteristica intrinseca del sé spirituale, la cui essenza stessa è costituita dalla
volontà e dal piacere di armonizzarsi al Tutto, di dare e ricevere Amore. Ecco perché la via
dell’Amore, che ricollega all’essenza di ogni essere, ha grandi potenzialità nel curare gli
individui dai loro condizionamenti: a volte è sufficiente una carezza o uno sguardo amorevole per
far scomparire un’ombra nella mente, più che tante parole pronunciate soltanto con l’intelletto e
non col cuore, che vengono poi spesso distorte dalla mente condizionata dell’interlocutore, mentre
un’azione che viene dal cuore può con facilità trapassare le barriere pervicacemente poste dalla
mente e dalla cosiddetta ragione. Dentro quelle barriere la persona muore prigioniera di ciò che lei
stessa ha creato.

La logica viene in genere utilizzata come strumento di difesa e di “conquista”, ma progressivamente,
se non si coniuga all’Amore, finisce per diventare uno dei blocchi più grandi che ostacolano il
percorso evolutivo. E così avviene che la paura e l’egoismo, in nome di ragioni di sopravvivenza,
impediscono l’accesso all’Amore. La persona che ha paura blocca con la sua stessa attitudine le sue
innate potenziali capacità di successo, mentre chi ricerca autenticamente l’esperienza dell’Amore
non ha rimpianti per il passato e non ha aspettative per il futuro, non certo perché è incline ad
una mentalità fatalistica: vive con fiducia e gioia il presente perché compie qui ed ora tutto
quello che è nelle sue possibilità fare per armonizzarsi all’ordine cosmo-etico di Amore che regge
il mondo e la vita di ogni essere. Ciò la apre naturalmente a visioni e soluzioni di ordine
superiore che richiedono purezza, dedizione, devozione a valori ideali e che rinsaldano il senso
forte di condivisione e di unità della persona con l’essenza spirituale di tutto ciò che esiste.

L’azione che è invece mossa da egoismo e da altre manie di esclusività produce costrizione,
riduzione della consapevolezza, frammentazione, conflitti e indicibile sofferenza. L’educazione al
percorso di crescita interiore fondato sulla Bhakti avviene fornendo insegnamenti e in primo luogo
offrendo un modello di vita, poiché sono soprattutto i comportamenti costruttivi ed evolutivi che
testimoniamo negli altri che possono darci forza, volontà, entusiasmo e vigore per trasformare noi
stessi e superare i nostri limiti. Se con le nostre parole e comportamenti veicoliamo verità che
abbiamo realizzato nella nostra vita, allora saremo utili agli altri, viceversa – se parliamo senza
esperienza – non faremo che dilapidare il tempo nostro e altrui. Non si è in grado di insegnare ciò
che si è compreso soltanto teoricamente; siamo invece in grado di trasmettere agli altri unicamente
ciò che abbiamo realizzato. Ogni tanto sarebbe opportuno raccogliersi, tenere bocca ed occhi chiusi
per ricercarsi profondamente, nell’intimo del proprio sé, per ascoltare la voce del cuore e
attingere insegnamenti da essa.

In effetti, la Verità è una luce che non può illuminare gli altri se prima non ha illuminato noi
stessi. Quando il cuore non è aperto alla realtà dell’universo, i tanti talenti che si possono avere
– come la perspicacia e la cultura – riempiono soltanto di orgoglio e fanno diventare egoisti e
superbi. Allo stesso tempo occorre tener presente che l’essenza della Devozione (Bhaktisara) può
essere messa in pericolo dalla tendenza al fanatismo e alla fede cieca ed è per questo che la
Devozione va condivisa ed espressa in opere concrete nel mondo tese al bene di ogni essere vivente,
affinché essa sia usufruibile a tutti, per offrire a tutti una grande opportunità di evoluzione
spirituale. Percorrendo il cammino della Bhakti, il praticante giunge a progressive affascinanti
scoperte che lo conducono sempre più vicino all’essenza dell’Amore, e così – assieme alla disciplina
– arrivano anche i frutti che da essa derivano ed alla pratica sempre più si unisce la dolcezza
delle realizzazioni spirituali che liberano dalle costrizioni della dimensione egoica e aprono alla
consapevolezza del Divino.

da psicologiaespiritualita.blogspot.com

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