LE COSIDDETTE DIFFERENZE GENERANO LE GUERRE 2
di Sua Santità Bhakti Tirtha Swami
4. Il conformismo artificiale
Anche un’eccessiva unità, come quella che può nascere dal fondamentalismo, ha i suoi inconvenienti.
Se tutti si vestissero, parlassero e camminassero nello stesso modo, il mondo sarebbe un luogo
piuttosto monotono. Un’unità eccessiva è artificiale perché non permette alla gente di esprimere la
propria individualità. Soffoca la creatività e rende le persone vulnerabili agli abusi e al
fondamentalismo da parte dei loro leaders. Non permette loro di essere sé stessi ed essere
apprezzati per ciò che sono. […]
In alcune situazioni dovremmo stare particolarmente attenti al nostro modo di parlare con la gente.
In altre parole, ci sono persone che non sono capaci di seguire le regole se si allontanano da ciò
al quale sono abituati. Ad esempio, benché noi diciamo che non è buono essere settari, alcuni
religiosi non sono proprio capaci di seguire le regole di etica se non pensano che possiedono
l’unica verità. Benché si tratti eli uno stadio immaturo, al loro livello di evoluzione hanno
praticamente bisogno di pensare che la loro teologia, o il ramo religioso che stanno seguendo, sia
l’unica via per raggiungere la salvezza. Questa fede li aiuta a rimanere liberi dalle attività
peccaminose più grossolane. Benché questo tipo di mentalità non debba essere accettato come la
perfezione a volte la gente, in accordo al proprio stadio di evoluzione, deve pensare così.
Nonostante ciò, Srila Bhaktivinoda scrive a questo proposito: “Benché per sviluppare una fede ferma
può succedere ad una persona di pensare che gli insegnamenti degli acarya del proprio Paese siano
migliori degli insegnamenti degli acarya di altri Paesi, non si dovrebbe predicare una dottrina così
controversa e fonte di litigi. Non ne risulterebbe niente di benefico.” (Sri Caitanya-siksamrita
1/1)
Il fondamentalismo apre in effetti un’ampia possibilità di infliggere violenza alla gente perché è
un tremendo mezzo per controllare le loro menti. Riesce a far sì che le persone impegnino tutte le
loro energie per essere molto distruttivi. Incrementando lo studio dei culti, del terrorismo e del
controllo mentale, si spera che le persone miglioreranno anche la loro comprensione di come
diventare una persona spirituale e nello stesso tempo di rilievo. Altrimenti tutta la ricerca della
coscienza di Dio rimarrà solo a livello teorico. Gli spiritualisti devono essere compassionevoli,
mantenere i loro principi e anche altri rami islamici, quelli di rami cristiani verso altri gruppi,
e i culti del tipo “gruppi dell’odio” che vogliono semplicemente distruggere gli altri. Quando le
persone con questa mentalità hanno dei problemi personali, cercano di trovare qualcuno che funga da
capro espiatorio. Biasimano gli asiatici, gli ebrei, i mussulmani, i cristiani e così via. Questo
aumenta il senso di disordine e i veri problemi non vengono affrontati.
Quando i fondamentalisti sentono qualcosa che differisce dal loro indottrinamento, allungano
immediatamente il pugno. Ad esempio, i cristiani fondamentalisti proclamano veementemente che tutti
devono accettare il sangue del Cristo o saranno dannati al momento del giudizio. Essi se ne escono
con questo tipo di idee senza capire che questa filosofia manca di sensibilità perché distrugge così
tante altre persone che sono seriamente impegnate nella ricerca spirituale su altri sentieri. Queste
persone possono anche essere più serie nella loro dedizione sul loro sentiero di coloro che li
criticano o li condannano. Questo tipo di dogma e il fondamentalismo sono alcuni dei modi in cui le
entità negative hanno cercato di destabilizzare le istituzioni religiose. Alcune di queste persone
sono in effetti dei sabotatori di religioni che sono entrati nelle comunità spirituali con l’idea di
smantellarle.
In effetti, il settarismo non attacca solo altre religioni, ma attacca anche il proprio sistema. Il
Corano, 6:108, afferma: “Non ingiuriare coloro che pregano qualcuno diverso da Allah, a meno che
essi ingiurino fortemente Allah a causa della loro ignoranza. Così, di tutte le nazioni noi abbiamo
fatto in modo di accettare come validi i loro atti.” Questo significa che coloro che credono nel
Corano possono pregare il Signore come Allah, ma non dovrebbero abusare di coloro che chiamano Dio
con un altro nome. Chi pensa di poter accedere alla divinità soltanto per mezzo del loro particolare
nome di Dio sta letteralmente sabotando il paradigma spirituale ed è perfino disonesto verso la
propria teologia. Lo scopo della religione e della spiritualità è quello di sviluppare amore per
Dio, un punto che Srila Prabhupada enfatizza in un discorso del il 18 agosto 1974, dato a
Vrindavana, in India:
Se noi vogliamo veramente la pace, samprasidati, dobbiamo imparare ad arrenderci al Signore Supremo.
Non importa attraverso quale processo. Che sia con la religione indù o quella mussulmana o
cristiana, non importa. Noi religione mussulmana sia un po’ diversa dalla religione indù per ciò che
riguarda le cerimonie ritualistiche, ma in effetti vogliamo vedere se voi avete fatto progressi
nell’amare Dio. Non è che “Superficialmente sono molto progredito nella religione, ma non so come
amare.” Questa è la prova. Il devoto vuole vedere tutti felici. Non importa se egli è un Indù, o un
Mussulmano o un Cristiano. Non importa. Vogliamo vedere tutti felici.
