Per aiutare gli altri, anche gli psicologi devono stare bene. Questo imperativo nasconde un aspetto
che riguarda la pratica professionale degli psicologi, ovvero il logorio psicofisico che può
derivare dall’occuparsi continuamente dei problemi altrui. Gli psicologi devono avere cura anche di
loro stessi.
Anche gli psicologi sono esseri umani e, per fortuna o purtroppo, non abbandonano questa condizione
durante la loro pratica professionale. In questo senso, è importante che abbiano cura della loro
salute, soprattutto visto il rischio che la loro professione prevede in termini di logorio
psicofisico. Lautocura per gli psicologi è un aspetto importante.
Ma come possono gli psicologi prendersi cura di loro stessi? Tra tutte le situazioni che devono
affrontare, quali sono le più pericolose? In questo articolo proveremo a rispondere a queste
domande.
Gli psicologi esercitano la loro professione in diversi contesti in cui è fondamentale
linterazione. A volte si dedicano più alla cura, altre alla leadership, allistruzione, ecc.
Indipendentemente dalla loro specializzazione, è importante ricordare che se non si sta bene, è
difficile poter aiutare gli altri.
Conosci tutte le teorie. Domina tutte le tecniche. Tuttavia, per toccare unaltra anima umana, devi
semplicemente essere unaltra anima umana.
-Carl Gustav Jung-
Cosa è lautocura per gli psicologi?
Cura significa avere un impegno e unattenzione assidua nel perseguire un proposito e il prefisso
auto indica che bisogna farlo da soli. Per autocura, dunque, si intende quellattenzione che
diamo a noi stessi per stare bene.
Per quanto riguarda gli psicologi, lautocura ha a che fare con la ricerca del benessere attraverso
determinate pratiche. Si tratta di proteggere la propria salute in modo completo.
1. Conoscenza di sé, una forma di autocura per gli psicologi
La conoscenza di sé è unattività che tutti gli psicologi praticano a vari livelli. Deriva sia
dallesperienza sia dalla meta-esperienza. Questa è unattività che ha unimportanza particolare: è
molto utile per gli psicologi non confondersi ed evitare di cadere nella tentazione di proiettare
sugli altri una parte di ciò che sanno su loro stessi.
Daltra parte, conoscere se stessi da un punto di vista professionale permette agli psicologi di
sapere quali pazienti sono in grado di aiutare e quali, invece, devono essere indirizzati verso un
altro professionista. Unabilità preziosa che permette allo psicologo di fornire la migliore
prestazione professionale possibile.
2. Autocontrollo
Unaltra forma di autocura per gli psicologi è lautocontrollo. Consiste nella capacità di
controllare se stessi e di valutare le proprie conoscenze e abilità.
Lautocontrollo migliora il benessere degli psicologi perché li aiuta a individuare e rispettare i
limiti stabiliti in un momento di riflessione in cui deve prevalere lanalisi e non gli impulsi
alimentati da determinate circostanze. Oltre a ciò, potendosi gestire in modo assertivo, sarà più
facile entrare in connessione con gli altri a livello personale e familiare.
3. La resilienza, uno strumento di autocura per gli psicologi
La resilienza è la capacità di superare i problemi. È utile per entrare in connessione con gli altri
perché si può condividere la propria esperienza e il percorso intrapreso per affrontarla.
Se gli psicologi sono persone resilienti, saranno in grado di affrontare i problemi altrui con una
forza che permette di superare le resistenze dei meccanismi di difesa.
Agli psicologi clinici capita spesso che i problemi di un paziente tocchino la loro anima. Non è
qualcosa di cui si devono vergognare. Se sono capaci di superare le avversità, lintervento
professionale sarà utile e produrrà dei cambiamenti positivi nel paziente.
4. Sottoporsi a un percorso di psicoterapia è una forma di autocura
Sottoporsi a un percorso di psicoterapia è una buona pratica sia per gli psicologi clinici sia per
chi lavora in altri contesti. Non bisogna dimenticare che la psicoterapia ci permette di conoscere
noi stessi, risolvere diversi problemi e migliorare le prestazioni lavorative. È un investimento
che, fatto al momento opportuno, può essere molto utile.
