Le coincidenze 7f – Deepak Chopra

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Le coincidenze 7f

di Deepak Chopra

settima parte e fine

COME AVANZARE ATTRAVERSO LE VARIE FASI DELLA CONSAPEVOLEZZA

Il sincrodestino accelera la nostra capacità di progredire attraverso
le fasi della consapevolezza mediante quattro approcci diversi. Il
primo e più importante è la meditazione quotidiana, che ci consente di
scorgere l’anima attraverso le pause tra un pensiero e l’altro, oltre
che di scoprire l’osservatore silenzioso racchiuso in ciascuno di noi.
E il passo che ci fa avanzare dal terzo al quarto stato della
consapevolezza, dall’essere semplicemente desti all’essere desti e
consapevoli della propria anima.

Il secondo approccio prevede la tecnica della ricapitolazione
descritta nel Capitolo 5, che ci insegna a favorire il compito
dell’osservatore silenzioso, facendoci passare dal quarto al quinto
stato della consapevolezza. Possiamo così comprendere che ciò che era
reale durante la giornata fa ora parte del sogno, così come la realtà
di un sogno svanisce al nostro risveglio. Dite a voi stessi: “Sto per
essere testimone dei miei sogni”, e potrete sperimentare quello che
viene definito “sogno cosciente”. Ben presto sarete in grado di
coreografare e dirigere i vostri sogni, modificandoli a piacimento. Se
ricapitolate la vostra giornata lavorativa e i vostri sogni, potete
diventare testimoni sia dei vostri sogni sia dei vostri momenti di
veglia.

Il terzo approccio è incentrato sulle relazioni feconde, che
sperimentiamo come una connessione tra spirito e spirito, e non tra
ego ed ego. Questo passo facilita il passaggio al sesto stato della
consapevolezza, un processo che possiamo accelerare abbandonando sia
il bisogno di approvazione sia l’ossessione del controllo. Quando le
persone sono in piena sintonia tra loro, sperimentano la sincronicità
nell’ambito del loro legame.

Il quarto approccio comprende la lettura dei sutra. In base alla mia
esperienza personale, se leggete più volte lo stesso sutra un giorno
dopo l’altro, la sua affermazione assume nuovi significati e comporta
nuove esperienze, mentre la vostra consapevolezza si amplia. La
tradizione vedica dice: “La conoscenza è diversa nei differenti stati
di coscienza”. La vostra consapevolezza si espande, e ogni fase è
caratterizzata da nuove e più profonde sfumature di comprensione. Tale
comprensione influenza il modo in cui sperimentiamo il mondo, e al
contempo le varie esperienze agiscono sul nostro stato di
consapevolezza. Possiamo imparare a vedere l’universo come non avremmo
mai immaginato potesse essere, ricco di magia e miracoli, pronto a
realizzare ogni singolo desiderio del nostro cuore.

CHE COSA POSSIAMO ASPETTARCI DAL SINCRODESTINO

I concetti presentati in questo libro possono rappresentare l’inizio
di un percorso di evoluzione e realizzazione personale; ciascuno di
voi può comunque scegliere se affrontare o meno la cospirazione delle
improbabilità per rivelare i tesori che normalmente i vostri occhi non
vedono. Potete avviarvi sul sentiero del sincrodestino per raggiungere
il benessere materiale, per intrecciare rapporti interpersonali più
soddisfacenti o per avere successo in campo professionale. Certo, il
sincrodestino può aiutarvi a raggiungere questi obiettivi, ma in
realtà il suo scopo supremo consiste nell’allargare la vostra
consapevolezza e aprire la via all’illuminazione. Godetevi il viaggio.
Ogni tappa porta nuove meraviglie, nuovi modi di percepire e vivere il
mondo. Pensate al sincrodestino come a una sorta di rinascita o
risveglio. Così come le vostre ore di veglia sono notevolmente diverse
e più eccitanti di quelle trascorse a dormire profondamente, allo
stesso modo accedere al quinto, sesto o settimo stato di coscienza
amplia la gamma delle possibili esperienze. Grazie al sincrodestino
sarete in grado di diventare la persona che l’universo vuole che
siate: potente come il desiderio, creativa come lo spirito. Servono
solo la voglia di unirsi alla danza cosmica e il desiderio di partire
alla ricerca dei miracoli dell’anima.

