L’anima risiede all’interno delle cellule cerebrali

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L’anima risiede all’interno delle cellule cerebrali

03 luglio 2013

La Fisica dei Quanti o, più propriamente, Meccanica Quantistica, ha rivoluzionato la visione
scientifica della realtà ed offre una solida base di conoscenza per ampliare i propri orizzonti
mentali.

Due scienziati di fama mondiale, esperti in fisica quantistica, dicono che si può dimostrare
l’esistenza dell’anima, basandosi sulla fisica quantistica.

Lo studioso americano Stuart Hameroff e il fisico inglese Roger Penrose hanno sviluppato una teoria
quantistica della coscienza, affermando che le anime sono contenute all’interno di strutture
chiamate microtubuli che vivono all’interno delle cellule cerebrali (neuroni).

L’anima sarebbe composta da prodotti chimici quantistici, che nel momento della morte fuggono dal
sistema nervoso per entrare l’universo. La loro idea nasce dal concetto del cervello visto come un
computer biologico.

La coscienza sarebbe una sorta di programma per contenuti quantistici nel cervello, che persiste nel
mondo dopo la morte di una persona. Le anime degli esseri umani sarebbero perciò molto più che la
semplice interazione dei neuroni nel cervello: sarebbero della stessa sostanza dell’universo ed
esisterebbero sin dall’inizio dei tempi.

Il dottor Hameroff, professore emerito nel Dipartimento di Anestesiologia e Psicologia, nonché
Direttore del Centro di Studi sulla Coscienza dell’Università dell’Arizona, ha basato gran parte
della sua ricerca negli ultimi decenni nel campo della meccanica quantistica, dedicandosi allo
studio della coscienza. Con il fisico inglese Roger lavora sulla teoria dell’anima come composto
quantistico dal 1996.

I due studiosi sostengono che la nostra esperienza di coscienza è il risultato degli effetti di
gravità quantistica all’interno dei microtubuli. In una esperienza di pre-morte i microtubuli
perdono il loro stato quantico, ma le informazioni contenute in essi non vengono distrutte. In
parole povere, l’anima non muore ma torna all’universo. Con la morte, “il cuore smette di battere,
il sangue non scorre, i microtubuli perdono il loro stato quantico”, ha detto il dottor Hameroff.

L’informazione quantistica all’interno dei microtubuli non è distrutta, non può essere distrutta, si
distribuisce soltanto e si dissipa nell’universo in generale, ha aggiunto.

Se colui che ha avuto un’esperienza di pre-morte risuscita, rivive, questa informazione quantistica
può tornare nei microtubuli. In caso di morte è possibile che questa informazione quantistica possa
esistere al di fuori del corpo a tempo indeterminato, come anima.

Il dottor Hameroff dice che gli effetti quantistici, che svolgono un ruolo in molti processi
biologici come l’odore, la navigazione degli uccelli o il processo di fotosintesi, stanno
cominciando a convalidare la sua teoria.

Fonte: segnidalcielo.it

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