Introduzione al Buddhismo Theravada:
Secondo Dialogo: Le 4 Nobili Verità (parte 1)
di Guido Da Todi
(prima parte del secondo capitolo: “Le quattro Nobili Verità”)
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Indice integrale del secondo capitolo
“Le 4 Nobili Verità”
Breve riepilogo del primo Dialogo ed introduzione agli argomenti del
secondo(00,01) – Riferimento agli studi profondamente classici del buddismo
(03,00) – Le 80.000 tavole, circa, con la registrazione, in caratteri
cinesi, dell’intero Codice Buddista (04,00) – Quale tipo di
indicazioni “concise” sono date in Dialoghi come questi? Sono, tali
indicazioni, sufficienti ad intraprendere la Via del Dharma? (04,20) –
Coloro che giungono alla Dottrina del Buddha rappresentano, di sicuro, “i
campioni spirituali della razza umana” – (5,20) – La parabola hindù della
madre, che manda i suoi figli ad acquistare una bottiglia di olio, al
mercato; ma, poi….(06,40) – La necessità improrogabile che l’ascoltatore
sperimenti, da solo quanto, qui, gli viene insegnato (08,20) – Il Dhamma è
ottimismo e rappresenta la visione delle cose “così come esse sono” (09,00)
– Il primo insegnamento di Buddha avviene nel Parco delle Gazzelle (presso
Benares). In quel giorno egli avviò il “primo giro della Ruota del Dhamma”,
sulla terra, con l’enunciazione delle 4 Nobili Verità e dell’Ottuplice
Sentiero (10,20) – Ciò venne fatto, in presenza degli uomini e di unavasta
schiera invisibile di Angeli (10,30) – L’Illuminato insegnò nel Nord
Oriente dell’India e diffuse la sua Dottrina, viaggiando, continuamente,
sino alla sua morte, avvenuta ad 80 anni (11,00) – Le molteplici comunità
monastiche che Egli fondò, caratterizzate anche da ordinazioni di monache
(11,15) – Il tentativo di uccisione che il cugino Devadatta fece, nei suoi
riguardi, per invidia e gelosia della sua incomparabile spiritualità
(12,20) – “Siate un’isola a voi stessi e sia il Dharma il vostro Maestro”
(13,40) – Alla sua morte, nacquero 18 scuole; ma, rimase, di queste, attiva
solo quella Theravada, fondata – a 3 mesi dalla sua morte – I 500
discepoli, che vollero mantenere vivo esclusivamente il Suo Insegnamento
originale (il Piccolo veicolo, Hinayana) (14,20) – La Tradizione del Grande
Veicolo (Mahayana) nacque, all’incirca, al primo secolo a.C. (15,00) –
L’illuminazione totale, sotto l’albero di Bodhi, che Buddha ricevette, da
quella mezzanotte in poi…(16,55)- La visione delle sue rinascite – Il
ricordo dei “cicli incomprensibili”, che visse, prima di essere uomo – La
constatazione dell’”unico giudice delle cose tutte”: la legge di causa e di
effetto – (In cosa consiste questa legge?..) – “Cessa di fare il male, fai
il bene, purifica il tuo io” -(17,00) – La visione della sofferenza
universale e del meccanismo che la annulla, definitivamente
((21,00)- “Questa è la sofferenza. Questa è l’origine della sofferenza.
Questa è la cessazione della sofferenza. Questa è la via che porta alla
cessazione della sofferenza (22,00) – I primi discepoli di Buddha furono
quei 5 asceti, che Egli aveva lasciato, per cercare, da solo, la verità
ultima (24,20) – La Giusta Via di Mezzo (24,40)- “La Via del Dhamma è dolce
all’inizio, è dolce al centro, è dolce alla fine” (26,00) – In cosa
consiste, fondamentalmente, l'”ignoranza” di cui parla Buddha? (27,00) –
L’Insegnamento di Buddha è un mirabile cesello, che ognuno può “contenere
interamentenella propria mano”, per quanto è semplice e completo (29,00)- A
proposito dei monaci occidentali, nel monastero buddista Santacittarama,
presso Rieti, in Italia (30,30) – Chi sono Ajahn Chandapalo e Ajahn
Sumedho, per coloro che vogliono aiuto ed istruzione a conoscere la Via del
Dharma, in Italia e in Inghilterra (32,20) – Chi è Ajahn Cha- (33,10) –
Quando Buddha iniziò a parlare, per la prima volta, della Via del Dhamma,
gli uomini e gli angeli che gli erano d’attorno non capirono a fondo la Sua
Dottrina. Solo uno dei 5 asceti, Kondanna, ne afferrò l’essenza e fu
immediatamente liberato dal ciclo delle rinascite: “Tutto ciò che ha
un’origine, ha, pure, una fine” – (38,00) – Il simbolo del torrente, in
costante scorrere, che avanza, tra flussi e mulinelli, mentre rappresenta
la vita ed i principi insegnati dalla Dottrina di Buddha (41,00) – Tutto si
muove, tutto si esprime, tutto vibra; nulla è statico (44,00) – Gli
universi nascono, si espandono e, infine, si spengono (manvantara e
pralaya) (45,00) La medesima legge di impermanenza, di mutazione e di morte
