L’autopilota mentale che ci guida nelle attivita’ di routine

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L’autopilota mentale che ci guida nelle attivita’ di routine

24 ottobre 2017

Anche se siamo sovrappensiero, possiamo guidare senza probemi lungo un percorso che conosciamo bene:
a renderlo possibile è la cosiddetta rete cerebrale di default, che rimane attiva anche quando non
facciamo nulla di specifico: la sua funzione principale sarebbe quella di aiutarci a compiere le
attività di routine (red)

da lescienze.it/news

La cosiddetta modalità di default (DMN) del funzionamento cerebrale ha un ruolo essenziale per la
nostra capacità di gestire le attività di routine anche complesse, per guidare in modo automatico
lungo un percorso che facciamo tutti i giorni. A scoprirlo è un gruppo di ricercatori
dell’Università d Cambridge, che firmano un articolo sui “Proceedings of National Academy of
Sciences”.

Benché gran parte delle aree del cervello si “accendano” maggiormente in relazione a una specifica
attività, per esempio quelle visive se osserviamo qualcosa o quelle motorie se ci muoviamo, ci sono
dei circuiti che diventano più attivi quando non stiamo facendo nulla. La loro scoperta risale al
2001, e da allora l’insieme di questi circuiti, chiamato “rete della modalità di default”, è stato
oggetto di diversi studi che hanno suggerito un suo coinvolgimento, più o meno marcato, in varie
attività – dal sogno alla rievocazione del passato alla creatività – ma non si era capito se avesse
anche una funzione specifica.

Effettuando una serie di esperimenti in cui l’attività cerebrale di alcuni volontari era monitorata
con risonanza magnetica funzionale mentre eseguivano compiti di natura e complessità molto diverse,
i ricercatori hanno constatato che nell’acquisizione (per prove ed errori) della capacità di
svolgere una nuova attività venivano mobilitate le stesse aree coinvolte nella risoluzione di
problemi difficili e impegnativi, e in particolare quelle dell’attenzione selettiva. Per contro,
quando i soggetti dovevano affrontare un test “banale” – ivi compresa un’attività imparata durante
il test ma ormai ripetuta molte volte – venivano in primo piano la rete di default e aree associate
alla memoria.

“I nostri dati suggeriscono che sia la rete di modalità di default a permettere di compiere attività
di routine. È una sorta di pilota automatico che ci aiuta a prendere decisioni rapide quando
sappiamo quali sono le regole dell’ambiente”, dice Deniz Vatansever, coautore dello studio.

In altre parole, la rete di default si incarica di svolgere tuttre quelle azioni che ormai non
consideriamo più problematiche e degne di una particolare attenzione, liberando così preziose
risorse cerebrali – come quelle del pensiero razionale – per dedicarle a questioni più difficili:
per esempio, riflettere su come affrontare un problema di lavoro mentre guidiamo per recarci in
ufficio.

In prospettiva, osservano i ricercatori, la scoperta potrebbe avere rilevanza per la terapia di
diversi disturbi: un difetto passaggio del controllo dal sistema di default al pensiero razionale o
viceversa può infatti creare problemi di memoria (per deficit di attenzione), di impulsività (per
deficit di controllo razionale) o comportamenti compulsivi (per una eccessiva dominanza del sistema
di default).

dx.doi.org/10.1073/pnas.1710521114

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