Le FAQ sulla Meditazione

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Le FAQ sulla Meditazione

Risposte alle domande più frequenti sulla meditazione (F. A. Q.)

di Anonimo

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(In questa pagina rispondiamo, seppur in modo sintetico, ad alcune delle domande più frequenti sulla
meditazione)

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< Sommario F.A.Q >

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Che cos’è la mente?

Che cos’è la meditazione?

Che cos’è la consapevolezza?

Che cos’è lo stato meditativo?

Quali sono gli scopi della meditazione?

Come si medita?

Perché meditare?

Perché lo “stato meditativo non è la condizione normale di ogni essere umano?

Esistono altre tecniche di meditazione oltre quelle descritte in meditare.it?

La meditazione è un mezzo per arrivare alla consapevolezza delle sensazioni

e delle emozioni o qualcosa di più?

Contemplazione e meditazione sono diversi livelli di comprensione o cose di significato
diverso?

Come superare il livello della comprensione profonda dell’impermanenza e spingersi oltre,
superare la paura e il panico di conoscere la verità?

Attraverso la meditazione potrei trovare una soluzione al problema dell’ansia…?

Chi ha ha creato il mondo, qual’è l’origine dell’universo?

Qual’é il luogo più idoneo per meditare?

Trovo molto scomoda la posizione da seduto. E’ possibile meditare in
posizione supina?

Mi sembra di percepire una qual certa nuova energia. Che sarà mai?

Qual’è il comportamento pratico che più favorisce la meditazione?

Devo cambiare religione? Serve aver fede?

Che cos’è la via spirituale?

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– Che cos’è la mente? –

La mente è il risultato del movimento del pensiero nel tempo. Essa diventa ciò che pensa e può
creare qualsiasi cosa, qualunque illusione. Non è un’entità astratta o separata dal corpo: la mente
siamo noi, ovvero la coscienza.

– Che cos’è la meditazione? –

La meditazione è un esercizio di attenzione vigile e rilassata che comporta osservazione. Essa è
finalizzata essenzialmente ad ottenere una padronanza della mente tale da consentire una versatile
presenza di spirito. Meditare equivale ad essere consapevoli di ciò che si sta facendo in quel
determinato momento. Tuttavia non basta essere vagamente consapevoli per raggiungere speditamente lo
stato meditativo.

– Che cos’è la consapevolezza? –

Consapevolezza è essere coscienti nel momento presente. Un modo intuitivo per descrivere meglio tale
circostanza è il seguente: quando sorridi diventi il sorriso; se corri non c’è più distinzione tra
te e il correre, ma diventi la corsa; e se ami sei l’amore. Pertanto, consapevolezza significa
essere presenti sia a se stessi che alle proprie azioni nel momento stesso in cui si compiono senza
discriminazioni o divisioni che ci separino dalla realtà, da ciò che è.

– Che cos’è lo stato meditativo? –

Lo stato meditativo è quella condizione di pura consapevolezza che si rivela al di là del consueto
flusso di pensieri. Quando il corso dei pensieri si attenua e si affievolisce subentra il silenzio,
la non-mente.

– Quali sono gli scopi della meditazione? –

La meditazione non ha uno scopo. E’ fine a se stessa. E’ come un gioco allegro e spensierato e ti
restituirà quel che gli darai. Se sarai serio ti ridarà serietà. Se amerai, riceverai amore …

Tuttavia, da un punto di vista pratico, gli scopi della meditazione sono:

a) rallentare il flusso dei pensieri;

b) superare l’identificazione con la mente nel senso di non subire più passivamente qualunque
pensiero, divenendo così, almeno in parte, gli artefici consapevoli del proprio destino;

c) apprendere una modalità di comprensione sintetica e non più esclusivamente analitica, acquisire
la conoscenza intuitiva, divenire consapevoli dell’origine, percepire la nostra natura essenziale,
incontrare Dio.

– Come si medita? –

Nella meditazione il fattore determinante e irrinunciabile è l’attenzione. L’attenzione sulla
respirazione, così come viene descritta nella pagina meditazione… è uno dei metodi più diffusi e
noti per raggiungere sollecitamente lo stato meditativo.

– Perché meditare? –

Abbiamo smarrito il senso di giustizia. L’adattamento alla routine comporta sovente l’adeguarsi ad
un mondo che ci lascia insoddisfatti. Certo, gli umori sono periodici, ma l’amore per l’equità è la
molla occulta che ci sospinge a cercare un modus vivendi meno aleatorio. In modo tale, cioè, da
sconfiggere le nefandezze dell’iniquità. Meditare, dunque, per stare meglio con noi stessi come con
gli altri.

– Perché lo “stato meditativo” non è la condizione normale di ogni
essere umano? –

Così chiese una navigatore naufrago. Il concetto di normalità è chiaramente relativo e potrebbe
essere confuso con la tendenza all’omologazione culturale. In effetti, lo stato meditativo è una
condizione naturale. Quando la mente, che siamo noi e non un qualcosa di diverso, o alieno, smette
di essere adoperata come uno strumento passivo, ma diviene creativa e dinamica, può interagire con
gli stimoli esterni solo se necessario. Come vedete non vi è nulla di particolare. Si tratta solo di
ristabilire la naturale alternanza tra riposo, o quiete e attività, evitando, metodicamente, la
routine spasmodica, che risucchia la propria coscienza in un vortice di impegni che comportano
adesione eccessiva, stress, identificazione, smarrimento degli obiettivi essenziali. Per di più si
potrebbe anche supporre che gli esseri umani non abbiano ancora attuato, esplorato o sviluppato
tutto il loro potenziale evolutivo e creativo.

– Esistono diverse tecniche di meditazione?