si esprime nelle cellule umane. La giovinezza trionfa; poi, matura; e,
infine, diviene vecchiaia. Le passioni avvizziscono, sino a sparire (45,40)
– Ma, è proprio questa “impermanenza” la garanzia del rinnovo e della
beatitudine eterna, se compresa nei suoi veri significati – come ci insegna
Buddha (47,00) – Se ci si aggrappa al ciclo, sempre mutevole, delle cose,
desiderando appassionatamente che esso resti statico, per sempre, e non
cambi mai, ecco, allora, apparire la sofferenza (49,00)- Dobbiamo vivere,
nella corrente, senza aggrapparci a nulla, ma “lasciando andare ogni
presa”, e riconoscere la “Non Forma”, il “Non Sè”, l'”intraducibilità delle
cose”, in cui immergerci; solo allora raggiungeremo la pace e la
beatitudine del Nirvana (49,20) – La meditazione vipassana ci insegna,
gradualmente, a divenire “testimoni” non coinvolti nel flusso di ciò che
cangia eternamente (52,00) – L’illusione ottica del movimento ondulatorio;
sembra che scorra in una sola direzione, invece l’onda sta ferma; si alza e
si abbassa (53,00) – Volere strangolare, fermare il ciclo, per non farlo
scivolare nel ciclo successivo, provoca la sofferenza, in noi tutti (54,10)
– Dal dio al demone, ogni cosa è inserita in questo flusso del divenire e
del non essere “formale” (57,10) – Qualè la natura della “sofferenza”, di
cui parla Buddha? (59,30) – Solo quando la comprenderemo, e ne afferreremo
l’essenza, che la accomuna a tutti, potremo iniziare a trascenderla (01,00)
– Cosa ciinsegna Buddha, per liberarci dal circuito delle rinascite? (1,03)
– Analisi della Prima Nobile Verità (1,04) – “Metta”, la trascendente
comprensione e gentilezza, che deriva dalla comprensione profonda del
dolore, nel mondo (1,05) – I tre aspetti di ognuna delle 4 nobili verità
(1,05) – Perchè Buddha esclama:” Questa è la mia ultima nascita!”? (1,08) –
Analisi della Seconda Nobile Verità (1,09) – Negli universi nonesiste
inizio, né fine; né centro e né periferia (1,10) – Il senso dell’io; una
malattia-feticcio, che contagia gran parte degli esseri viventi: la radice
di ogni dolore (1,11) – Dov’è il confine del tuo io? Nessuno può indicarlo.
E se qualcosa non ha confini, non esiste come realtà identificabile e
formale (1,11)– Le tre caratteristiche di ogni essere; l’impermanenza, la
sofferenza e la mancanza di un confine, di un sé, di un io stabile (1,13) –
Cosa vuole dire, in ultima analisi, “non avere un io”? Buddha afferma che è
errato affermare che non si ha un io; ma, è anche errato dire che lo si
ha…(1,16)Impermanenza non significa “friabilità” (1,17) – L’intreccio
karmico delle cose costituisce la vera anima di ogni ciclo. E’ nel
suo “continuum mentale” che ogni ciclo vive, attraverso le rinascite (come
dice il Dalai Lama); è il karma di ognuno la nostra vera ed ultima
immortalità (1,20) – La perdita è, tuttavia, prevista dalle società
iniziatiche occidentali (la perdita del “corpo causale”) e ripetuta dalle
scritture hindù, in quell'”assorbimento ed estinzione nel tutto” di ogni
particella separata da esso (1,23) – Non esiste un solo sperduto, sia pur
irrilevante, angolo dell’universo in costante mutamento, in cui appaia
qualcosa di statico e di permanente (1,26) – Come un carro è composto dalle
sue varie parti – ruote, pianale, bordi, ecc..- ma, non appena lo si
smonta, perde la sua fisionomia integrale, così l’io, alla morte, si
scompone nei suoi dettagli karmici e il ciclo che lo ospitava si ritrova a
pulsare in un nuovo raggruppamento di cause e di effetti successivi (1,27)
– Ne “La Via del Buddismo Tibetano” il Dalai Lama espone una sintesi della
Dottrina Mahayana, e parla dell’impermanenza dell’io, identificandone la
traccia eterna, proprio e solo nei semi karmici che ogni ciclo riproduce,
prima di estinguersi, da una rinascita all’altra (18,28) – Le sensazioni,
le percezioni, le strutture mentali, la coscienza sensoriale. Gli skanda
(1,30) – La fantastica esperienza liberatoria del “Non Sé” (1,36) – Il
sentiero evolutivo vede l’uomo e la donna liberarsi del proprio ego, dopo
lunghi cicli evolutivi, proprio come la pupa si libera della sua crisalide
(1,37) – Parole di Ajahn Sumedho, sulla Non Forma” e sul “Non Sè” (1,40) –
La Seconda Nobile Verità (1,42) Qual’è l’origine della sofferenza? E’ la
brama, è la voluttà di essere e di non essere (1,43)- “C’è l’origine della
sofferenza, che è l’attaccamento al desiderio. Bisogna lasciare andare il
desiderio. Il desiderio è stato abbandonato” – sono i tre aspetti della
