Lamentarsi serve a poco

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Lamentarsi serve a poco

24 dicembre 2014

Lamentarsi Oggi voglio parlarvi di un comportamento ormai comune all’umanità odierna e meccanica: il lamentarsi. In particolare voglio occuparmi del lamentoso.

Chi è il lamentoso?

Il lamentoso è colui il quale vede tutto “nero”, senza via d’uscita, osserva ogni problema col microscopio fissandosi su di esso ed ingigantendolo.

Tutto “normale” fin qui, visto anche il periodo in cui versa l’umanità, periodo di grandi cambiamenti climatici, sociali, politici, economici, insomma in tutti i campi. Il problema è che il lamentoso cerca qualcuno sul quale sfogare le proprie frustrazioni rendendolo, per ciò stesso (che palle!), partecipe dei propri problemi e “sciagure”.

Sì, perché il lamentoso fa della Vita mera sopravvivenza rendendosi proprio per questo vittima del caso. Il lamentoso crede in un destino già scritto, del resto questo gli conviene così non deve effettuare nessuno sforzo per migliorare se stesso e, di conseguenza, la propria Vita.

Quando incontrate un lamentoso (che libidine!) non aspettatevi di poter dialogare a doppio senso perché, prima o poi, lui comincerà a parlare di se e dei suoi problemi senza concedervi spazi per poter, a vostra volta, conversare. Del resto, secondo lui, i problemi sono solo suoi e sembrano perseguitarlo. Il lamentoso ingrandisce ogni accadimento che non riesce ad accettare, trasformandolo in tragedia.

Chi si lamenta è una vittima inconsapevole del mondo e attrae a se, secondo la legge dell’attrazione (nel mio libro L’arte della consapevolezza, Youcanprint editore, ho dedicato un capitolo alla legge dell’attrazione. Il capitolo omaggio lo puoi trovare anche nel blog digitando Legge dell’attrazione nel motore di ricerca se vuoi approfondire l’argomento), solo problemi, rifiuti, licenziamenti e chi più ne ha più ne metta.

Oltre a ciò, il lamentoso tortura chi gli sta accanto, siano essi amici, parenti, partner o chi ha la “fortuna” d’incontrarlo sulla sua strada. Se poi qualcuno prova a fargli vedere i suoi “drammi” in modo diverso cercando di sgonfiarli ai suoi occhi, subito lui si offenderà perché non si sentirà capito, perché per gli altri è facile parlare, perché lui soffre più di tutti, perché, perché, perché…..

Il lamentoso, col suo continuo lamentarsi spreca un sacco di energie proprio come un’auto fuoriserie. La differenza è che lui è “fuori consapevolezza”! Di conseguenza, non appena vedrà una persona allegra e tranquilla sarà subito pronto a buttargli addosso tutte le sue paranoie a raffica tipo mitragliatrice e senza alcuna considerazione.

La persona che si lamenta è pure furba perché, in genere, quando finisce di dialogare chiede scusa “se ha annoiato l’altro coi suoi problemi”. Non sa che questo è il minimo danno che gli ha arrecato perché il grosso è stato fatto attraverso la sottrazione di energia vitale della quale lui si nutre proprio come un vampiro.

La sua mente è particolarmente “golosa” dell’altrui energia che gli servirà a continuare ad alimentare i pensieri paranoici e ripetitivi nel corso della giornata (mesi, anni…). Ovviamente, se avete per amico un lamentoso non dovete per forza allontanarlo, prima magari provate a farlo smettere di lamentarsi in vostra presenza cercando di aiutarlo ad essere consapevole del proprio schema di pensiero.

Se, malgrado ciò, lui non si sentirà capito e continuerà a lamentarsi (magari anche di voi che non lo ascoltate) allora le cose sono due: o lo allontanate da voi oppure gli ponete delle soluzioni valide ai suoi “problemi”. Qualora non accettasse (cosa molto probabile per chi non vuole lavorare su di se) potete sempre rimanere suoi amici smettendo di frequentarlo con la stessa assiduità di prima visto che, diversamente, diventerete il suo nutrimento energetico.

Va detto che il lamentarsi è tipico della nostra società fatta di falsi bisogni, con delle esigenze e traguardi costruiti dalla pubblicità per poterci ingabbiare in una prigione di inadeguatezza e scontento.

Come cambiare?

Innanzitutto smettendo di lamentarsi. Ciò perché, lamentandosi, non si fa altro che mandare energia al problema facendolo crescere e mantenendolo in Vita.

Con la lamentela, inoltre, si attrarranno a se eventi che avranno come unico scopo quello di continuare a farci lamentare, ciò grazie alla legge dell’attrazione che c’invierà sempre e solo ciò di cui abbiamo bisogno, consciamente o inconsciamente, in un determinato momento della nostra Vita.

No al lamentarsi quindi e allontanare chi ci potrebbe indurre alla lamentela “di gruppo”, altrimenti si rischia di aprire un “club dei lamentosi” dove ci si incontrerà ALMENO 3 volte la settimana per piangersi addosso tutti assieme.

LA VITA È CELEBRAZIONE SE ACCETTATA COSÌ COM’È. NESSUNO, TRANNE NOI, POTRÀ MAI GARANTIRCI LA FELICITÀ. TUTTO CIÒ DI CUI ABBIAMO BISOGNO SI TROVÀ GIÀ DENTRO DI NOI, BASTA SOLO RICONTATTARLO E FARCI AMICIZIA.

Autore: Vincenzo Bilotta
Fonte: vincenzobilotta.blogspot.it

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