Non appena questi miracoli iniziano a diventare più frequenti come
parte della vostra esperienza di vita, comincerete a rendervi conto
che il sincrodestino è solo il sintomo di un fenomeno più profondo: il
mutamento della vostra identità e il risveglio della vostra vera
essenza. Vi renderete conto che il vostro vero io non è affatto una
persona, ma piuttosto un campo di intelligenza nel quale la persona in
cui avete identificato voi stessi, gli altri esseri umani e l’ambiente
in cui tutti

esistiamo co-creano e si co-evolvono, interagendo all’unisono. Non
considererete più l’universo come la somma totale di alcune particelle
separate e ben distinte, ma come un insieme omogeneo e coerente
all’interno del quale la personalità in cui vi identificate, tutte le
altre personalità e i loro pensieri, tutti gli eventi e le relazioni
interpersonali sono modelli interdipendenti e connessi tra loro. Voi
siete il mistero luminoso in cui si fonde l’intero universo con tutte
le sue forme e i fenomeni a esso connessi. Grazie a questa nuova
consapevolezza il vostro sé individuale sperimenterà la conoscenza
dell’immortalità e la perdita totale di qualunque paura, compresa
quella della morte. Diventerete così una creatura che diffonde amore
nello stesso modo in cui il sole irradia la luce. E finalmente
raggiungerete il luogo dove ha avuto inizio il vostro viaggio.

__________________

Non piangere sulla mia tomba, perché io non sono là sotto. Io non dormo.

Io sono mille venti che soffiano,

io sono lo scintillio del diamante sulla neve,

io sono la luce del sole sul grano maturo,

io sono la pioggia gentile d’autunno.

Nel dolce silenzio del chiarore mattutino

io sono l’uccello che vola veloce.

Non piangere sulla mia tomba,

io non sono là sotto,

io non sono morto.

ANONIMO NATIVO AMERICANO

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Epilogo

LEGGENDO questo libro avete imparato le tecniche fondamentali per
realizzare in maniera spontanea i vostri desideri, utilizzando al
meglio il potere infinito delle coincidenze o sincronicità. Questi
metodi, e in modo particolare i sutra, derivano da una delle più
antiche tradizioni al mondo, il Vedanta, dal sanscrito veda, cioè
“conoscenza”, e anta, ovvero “fine”, in altre parole il culmine di
ogni conoscenza, la crema dei Veda.

Il fulcro di questo antico corpus di conoscenze è che lo spirito (o
consapevolezza) è la realtà ultima. È il terreno non-locale
dell’essere, che si differenzia contemporaneamente in realtà oggettiva
(il vostro corpo fisico e il mondo che sperimentate grazie ai cinque
sensi) e realtà soggettiva (i vostri pensieri, le sensazioni, le
emozioni, i desideri, l’immaginazione, le fantasie, i ricordi e le più
profonde aspirazioni). Entrambe le realtà coesistono e sono
interdipendenti fra loro; sono connesse in maniera acausale. Così come
una singola cellula si sviluppa differenziandosi, per esempio, nelle
cellule cerebrali, nervose e della retina che ci consentono di vivere
l’esperienza del mondo, anche il singolo spirito non-locale diventa
sia l’osservatore sia la scena osservata, i sensi fisici e il mondo
fisico, l’organismo biologico e il suo ambiente, i pensieri e le
emozioni.

Il vostro mondo interiore e quello esterno fanno entrambi parte di un
continuum, di un unico campo di attività. Il mondo esterno è uno
specchio di ciò che siete in un particolare punto dello spazio-tempo.
Molti hanno espresso questo concetto in vari modi diversi. I maestri
spirituali ci spiegano che per conoscere le condizioni della nostra
consapevolezza individuale ci basta guardarci intorno e vedere che
cosa succede a noi; la consapevolezza collettiva ci appare invece con
estrema chiarezza guardando quello che accade al mondo. In un punto
qualsiasi del tempo la vostra realtà personale viene orchestrata in
maniera sincronicistica dalla percezione che avete del vostro sé.