Seconda Nobile Verità (1.44) – Dice Buddha che la vita nasce senza
sofferenza. Ma, gli esseri senzienti la creano, tramite i loro desideri
innaturali e passionali (1,45) – I tre tipi di desiderio, nell’uomo e nella
donna (1,46)- La chiave che ci offre Buddha, per liberarci dalle passioni e
dai desideri innaturali è quella di “esserne consapevoli”, piuttosto che
contrastarli ciecamente (1,51) – Controparte al desiderio, e responsabile
della nostra sofferenza, è anche la repulsione verso le cose, che ci
unisce, comunque, al samsara (1,57) – Il desiderio va,
all’inizio “contemplato”, piuttosto chevenirne coinvolti (1,59) – In tal
modo, esso – assieme alla “sorella repulsione” – inizia a consumarsi; fino
a svanire, com’è nella sua natura (2,01) – I desideri, nascosti sotto
il “pelo d’acqua” del nostro subconscio. I desideri provenienti dalle vite
passate (2,02) – L’episodio di Gesù Cristo, nel deserto e della carcassa di
un cammello in
putrefazione, sulla sabbia (2,02) – Cosa accade, quale potere di
dissolvimento nasce, quando portiamo alla luce i desideri, celati nel
nostro subconscio (vedi metodo vipassana)? (2.03) L’esempio del nostro
orologio, nel contesto simbolico delle funzioni di desiderio (2,06) – Il
desiderio va utilizzato, senza che esso divenga il nostro padrone (2,07)-
L’unico prevalente desiderio del seguace la Via del Dhamma è di riuscire a
vincere la sofferenza, sua e del prossimo, in questa stessa rinascita
(2,10) – “Impara ad affermare: “Ora, tutto è finito” – come ci insegna
Buddha, quale terza affermazione di ognuna delle 4 Nobili Verità! (2,11) –
Riassunto delle prime due Nobili Verità, appena spiegate (2,11) – Cosa
rimane, in noi, quando ogni desiderio di vita formale e non formale è
estinto? (2,13) – Rimane l’intraducibile gioia della beatitudine del Non Sè
e della Non Forma: il nibbana – “Lascia la presa…Tutto è già
integralmente in te, senza bisogno che tu ve lo deponga!..” (2,14) – La
Terza Nobile Verità, come la espone Buddha (2,15)- La cessazione della
sofferenza; la rinunzia ad essa; il suo abbandono (2,15) – Esistono
migliaia di ricercatori spirituali che procedono, lungo gli anni,
carburando la propria mente in teorie e verità (anche giuste), senza, però,
mai fermarsi e realizzare” Ho trovato, finalmente, la pace
finale!…”(2,19) – Tu hai già tutto in te; e questo tutto lo potrai
intravedere se solo “lasci andare…lasci andare…lasci andare…” (2,20)
– Perchè Buddha, quando gli domandavano quale fosse la natura del Non Sè,
taceva e non dava alcuna risposta? (2,21) – Il Non Sè, il nirvana finale,
è “percepibile” dalla Forma; ma, non spiegabile (2,23) – Cosa dice Ajahn
Sumedho delle 4 Nobili Verità, in una illuminante e succinta sintesi (2,25)
– La quarta Nobile Verità offre, a questo punto, il metodo per uscire dal
pruneto della sofferenza, sin qui esaminata, nella sua realtà e nelle sue
cause: l’Ottuplice Sentiero di liberazione (2,32) – “C’è la via di uscita
dalla sofferenza. Bisogna sviluppare questo (Ottuplice) Sentiero. Questo
Sentiero è stato completamente sviluppato” (2,34) – Il prossimo Dialogo
affronterà, in tutte le sue armoniche, l’Ottuplice Sentiero
(Testo)
***
Buongiorno!
Eccoci qui ad affrontare il secondo dialogo sul buddismo.
Il primo ha introdotto il buddismo Theravada. Abbastanza complesso, perchè
abbiamo dovuto globalizzare storicamente la figura del Buddha ed i problemi
che Egli ha trovato,ha affrontato e risolto, specificatamente per l’umanità.
In questo secondo dialogo chiuderemo – ed è necessario farlo – un’appendice
storica su Buddha ed inizieremo, finalmente, l’analisi di quello che è
l’aspetto teorico del suo insegnamento.
Teorico… è un po’ inadatto dirlo:ossia, le 4 Verità e l’Ottuplice Sentiero…
In questo insegnamento è racchiuso proprio il nodo bruciante del problema
umano; e, ancora, delucideremo ciò che più è importante: ossia, il metodo
preciso e storico che Gotamo Buddha ci donò – chiamatela
meditazione…chiamatela un profondo sistema psicoanalitico – che permettesse
all’uomo di uscir fuori questa sua esistenza (l’abbiamo chiamata “vergine
di ferro”) che gli dà dolore, stress, angoscia quotidiani.
Voglio chiarire ancora che i prossimi dialoghi vi daranno l’essenza, lo
spirito, dell’insegnamento buddista, e, quanto più importa, cercheranno di
spiegarvi bene come eseguire la meditazione Vipassana; ossia, l’aspetto,
diciamo così, di giusta attivazione del mondo interiore, che è stato
insegnato da Buddha.
