Le deviazioni delle tre forze dellanima
di Giovanni Peccarisio 18 aprile 2007
Autore dei libri: “Evoluzione storica della coscienza” e “Ereditarietà ed individualità”
Lergersi nella verticalità, con limparare a camminare, parlare, pensare sono le tre acquisizioni
che in sommo grado differenziano lessere umano dallanimale.
Queste prime tre conquiste della vita terrestre permettono alluomo di andare oltre lanimalità.
Se la conquista di queste caratterizzanti funzioni avviene in modo incompleto, distorto o molto
carente, ciò comporterà linsorgenza di difficoltà nel superare le caratteristiche che ancora
allinizio della vita il bambino ha in comune con lanimale, quale residuo dei processi embrionali
filogenetici. Per questo motivo bambini in difficoltà o disabili tendono, in determinate situazioni,
a manifestazioni tendenti allanimalità.
Poiché per motivi karmici non hanno potuto superare il passato filogenetico, subiscono una o più o
meno accentuata animalizzazione del corpo fisico, con conseguente vegetalizzazione dellespressione
dellAnima e meccanizzazione delle manifestazioni dello Spirito.
Essendo lAnima mediatrice fra Corpo e Spirito, oltre a subire la basilare situazione patologica di
vegetalizzazione, che si evidenzia in meri processi di crescita, nutrizione, riproduzione, essa
subisce anche influssi deviati che investono tutto il suo organismo, comprese le sue tre forze di:
Pensare, Sentire, Volere.
Corpo à Animalizzazione
Anima à Vegetalizzazione
Spirito à Meccanizzazione
Volere à Animalizzazione
Sentire à Vegetalizzazione
Pensare à Meccanizzazione
Lanimalizzazione dellattività animica del Volere si evidenzia maggiormente, rispetto le altre due,
per unattività istintuale più accentuata del normale.
Gli istinti umani hanno una naturale comunanza con quelli animali ma, nel caso degli istinti umani,
ne esistono di varie specie che possono essere classificati ad esempio come: nobili (istinto
materno), naturali (impulso sessuale, di sopravvivenza), bassi (accentuazione smodata di quelli
naturali).
Nel caso degli animali invece gli istinti non sono classificabili in quanto anche quelli che dal
punto di vista umano possono sembrare istinti feroci, in realtà sono istinti naturali poiché
lanimale, non avendo un Io individuale, non è in grado di dominarli.
Tutto ciò però è giustificato dalla costituzione del suo essere.
Quando vi siano delle difficoltà che lorganizzazione dellIo incontra nel compenetrare un corpo
fisico non compiutamente sviluppato, si possono manifestare deviazioni in eccesso o in difetto nelle
tre forze dellAnima.
Il Volere, quella parte del Volere che cade al di fuori dellattività dellIo, se non è
sufficientemente guidato da un Io, si manifesterà nel proseguo della vita, come impulsi dellIo
inferiore, che naturalmente e filogeneticamente sono istintuali e animali nel senso più puro del
termine.
Tutti gli esseri umani, anche i più elevati spiritualmente, possiedono questi impulsi istintivi. Il
primo e più importante passo per sollevarsi al di sopra del mondo degli istinti è quello di non
permettere di invadere in modo eccessivo la vita cosciente, ma di far sì che gli istinti rimangano e
continuino ad essere a servizio della vita biologica e quindi al loro giusto posto.
Il superamento o meglio la sublimazione del mondo istintivo differenzia luomo dal suo fratello
minore: lanimale.
A causa della strettissima e naturale interdipendenza fra la parte fisica e quella animica e
spirituale, ad un corpo imperfetto corrisponde una disequilibrata attività animica, che si manifesta
in primo luogo in una difettosa interazione fra le tre forze dellAnima: quelle cioè del Pensare,
Sentire e Volere.
Questo processo, come già accennato ha luogo nel caso di bambini disabili o in difficoltà.
Il rapporto corpo fisico à Volere però non ha soltanto questa direzione, ma anche quella inversa di
Volere à corpo fisico.
E da tenere presente quindi che non solo un corpo malformato agisce sul Volere inceppandolo, ma in
uguale misura unattività volitiva disarmonica, sgraziata nei movimenti o mossa da impulsi dellIo
inferiore si ripercuote altrettanto negativamente sul corpo fisico.
In questultimo caso unanimalizzazione dellattività volitiva può comportare, perdurando nel tempo,
malattie nel corpo fisico.
Le varie espressioni animalesche delle cosiddette danze moderne, lo spregio e limpoverimento
costante di contenuti nelluso della Parola, gli incontrollati impulsi dellIo inferiore, il
mangiare cibi qualitativamente scadenti o bere smodatamente alcolici, lusare eccitanti o droghe, lo
svilire listinto del sesso e via dicendo, tutto ciò indebolisce il corpo fisico partendo dal
sistema del ricambio. Esso, poiché è in diretto rapporto allespressione animica della volontà si
esprimerà a sua volta compiendo movimenti sgraziati e incontrollati, manifestazione di impulsi
istintuali inferiori.
Se lanimalizzazione del corpo a livello animico si evidenzia soprattutto nellattività volitiva, la
vegetalizzazione dellAnima investe primariamente il mondo dei sentimenti ed anzi ha in esso il suo
fulcro. Quando lAnima è costretta in una situazione di vita vegetativa, allora è costretta a
rivolgersi quasi esclusivamente ai bisogni primari: crescita, nutrizione, riproduzione.
