L’aspetto “celato” della crocifissione di Gesù

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L’aspetto “celato” della crocifissione di Gesù – di Yoganandaji

Tratto da:

Il vangelo di Gesù,

secondo Paramhansa Yogananda

Volume terzo.

Edizioni Vidyananda

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L’Amore e la Spada

Spesso la spada fa fallire lo scopo per cui viene usata, mentre l’amore usato

propriamente non manca mai di produrre il risultato desiderato. Gesù disse ai

discepoli che se voleva avrebbe potuto evitare la prova spirituale della

crocifissione facendosi dare da Dio dodici legioni di angeli perché lo

proteggessero, oppure avrebbe potuto smaterializzare il suo corpo (potere che di

fatto aveva).

Invece egli volle ubbidire alla legge di causa ed effetto che

regola tutte le azioni umane (la legge del karma). Egli sapeva che i profeti

avevano calcolato matematicamente la legge di causa ed effetto che regolava la

sua vita e quella delle persone che lo perseguitavano, e

così avevano profetizzato nelle Scritture la sua crocifissione.

Non bisogna mai pensare che Gesù volle essere crocifisso solo perché il decreto

divino era tale, e perché ne avevano parlato i profeti nelle Scritture.

Piuttosto, con una forza di volontà sovrumana egli volle conquistare tutte le

debolezze e i tormenti della carne, e dimostrare il controllo della mente sul

corpo.

Gesù sapeva che la sua stessa vita spirituale era una condanna

dell’errata maniera di vivere dei farisei e dei sommi sacerdoti, e perciò

s’aspettava la morte sulla croce, una forma di punizione in voga ai suoi tempi.

Se Gesù fosse già stato completamente divino, come Spirito non avrebbe potuto

combattere alcuna battaglia mentale solo perché doveva affrontare la dura prova

della crocifissione. Ma poiché manifestò la sua lotta umana, dicendo ‘Padre,

allontana da me questo calice; tuttavia sia fatta la Tua volontà’, è ovvio che

Gesù era sia umano che divino, e che egli conquistò la sua natura umana

accrescendo la realizzazione della sua natura divina. Un Gesù mandato da Dio

sulla terra per recitare il dramma divino già predestinato della crocifissione

non potrebbe essere d’esempio per gli esseri umani fatti di carne e ossa e

battaglie mentali.

Non sarebbe stato niente per Gesù come Spirito affrontare la

crocifissione, mentre invece è stato tanto che l’uomo spirituale Gesù abbia

conquistato il regno di Dio con la forza della sua volontà e innalzandosi al di

sopra della sua natura umana. Questo Gesù può infondere in tutti gli esseri

umani la speranza che anch’essi realizzino ciò che lui realizzò come uomo

divino.

Gesù intendeva dire d’essere abbastanza avanzato spiritualmente da poter

distruggere la legge del karma che determinava la sua vita e la sua conseguente

crocifissione, facendosi dare dal Padre suo dodici legioni di angeli, ma che

preferiva non infrangere la legge divina chiedendo privilegi speciali. Egli

volle soffrire nelle mani della legge cosmica e delle ingiustizie sociali come,

in circostanze simili, avrebbe sofferto un uomo comune.

Gesù voleva dire che aveva studiato la sua vita e il suo effetto sulle persone

malvage che voleva correggere, e che s’apprestava a subire le conseguenze del

suo coraggio divino. Egli volle dimostrare il potere dell’amore e la natura di

Dio, fatta d’amore e perdono. Quando sulla croce disse ‘Padre, perdona loro,

perché non sanno quello che fanno’, Gesù dimostrò al mondo la sua divinità; e

sebbene fosse potente quasi quanto Dio, egli non volle usare alcun’altra forza

all’infuori del potere dell’amore per conquistare la malvagità dei suoi fratelli

umani.

Bisogna ricordare nuovamente che le predizioni delle Scritture riguardanti la

crocifissione di Gesù non erano un decreto divino predestinato e inalterabile,

ma solo una previsione intuitiva dei profeti circa la legge di causa ed effetto

che avrebbe regolato la vita di Gesù durante la sua incarnazione terrena.

Se un uomo cerca di domare serpenti a sonagli, ha pari possibilità di successo o

fallimento; similmente, cercando di riformare le velenose persone malvage, Gesù

aveva uguali possibilità di successo o di morte sulla croce. Mediante le

predizioni delle Scritture e grazie alla propria visione, Gesù realizzò la

natura della gente che voleva correggere e per lo più s’aspettava che nel farlo

sarebbe andato incontro alla crocifissione. E come una persona che cerca di

domare serpenti può eliminare la paura d’essere morso smettendo di domarli, così

Gesù avrebbe potuto evitare facilmente la dura prova della crocifissione se si

fosse contentato di vivere nel deserto e non si fosse preoccupato di correggere

la gente.

Se un uomo mangia troppo, può soffrire d’indigestione e dolore allo stomaco; ma

con la giusta eliminazione, la giusta dieta e il giusto esercizio può eliminare

il disturbo, oppure può tenerselo e soffrire senza far nulla; similmente tutti

gli effetti delle azioni possono essere più o meno modificati. Poiché Dio ha

dato all’uomo il libero arbitrio, nulla può essere predestinato. L’uomo soffre

per le cattive azioni fatte dopo aver usato il suo libero arbitrio per

compierle, ma anche allora può sempre modificare il risultato delle sue cattive

azioni con un antidoto di buone azioni.

Naturalmente, potrebbe pure essere che Dio avesse osservato l’elevazione

spirituale di Gesù nel corso di molte incarnazioni, ed essendo assai compiaciuto

del suo progresso avesse scelto la prova spirituale della crocifissione per

vedere se Gesù fosse riuscito a conquistare la debolezza umana con l’amore

divino.

Dio avrebbe potuto ordinare la crocifissione di Gesù per vedere se egli

fosse riuscito a superare la più grande prova a cui può essere soggetta la

carne, conseguendo così la vittoria nello Spirito.

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