La percezione ristretta si rivela attraverso un corpo teso e
contratto, uno sguardo timoroso e un ambiente confuso; quando invece è
ampliata, si manifesta con un corpo rilassato e un ambiente aperto e
amichevole, nel quale le vostre intenzioni si realizzano in modo
sincronicistico. Il sé ampliato prova sempre un senso di valore, pace,
libertà, mancanza di limiti, continuità e meraviglia davanti al
mistero dell’esistenza. La percezione del sé determina anche il vostro
atteggiamento, che è infelice e scontento, dominato da avidità,
arroganza e aggressività, nel caso di un sé inibito, ed è disponibile,
dolce, premuroso, conciliante, umile e realizzato quando invece il sé
è allargato.

Nell’accezione più ampia del sé, una massa critica di persone
all’interno di società, comunità e istituzioni determina
l’atteggiamento di questi corpi più ampi. Quando una cultura è
caratterizzata da un’identità limitata, attribuisce un’importanza
particolare al guadagno materiale, alla competizione senza scrupoli,
all’imperialismo economico, al nazionalismo estremo, ai conflitti
militari, alla violenza e alla paura. Se una massa critica di
individui esprimesse il proprio sé esteso, oltre a realizzare in
maniera spontanea i propri desideri cambierebbe anche il modo in cui
si esprime la cultura, che sposterebbe l’enfasi sull’altruismo anziché
sull’avidità, sulla cooperazione anziché sulla rivalità, sui cuori
aperti anziché sui mercati esclusivi. Le pietre miliari della cultura
stessa sarebbero la risoluzione non violenta dei conflitti, la
compassione, l’umiltà, la pace, la giustizia economica e sociale.

Il mondo di oggi ci appare come una confusa gerarchia di eventi che si
verificano in maniera contemporanea e interdipendente. Gli studiosi di
scienze sociali affermano che il nostro comportamento collettivo sta
creando un ambiente invivibile a causa del consumo smodato del
legname, dei minerali e dei combustibili fossili, che provoca a sua
volta conseguenze devastanti come l’effetto serra e i cambiamenti
climatici. In apparenza tutti questi eventi non sembrano legati fra
loro, ma in realtà lo sono: derivano infatti dal nostro senso
collettivo ristretto del sé, e si verificano sincronicisticamente. I
conflitti religiosi, l’inquinamento, il terrorismo, l’esaurimento
delle risorse naturali, le centrali nucleari, le tossicodipendenze,
l’estinzione delle specie animali, la povertà, il crimine, le guerre
tra produttori di droga, l’industria delle armi, le inondazioni, le
carestie, le sostanze chimiche pericolose presenti nei cibi e le
guerre sono correlati in maniera non causale.

Se ognuno di noi decidesse di esprimere il proprio sé ampliato, e se
potessimo poi condividere la conoscenza e l’esperienza cosi acquisite,
riusciremmo a creare un ambiente basato sul rispetto per la vita,
recuperando quindi l’equilibrio degli oceani, delle foreste e della
natura incontaminata in genere. A sua volta, questo ambiente
modificato darebbe origine a una serie di eventi che porterebbero a un
mondo completamente nuovo. Su questo pianeta ideale noi troveremmo la
tranquillità della mente, il senso del sacro, la collaborazione e la
prosperità economiche, industrie funzionanti con un’energia pulita,
una comprensione scientifica della nuova realtà, la fioritura delle
arti e della filosofia, e la vera consapevolezza della nostra
inseparabilità. In una società del genere potremmo vedere con estrema
chiarezza che l’amore è la forza che muove tutto l’universo.

La vostra capacità di realizzare spontaneamente i vostri desideri è
proporzionale all’esperienza che avete del vostro sé non-locale.
Sebbene le antiche tradizioni, e in modo particolare il Vedanta, ci
forniscano una profonda intuizione sulla natura della realtà
non-locale, solo di recente gli scienziati hanno cominciato a
esplorare questo regno dell’esistenza. In questo libro ho cercato di
dare il giusto rilievo a una nuova base scientifica per la
comprensione della sincronicità e della spontanea realizzazione dei
desideri. La Chopra Foundation collabora con numerosi studiosi
impegnati nell’esplorazione delle basi scientifiche della
non-località.

