Latte e miele secondo l’Ayurveda

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Latte e miele

Secondo l’Ayurveda un programma nutrizionale equilibrato deve contenere latte e latticini. Qual è
allora la causa dell’intolleranza al latte?

Il latte è considerato un alimento completo non solo dall’Ayurveda, ma anche dalle altre grandi
culture dell’antichità. Secondo l’insegnamento vedico, l’uomo, gli animali e il mondo vegetale
vivono in simbiosi, e ogni essere contribuisce all’evoluzione dell’altro e contemporaneamente alla
propria. Partendo da tale presupposto, il latte è considerato un dono fatto dalla mucca all’uomo, e
assume notevole importanza soprattutto nelle fasi di crescita fisica, mentale e spirituale.
Analogamente al miele e ad altri alimenti molto concentrati e completi, per godere appieno del
valore nutritivo del latte è necessario disporre di un potere digestivo sano. Oggigiorno sempre più
persone soffrono di intolleranza al latte, che si manifesta, ad esempio, con acidità di stomaco o
con la comparsa di disturbi cutanei o articolari.

A volte tali disturbi non sono evidenti, ma eliminando il latte dalla dieta l’individuo ritrova il
benessere generale. Queste osservazioni hanno condotto all’errata conclusione che il latte non sia
un alimento adatto all’uomo. Dal punto di vista dell’Ayurveda, si tratta invece solo di
intolleranza, le cui cause sono da ricondurre a tre fattori fondamentali: sistema digerente debole e
disturbato, scarsa qualità del latte e sua errata combinazione con altri cibi. Un alimento
concentrato come il latte esige un agni sano (fuoco della digestione), che oggigiorno molte persone
hanno perso a causa dello stile di vita e di abitudini alimentari nocive.

Anche nella prima e primissima infanzia, spesso il potere nutritivo del latte non viene più
sfruttato appieno. Affinché il latte possa “scorrere” e nutrire è infatti necessario che i canali
(srota) dell’organismo siano liberi. Il blocco degli srota, dovuto all’ama (tossine) accumulatosi a
causa di una cattiva digestione, è uno dei motivi principali dell’intolleranza al latte.
L’esperienza medica ha dimostrato che, dopo le terapie di purificazione ayurvediche, il latte e
altri alimenti che prima creavano problemi risultano nuovamente ben tollerati. I moderni
procedimenti di lavorazione del latte, in particolare la pastorizzazione e l’omogeneizzazione, ne
modificano la qualità e promuovono la formazione di tossine durante la digestione; a ciò si
aggiungono i residui dei prodotti tossici impiegati nel trattamento del foraggio e le condizioni
innaturali in cui sovente vengono allevate le mucche.

Infine, si presta scarsa attenzione a un ulteriore e importante fattore, ossia l’errata combinazione
con altri alimenti. Il latte non dovrebbe mai essere assunto insieme a cibi salati o acidi, ad
esempio pane e burro o pane e formaggio, oppure con la frutta acida. Non dovrebbe neppure essere
bevuto insieme alle banane, perché quelle commercializzate in Europa sono acide e fermentano per
effetto dei procedimenti cui sono sottoposte per favorirne la conservazione. Responsabile
dell’intolleranza pertanto non è il latte in sé, ma agni che, disturbato dalle errate combinazioni,
induce un indebolimento della digestione e, di conseguenza, un accumulo di ama (scorie e tossine).

L’Ayurveda consiglia di scaldare poco il latte fresco per preservarne la digeribilità. Alcune spezie
riequilibrano le eventuali carenze qualitative, dovute ai procedimenti di conservazione e alla
presenza di residui tossici, e stimolano i diversi agni del metabolismo digestivo, facilitando
l’assorbimento e liberando gli srota. Inoltre riducono l’effetto prodotto dal latte soprattutto
nelle persone Kapha, in cui favorisce la secrezione di muco. Tipiche bevande ayurvediche sono latte
con ghi, cannella, vaniglia, cardamomo e curcuma, oppure con zenzero e pepe, o, ancora, con cocco,
zenzero, cardamomo, curcuma e zucchero di canna.

COME SI PONE L’AYURVEDA NEI CONFRONTI DELLO ZUCCHERO E DEL MIELE?

L’Ayurveda utilizza dolcificanti naturali come lo zucchero di canna o il jaggery, vale a dire lo
zucchero grezzo ottenuto dal succo della canna da zucchero fatto essicare e pressato. Il miele è un
alimento concentrato, talmente ricco di sostanze nutritive da essere considerato un rasayana
(rimedio) naturale; ha proprietà ricostituenti ed è ritenuto un elisir di lunga vita per le cellule.
L’Ayurveda raccomanda di non riscaldarlo perchè non solo le sue proprietà si riducono, ma diventa
altresì meno digeribile, producendo ama difficilmente solubile soprattutto negli srota più sottili,
i piccoli canali della micro circolazione. Il consiglio dell’Ayurveda di non riscaldare il miele al
di sopra dei 37°C si basa sulle attente osservazioni compiute dai medici nel corso di migliaia di
anni.

Tratto dal libro: “La cucina dell’Ayurveda” di Ernst Schrott. (Ernst Schrott ha studiato medicina a
Monaco, dal 1984 esercita la professione di naturopata e omeopata, ha perfezionato la propria
formazione presso eminenti medici ayurvedici in India.)

(Il brano che avete letto ci è stato gentilmente fatto pervenire da Pritha dasi)

(Tratto da Movimento ISKCON)

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