Miei cari amici, mie care amiche, chiariamo una cosa…
Personalmente, questa la considero una giusta via di mezzo per coloro che
vogliono iniziare a seguire il buddismo: cioè, la via che, come la
tradizione riporta, libera finalmente l’uomo in maniera definitiva.
Ora, potremmo continuare l’argomento, con il dire che, come, per esempio
nella religione cattolica, troviamo la persona semplice, che si avvale
della luce dei mondi superiori, recandosi in chiesa, facendo le preghiere,
e non sapendone di più sui canoni del cattolicesimo, malgrado esista anche
l’università cattolica…(infatti, ci si laurea in argomenti metafisici… per
esempio, all’Università “Pro Deo”)… e, quindi abbiamo degli addottorati –
diciamo così – in religione, così anche il buddismo ha il suo aspetto
strettamentestorico-culturale.
Parlammo del Canone buddista, ossia della raccolta Tripitaka: cioè, dei tre
cesti che, come si suol dire, simbolicamente, conservano, da 2600 anni,
tutto il vangelo buddista.
Ovviamente, i nostri dialoghi non presumono neanche di andare in quella
direzione.
Ciononostante, io continuo a credere che l’uomo possa sicuramente ottenere
la libertà avvalendosi di indicazioni succinte ed appassionate, come quelle
date, ad esempio, in
incontri verbali, come il nostro.
Io prego voi che mi ascoltate di considerare la grande fortuna karmica, la
benefica spinta che il vostro destino individuale vi ha dato nel farvi
giungere, qui, davanti alla cascata ristoratrice delle parole
dell’Illuminato.
Personalmente, sono convinto che coloro che giungono a questo ultimo
gradino, a questo pinnacolo di rivelazione – che, abbiamo detto, contiene
il tassello, la chiave finale, che da la possibilità all’uomo di disserrare
l’uscio della liberazione cosmica…. sono convinto che queste persone siano,
comunque, i campioni della razza umana.
…Uomini e donne dal karma positivo, dalle buone qualità interiori….
Sarebbe lungo il discorso per dimostrarvi quanto ho appena asserito; ma,
credetemi… è così.
Quindi, continuo a sperare che, tra di voi, ci siano coloro che hanno le
palpebre ricoperte solo da “quel leggero strato di polvere”.
Vi ricordate quando Brahma andò da Buddha, che temeva di esporre questa
laconica, questa ultima verità all’uomo e aveva praticamente deciso di non
farlo…e, allora, gli si avvicino e disse:
“…Vai, perchè nell’umanità ci sono coloro che hanno le palpebre ricoperte
soltanto di un leggero strato di polvere…Quelli ti comprenderanno!…”
Spero fervidamente che voi siate tra costoro!
In questo punto, in questo stesso momento, potrebbe iniziare il nuovo
vostro cammino. Un cammino definitivo, un cammino di liberazione.
Narra una parabola dell’India antica di una mamma hindu, che prega uno dei
suoi figli di andarle a comprare una bottiglia d’olio, e, per questo, gli
da 5 rupie.
Il ragazzo va, compra l’olio; però, inciampa e rompe la bottiglia. Torna a
casa piangendo, non sapendo che fare…e la sua reazione all’incidente è di
piangere solamente.
La mamma lo consola. Poi, chiama il secondo figlio e gli da altre 5 rupie.
“Vai tu a comprare l’olio…”
Il ragazzo va, compra l’olio, ma, guarda caso, anche lui inciampa e rompe
questa seconda bottiglia.
Torna dalla mamma, ma senza piangere, ottimista. E la consola:
“…Mamma non ti preoccupare… vedrai! Cos’è una bottiglia d’olio? Ne faremo a
meno……”
E va nella sua stanza.
La bottiglia d’olio, però,è sempre rotta.
La mamma, con pazienza, chiama il terzo figlio, gli da 5 rupie e il terzo
figlio va a comprare l’olio…
…Però – fatal destino – anche lui rompe la bottiglia…..
Ma, a questo punto, tornato a casa, dice alla genitrice:
“Mamma,non ti preoccupare, stasera avrai l’olio”.
Va a lavorare, guadagna 5 rupie e le consegna, finalmente integra, la
bottiglia d’olio.
Cosa vuol dire questo?
E’ fondamentale in tutti gli incontri del nostro genere, indicare che, in
essi – come fu, in passato, nei miei riguardi – vi viene data in mano un
seme, una chiave, che voi dovete utilizzare.
Noi apprenderemo, più avanti, un certo sistema, che coinvolgerà,
completamente, la vostra vita, e, giorno dopo giorno, vedrete come dei
simbolici pezzi di argilla, si staccheranno dal vostro animo, fino a quando
realizzerete una sostanziale libertà, oggi inimmaginabile….
Però, dovrete seguire delle indicazioni che sono valide da circa 2600 anni.
Dovrete lavorare per guadagnarvi l’olio!…
Ecco, questo è importante!
Il Dhamma, come viene chiamato e come cercherò io di
spiegarvelo…l’Insegnamento di Buddha è ottimismo; è voglia di risolvere il
problema della sofferenza.
Quindi, l’esortazione che io vi faccio, prima di continuare ancora questo
secondo dialogo, è di avvicinarci maggiormente alla nostra meta, al nostro
obiettivo… è quella di far vostre e di sperimentare le cose che vi dico…
cose che abbiamo, già, iniziato a fare tutti noi….