La Chopra Foundation, un’organizzazione no-profit, collabora con
scienziati di tutto il mondo al fine di creare un'”alleanza per la
nuova umanità” basata sui princìpi che avete conosciuto in questo
libro. Tra gli studiosi coinvolti ci sono premi Nobel, economisti e
altri luminari, il cui obiettivo è “il risveglio delle reti di neuroni
della mente planetaria per creare una massa critica di consapevolezza
della pace”. La consapevolezza della pace non è una sorta di attivismo
pacifista ma è piuttosto il fondamento che ci consente di promuovere
il mondo che vogliamo per noi stessi e per le generazioni future. Se
volete unirvi alle “cellule di pace” già esistenti o preferite crearne
di nuove, visitate il nostro sito ufficiale www.chopra.com o
collegatevi a www.anhglobal.org. Ci auguriamo di cuore che vogliate
unirvi a tutti noi.

COMPRENDERE la natura del sé non-locale è un compito importante e
complesso, al punto che ho deciso di aggiungere una serie di
suggerimenti destinati a coloro che desiderano approfondire la
conoscenza di un argomento così affascinante. La prima Appendice
riepiloga parte di ciò che abbiamo imparato, partendo da una
prospettiva storica e filosofica che affonda le sue radici nell’antico
Oriente per passare poi alle civiltà classiche di Grecia, Roma ed
Egitto. Come sempre, vedere le cose da un punto di vista diverso è
utile. La seconda Appendice utilizza una storia vedica per illustrare
“ciò che non può essere visto ma rende possibile la vista, ciò che non
può essere conosciuto ma rende possibile la conoscenza, ciò che non
può essere immaginato ma rende possibile l’immaginazione”.

Spero che queste ulteriori letture possano esservi utili.

______________________

Appendice A

NELLE pagine precedenti abbiamo esplorato il modo in cui il sé
non-locale si differenzia nel cosmo, e abbiamo imparato anche a
utilizzare in maniera pratica questa conoscenza per ottenere la
realizzazione spontanea dei nostri desideri. E proprio a tal fine
l’antica tradizione vedantica è stata reinterpretata nell’ambito della
scienza contemporanea. Poiché non vorrei che pensaste che questa forma
di conoscenza esiste solo nelle scuole esoteriche d’Oriente, nelle
pagine successive ho riassunto alcuni punti fondamentali della
filosofia ermetica o ermetismo, che ci è stata tramandata nei secoli
dalle antiche scuole romane, greche ed egizie.

L’ermetismo è una filosofia mistica che prende in considerazione la
magia, l’alchimia e altre manifestazioni dello spirito nel mondo
materiale. La sua origine viene attribuita a Ermete Trismegisto, sul
conto del quale non sappiamo granché, nemmeno il luogo e la data di
nascita. Gli studiosi suppongono che sia vissuto intorno al 2000 a.C;
molti sono convinti che fosse un sacerdote egizio, l’inventore
dell’arte e della scienza così come le conosciamo adesso in Occidente.
Numerosi documenti sopravvissuti ai nostri giorni dimostrano che il
mistero di Ermete Trismegisto – “il tre­volte-grande” – è stato
affrontato dai mistici greci e romani. La mitologia lo ha addirittura
elevato al ruolo di divinità, trasformandolo forse nel dio Thot, il
dio egizio della guarigione, dell’intelligenza, della scrittura e
della parola, la divinità lunare dalla testa di ibis. Secondo alcuni
fu l’architetto della grande piramide di Giza.

Nell’arco di due millenni la saggezza ermetica è stata una fonte di
grande importanza per scritti e insegnamenti gnostici. Non sappiamo
con precisione se in origine tali dottrine fossero da attribuirsi a
una sola persona, o se fossero invece le visioni mistiche di alcuni
veggenti di origine greca, romana ed egizia. Qualunque sia la sua vera
provenienza, questa forma di saggezza può comunque essere riassunta
nei seguenti princìpi o illuminazioni.

