Le basi scientifiche della “memoria dell’acqua” e lo scienziato Benveniste
Da Galileo a Benveniste, dal cannocchiale alla memoria dellacqua
di Vincenzo Valenzi – 12/06/2012
La storia si ripete: la prima volta è una tragedia, la seconda una farsa.
Sembra proprio questa l’essenza delle vicende che dal Cinquecento al Novecento hanno caratterizzato
lo sviluppo della scienza moderna con le vicende di Galileo e Benveniste: due numeri uno della
scienza del loro tempo richiesti di abiurare quanto osservavano nel cannocchiale e nel laboratorio,
da poteri religiosi il primo [1] e scientifici il secondo, che avevano denunciato la non congruità
di quanto da loro osservato, con quanto prescritto e scritto nelle cosiddette scritture. Che poi
si tratti di Scritture Sacre o di quelle scientifiche di Nature poco importa: nella editorial
reservation all’articolo di Benveniste e colleghi [2-2B] pubblicato sulla prestigiosa rivista
scientifica americana, leditore scrisse che i dati pubblicati erano fuori dalle leggi della fisica
(There is no physical basis for such an activity) e mandò il mago James Randi a controllare che l’esperimento fosse privo di trucchi.
La natura di questi conflitti scientifici trova le sue radici nei problemi di metodo che già uno dei
grandi Padri del Rinascimento Bernardino Telesio aveva affrontato nel suo lavoro, riassunto da Diego Fusaro, il quale scrive [3]:
«Il titolo dell’opera fondamentale di Telesio (La natura secondo i propri principi, ndr) è
programmatico: la natura deve essere studiata e interpretata secondo i principi ad essa propri, senza fare ricorso a modelli precostituiti ed estrinseci.
Tale nuova considerazione della natura venne anticipata nell’opera di Telesio la quale, staccandosi
dalla visione magica, affermò che l’uomo non deve imporre i suoi schemi a priori alla natura, ma
deve scoprirne umilmente le leggi interne che ne regolano la vita e che sono sconosciute ai più.
L’accusa rivolta alla scienza del passato fu, dunque, di essere stata boriosa e superba, incurante
della vera realtà del mondo fisico: essa ingabbiò nei dogmi della teologia i fenomeni naturali, precludendosi una loro vera comprensione».
In epoca moderna lo stesso Albert Einstein e ancora prima di lui Claude Bernard avevano messo in
guardia la comunità scientifica contemporanea sul rischio di creare nuove chiese intorno ai grandi
leader scientifici e alle loro teorie e scoperte. Claude Bernard soleva dire che «ciò che sappiamo è il principale ostacolo all’acquisizione di ciò che non sappiamo ancora».
È facile comprendere come anche grandi leader scientifici tra cui Galileo prima e Benveniste poi
siano incorsi in un grande disagio personale, divisi tra la fedeltà alla scienza e alla verità
osservata e la richiesta dei guardiani dell’ortodossia di turno di non disturbare il conducente, o meglio, di non andare fuori dalle leggi della scienza del tempo.
Per quel che riguarda le Sacre Scritture si sa come è andata a finire: di recente un Papa, dopo
circa tre secoli, ha chiesto scusa a Galileo. La questione Benveniste [4], rimane invece ancora
aperta (sono passati solo 20 anni). Può, allora, essere utile fare il punto su una serie di
risultati sperimentali che vista la velocità di produzione della conoscenza nei tempi moderni
potrebbero essere riesaminati e accolti senza troppo disagio anche dai moderni inquisitori
scientifici (tenendo anche conto del fatto che, trovandoci nel campo delle applicazioni tecniche e
sanitarie in particolare, l’attesa per nuove soluzioni diagnostiche e terapeutiche, capaci di
realizzare la terapia personalizzata e migliorare il rapporto rischi/benefici, è grande, nel mentre
gli effetti avversi dei farmaci compromettono i grandi trionfi della farmacologia moderna [5]).