Non avrete da pentirvene!
Ricevuta la fantastica illuminazione, ecco che Buddha, dopo l’esortazione
di Brahma, si avvia a insegnare.
Va a Sarnath, vicino all’attuale Benares, in una località chiamata il
“Parco dei Cervi” e davanti ai cinque…chiamiamoli, più che altro, fachiri,
perchè yoghi proprio non lo erano….scarmigliati, che assieme a lui, per
tanto tempo, cercarono la verità con flagellazioni, dolori sul corpo
fisico… ecco, davanti ad essi enuncia le 4 Nobili Verità e l’Ottuplice
Sentiero.
Era, lì, presente, invisibile all’uomo, alla natura fisica, anche una serie
sterminata di Angeli e di Deva, che ascoltarono e bevvero quello che Egli
disse.
Da quel momento, accompagnato da numerosi discepoli, Buddha percorse
l’intera valle del Gange, in India, e diffuse la sua dottrina, più che
altro nel nord oriente del paese; fondò comunità monastiche, che, questo è
importante dirlo, accoglievano tutti, anche le donne, a prescindere da ogni
differenza sociale, dalle differenze di rango e così via.
Fino a che si stabilì in un monastero che un facoltoso devoto gli regalò a
Savatti.
Va aggiunto che visse fino a 80 annie che, nella seconda parte della vita,
ricevette, per suo karma antico (e, questo, è un dettaglio che non molti
sanno) sfide e critiche da asceti che lo accusarono di avere una visione
distorta della verità.
Dei discepoli gli causarono molti problemi; alcuni volevano incentivare il
convivio, il sonno, le pratiche sessuali come via di illuminazione.
Addirittura, il suo cugino Devadatta, geloso (ricordate, in proposito, un
grande film sulla vita di Buddha, di Bertolucci?..), cercò di ucciderlo
diverse volte…. Mandò un elefante infuriato perchè lo calpestasse.
Bene, é chiaro che Buddha era Buddha, insomma…. anche se aveva questi
residuati karmici, nella sua vita
Addirittura, pensate, che alcuni asceti, gelosi di lui, indussero una donna
ad accusarlo di averla resa gravida…
…Racconta la storia che lei si mise un mattone sotto le vesti… però fu
scoperta, evidentemente. …
Abbiamo finito, amici … e, a questo punto, entreremo un po’ nel vivo…
Ma, era necessario che vi dessi alcune indicazioni su quella che fu la vita
del Buddha, sui rami storici del buddismo e così via…
Dopo un’esistenza intera dedicata all’attività missionaria, Buddha morì a
Kusinagara nell’Uttar Pradesh, in Nepal, a 80 anni.
Predisse la sua morte, avvisò i discepoli; ma, quando gli chiesero di dare
un profilo per la organizzazione futura, per la diffusione della dottrina,
egli esclamò:
“….. Io vi ho insegnato tutto quello che è importante per la vostra
salvezza, siate un’isola a voi stessi e sia il Dharma il mio insegnamento,
che è molto più complesso di
quanto non sembri a prima vista…Sia il Dharma il vostro maestro. ..” La
tradizione narra che lui morì perchè aveva mangiato carne di porco; o,
anche, per aver mangiato dei funghi. Amici miei, voi sapete che oggi
esistono i funghi porcini, no!?… Allora, lui morì perchè un fabbro, che
lo aveva ospitato, gli dette, inconsapevolmente, questi funghi avvelenati.
Ecco, questa è la vera morte di Buddha. Nacquero 18 scuole,che formarono,
lo abbiamo già detto, il piccolo veicolo Hinayana. Ma, di queste 18 scuole,
solo la scuola Theravada fu creata a 3 mesi dalla sua morte, da 500
discepoli che lo avevano conosciuto direttamente e che dissero: “…Noi
vogliamo che venga conservato esattamente il nucleo del suo insegnamento”…”
Questa scuola si è diffusa nello Sri Lanka, in Thailandia, in Birmania, in
Cambogia e nel Laos Dopo oltre 300 anni, all’inizio del primo secolo a. C.,
prese corpo la tradizione del grande veicolo Mahayana…ne abbiamo già
parlato… in cui una grande enfasi è data alla figura del Bodhisattva… lo si
prende quasi come una divinità Al grande veicolo appartengono le tradizioni
Chan che si sviluppano in Cina, in Vietnam, in Corea. Vi sono altre Scuole
cinesi: Terrapura, Tentai; le scuole giapponesi Zen, Nikele e ancora le
scuole della tradizione Vajrayana, cioè la Via del diamante, diffusa in
Tibet…(abbiamo, qui, il Dalai Lama…), la Mongolia e alcune regioni della
Russia. La scuola del Diamante è nota, purtroppo, dolorosamente per le
vicende umanitarie che sono legate alle invasioni del Tibet, da parte della
Cina.
Ecco, a questo punto abbiamo finito….
Io ho terminato la mia necessità di darvi una pennellata, una
configurazione sulla storia, sulla vita, sulla cultura buddista e siamo
riusciti a collocare, nel tempo e nello spazio, la nascita di questo grande
Avatar, dell’ultimo Avatar, che verrà seguito, secondo la tradizione, da
una successiva catena di Avatar.