Secondo il primo principio, ogni cosa è una manifestazione dello
spirito, che è lo stato infinito e illimitato che ha dato origine allo
spazio, al tempo, al rapporto di causa ed effetto, alla materia e
all’energia. Lo spirito contiene l’intero universo che sperimentiamo,
e al di fuori di esso non c’è nulla; è la fonte dell’intera catena
dell’essere, quindi di ogni esistenza. L’universo nasce dallo spirito,
che lo contiene e nel quale alla fine si dissolve. Questa prima
illuminazione ci fornisce una descrizione molto chiara del regno
non-locale.

* * “

Il secondo principio dice che quando lo spirito diventa manifesto, il
suo intero è contenuto in ogni singola parte, in base a quello che la
scienza moderna definisce “modello olografico”. Così come gli atomi
riflettono l’universo, anche il corpo umano riflette il corpo cosmico,
e a sua volta la mente umana è un riflesso della mente cosmica. Ciò
significa che ogni cosa che possiamo immaginare racchiude in sé il
potenziale per qualunque altra cosa. L’intero universo è contenuto in
un unico punto, e allo stesso modo l’oceano è in ogni goccia presente
nei suoi abissi. Nel Vedanta questo concetto è così espresso: “Ciò che
è qui è ovunque, e ciò che non è qui non è da nessuna parte”.

Secondo questa illuminazione, noi non dobbiamo andar in cerca di
qualcosa per trovare la verità, che è sempre qui davanti a noi. Quando
ci chiediamo: Se qui esistono esseri umani, ce ne sono anche in altri
punti dell’universo? la risposta è decisamente sì. Esplorare la
molecola è come esplorare la galassia. Il nostro essere contiene ogni
cosa. Rumi afferma una verità fondamentale dicendo che l’universo è
racchiuso nel nostro sé. Nella Bibbia è scritto che il Regno dei Cieli
si trova dentro di noi. Nel Nuovo Testamento Gesù dice: “Chiedete e vi
sarà dato. Bussate e vi sarà aperto. Cercate e troverete”.

Il nostro sistema scolastico si basa sull’accumulo di nozioni, ma in
realtà maggiore è la quantità di dati che raccogliamo, maggiore è la
confusione che ci avvolge, e inoltre perdiamo di vista la saggezza
innata in ciascuno di noi. Impariamo quindi a chiedere la verità, a
bussare alla porta del nostro essere: questo è ciò che viene
conosciuto come intuito, creatività, visione o profezia. Ed è per
questo motivo che il saggio si focalizza su colui che vede anziché
sulla scena osservata. Il veggente è il sé non-locale.

Il terzo principio afferma che ogni cosa è vibrazione; la
consapevolezza è costituita da vibrazioni dalle diverse frequenze che
generano tutte le forme e i fenomeni presenti in natura. Gli esseri
umani sono campi consapevoli di energia, al pari del resto
dell’universo. Se volete cambiare il mondo intorno a voi dovete
modificare solo la qualità della vostra vibrazione individuale, e
subito si altererà anche la qualità di tutto ciò che vi circonda. E
questa la ragione dell’efficacia dei sutra, che ci forniscono un modo
particolare di creare le vibrazioni dello spirito o un modello
specifico del sé non-locale.

Le situazioni, le circostanze, gli eventi e i rapporti interpersonali
che incontrate nell’arco della vostra esistenza sono un riflesso del
vostro stato di consapevolezza. Il mondo è uno specchio: se siete
connessi al vostro sé non-locale, avete il mondo a vostra completa
disposizione.

In base al quarto principio, il cambiamento è l’unica costante. Ogni
cosa è transitoria, e rimanervi aggrappati è come trattenere troppo a
lungo il respiro, rischiando così di soffocare. L’unico modo per
acquisire qualcosa nell’universo fisico consiste nel lasciarlo andare.

Questo concetto può essere difficile da accettare: in pratica
significa che possiamo ottenere i risultati migliori quando ci
concentriamo sul processo invece che sul risultato. Focalizzarsi
sull’esito finale provoca ansia e stress, emozioni che interferiscono
con il flusso spontaneo dell’intelligenza che si sposta dal regno
non-manifesto (spirito) a quello manifesto (il mondo materiale). Il
cambiamento è l’unica costante, e di conseguenza noi viviamo sempre
nell’ignoto.

