di Nick Salius
Una pagina antistress per cogliere, qui e ora, l’attimo, il momento presente, l’essenza, la
guarigione spirituale, il miracolo della vita. Un’opportunità per migliorare la propria
concentrazione.
Il punto d’osservazione per eccellenza è sempre l’angolo. Ci da la misura del contesto. Nell’angolo
si rifugiano i derelitti, coloro che temono per la propria vita. All’angolo sono costretti gli
ammalati, quelli che sono o si sentono temporaneamente impediti. L’angolo ti offre, quindi, quiete,
riparo, calma, conforto e la straordinaria opportunità di rigenerarti.
Nell’angolo trovano pace, ristoro, sia il guerriero che l’eremita. Retorica! L’angolo della
meditazione è la risorsa spirituale più concreta per risorgere, per affermarti, ossia per poter
realizzare appieno il tuo vero potenziale. Ti basterà attingere a ciò che sei già. Come?
Innanzitutto fermati. Lascia che l’acqua-mente divenga immobile, cheta. Attendi per tutto il tempo
che sarà necessario.
Osserva i pensieri da una prospettiva diversa, per l’appunto dall’angolo di vita in cui ora credi di
essere costretto e scoprirai l’alchimia della supercoscienza che schiere e schiere di alacri
esploratori allo spirito hanno tentato da sempre d’intercettare, individuare. Il segreto è
l’osservazione paziente, protratta.
La “procedura” è pressappoco la seguente: siedi in modo consono, confortevole; metti a fuoco il
cielo interiore e prendi atto di tutto ciò che l’attraversa o l’offusca senza soffermarti su nulla;
anche se le nubi-pensiero o le nubi-emozioni transitano di continuo, tu osserva senza formulare
giudizi, senza propendere o rigettare nulla.
Interpretare le immagini,
intuire la musica
nel senso più profondo
d’immediatezza che ti trasmette,
l’urgenza con cui ti sollecita,
tradurla in versi
con parole semplici
che ne trasmettano l’essenza,
con poche e stringate frasi
che ne ricompongano
l’intrinseca melodia.
Osservare i pensieri, l’andirivieni scomposto, le associazioni cui danno luogo, le emozioni che
comportano, le speranze, le paure, poi il tentativo di fuga dalla realtà, quindi gli appigli con cui
s’accompagnano.
Tutto ciò e tant’altro, una straordinaria unità super-correlata che conosciamo appena, è la mente.
Accompagnarsi ai respiri. l’aria come flusso che entra, s’interrompe, poi riprende, ma
all’incontrario finché non si cimenta in un’ulteriore pausa. Il respiro, un ponte tra il corpo
fisico che espleta le sue funzioni meccaniche e la mente che invisibilmente coordina la sinfonia
della vita individuale supportata da una consapevolezza che trascende e comune, sia pure in diversa
misura, tanto agli esseri senzienti che alle manifestazioni apparentemente più amorfe.
Focalizzare le pause. Soffermarsi, ma per un attimo solo, nel momento in cui il processo del ritmo
s’inverte per cui l’inspiro subentra all’espiro e viceversa. meravigliarsi come col tempo quella
pausa si espanda …
Allorquando riuscirai a esser davvero neutrale quel cielo si schiarirà d’improvviso, ma prova … e
riprova … fin quando non ti accorgerai che stavi sbirciando dal buco della chiave, ma la porta non
c’era.
Epilogo
Se questo tipo di meditazione avrà successo e per aver successo dovrà apportarti, nel giro di
breve tempo, benessere ; dicevo, se risultasse confacente comincerai a osservare la vita da una
prospettiva diversa. il sogno in cui senza rendertene conto forse vivevi si dissolverà
gradualmente, le illusioni lasceranno il posto alla concretezza.
01-10-13 – nick.salius
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