di Cathia Aldeghi
Nata in occidente, questa tecnica insegna a padroneggiare alcune sensazioni
corporee, a contattare proprie emozioni e modificare lo stato mentale. Più
che un semplice rilassamento è un allenamento alla consapevolezza.
Il Training Autogeno è una tecnica di rilassamento basata sullo sviluppo
dell’immaginazione.. E’ stato dimostrato che le nostre idee, le nostre
immagini mentali – “i film che ci facciamo” – incidono sulle nostre
sensazioni corporee, sul nostro umore, sul nostro stato emotivo. Ci sono,
per esempio, immagini o idee che creano tensione e sensazioni di
spiacevolezza, altre invece che ci fanno sentire rilassati.
Il Training Autogeno, letteralmente sta indica l’allenamento-training che si
genera da sé-autogeno consente di realizzare, mediante uno speciale
allenamento psicofisico, delle modificazioni fisiologiche (messa a riposo
del sistema neurovegetativo) e psichiche (ristrutturazione della
personalità). Permette in pratica il ritrovamento della calma, dell’armonia,
dell’equilibrio interiore, che si traduce nel miglioramento del proprio
rendimento in tutte le attività (lavorative, sportive, artistiche,
scolastiche.), della concentrazione e memoria, e in positive modificazioni
della personalità.
Alla base del processo si attua un’inversione di rotta, ovvero un
cambiamento dello stato di cose ormai stabilmente strutturato; dal punto di
vista psicologico significa cambiare atteggiamenti mentali radicati,
abbandonare vecchie abitudini, usare in modo diverso il pensiero,
l’attenzione e la concentrazione. Nel caso specifico, allenarsi vuol dire
comportarsi in modo opposto dal consueto: normalmente ci si addestra a
“fare” qualcosa, mentre nel Training Autogeno ci si avvia, gradualmente,
verso il “non fare”.
Tutto ciò può essere tradotto in imparare a fermarsi e ad avere ritmi più
naturali, nel senso di alternare momenti di tensione a momenti di relax.
Il Training Autogeno permette, in generale, di recuperare la naturale
capacità di rilassarsi con la quale tutti noi nasciamo, e che tendiamo a
perdere sia per i ritmi stressanti e veloci che ci vengono richiesti, sia
per fattori di ordine psicologico.
Sapersi fermare significa essere pienamente coscienti di se stessi, ovvero
avere la capacità di “un’attenzione che si libra imparziale” come Freud
citava. Imparziale nel senso che c’è una parte di noi che in modo non
giudicante é attenta a quello che accade in noi stessi. In modo più
specifico essere consapevoli di se stessi implica porre attenzione ai
nostri pensieri, alle nostre emozioni e sensazioni, e ai comportamenti così
come sono senza alcuna interpretazione e distorsione. Ciò naturalmente
risulta essere di complessa attuazione a causa delle nostre difese e del
funzionamento del sistema nervoso che ci portano a non vedere la realtà
stessa così come è. Ciò avviene talvolta per il fatto che sarebbe molto
doloroso prendere atto di determinati nostri problemi.
Il fermarsi e stare in uno stato di profondo rilassamento significa inoltre
permettere a se stessi di elaborare le informazioni accumulate in
precedenza. Permette l’assimilazione delle informazioni. Permette di
interrompere la tendenza ingorda di incamerare dati in eccesso. Il nostro
cervello in modo naturale assembla le informazioni in un tutto unico e
creativo.
Dal 1932, anno di pubblicazione di Das Autogene Training (opera del
neurologo Johannes Heinrich Schultz di Berlino), a oggi, si è assistito ad
una vasta diffusione del metodo in diverse applicazioni in molti paesi del
mondo. Dalla data di pubblicazione dell’opera sopra citata ci vollero
lunghi anni di studio e di osservazioni scientifiche di casi clinici per
arrivare a costruire la tecnica come oggi noi la conosciamo.
Schultz , inizialmente psicoanalitico freudiano, si interessa di ipnosi,
tecnica che in quegli anni veniva studiata da un punto di vista più
neurofisiologico. Grazie ad una lunga collaborazione con Oscar Vogt,
studioso anch’egli di ipnosi e ideatore del Rilassamento frazionato, Schultz
inizia a mettere a confronto le due tecniche e a sottolineare una importante
differenza: l’autogenia del T.A.. Infatti, il T.A. è una tecnica che si può
eseguire da sé (una volta acquisito) senza la necessità del terapeuta.
Schultz comprese nei suoi studi che i processi mentali potevano provocare
non solo modificazioni patologiche dell’organismo (es. malattie
psicosomatiche), ma anche modificazioni positive che potevano riportare
armonia in funzioni organiche e psicologiche alterate.
Il Training Autogeno è oggi conosciuto e utilizzato in tutto il mondo ed
applicato con numerosi benefici in vari ambiti, come ad es. sportivo,
lavorativo, medico, artistico, individuale..
Lo schema sequenziale che il Training Autogeno prevede è composto da sei
esercizi, di cui i primi due di base e i restanti quattro complementari:
. pesantezza (produce il rilassamento dei muscoli)
. calore (comporta una vasodilatazione dei vasi sanguinei periferici, con il
conseguente aumento del flusso sanguigno)
. respiro (produce un miglioramento della funzione respiratoria)
. cuore (produce un miglioramento della funzione cardiovascolare)
. plesso solare (apporta un aumento del flusso sanguigno negli organi
interni)
. fronte fresca (permette una leggera vasocostrizione nella regione
encefalica).
Ad essi si aggiungono gli esercizi supplementari (volto, occhi,
spalla-nuca), gli esercizi anticipatori e le formulazioni di proponimenti.
La sequenza risulta essere di fondamentale importanza in quanto ogni
esercizio può essere la conseguenza “naturale” dell’esercizio precedente.
Il Training Autogeno può essere utilizzato per:
. Recupero energetico
. Profondo benessere
. Migliore gestione di sé e mantenimento della calma di fronte a situazioni
emotive negative (stressanti) e che provocano ansia
. Miglioramento delle prestazioni (sportive, lavorative, artistiche,
scolastiche)
. Aumento della capacità di concentrazione e di memoria
. Eliminare e controllare il dolore (cefalee, emicranie, ecc.)
. Maggiore autodeterminazione e autocrontrollo
. Eliminare le abitudini negative (fumo, alcoolismo, ecc.)
. Eliminare l’insonnia
. Diminuire l’ansia e le paure/fobie
. Disturbi psicosessuali
. Disturbi psicosomatici (asma, nevrosi cardiache, malattie della pelle,
allergie, ulcera gastrica, ecc.)
. Preparazione al parto..
Possono considerarsi Destinatari di tale metodo tutti coloro che hanno la
necessità e il desiderio di modificare gli aspetti sopra indicati e la
volontà di coordinare dirigere meglio le proprie energie.
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