Il prossimo lo attendono tutti….
Egli si chiamerà Maitreya.
…ed ognuno di essi porta la libertà assoluta all’uomo.
Sotto l’albero di Bodhi, quella notte, da mezzanotte in poi, Buddha ebbe
una illuminazione totale.
Narra la tradizione che egli vide tre aspetti della Verità….
Intanto, il primo riguardava la sua vita, la sua persona, e guardando
indietro, egli ripercorse tutte le sue passate rinascite e vide le migliaia
e migliaia di vite, in cui si era manifestato… e la sua ricerca della verità
E tale rivelazione ebbe una tale vividezza, che gli sembrava di toccare gli
ambienti stessi in cui egli era vissuto…tanto sfavillante si presentò il
ricordo di tutte le sue rinascite.
Non solo! Ma, andando ancora indietro, Buddha vide che egli era una
semplice radiazione esistenziale; e si immerse in incomprensibili cicli
planetari; e, seguendo le sue descrizioni, indietreggiamo nel passato
cosmico, fino a quando la nostra mente si sperde.
Il secondo anello dell’illuminazione fu la chiara realizzazione.
Ed egli scoprì la verità del karma; ossia, realizzò l’esistenza di un unico
giudicatore, di una sola legge, nella vita universale…
L’implacabile codice di causa e di effetto…
Il karma è quella successione di esperienze esistenziali, che si
susseguono, una dopo l’altra, provocate da un più vasto assieme di energie
ambientali.
Insomma, egli realizzò che tutto è intrecciato ad un’altra parte della vita
e l’intero mosaico delle cose gli apparve come un’unità.
Noi proveniamo da incomprensibili esistenze energetiche, dietro le nostre
spalle cosmiche…
L’uomo soffre perché, a sua volta, ha fatto soffrire; ha una vita serena,
positiva, tranquilla perchè ha donato questa serenità attorno a sé.
Vedremo più avanti come è importante quella indicazione, quella regola, che
viene rivelata dalla via del Dharma e che rivelano tutti quanti i
Buddha:ossia:
“Cessa di fare il male. Fai il bene e purifica il tuo io…”
La terza verità che intuì (…ci stiamo arrivando, vedete?…) fu la
sofferenza: quella sofferenza che esiste in ogni uomo e donna e che,
addirittura, lo fece ribellare alla vita tranquilla, serena, felice,
ovattata, che egli, come Siddharta, aveva conosciuto sino al momento in cui
se ne andò dalla reggia del padre….
Egli non solo scorse la sofferenza, attorno a sé; ma…nello stesso momento,
gli venne rivelato il meccanismo che permette all’uomo di uscire da questa
sofferenza.
Parleremo, di cosa sia, in effetti, questa sofferenza e di come copra,
quotidianamente, come un guanto, tutti noi.
Leggiamo, adesso, dalla scrittura Samyutta Nikaya, le parole del Buddha,in
proposito.
“Una volta, il beato era in una foresta di Simsapa, a Kosampi (vicino a
Allahabad). Raccolse una manciata di foglie e chiese ai monaci:
“…Quali pensate, o bhikku, che siano più numerose? Le foglie che ho in
mano, o quelle che sono sugli alberi del bosco?”
“..Le foglie che il beato ha raccolto con la mano sono poche, Signore.
Quelle che sono nel bosco sono molte di più…”
“.. Allo stesso modo, bhikku le cose che ho conosciuto per esperienza
diretta sono molte di più. Quelle che vi ho detto sono soltanto una parte.
Perchè non vi ho parlato delle altre? Perchè esse non portano beneficio,
non fanno progredire nella vita santa e non conducono al distacco dalle
passioni, al lasciar andare, alla cessazione, alla calma, alla conoscenza
diretta, all’illuminazione e al nibbana. Ecco, perchè non ve ne ho
parlato…E che cosa vi ho detto? Questa è la sofferenza. Questa è l’origine
della sofferenza. Questa è la cessazione della sofferenza. Questa è la via
che porta alla cessazione della sofferenza. Questo è ciò che vi ho detto.
Perchè vi ho detto ciò? Perchè questo porta beneficio e progresso nella
vita santa, perchè conduce al distacco delle passioni, al lasciar andare,
alla cessazione, alla calma, alla conoscenza diretta, all’illuminazione, al
Nibbana.
Quindi, bhikku, fate che il vostro compito sia la contemplazione di:
“..questa è la sofferenza, questa è l’origine della sofferenza, questa è la
cessazione della sofferenza, questa è la via che conduce alla cessazione
della sofferenza”.
Buddha, quindi, va dai 5 asceti, nel Parco delle Gazzelle (Cervi) ed inizia
a narrare… (..perchè è una favola, perchè è una cosa leggendaria, questa
verità di Buddha)… a spiegare, a dare la chiave per uscire dalla sofferenza.