Tutto ciò che definiamo come noto è il passato, e l’unica cosa che
possiamo affermare con certezza è che non si trova più qui. Ciò che è
noto è la prigione dei condizionamenti passati, mentre l’ignoto è
sempre nuovo (attributo del campo delle possibilità infinite). I
maestri zen, spirituali e delle arti marziali ci hanno sempre
raccomandato di seguire il flusso, che è il campo del cambiamento. Ciò
che non cambia si decompone e muore. Il cambiamento è la danza e il
ritmo dell’universo. Formulare un’intenzione precisa, lasciarsi andare
al cambiamento e rimanere distaccati dall’esito finale: ecco il
meccanismo che porta alla realizzazione dei desideri, orchestrando il
sincrodestino.

Il quinto principio afferma che ogni cosa, esperienza, atteggiamento o
oggetto racchiude in sé il proprio opposto. Tutto ciò che avete
adesso, buono o cattivo che sia, ha in sé il suo contrario. Per quanto
profonda possa essere la vostra attuale depressione, se voi
identificate il suo opposto – la gioia o la gratitudine – e vi
prestate sufficiente attenzione, lo vedrete svilupparsi pian piano
nella vostra consapevolezza. Distogliete l’attenzione dalla
disperazione e focalizzatela sulla felicità, facendola così fiorire.
Allo stesso modo, se siete in preda all’estasi ricordatevi che è
sempre affiancata dal suo inverso, che procede al suo fianco. Tenendo
bene a mente il concetto che la creazione si basa sulla co-creazione e
la co-esistenza degli opposti, voi potete utilizzare la qualità della
vostra attenzione per far affiorare qualunque aspetto delle vostre
esperienze.

Secondo il sesto principio, ogni cosa ha un ritmo. Il ciclo della vita
ne è un classico esempio: il concepimento è seguito dalla gestazione,
la nascita, la crescita, la maturità, la morte e il rinnovamento.
Tutte le cose avvengono in cicli. La sincronicità comporta
l’apprezzamento del fatto che i cicli e le stagioni della vita sono
coordinati con i cicli e le stagioni del cosmo. Un antico detto cinese
ci spiega: “Fiori della primavera, brezza dell’estate, foglie
dell’autunno, neve dell’inverno: se voi siete in piena sintonia,
questa è la stagione migliore della vostra vita”. Quando siete
centrati e consapevoli del presente, siete in contatto con il vostro
sé non-locale che dirige la danza dell’universo. I vostri ritmi sono
in armonia con quelli della natura, e il sincrodestino opera la sua
magia.

Il settimo principio stabilisce che ogni evento ha infinite cause che
portano a un’infinità di effetti. Il legame di causa ed effetto non è
lineare. Noi abbiamo esplorato questo concetto in termini di
“co-creazione interdipendente”, il fenomeno che ci consente di
ricorrere al sincrodestino per vedere i modelli in vigore al di là di
ogni singolo evento.

L’ottavo principio dice che l’energia creativa dell’universo si
riflette anche come energia sessuale. Tutto ciò che esiste nasce da
questa energia primaria, dai bambini ai fiori e ai frutti. Nessun
aspetto della creazione è al di fuori di questo principio. Negli
esseri umani l’energia si manifesta come passione, eccitamento ed
eccitazione. Quando siamo in sintonia con il nostro sé non-locale noi
siamo spontaneamente entusiasti e ispirati. La parola “entusiasmo” è
composta dagli antichi termini greci en e theos, e significa essere
tutt’uno con Dio o con il sé non-locale. “Ispirazione” vuole invece
dire “essere tutt’uno con lo spirito”. L’ispirazione, l’entusiasmo, la
passione e l’eccitazione forniscono energia alle nostre intenzioni,
accelerando così la realizzazione spontanea dei nostri desideri.

In base al nono principio, noi siamo in grado di dirigere l’energia
primaria grazie al potere dell’attenzione e dell’intenzione.