Chi era Benveniste
Nella prefazione al libro postumo di Benveniste La Mia Verità sulla Memoria dellAcqua [6], Brian
Josephson, premio Nobel per la fisica nel 1973 per i suoi lavori sui superconduttori accoppiati (definiti anche “effetto Josephson) scrive:
«Ho incontrato Jacques Benveniste per la prima volta in occasione di una conferenza che si tenne
alle Bermuda, nei mesi che precedettero la pubblicazione del suo controverso articolo apparso su
Nature nel 1988, quando ero ben lontano dall’immaginare la piega che avrebbero preso gli eventi. In
seguito, siamo rimasti sempre in contatto e Jacques mi ha tenuto costantemente informato sui
progressi delle sue ricerche. Nel marzo del 1999, su mio espresso invito, ha tenuto una conferenza a
Cambridge nell’ambito di un convegno di interesse generale organizzato dal dipartimento di fisica
[7]. Lo avevamo convinto a parlare delle sue ricerche, consapevoli del loro interesse scientifico e
delle potenziali conseguenze legate ai risultati ottenuti. Le sue ultime scoperte non erano meno
sorprendenti. Ma non per il Laboratorio Cavendish di Cambridge che è stato palcoscenico di numerose
e stupefacenti scoperte, nel corso degli ultimi centoventicinque anni. E per questo benché i suoi
lavori facessero discutere, suscitando controversie avevamo deciso di non allinearci alle opinioni
dominanti nella comunità scientifica e pertanto di non ignorare né censurare tali ricerche.
Durante il suo intervento, Jacques Benveniste presentò alcuni esperimenti nel corso dei quali, un
segnale biologico registrato sul disco rigido di un computer veniva trasmesso, via internet, a un
altro laboratorio sperimentale dove gli effetti specifici della molecola d’origine venivano
trasferiti a un sistema biologico. Con la strumentazione che aveva portato con sé, Benveniste
riprodusse, davanti ai nostri occhi, gli esperimenti più recenti che aveva compiuto, che si
rivelarono assolutamente convincenti, tenuto conto del limitato tempo a nostra disposizione. La
conferenza è documentata da un filmato realizzato nel nostro laboratorio che ci proponevamo di
rendere noto nel futuro, non appena fosse stato consegnato il premio Nobel a Jacques Benveniste “per
aver chiarito i meccanismi biologici relativi alla struttura dell’acqua”. Ed è veramente un peccato
che tale onorificenza sia riservata soltanto agli scienziati ancora viventi. Sono convinto che il
contributo scientifico del dottor Benveniste sarà un giorno riconosciuto come giustamente merita».
Dagli Ig Nobel ai Benveniste Award
In occasione della presentazione del libro di Benvenste allAccademia dei Lincei [8], nellautunno
del 2006, avvenne un fatto molto grave: un personaggio importante del Dipartimento di Fisica della
Sapienza di Roma spalleggiato da altre personalità accademiche riuscì a boicottare la
presentazione, mettendo in difficoltà lallora presidente dellAccademia e gli accademici che
avevano patrocinato levento, al quale aveva assicurato la sua partecipazione anche il dottor Mario
Tiengo (scomparso in questi giorni, il 3 settembre 2010) [9]. Lo sconcerto prevalse, ma in pochi
giorni fu organizzata una presentazione del libro allAula della Ginestra del Dipartimento di
Chimica di Roma1 a quel tempo ancora agibile [10]. Ci si può interrogare sulla natura
dellattività di questi esponenti di primo piano della comunità dei Fisici della Sapienza, i quali
superarono palesemente molti dei limiti imposti dalla natura dialettica della ricerca scientifica.
In ogni caso dopo alcuni successi ottenuti da questo gruppo di attivisti, alcune attività relative
alla divulgazione della figura e dellopera di Benveniste furono trasferite, grazie ai buoni uffici
di Mario Tiengo, presso lUniversità Ludes di Lugano, diretta a quel tempo da Paolo Sotgiu, rettore
poliedrico e illuminato che, nellagosto del 2007 accolse gli archivi di Benveniste a Lugano. E così
il 27 ottobre del 2007 alla presenza del premio Nobel Luc Montagnier, di Ubaldo Mastromatteo e con
il contributo scritto di Mario Tiengo [11] fu inaugurato lArchivio Benveniste presso lUniversità
Ludes di Lugano come si evince dallo splendido lavoro documentale in formato video di Francesco Bordino [12].