Questa è proprio la caratteristica, peculiare condizione del mondo vegetale anchessa legittima
entro i propri confini, non più giustificata però se la vegetalizzazione diventa predominante nel
regno animale e tanto meno in quello umano.
Quando nellessere umano, ad esempio, la brama del cibo (nutrizione) diventa prevalente, eccessiva,
ciò causa un continuo sovraccarico del processo digestivo che tiene costantemente impegnate troppe
energie vitali nella parte bassa dellorganismo.
Per questo motivo lattività conoscitiva non ha a disposizione sufficienti energie per rivolgersi
convenientemente ai processi della coscienza con la conseguenza di farla diventare perciò
obnubilata.
Per raggiungere un normale livello di coscienza occorre coltivare conoscenze che si sollevano al di
sopra dei meri processi vitali, cui devono collegarsi sentimenti che vivificano e colorano il mondo
interiore.
Vincolare la coscienza, che è in diretto rapporto allIo, ai puri processi organici, porta come
conseguenza uno spegnimento dei sentimenti i quali, rivolgendosi allora verso il basso e perciò
verso la natura inferiore, si vegetalizzano nei processi digestivi (nutrizione), assimilativi
(crescita), sessuali (riproduzione).
La meccanizzazione dello Spirito infine risulta essere determinata dalle deviazioni subite dal Corpo
(animalizzazione) e dallAnima (vegetalizzazione) la cui manifestazione, come per il Corpo così
anche per lo Spirito, avviene nel mondo dellAnima tramite una delle sue tre forze: il Pensare.
Esso, fra tutte le capacità possedute dalluomo, permette laccesso e laccoglimento delle
comunicazioni del Mondo dello Spirito in due modi: cosciente o naturale.
Il rapporto con lo Spirito può essere voluto coscientemente, quando è determinato da una disciplina
meditativa oppure naturale quando, tramite il cervello, si percepiscono pensieri.
Il cervello fisico non può produrre in nessun modo i pensieri la cui natura non é fisica, materiale
bensì spirituale: perciò il cervello può solamente percepire i pensieri.
LIo nelluomo è una cellula dello Spirito Cosmico e la sua azione cosciente può avvenire
soprattutto usando come strumento i pensieri; di conseguenza la qualità dellazione dellIo è
direttamente proporzionale alla qualità dei pensieri che si collegano allinteriorità umana grazie
alla vita dellAnima, il cui strumento principale è il pensare.
Il pensare però non vive una sua vita autonoma e indipendente allinterno dellAnima; esso è
condizionato o sostenuto dalle altre due forze del Sentire e del Volere.
Quando queste ultime due sono malate nel senso sopradescritto ossia animalizzazione della Volontà e
vegetalizzazione dei Sentimenti, i contraccolpi sul Pensare sono inevitabili.
In tal modo i pensieri vengono bloccati sulle limitatezze delle altre due forze dellAnima, finendo
per esprimere prevalentemente la povertà delle espressioni volitive e di sentimento.
Ciò comporterà come conseguenza una limitata capacità dellattività del pensare nel saper esprimere
concetti o rappresentazioni; essendo quindi il pensare vincolato e condizionato da un Sentire e
Volere malati, ne conseguirà che lAnima (e quindi lessere umano) possederà un ristretto numero di
pensieri.
La ristretta quantità e qualità di pensieri portano alla conseguenza di esaurire in breve tempo la
manifestazione dellattività pensante con un subitaneo ritorno ai medesimi pensieri, creando in
breve un circolo vizioso.
Il ritmo dei pensieri diverrà cadenzato e battente, un continuo uguale, un vero e proprio ad
libitum. Tutto questo processo lo si può a ragione denominare pensiero meccanico o meccanizzazione
dello Spirito.
Risulta però più esatto il dire che, essendo lo Spirito per sua natura intangibile, viene
meccanizzata lespressione dello Spirito nelluomo che si manifesta nellattività animica del
Pensare.
Diventa quindi fondamentale nellattività educativa tenere nel debito conto lo sviluppo e
larmonizzazione delle tre forze dellanima, soprattutto nei primi tre settenni.
Occorre tener presente che la Volontà si conforma in statu nascendi soprattutto nel primo settennio
compreso tra la nascita e linizio della seconda dentizione tramite lesplicazione di un sano
movimento corporeo (gioco libero) ed un movimento animico (sviluppo della fantasia).
Mentre per quanto riguarda il Sentire, (mondo dei sentimenti) la maturazione di questultimo avviene
allincirca nel secondo settennio, nel periodo compreso fra la seconda dentizione e linizio della
pubertà e lo strumento educativo principale è lattività artistica.
Infine soltanto dopo linizio della pubertà linsegnamento e leducazione possono appellarsi alle
forze di pensiero più pienamente ed intensamente rispetto ai due settenni precedenti.
Giovanni Peccarisio
Maestro Scuola Waldorf, laureato alla Libera Università della Scienza dello Spirito al Goetheanum
di Dornach (CH). Autore dei libri: Evoluzione storica della coscienza e Ereditarietà ed
indirividualità
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