Le forme pensiero incidono sulla qualità della nostra salute

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Le forme pensiero incidono sulla qualità della nostra salute

28 febbraio 2016

Quando una persona è molto ansiosa o depressa, è probabile che la malattia, oltre ad agire a livello
psicologico, scateni una serie di sintomi fisici.

La nostra mente è tanto potente da permetterci di influire sul nostro stato fisico. Negli ultimi
anni abbiamo visto come la porta tra corpo e mente si apre di pari passo, essendo queste due parti
relazionate in modo molto più stretto di quanto possiamo immaginare.

Tutti noi ci siamo ammalati e abbiamo avuto la sensazione che la malattia fisica provocasse una
sorta di “incarceramento” della nostra mente.

La sentivamo più pigra e pesante del solito, si rifiutava quasi di pensare.

Gli studi effettuati negli ultimi anni ci dicono che uno stato di benessere mentale si associa ad
uno stato fisico migliore, tanto dello stato reale dello stesso, quanto della percezione che abbiamo
di esso.

Sembra che l’ordine e la speranza che dimorano nelle nostre idee abbiano la capacità, tramite il
funzionamento del nostro sistema nervoso, di trasformarsi in un migliore stato fisico.

Spiegato al contrario, questo significa che siamo più inclini a contrarre malattie quando la nostra
mente è squilibrata, ovvero che l’ansia e la depressione sono malattie mentali che possono
contribuire alla comparsa di sintomi fisici indesiderati.

Come funziona il processo di trasformazione?

Pensiamo per un attimo a quei momenti in cui ci sentiamo ansiosi. Il nostro cuore inizia a battere
più forte e più velocemente del solito, le nostre mani iniziano a tremare e, spesso, si inizia a
sudare.

Tutti questi sono sintomi che compaiono perché è la nostra mente che fa muovere il nostro corpo,
alterando le costanti in un modo simile a quando cominciamo a fare attività fisica.

Tuttavia, c’è una differenza molto grande: l’esercizio non si produce. Il corpo difficilmente può
liberarsi di tutta quell’energia che si sta producendo e che comporta una pressione enorme sul
nostro sistema nervoso.

Le vene e le arterie che si diramano nei nostri muscoli si dilatano appena e, inoltre, il nostro
cuore inizia a pompare moltissimo sangue.

Cosa succede allora?

Immaginate che una moltitudine di macchine circolino in autostrada e che, improvvisamente,
l’autostrada finisca e tutte le macchine debbano passare per una strada secondaria. Il risultato è
un collasso quasi sicuro.

È la stessa identica cosa che succede al nostro corpo.

Abbiamo un cuore che invia macchine e macchine, e il resto del corpo incapace di assorbirle. Se
questa situazione persiste per poco tempo o non è particolarmente intensa, l’ingorgo poco a poco si
risolve.

Tuttavia, quando l’intensità è continua e molto forte, possono scaturirne gravi danni.

Una delle relazioni più evidenti è quella del funzionamento del nostro sistema cognitivo con la
forza del nostro sistema immunitario.

Quando la nostra mente non funziona bene, è molto comune che si rivolti contro lo stesso corpo e che
potenzi internamente qualche attacco che si ripercuoterà all’esterno.

In questo senso, la nostra mente è come un computer e il nostro sistema immunitario un antivirus. Se
il nostro computer funziona male, disattiva l’antivirus, rendendo l’accesso dei virus molto più
facile.

Questa debilitazione, inoltre, non si presenta quando soffriamo di stress, ma quando lo stress
scompare.

Che ruolo svolge il nostro cervello?

Non bisogna dimenticare che, dietro le nostre idee e i nostri pensieri, esiste un collegamento
chimico con il nostro sistema biologico. Una struttura fondamentale è l’ipotalamo, che svolge un
ruolo molto importante nella regolazione ormonale.

La peculiarità di questa piccola struttura è che è tremendamente reattiva di fronte ai nostri
pensieri, che si tratti di ricordi, interpretazioni di stimoli presenti o anticipazioni di fatti
futuri.

Così, il nostro ipotalamo può svegliarci in modo da agire più velocemente, rilassarci per
addormentarci o potenziare la sensazione di piacere.

Che influenza ha la nostra condotta?

Fino ad ora abbiamo parlato di come la mente può influire in maniera diretta sul nostro corpo, ma
non dobbiamo dimenticare qualcosa di altrettanto importante, quanto si verifica tramite la nostra
condotta. Facciamo un esempio:

Tutti attraversiamo tappe della vita che non sono particolarmente allegre o motivanti. Difatti,
anche se non abbiamo mai sofferto di depressione, alcune delle sensazioni che sperimentiamo durante
questi periodi assomigliano a quelle che si producono quando si soffre di questa malattia, anche se
è più comune che non siano tanto intense, né ripetitive.

Ebbene, in questi periodi una delle cose che facciamo è abbandonare alcuni aspetti della nostra cura
personale. In questo senso, uno dei è la dieta. Sacrifichiamo gli alimenti che ci piacciono meno e
che solitamente sono i più sani a favore di quelli che ci danno piacere.

Perché lo facciamo? È una questione di equilibrio. Tramite il gusto, proviamo ad ottenere il piacere
che ci sembra di aver perso in altri aspetti della vita.

Sfortunatamente, l’immagine delle ragazze delle serie televisive sedute sul sofà, che mangiano
vaschette intere di gelato dopo una rottura amorosa, è reale.

È il nostro modo nocivo per far si che l’ipotalamo restituisca alla nostra mente la sensazione di
benessere che abbiamo perso. È il nostro modo per evitare che compaiano pensieri negativi. Un modo
controproducente per la salute del nostro corpo.

Tuttavia, la perdita di questo equilibrio non è l’unico motivo per cui trascuriamo la nostra dieta.
Un altro fattore importante è che con la tristezza perdiamo la motivazione.

Le ragioni (i pensieri) che prima ci sembravano importantissime per prenderci cura di noi stessi,
adesso possono essere passate in secondo piano rispetto a ciò che ha provocato in noi tristezza e ci
tormenta.

Azioni che prima ci sembravano quotidiane, adesso sembrano costarci care. Cerchiamo di semplificare
la nostra routine, come andare al supermercato una volta usciti da lavoro, sostituendolo con una
pizza a domicilio, di gran lunga più semplice.

Il rovescio della medaglia

Fino ad ora abbiamo parlato di come i pensieri negativi ci debilitano, ma esiste, come in ogni cosa,
il rovescio della medaglia. Vari studi realizzati su persone malate hanno dimostrato che un
atteggiamento mentale positivo ha reso possibile un pronostico di miglioramento.

Questo può avvenire grazie all’azione diretta dei pensieri tramite la biochimica corporea oppure
tramite l’intervento di strumenti di controllo della malattia, come la realizzazione di esercizio
fisico o la cura della dieta.

Vi invitiamo a prendervi cura al massimo della vostra salute mentale, perché, tramite questa,
animerete il resto del vostro corpo. Che ne dite, ne vale la pena?

Fonte: viverepiusani.it

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