A fine settembre del 2007, nel frattempo, un altro evento scientifico internazionale aveva segnato
la vicenda. Nel corso della VII Conferenza internazionale in Crimea Cosmos and Biosphere erano
stati consegnati i primi Award Benveniste a dieci scienziati dellex Unione Sovietica [13]. Levento
è stato replicato nel 2009 con la partecipazione delle leadership scientifiche dellEst europeo
[14], come documentato dai colloqui con Larissa Brizhik, dellIstituto di Fisica Teorica di Kiev
[15], Vladimir Voeikov Chimico Organico dellUniversità Lomonosov di Mosca [16], e Settimio Grimaldi del CNR di Roma [17].
Come si può constatare, le previsioni di Josephson sembrano realizzarsi e una rigorosa riflessione
credo si imponga alla Comunità Scientifica che troppo goliardicamente aveva gestito le scoperte di
Benveniste sugli effetti elettroquantistici a livello immunologico. Effetti quantistici già
segnalati da Sir John Eccles, Premio Nobel per la Scoperta delle Sinapsi [18], il quale aveva introdotto i campi quantistici nel dinamismo sinaptico già negli anni Sessanta.
La pretesa di risolvere un caso sperimentale innovativo con un mago (si veda il sopracitato caso
Nature), e liquidare le sue implicazioni con due Ig Nobel [19], indica come le peggiori previsioni
di Claude Bernard e di Albert Einstein si siano pericolosamente realizzate: è tempo di risvegliarsi
da una sorta di sonno glorioso per ritornare attivamente alla ricerca di base e applicata, la sola
in grado di fornire le risposte operative ai non pochi quesiti posti dal nostro tempo dai disastri
climatici e ambientali, alle sfide poste dalle malattie degenerative e dal cancro.
L’evoluzione della biofisica quantistica in medicina e biologia
Una risposta può venire da una seria rivalutazione, da parte della Comunità Scientifica occidentale,
dei grandi progressi della biologia e della chimica che poco si sono integrati con l’analogo sviluppo della fisica e della fisica quantistica.
Negli ultimi decenni, soprattutto sulla base del contributo teorico di Giuliano Preparata
(1942-2000) e di Emilio Del Giudice [20-21], si è sviluppato un nuovo punto di vista sulla materia
condensata fondato sull’uso sistematico dell’elettrodinamica quantistica coerente. La presenza di
meccanismi coerenti alla base di molti fenomeni biologici appare evidente malgrado entri spesso in
contraddizione con i principi della termodinamica classica. Infatti sembra difficile ipotizzare un
mondo biologico che origini tutto dal caso, senza la presenza di meccanismi di autorganizzazione che operino a vari livelli (come messo in luce tra gli altri da Prigogine ).
Dopo Schodringer (autore del fondamentale volumetto Whats the life), la ricerca su un ruolo della
fisica quantistica nei sistemi biologici ha proceduto con qualche difficoltà sia concettuale che
sperimentale e i grandi protagonisti della ricerca sono stati spesso poco compresi, se non marginalizzati.
Lo studio dei SEP (Skin Electric Parameters) [22-23-24-25-26] rilevabili sulla superficie cutanea
tramite un ohmetro, a livello dei meridiani cinesi studiati come circuiti a resistenza variabile in
risposta a segnali fisici misurabili (campo elettrico, magnetico) e non misurabili (potenziale
vettore, ecc.) potrebbe contribuire a meglio focalizzare le sottili interazioni biofisiche e
biochimiche che sono state studiate a livello cellulare e a livello inorganico negli ultimi sessantanni (Piccardi, Eccles, Trukan, Zhadin, Benveniste, [27-28-29-30]).