Si, numerose, ma bisogna evitare le improvvisazioni; non fidarsi delle sette e riconoscere gli
opportunisti. Se non si è più che certi, meglio seguire le istanze meditative della tradizione
religiosa verso cui si prova più attrazione, o sintonia.

– La meditazione è un mezzo per arrivare alla consapevolezza delle
sensazioni e delle emozioni, o qualcosa di più? –

Molto di più. Considera anche solo uno dei vantaggi che ti offre. Essa consente di stabilire una
equa distanza dagli eventi della vita. Cioè permette di partecipare attivamente, ma senza rimanerne
coinvolti psicologicamente. Nel senso che la sudditanza alle sensazioni svanirà gradualmente.

– Contemplazione e meditazione sono diversi livelli di comprensione,
o cose di significato diverso? –

Contemplazione e meditazione non sono livelli di comprensione. Contemplare equivale a “pensare in
una certa direzione”. Si potrebbe anche dire che le attività scientifiche non possono prescindere
dalla contemplazione. Il passo naturalmente successivo è la concentrazione. Essa consiste nel
soffermarsi su di un punto solo. Quando la concentrazione raggiunge un tale livello d’ intensità da
non consentire più alcun pensiero si manifesta la qualità di coscienza indicata come stato
meditativo o non-mente. Sarà bene precisare che queste sono solo definizioni e non una tecnica.

– Come superare il livello della comprensione profonda dell’impermanenza
e spingersi oltre, superare la paura e il panico di conoscere la verità? –

Quale verità? Se non la incontri come fai a sapere che esiste davvero? D’altra parte, se tu l’avessi
percepita anche per una frazione di tempo infinitesimale non faresti questa domanda perché sapresti
ch’essa comporta tutt’altro che panico e paura. Questi ultimi, semmai, sono il risultato di ciò che
hai letto, sentito dire, ovvero della tua ritrosia a cambiare, nonostante ne avverti la necessità e
del tuo attaccamento alle consuetudini, di cui ne intuisci chiaramente l’impermanenza. Per superare
tutto ciò è inutile speculare intellettualmente; infatti, l’unica comprensione profonda possibile
consiste nella capacità d’intuire che qualunque contemplazione filosofica (speculazione) è, di per
se stessa, inutile.

– Attraverso la meditazione potrei trovare una soluzione al problema
dell’ansia, un equilibrio per una mia pace interiore?

La meditazione non è una terapia per curare l’ansia. Suggerisco, innanzitutto, di ricorrere alla
scienza medica ufficiale. Tuttavia, attraverso la meditazione potresti anche provare a risolvere il
problema, che in realtà non è tuo, ma così diffuso da sembrare un problema sociale. L’eventuale
beneficio sarebbe, comunque, solo indiretto.
Tu hai parlato di pace interiore. Ebbene, la serenità può essere, sì, conquistata mediante una
disciplina, ma purtroppo, se ricercata come obbiettivo primario della pratica meditativa, diventa
quasi inafferrabile.

Allora, anche se, abituati come siamo ad eseguire qualunque incombenza solo se finalizzata ad uno
scopo, tutto ciò potrebbe sembrarti inutile, medita “per gioco”. Cioè, non come se fosse un impegno
gravoso, indifferibile, un affare di stato, bensì un passatempo. Non attenderti nulla. E un giorno,
chissà … I “semi” della meditazione germogliano sempre, ma non sappiamo quando.

– Chi ha ha creato il mondo, qual’è l’origine dell’universo? –

Il mondo è sempre esistito e sempre esisterà.

– Qual’é il luogo più idoneo per meditare? –
Si può meditare a casa, in un giardino, in cima a un monte, dove ti pare, dove riesci ad avere un
po’ di privacy, senza essere disturbato/a per tutto il tempo che desideri.

– Trovo molto scomoda la posizione da seduto. E’ possibile meditare in posizione supina? –

La posizione supina può essere adottata, come alternativa a quella eretta, solo in caso di vero
impedimento fisico. Tuttavia, star seduto nella posizione classica (o del loto) non è
indispensabile. Prova ad accomodarti su di uno sgabello, senza schienale. Comunque puoi sempre
procedere per tentativi, perché non esistono regole precise ed univoche. Attento a non
addormentarti.

– Mi sembra di percepire una qual certa nuova energia. Che sarà mai? –

Nulla di metafisico o esoterico, nulla di magico o trascendente. Le tue energie naturali si
risvegliano, diventano meno sopite o represse, le tue capacità di adattamento migliorano. Riesci a
percepire, osservare e valutare gli episodi che ti riguardano con più calma e serenità di giudizio,
per ciò che sono realmente, rispettandone la fattispecie. Inizi a sentirti più libero, meno confuso
e suggestionabile. Non appena ti abituerai tali novità non saranno più insolite e il tutto ti
sembrerà semplicemente normale.

– Qual’è il comportamento pratico che più favorisce la meditazione? –

Perseguire l’equilibrio.

– Devo cambiare religione? Serve aver fede? –

Professa la religione che preferisci. D’altronde, è impossibile aver davvero fede in ciò che si
conosce solo idealmente. Ci si può illudere, per convenienza, conformismo, suggestione; oppure
essere sopraffatti dalla propaganda, dagli insegnamenti ricevuti durante la crescita e in tenera
età, ma la Verità che è comprensione, reciprocità, amore, compassione, rimarrà sempre inalterata.

– Che cos’è la via spirituale? –

Tutta la vita è sacra, spirituale. Ciò nondimeno, la convinzione della parte che pretende di essere
il tutto genera la pseudoentità definita ego. La via spirituale è l’abbandono spontaneo dell’ego.

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