È in sintonia, inoltre, con la resilienza e la gestione delle emozioni, essenziali per la salute
emotiva, fisica e sociale degli psicologi.
La constante interazione con gli altri, di fatto, procura una notevole stanchezza che tende ad
accumularsi con il passare dei giorni. In tal senso, la psicoterapia è uno strumento per controllare
laccumulo di stress derivato dal lavoro. La supervisione di uno psicoterapeuta permette agli
psicologi di controllare quei piccoli vizi professionali appresi nel tempo durante il lavoro.
5. Attenzione alle reti di sostegno sociale
La salute sociale è essenziale per gli psicologi. È una delle forme di autocura che devono prendere
in considerazione. Devono prestare attenzione al tipo di connessione che instaurano con gli altri
perché, da un punto di vista professionale, lempatia è una delle loro abilità di base e, a livello
personale, una fonte di sostegno.
Per potenziare le reti di sostegno sociale, gli psicologi devono coltivare le relazioni sociali,
soprattutto con persone ricche interiormente. È importante, tuttavia, stabilire dei limiti in modo
che gli altri non esagerino. Da un punto di vista professionale, le reti di sostegno sociale possono
essere considerate come un elemento terapeutico, mentre a livello personale consentono di mostrare
agli altri fino a che punto possono spingersi.
Per esempio, se una persona vicina a uno psicologo dice: Tu che sei uno psicologo, aiutami
, si
può rispondere che non bisogna mischiare la sfera privata con quella professionale e spiegare come
funziona la terapia da un punto di vista professionale.
6. Mi prendo cura di te e ho cura di me stesso
Il lavoro dello psicologo riguarda la cura del benessere delle persone. Questo lavoro, a volte, lo
coinvolge più di quanto converrebbe.
Nellaiutare gli altri può succedere che gli psicologi trascurino se stessi. Questo atteggiamento,
alla lunga, finirà per penalizzare la qualità del loro lavoro e dellaiuto che possono offrire.
7. Pratiche basate sulla consapevolezza
Su questo aspetto, la Dottoressa Nancy Morales ci aiuta a riflettere con la sua tesi, nella quale
raccoglie diverse ricerche che hanno dimostrato che gli psicologi tendono a soffrire dalle sindrome
di burnout se non praticano lautocura.
Essere consapevoli dei propri bisogni impedirà agli psicologi di raggiungere quel punto in cui basta
una sola goccia per far traboccare il vaso dellautocontrollo. Per migliorare la consapevolezza si
possono svolgere diverse attività: meditare, osservare senza giudicare, distaccarsi dai risultati,
accettare e lasciare andare, ascoltare se stessi, connettersi col momento presente, ecc.
8. Disconnettersi dal lavoro
Disconnettersi significa dare ad ogni momento il suo spazio. Gli psicologi devono capire quando la
loro attenzione deve essere controllata dalla loro volontà cosciente (ad esempio quando vogliono
riposare) o quando è preferibile rimanere attenti (per esempio durante una visita a un paziente).
È necessario, inoltre, stabilire una scala di priorità in cui siano protetti gli aspetti più
importanti che riguardano il loro benessere fisico, emotivo, sociale e spirituale. In questo senso,
ecco alcune attività che possono essere daiuto:
Fare esercizio fisico.
Vedere persone care.
Condividere del tempo con il partner.
Mangiare consapevolmente.
Trovare dei momenti in cui stare da soli.
Scherzare.
Dedicarsi allarte.
Ascoltare musica.
Meditare.
Gli psicologi possono prendersi cura di se stessi in vari modi. Limportante è conoscere le diverse
opzioni e realizzare con frequenza le attività sopraelencate. Si tratta di un valido aiuto per
contrastare il logorio fisico e mentale derivante dal loro lavoro.
Bibliografia
Merlano, A. (2011). Prácticas para desarrollar la autoconsciencia. Revista científica de pensamiento
y gestión, 17, 134-160.
Morales Micula, N.G. (2017). Herramientas y estrategias utilizadas para psicólogos clínicos
cuatemaltecos que trabajan como psicoterapeutas. Tesis de grado.Universidad Rafael Landívar.
it.wikipedia.org/wiki/Assertivit%C3%A0
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