Recenti sviluppi tecnologici che sfruttano matematiche avanzate, una più ampia conoscenza del
signalling cellulare e dorgano e i vertiginosi progressi dellelettronica nelle tecnologie
bioquanitstiche (Qx Scio, Metatron, [31]), impongono una rigorosa rivisitazione della materia,
insieme alle Memorie Biochimiche [32] che si affiancano alla Memoria dellAcqua, il cui studio ha
fatto progressi impensabili sul piano teorico con Widom e coll. [33], e sperimentale con Montagnier
e coll.[34] dopo lultimo lavoro di Benveniste [35] presentato al Rettorato della Sapienza di Roma nel febbraio del 2002 alla conferenza in onore di Giuliano Preparata.
Qualcosa è, dunque, cambiato. Anche i brillanti lavori di Masaru Emoto [36], ai confini tra arte e
scienza (le belle foto dellacqua che cambia la sua struttura in risposta alle emozioni vissute
nellambiente circostante), ci dicono che è tempo di unire gli sforzi della Comunità scientifica per
affrontare con tutte le forze presenti sul campo le grandi sfide che ci attendono. Dallenergia alla
meteorologia, dal cancro alle malattie immuni sono ancora troppo numerosi i soggetti di indagine che
mettono in crisi i grandi trionfi scientifici del Novecento. Trionfi che dobbiamo continuare a
difendere e a sviluppare, anche per onorare tutti quei pionieri della scienza e della tecnica che ci
hanno regalato la grande fortuna dellalta tecnologia, la quale ha dato allUmanità possibilità di
armonia, potere e felicità, che possono e devono essere ancora pienamente realizzate.
Gli scienziati e la memoria dellacqua
Brian Josephson tratto da La mia verità sulla memoria dellacqua di Jacques Benveniste (Macro Edizioni, 2006)-
Che cosa ci dice la scienza sulla possibilità dell’esistenza di una “memoria dell’acqua”? Gli
scienziati hanno poche conoscenze sull’argomento “acqua” e ne possiedono una visione tendenzialmente
ingenua: un liquido composto da molecole di H20 più o meno isolate, in movimento. In realtà l’acqua
è un fenomeno di gran lunga più complesso, con molecole singole che si raggruppano temporaneamente a
formare una struttura reticolare; che tali molecole possano interagire dando luogo a un meccanismo
che consenta all’acqua di avere una “memoria” non ha nulla di sorprendente. Ma questo vale per
scienziati ben informati sull’argomento che non sottovalutano la possibilità della sua esistenza.
Anche in campo biologico l’importanza di tale struttura è riconosciuta soltanto da scienziati aggiornati.
Scienza e Conoscenza n. 34 >> http://goo.gl/9zo6m
Disponibile in versione cartacea, pdf e abbonamenti.
Editore: Scienza e Conoscenza – Editore
Data pubblicazione: Novembre 2010
Formato: Rivista – Pag 80 –
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Note
1. Galileo Galilei, Dialogo Sopra i due massimi sistemi del mondo, 1632.
2. E. Davenas, F. Beauvais, J. Arnara, M. Oberbaum, B. Robinzon, A. Miadonna, A. Tedeschi, B.
Pomeranz§, P. Fortner§, P. Belon, J. Sainte-Laudy, B. Poitevin & J. Benveniste: Human basophil
degranulation triggered by very dilute antiserum against IgE, Nature, Vol. 333, No. 6176, pp. 816-818, 30th June, 1988 C.
3. Diego Fusaro, Bernardino Telesio http://www.filosofico.net/telesio.htm.
4. Memoria dellAcqua report su http://fr.wikipedia.org/wiki/M%C3%A9moire_de_l‘eau
5. Vincenzo Valenzi Rischi/benefici e Costi/benefici nella diagnostica e nella terapia Villaggio Globale
http://www.vglobale.it/index.php?option=com_content&view=article&id=11886:rischibenefici-e-costibene fici-nella-diagnostica-e-nella-terapia&catid=1060:piazzagrande〈=it
