Potremmo anche intitolare: “Mancanza di fede e depressione”, oppure
“Immaginazione senza freni”.
Postulato: Esiste un ordine universale che regola tutte le cose. Le forme
vengono create, mantenute e distrutte secondo un misterioso ordine ciclico.
Nella sfera dell’indefinito e dell’indeterminato, l’attività immaginativa
che proviene dalla Mente divina crea nell’aspetto “materiale” di Dio una
moltitudine di individuazioni. La Mente di Dio che la facoltà di creare in
Sé stessa degli “anelli invalicabili” che producono una individuazione.
Dall’essere passiamo all’esistere.
L’individuazione fa sì che l’indefinito prenda forma e la abiti. “La somma
dei punti geometrici contenuta in un insieme è uguale all’insieme degli
insiemi”. Questo paradosso matematico che non è stato ancora risolto
proviene dalla mente di Zenone di Elea e fu ripreso recentemente da Cantor.
Dimostrazione palese dei limiti della mente umana.
Perché l’Assoluto crei una forma e la abiti è uno dei misteri della vita e
non possiamo procedere oltre con l’indagine; possiamo solo supporre che ciò
abbia a che fare con l’autocoscienza, divina od umana che sia. L’espansione
di coscienza che fa parte del processo iniziatico non sarebbe altro quindi
che il passaggio della coscienza individuale da limitata ad assoluta.
Qualche scuola di pensiero dice che la manifestazione (che è opera
dell’individualizzazione) è in sé stessa male, però potremmo dire che è
buona se serve ai fini creativi di Dio, ovvero se è coerente al “Piano”,
invece è male se in essa serpeggia i caos dell’anarchia dovuta all’egoismo.
L’egoismo è il distacco della coscienza individuata dall’insieme, potremmo
dire “dall’ambiente” in cui la forma individuata si trova.
Potremmo dire dunque così: l’Assoluto, per mezzo della sua attività
immaginativa (una sorta di menzogna della mente) si disintegra; poi
sopravviene il Piano che organizza le forme in modo che si riformi l’unità
iniziale pur mantenendo intatte le unità individuate. È il modo che Dio ha
per conoscere Sé stesso. L’Assoluto si scinde in Padre e Madre e concepisce
il Figlio che è l’Assoluto consapevole di Sé. Poi cancella la creazione
(Pralaya) e nel suo seno infinito ne propone un’altra (Manvantara). Questo
gioco (Lila) divino portato all’infinito è la infinita consapevolezza del
Dio vivente.
Il dio che abita la forma ancora non evoluta, sentendo in sé stesso la
onnipotenza divina si trova a disagio nella sua vita ambientale, nella
limitazione evidente dovuta al conflitto tra volere e potere. Cerca quindi
di assoggettare l’ambiente a sé, di governarlo da monarca assoluto. Ciò crea
naturalmente conflitto ed arriviamo alla storia dei nostri giorni.
Si è in pratica formato lo stesso distacco che si verifica in una cellula
cancerosa rispetto al suo ambiente che è l’organismo in cui vive, si muove e
sta (per parafrasare san Paolo). Ciò provoca gli anticorpi che potremmo
chiamare “karma”. Ricordate Hitler e le sue legioni, oppure la
massificazione della Russia Stalinista? Ogni ricchezza dovuta alle
differenze tra uomini e culture scompare. Tutto diventa uniforme e quindi
non organico: la forza e la funzione degli organi dipende dalla loro
diversità. Diventa antivitale.
Le cellule cancerose, tutte perfettamente uguali, vivono a spese
dell’organismo che le ospita e periscono assieme ad esso. La cellula
cancerosa, simbolo dell’egoismo umano, vuole prendere senza dare, e la vita
finisce per non darle più niente. L’uomo distaccato dall’organismo che è
Dio, sente il suo destino e le sue fortune finire nel nulla. Siccome non
trova più la forza di continuare in Dio, si rivolge alle cellule circostanti
e diventa un parassita. Vive sottraendo il bene interiore altrui. Il buio e
la disperazione della sua anima egli lo proietta sugli altri mentre sottrae
ad essi il bene.
Questa è alla base del fenomeno della depressione coatta, la depressione che
colpisce senza apparente motivo. Qualcuno si è appigliato, aggrappato alla
tua vita e la distrugge per sopravvivere, per sentire ancora in sé il bene
che è la forza dell’ottimismo creativo che attira a sé la benevolenza della
vita e fa prosperare.
Ci sono meccanismi occulti che permettono ciò e che qui non è la sede per
esemplificare. Sono connessi alla “Veste” dell’anima, che ha in sé crepe
(consultare le opere di Alice Bailey) che consentono che i flagelli ed i
fluidi corrotti astro/eterici del parassita penetrino in essa invadendo così
il corpo fisico.
Il parassita è creato dalla forza del desiderio unita alla facoltà divina
che risiede nell’uomo, ovvero l’immaginazione creativa. Questo uso distorto
e malvagio dell’immaginazione G.I. Gurdijeff la chiama “Kundabuffer”, ovvero
“Kundalini buffonesca”.
Se osserviamo gli uomini in generale potremo osservare che ben pochi vivono
una vita reale, ma la maggior parte di essi vive una vita di immaginazione e
di fantasia.
Le forze del male organizzate sfruttano questo fatto per utilizzare gli
uomini. In pratica, l’uomo vive schiavo nella sfera del pensiero, che è come
un brodo di cultura in cui sono perennemente immersi ed al quale sono
estremamente ricettivi senza saperlo, il quale “brodo” o “melma” è un
insieme di immagini e di emozioni che l’uomo subisce e crea a sua volta
senza posa, rendendo schiavo sé stesso e gli altri in un mondo illusorio ed
immaginario.
La non/identificazione di sé stesso con l’immagine (o le varie immagini di
sé chiamate da Gurdijeff “io provvisori”), la cessazione del desiderio
improprio e la purificazione, sono gli strumenti a nostra disposizione per
andare verso la Realtà ed uscire dalla depressione.
(tratto da: www.viveremeglio.org )
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