Penso spesso, miei cari amici, a che cosa sarebbe mai successo (parlo per
chi sa), se qualcuno, nel nostro caso Gotamo Buddha, che ha ritrovato,
ricordate?, l’Antico Sentiero, calpestato, percorso da tutti i Buddha di
ogni tempo, e che dona la libertà all’uomo…cosa sarebbe successo se non ci
avesse indicato in modo cosi preciso e tecnico (…stiamo, appunto, per
entrare in questa spiegazione, per analizzarla..) la possibilità…quello
scatto che ci fa uscire dal ciclo delle rinascite.
E’ una cosa semplice. Ma, la verità è semplice, di per se stessa.
La prima cosa che offre Buddha ai suoi confratelli asceti, è quella di
indicare una “valenza” che caratterizzerà sempre tutti coloro che
seguiranno questo sentiero: la così detta “giusta via di mezzo”.
Lui dice a coloro che lo ascoltano, appena dopo la Sua Illuminazione, nel
Parco delle Gazzelle:
“…Seguite la strada della liberazione, senza eccessi!. Non calpestate la
dignità del vostro corpo, delle vostre emozioni, con un estremo ascetismo….”
E rivela quanto ha sperimentato personalmente.
Egli chiede anche a coloro a cui si rivolge, di seguire la sua verità,
collaudandola, come ha fatto lui.
Quindi.. lontani dall’estremo ascetismo, tutti voi che cercate la via.
Questo ascetismo che è anche una cosa molto complessa…ad esempio, pure quei
piccoli modi di parlare, in maniera ottusa… in maniera direi abbastanza
cinica e sadica verso noi stessi, verso il nostro carattere, verso le
nostre forze vitali, verso i nostri fratelli…ecco, un senso di durezza
generale, che molti spiritualisti hanno verso se stessi e verso gli altri…
No!…Sereni, gioiosi, perché la via del Dramma è gioia, ed è dolce
all’inizio, è dolce al centro ed è dolce alla fine!
E poi, l’altro estremo…(ovviamente, Buddha non si riferisce, in genere,
agli spiritualisti…ma, a tutti…). Come bisogna essere lontani da un estremo
ascetismo, bisogna anche essere lontani dall’assenza di ogni freno
inibitore.
Ecco, i due poli vergognosi per tutti, e per la dignità di un uomo.
Ricordatevi che noi ci stiamo addentrando in un paesaggio, in un modo di
vivere sereno e tenero…perché, avrete questa esperienza, se conoscerete,
per esempio, qualche vero seguace del Dharma; o, se avrete la fortuna di
incontrare un vero monaco buddista.
La base di ogni dolore per Buddha è,in effetti, l’ignoranza.
Badate che il concetto di “ignoranza”, nel buddismo, nella via del Dramma
non significa semplicemente mancanza di conoscenza.
Quella è ignoranza positiva.
Io ho personalmente ho conosciuto tante persone, così dette ignoranti, che
insegnavano la saggezza.
No! L’ignoranza di cui parla Buddha è una funzione mentale che va in senso
opposto al bene: un’ignoranza distruttiva.
Ma, comunque – secondo Buddha – tutti costoro, anche se agiscono in modo
sbagliato, non conoscono la verità…ed allora, che colpa hanno?
Questo pensa il buddista. Il buddista non giudica. Non giudica perché non
c’è nessun colpevole, in ultima analisi.
C’è un ignorante!
Quindi, non esiste un peccato; esiste un’azione sbagliata.
Ciò è molto importante evidenziarlo.
Io ho conosciuto poche persone che siano amiche degli altri e di se stessi
come i seguaci del Dharma.
Vi prego!.. Abbiamo visto la giusta via di mezzo…. Siate amici e amiche di
voi stessi.
Questo è importante!.. Perché in questa strada c’è gioia; c’è gioia e la
realizzazione delle cose così come esse sono, in verità.
Io, quindi, miei cari amici, sorelle e fratelli, vi esorto, ora che stiamo
a buon punto nel sentiero del Dharma,a liberarvi di ogni sovrastruttura e
di ogni carico psichico inutile.
Vedete “le foglie”? Le “foglie” di cui parla Buddha, in modo estremamente
laconico.
La sua Dottrina è un meccanismo che potetecontenere interamente nella
vostra mano.
Realizzerete (..arrivo a prometterlo, qui, adesso, a coloro che sono
entusiasti della vibrazione e delle energie in cui stiamo immergendoci…
arrivo a prometterlo) che sarà entusiasmante la prossima sponda che noi
studieremo: la meditazione Vipassana.
Ossia, l’analisi minuziosa delle vibrazioni, delle sensazioni nel nostro
corpo e il segreto meccanismo di come nasce, senza che noi ce ne rendiamo
conto, il dolore; e di come si aggrovigliano e si condensano le rinascite..
quando non si possiede la chiave che ci ha dato il Buddha.
Però, quella che io vi esorto a seguire, ecco, è la laconicità
E’ semplice, è semplice l’assieme delle 4 Nobili Verità; o, ripeto ancora,
delle 4 Verità che rendono nobili e dell’Ottuplice Sentiero.
Quindi, seguitelo!
Volevo solo aggiungere, qui, alcuni dettagli, sul Monastero buddista
Theravada Santacittarama, vicino a Rieti.
Si tratta, in massima parte, di monaci buddisti occidentali inglesi e di
varia altre varie nazionalità, che vivono la bellissima vita del Sangha,
indicata e creata 2600 anni, da Gotamo Buddha.