6. Jacques Benveniste, La mia verità sulla memoria dellacqua, Macro Edizioni, 2006.
7. Jacques Benveniste, Cavendish’s Departmental Colloquium Electromagnetically Activated Water and the Puzzle of the Biological Signal http://sms.cam.ac.uk/media/871684
8. Rinvio Conferenza Accademia dei Lincei http://66.71.135.49/articolo.php?id_articolo=6663 9. In memoria di Mario Tiengo
http://www.uniludes.ch/portale/images/stories/altro/Ricordo_di_Mario_Tiengo_Prof_Radaelli.pdf
10. Conferenza Aula della Ginestra sul contributo di Benveniste e Preparata 14 dicembre 2006
http://www.vglobale.it/index.php?option=com_content&view=article&id=457&catid=305:complementari〈 =it
11. Mario Tiengo, Relazione archivi Benveniste a Lugano
[DOC]messo a disposizione il suo intervento – Home | Villaggio Globale. 12. Colloquio V. Valenzi con Luc Montagner www.colombre.it/montagnier .
13. Award Benveniste to Cosmos and Biosphere VII International Crimean conference
http://www.vglobale.it/index.php?option=com_content&view=article&id=10771:i-vincitori-dellaward-benv eniste&catid=5:ultime&Itemid=121〈=it .
14. Award Benveniste to Cosmos and Biosphere VIII International Crimean conference Villaggio Globale
http://www.vglobale.it/index.php?option=com_content&view=article&id=10771:i-vincitori-dellaward-benv eniste&catid=5:ultime&Itemid=121〈=it
15. Colloquio Vincenzo Valenzi con LARISSA BRIZHIK Istituto di Fisica teorica di Kiev http://www.vimeo.com/10883097 .
16. Colloquio Vincenzo Valenzi con Vladimir Voeikov Chimico Organico Lomonosov University Mosca http://www.vimeo.com/10761564
17. Colloquio Vincenzo Valenzi con Settimio Grimaldi – CNR http://vimeo.com/11108801
18. Mario Tiengo: Il dolore da Eccles alla teoria della coerenza di Preparata, web seminar Nature and Coherence in Nature
http://www.novaglobal.it/index.php?page=vaccum-and-coherence-in-nature-the-legacy-of-giuliano-prepar ata&hl=en_US
19. Ig Nobel a Benveniste http://www.purplehell.com/riddletools/ignobel.htm
20. Giuliano Preparata: QED and medicine, Rivista di Biologia/Biology Forum 93 (2000) pp. 267-312.
21. Giuliano Preparata & Emilio Del Giudice Il potenziale Vettore in biofisica (Scienza e Conoscenza, 17/2006).
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Parameters) driven therapy. Some preliminar observation, Rivista di Biologia/Biology Forum 93 (2000) pp. 306-312.
23. Vincenzo I. Valenzi, Maria Luisa Roseghini, Skin Electric Parameters osteoarticular diseases with 8 fans tested and molecular signaling of drug,
http://web.tiscali.it/numedi/arc2002/0902/12.html
24. V.I.Valenzi, G.Monaco, S. Spada, P. Cimaglia, L.Petraccia, S.Palmieri, B. Messina M.Grassi,
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25. V.I.Valenzi, S. Grimaldi, G. Quartieri, G. E. Gigante; G. Mileto, G. Monaco, Osservazioni sulle
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Biochimiche come Meccanismo di Prevenzione Nutriceutico, Yalta Gorzuf Conference
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http://www.biometeorologia.com/PDF/ALLERGIE%20E%20INTOLLERANZE%20%20ALIMENTARI.pdf
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International Journal of Quantum Chemistry (Wiley and Sons), Published on line May 19, 2009[DOI: 22140] http://onlinelibrary.wiley.com/doi/10.1002/qua.22140/full
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Scienza e Conoscenza n. 34 >> http://goo.gl/9zo6m
Disponibile in versione cartacea, pdf e abbonamenti.
Editore: Scienza e Conoscenza – Editore
Data pubblicazione: Novembre 2010
Formato: Rivista – Pag 80 –
http://www.macrolibrarsi.it/ebooks/ebook-scienza-e-conoscenza-n-34.php?pn=1567
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