Come abbiamo visto, possiamo far fiorire e sviluppare qualunque cosa
su cui concentriamo la nostra attenzione (rendendola così l’obiettivo
della nostra energia); per farla indebolire dobbiamo soltanto
distogliere l’attenzione. Intenzione e attenzione sono gli strumenti
della trasformazione di situazioni, circostanze, persone o cose:
possiamo attivarle con i sutra raccolti in questo libro.

* * *

Il decimo principio ci mostra che possiamo raggiungere l’armonia
utilizzando le forze e gli elementi del cosmo che definiamo maschili e
femminili. Una filosofia ermetica chiamata “i princìpi del genere”
suggerisce che la vera passione può nascere solo se le forze maschili
e femminili racchiuse in noi sono in perfetto equilibrio. L’energia
maschile dirige caratteristiche come l’aggressività, la risolutezza,
la capacità di agire

e il coraggio, mentre quella femminile si manifesta nell’apprezzamento
per la bellezza, l’intuito, la tendenza ad accudire gli altri,
l’affettuosità e la tenerezza. Le grandi opere d’arte contengono
l’interazione armoniosa di maschile e femminile, yin e yang. Il sutra
Shiva-shakti attiva la reciproca influenza delle energie archetipiche
maschili e femminili del nostro sé non-locale.

Grazie all’undicesimo principio scopriamo che l’amore è la natura
interiore di ogni essere umano, anche di quello all’apparenza più
malvagio. Possiamo mettere in luce questa qualità essenziale rivelando
l’amore che noi stessi proviamo; non si tratta di un semplice
sentimento ma della verità fondamentale alla base dell’intera
creazione. Incondizionato e privo di limiti, si diffonde intorno a noi
ogni volta che entriamo in contatto con il nostro sé non-locale.

Questi undici princìpi sono i fondamenti dell’alchimia trovati nei
testi di Ermete Trismegisto, nel Vedanta e all’interno di tutte le
filosofie dell’umanità. Assimiliamo questi concetti, e i nostri
atteggiamenti, i nostri pensieri, i nostri sogni e le emozioni che
proviamo in seguito alle varie situazioni di vita diventeranno subito
più ampi. Se entriamo in piena sintonia con i cicli, i ritmi e le
stagioni dell’esistenza, per esempio, non ci lasceremo più opprimere o
travolgere da una particolare situazione.

Appendice B

QUESTA storia, tratta da uno dei più grandi testi vedantici (Chandogya
Upanishad) descrive molto bene la natura del sé non-locale.

Migliaia di anni fa il grande saggio Uddalaka Aruni inviò il figlio
dodicenne Svetaketu presso un grande guru, affinché giungesse a
conoscere in profondità la realtà suprema. Per dodici lunghi anni il
ragazzo studiò con il suo maestro, imparando a memoria tutti i Veda.
Quando fece ritorno a casa, suo padre notò che si comportava come se
avesse già appreso tutto quello che c’era da sapere, e decise di
porgli una domanda.

“Mio dotto figliolo, qual è quella cosa che non può essere sentita ma
consente di sentire, non può essere vista ma permette di vedere, non
può essere conosciuta ma rende possibile la conoscenza, non può essere
immaginata ma consente che ci sia l’immaginazione?”

Perplesso, Svetaketu rimase in silenzio.

“Quando conosciamo una particella di argilla, conosciamo tutti gli
oggetti d’argilla”, riprese il padre. “Quando conosciamo un granello
d’oro, conosciamo anche tutti gli oggetti d’oro. La differenza tra un
gioiello d’oro e l’altro sta nel nome e nella forma, ma in realtà
tutti i gioielli sono semplicemente oro, e tutte le ciotole sono
semplice argilla. Sai dirmi, figlio mio, qual è quella cosa che può
essere conosciuta conoscendo tutto?”

“Il mio maestro non mi ha trasmesso questa conoscenza. Puoi farlo tu?”
fu la risposta.