Se tutti seguono felicemente la teologia che è loro prescritta, otterranno dei risultati fantastici
e sperimenteranno dei livelli di coscienza sempre più profondi.
5. Unità nella diversità
I problemi nascono sia da un’eccessiva individualità che dalla negazione dell’individualità. Troppa
unità vuole dire conformismo forzato o repressione, e troppa diversità vuole dire anarchia e caos.
Entrambe queste situazioni sono dei terreni favorevoli alla guerra. Abbiamo elencato precedentemente
alcune categorie di situazioni che producono la guerra oppure la pace. La diversità malsana, che
nasce laddove le persone non rispettano l’esistenza dell’altro e non apprezzano ciò che è comune a
tutti noi perché universale, produce conflitto e alla fine smantella le civiltà e le comunità.
D’altronde, anche il conformismo forzato porta ad un risultato simile. Ci impiegherà più tempo
perché le persone sono d’accordo a conformarsi a causa della pressione, per paura delle conseguenze.
Tuttavia, la loro creatività e la loro individualità saranno represse e ad un certo punto
inizieranno a voler sperimentare ciò che appartiene alla loro natura di essere umano, di persone.
Vorranno essere apprezzati e valutati sulla base dei loro propri bisogni e desideri individuali.
Non essere settari non significa che la gente debba abbandonare la propria identità l’identità è
inerente ad ognuno di noi ed è una parte naturale dell’esistenza. Ogni organizzazione ha
un’atmosfera particolare ma, nello stesso tempo, diventa pericoloso se un’organizzazione o un gruppo
di persone è così dogmatico da non poter apprezzare la verità quando si presenta sotto un’altra
torma. Se non usiamo l’intelligenza nell’analizzare e nel sintonizzarci spiritualmente, la nostra
fede e la nostra forza s’indeboliscono. Se la nostra fede non ha delle forti basi, saremo portati a
non essere coerenti, e questo, che sia in campo secolare o spirituale, causerà una mancanza di
concentrazione e di intensità delle nostre energie. Quando una persona è concentrata, che si tratti
di un avvocato, un architetto o uno spiritualista, ha più forza, più potenza per muoversi in mezzo
alle situazioni. Questo aiuta la persona ad essere più salutare e produttiva. Se una persona non
penetra oltre la superficie della sua fede e mantiene delle concezioni superficiali, si sentirà
naturalmente insicura confrontandosi con concezioni differenti. La persona allungherà naturalmente
un pugno e si difenderà da qualsiasi cosa diversa dalle proprie concezioni.
Per alcune persone, non avere cose precise da combattere significa dover cercare qualche differenza
per poter arrivare a situazioni dove uno sta “nel gruppo” o “fuori dal gruppo”, in modo da creare un
terreno fertile alle dispute. Se noi guardiamo in giro per il mondo troviamo gente che cerca in
tutti i modi di creare delle differenze. A volte le differenze sono molto evidenti come una lingua o
una religione rara, ma in altri casi le differenze sono minime. A volta le persone hanno frequentato
le stesse scuole, hanno fatture simili, parlano lo stesso linguaggio, hanno la stessa religione,
hanno le stesse abitudini alimentari, ma siccome un gruppo vive nel nord e l’altro nel sud, esse
permettono a questa differenza di essere causa di guerre. Howard Bloom dà una prospettiva profonda
su questo impeto a separare nel suo libro The global brain [Il cervello globale]:
Uno dei più potenti fattori che generano diversità tra gli uomini di oggi e tra gli animali è una
forza che Freud chiamava “il narcisismo delle piccole differenze.” Per semplicità, lo chiameremo un
“litigio creativo.” Individui molto simili tra di loro trovano delle lievi distinzioni e creano su
questa base una situazione infernale. Parafrasando il sociologo Emile Durkheim, una comunità di
santi potrebbe classificare come intollerabile un abito paradisiaco leggermente sfilacciato e
perseguitare coloro che Io indossano. Alla fine, coloro che sono considerati come disordinati
potrebbero cercare altri santi con la stessa tendenza alla trascuratezza e formare una setta
separata, destinata ad avere un futuro disordinato. Esiste una forma primitiva di quest’impulso che
ha preceduto noi ominidi: più gli insetti sono vicini in forma fisica e abitudini, più facilmente
diventano nemici.
Se noi rispettiamo la diversità e nello stesso tempo ci sintonizziamo con un genuino fulcro che
permette di avere l’unità, la diversità gioverà ad ogni persona e produrrà una sinergia. La
diversità permetterà ad ogni persona di sperimentare l’amore individualizzato e accrescerà la nostra
abiltà a dare di più, in un modo amorevole. Altrimenti vedremo sempre più persone rinchiudersi dal
punto di vista emozionale e psicologico. Di fatto, l’unità migliore consiste nell’essere consapevoli
di chi siamo realmente. Come esseri spirituali che passano attraverso esperienze materiali, noi
abbiamo un corpo fisico che può essere paragonato ad un vestito o a un travestimento.
Benché attualmente utilizziamo questi corpi, siamo tutti molto di più di semplici macchine
temporanee. Gli insegnamenti antichi e le grandi scritture del mondo c’insegnano che siamo molto più
di questa mera presenza fisica. Se iniziamo a connetterci maggiormente con la nostra reale identità,
potremo accedere a delle esperienze più elevate. In fondo, siamo dei semplici viaggiatori che
occupano temporaneamente questi veicoli o corpi.
da Movimento Iskcon Marzo/Aprile 2007
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