Vi ho già detto che la linea spirituale di monachesimo buddista è la più
antica che esista tra tutte le altre sul pianeta.
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Chiunque tra di voi abbia un collegamento internet, basta che, con un
motore di ricerca, vada a inserire il nome Santacittarama ed entrerà subito
nell’atmosfera dolce, tenera, spiritualissima del Dharma ed in un sito web
in cui troverà moltissime opere, moltissimi scritti a cui attingere
dalladiretta tradizione buddista
I monaci di Santacittarama includono sul sito anche dei dialoghi in MP3,
che ognuno può scaricare ed ascoltare con acuto godimento spirituale.
Un abate buddista, legato al Monastero,dice:
“Quello che a me stupisce è che addirittura anche nei paesi buddisti non ci
sia molta gente che usa ancora le 4 Nobili Verità”.
Noi non le abbiamo ancoraaffrontate, queste 4 Nobili Verità; le
affronteremo.
Persino in Thailandia – che è la radice, la culla del buddismo Theravada –
continua questo abate – molti buddisti dicono:
“Ah si… le 4 Verità… roba da principianti”
“E poi…” continua il monaco, “…si mettono a praticare ogni tipo di
Vipassana, sino a essere ossessionati dai16 stadi, prima di arrivare
all’essenza delle 4 Verità”
Direi che tali suggerimenti – sia quella del grande Maestro Gotamo Buddha…
di occuparsi solo delle foglie che si riesce a tenere nella mano…che quelle
del nobile monaco, di immergersi unicamente del meccanismo centrale delle
cose…riusciranno a darvi – e vi auguro che vi diano – quello sprint, quella
rivelazione, che saprà mostrarvi come nel cuore del buddismo esista una
fiamma sfavillante, che è il cuore della verità.
Ed è quella in cui noi stiamo, man mano, entrando.
Non vi perdete a destra, non vi perdete a sinistra; ma, seguite,
profondamente, sperimentando e facendo vostra la linea centrale del
buddismo, che stiamo studiando …ed otterrete, sicuramente,con certezza,
l’ultima chiave alla gioia e alla libertà.
Ecco… da questo momento ci addentriamo, nella sostanza, nella spiegazione
di quel profumato messaggio,diverso dagli altri,che ci propone il Buddha.
Allora, l’Amico dell’uomo raggiunse i suoi 5 compagni di ricerca, gli yoghi
che, con lui, per tanto tempo e per anni si staffilavano, cercavano la
verità con la coercizione dolorosa e dolorante sul proprio corpo
fisico….quegli yoghi che, quando lo videro ritornare ad essi, dopo
l’illuminazione – ricordate? – lo avevano ripudiato…perchè, stanco di
quella vita di inutili stenti, vita il Buddha l’aveva abbandonata,
affermando
“ ..Basta, non è neanche questo, il cammino….”.
E difatti, ad uno ad uno, Egli li provava tutti, i sentieri di ricerca, e
vedeva che non gli davano nulla, tali sistemi alternativi…
Quella volta, i cinque asceti dissero:
“…Ripudiamo Siddharta!… è un traditore, è un fallito!…Non ha capito che
bisogna avere costanza in queste cose….”
Però, l’aura maestosa e irradiante dell’Uomo Perfetto li attrasse,
implacabilmente, e loro, in silenzio,Gli si fecero d’attorno.
Con amore e tenerezza, Egli iniziò a spiegare loro il Nobile Sentiero tra
gli opposti, e disse, raccontò, espose, la visione del meccanismo della
sofferenza e del come se ne poteva uscire.
Quando ebbe finito, attorno a lui non c’erano moltitudini umane….ma, la
tradizione dice che fu, poi, seguito da migliaia e migliaia di persone di
ogni genere.
Da contadini, da intellettuali, da yoghi, per la pregnanza di quello che
esponeva
…però, in quel momento c’erano poche persone.
…E, quando ebbe finito, anche gli dei erano presenti… anche i Deva, narra
la tradizione… che erano percorsi, nel loro essere, da una strana
vibrazione, perché quando la verità viene detta, comunque, colpisce allo
stomaco – diciamo così – nel subconscio anche se non è compresa
completamente.
…Ecco, i Deva non capivano… però si sentivano attratti da lui.
Una sola persona – e, qui, ecco vi prego di fare attenzione…perché stiamo
per entrare ner cuore dell’insegnamento di Buddha – una sola persona capì.
Ed era un anziano, il più anziano, tra questi cinque amici di Buddha (si
chiamava Kondanna)…che disse, rapito, immerso in questa libertà che aveva
finalmente provato e sentito dentro di sé:
“…Allora, ho compreso!…TUTTO CIO’ CHE NASCE, MUORE!…”
A questo punto, molti di coloro che ascoltano il dialogo potrebbero
rimanere perplesse.
“…Va bene…. cosa vuol dire ciò?!..”
Non credo che, appena la si ascolti, si possa trovare tanto entusiasmo, in
una frase di questo genere.
…Lo sappiamo che tutto ciò che nasce muore.
Un attimo…un attimo…. Allora, è probabile che noi non abbiamo ancora
afferrato il significato profondo di questo concetto.
Esaminiamolo, dunque….
(continua)
(Guido Da Todi)
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