“Molto bene. Lascia che ti spieghi”, esclamò Udda-laka. “L’intero
universo è un’unica realtà, e tale realtà è pura consapevolezza. La
pura consapevolezza è esistenza assoluta. È l’Uno che non è seguito da
un Secondo. All’inizio l’Uno disse a se stesso: ‘Io mi differenzierò
nei molti, diventando così tutti coloro che osservano e tutte le scene
che sono osservate’. L’Uno entrò dunque nei molti, e divenne il Sé di
ciascuno di loro. L’Uno è l’essenza di tutte le cose, l’essenza
sottile di tutto ciò che esiste. Lo sei anche tu, Svetaketu.

“Allo stesso modo le api ricavano il miele dal nettare di numerosi
fiori, ma dopo che il miele è stato prodotto il nettare non può più
dire: ‘Io sono questo o quel fiore’. Quando ti fondi con il tuo Sé
non-locale, tu diventi tutt’uno con il Sé di ciò che esiste. Questo è
il vero Sé di tutto, e lo sei anche tu, Svetaketu.”

“Padre mio, illuminami ancora di più.”

Dopo una lunga pausa, Uddalaka riprese: “Il fiume Gange scorre verso
est, l’Indo va invece a ovest. Alla fine entrambi diventano il mare.
Dopo essersi uniti al mare non possono più dire: ‘Io sono il Gange’,
‘Io sono l’Indo’. Ogni cosa che esiste ha origine dal Sé non-locale,
che è l’essenza più sottile di tutte. E il vero Sé, e lo sei anche tu,
Svetaketu.

“Quando il corpo fisico si consuma e muore, il Sé sopravvive. Il fuoco
non può bruciarlo, l’acqua non può bagnarlo, il vento non può
asciugarlo, le armi non possono ferirlo. Non è mai nato, non ha un
inizio e non ha una fine. Si trova al di là dei limiti dello spazio e
del tempo, e pervade l’intero universo. E anche tu sei il Sé,
Svetaketu.”

“Illuminami ancora di più, padre mio”, ripetè il giovane, colmo di entusiasmo.

“Portami un frutto dell’albero di nyagrodha”, gli ordinò allora il padre.

Svetaketu ubbidì.

“Adesso aprilo. Che cosa vedi, figlio mio?”

“Vedo minuscoli semi.”

“Ora rompi un seme.”

Il ragazzo spezzò un seme.

“Che cosa vedi?”

“Non c’è più nulla, padre mio.”

“Ciò che tu non vedi nel seme è la sua essenza sottile, da cui ha
avuto origine l’intero albero. Allo stesso modo l’universo è nato dal
Sé non-locale.”

Uddelaka disse poi al figlio di mettere un pezzo di sale in un secchio
d’acqua, e il giorno dopo gli chiese di restituirglielo.

“Non posso, si è sciolto!” ribatté lui.

A quel punto il saggio gli domandò di assaggiare la superficie
dell’acqua. “Dimmi, com’è?”

“È salata, padre mio.”

“Assaggia l’acqua a metà del secchio. Com’è?” “È salata, padre mio.”
“Assaggiala sul fondo. Com’è?” “È salata, padre mio.”

“Così come il sale è localizzato in un pezzo solido e si scioglie poi
nell’acqua, anche il tuo Sé è localizzato nel tuo corpo ma al tempo
stesso pervade l’intero universo.

“Mio caro figliolo, tu non percepisci il tuo Sé all’interno del tuo
corpo, ma senza di lui non sapresti cos’è la percezione. Non puoi
riassumere in un solo concetto il Sé, ma senza di lui non sapresti
formulare alcun concetto. Non puoi immaginare il Sé, ma senza di lui
non ci sarebbe l’immaginazione. Quando diventi il Sé e conduci la tua
esistenza al livello del Sé non-locale, tu entri in connessione con
tutto ciò che esiste, perché il Sé è la fonte di tutto ciò che esiste.
Verità, realtà, esistenza, consapevolezza, l’assoluto… chiamalo come
preferisci, ma è comunque la realtà suprema, la base di ogni essere
vivente. E tu sei tutto ciò, Svetaketu.

“Vivi a questo livello, e tutti i tuoi desideri si realizzeranno
perché non saranno più soltanto tuoi ma saranno in sintonia con i
desideri di tutto ciò che esiste.”

Svetaketu mise in pratica quello che aveva imparato, e diventò uno dei
più grandi veggenti della tradizione vedantica.

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