di Gianni Vita
INDICE
PREMESSA
LE LEGGI QUALI LEGGI?
LA LEGGE DELL’ENERGIA
LA LEGGE DELL’EVOLUZIONE
LA LEGGE DELLA CREAZIONE
LA LEGGE DI ATTRAZIONE
LA LEGGE DEL KARMA
LA LEGGE DEL DHARMA
LA LEGGE DELLA RESISTENZA
LA LEGGE DEL LAVORO
LA LEGGE DELLA MEDAGLIA
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LA LEGGE DELL’ENERGIA
La legge dell’energia è ormai nota alla scienza:
“tutto è energia”
La materia non è che energia condensata, compressa in quantità enorme.
La scienza e la tecnologia sono ormai da decenni in grado di
trasformare la materia in energia e viceversa. Però tali
trasformazioni sono ancora a livello piuttosto grossolano e semplice,
nel senso che si può trasformare la materia in energia utilizzabile
solo in forma libera, per scopi distruttivi, o in forma sommariamente
controllata, per produrre calore e quindi energia elettrica; la
trasformazione inversa è limitata alla materializzazione di elementi
semplici. Entrambi i processi necessitano per ora di grandi
macchinari.
E si potranno fare delle trasformazioni più elaborate?
La tradizione orientale e la spiegazione dei “miracoli” anche
occidentali ci indica che la mente umana è in grado di operare da sola
delle trasformazioni assai più complesse e senza alcuna macchina. Per
ora questa facoltà è riservata a pochi uomini particolarmente evoluti,
i quali possono materializzare oggetti anche complessi apparentemente
dal nulla, ma probabilmente condensando energia. Analogamente possono
smaterializzare oggetti ed anche corpi viventi, per trasferirli da un
luogo ad un altro.
Le leggi hanno spesso dei corollari.
Cos’è un “corollario”?
Un corollario è una sotto legge, che discende e consegue dalla legge
principale, indicando una sua applicazione particolare.
Un corollario importantissimo di questa legge è che:
l’energia dell’universo possiede una forma d’intelligenza
per cui la creazione non è caotica, ma forma organismi di complessità
e funzionalità tali che neppure i più grandi scienziati sono in grado
non dico di inventare, ma nemmeno di copiare gli organismi viventi.
L’energia è anche quella che mantiene in vita tutti gli organismi, che
la assorbono dai cibi, ma anche – come ci insegna lo yoga ed altre
tradizioni orientali, relative al prana, o “ch’i” – dal sole, dall’
acqua, dagli altri organismi e dalle altre persone.
E come si trae l’energia da queste fonti?
Dal cibo e dall’acqua: come insegna lo yoga, si trae masticando bene i
cibi e sorseggiando l’acqua, mentre pensiamo e sentiamo di estrarne
l’energia; infatti un altro corollario della legge dell’energia è:
“L’energia segue il pensiero”
Per ottenere la massima energia dai cibi è bene usare cibi freschi e
crudi, dato che la cottura, così come la conservazione ed il
congelamento, disperdono buona parte dell’energia dei cibi. Evitare
anche l’acqua minerale e conservata in genere: meglio quella corrente.
Il sole specialmente, che è la fonte primaria dell’energia in tutto il
suo sistema planetario, è la fonte più agevole da utilizzare. Per
farlo, si può esporsi, con le braccia alzate, dritte sopra il capo, o
piegate, con le mani dietro la nuca. Anche i boschi ci forniscono una
forma di energia, che si può apprezzare passeggiando tra gli alberi e
sentendoci a nostro agio. Evitiamo, però di andarci e comunque stare
all’aperto nei giorni umidi e piovosi, perché l’umidità tende a
scaricare la nostra energia, così come favorisce la dispersione di
energia elettrica.
Ecco perché probabilmente il tempo piovoso viene chiamato “brutto
tempo”, anche se, di per sé, la pioggia è necessaria quanto e più del
sereno. Forse la gente, senza rendersene conto a livello conscio,
percepisce il disagio dell’umidità.
Un’altra osservazione è quella della contrapposizione tra luce ed
oscurità: non è nozione comune quella secondo cui la luce è buona e
positiva, mentre l’oscurità è tenebrosa, negativa, pericolosa?
Coloro che vi si applicano sono in grado di raccogliere energia dal
sole e dall’etere e canalizzarla verso altri organismi: è quello che
si manifesta nella pranoterapia, bioenergetica, Reiki e simili.
L’energia assume anche la forma dell’Amore: l’Amore vero è un’energia
che sgorga prorompente dal quarto chakra delle persone evolute; esso è
altruistico e disinteressato.
L’Amore è la base ed il motore di tutto l’Universo.
LA LEGGE DELL’EVOLUZIONE
La legge dell’evoluzione è anch’essa nota alla scienza fin dal
diciannovesimo secolo, grazie a Darwin. Essa ci mostra che:
” tutto il creato è in continua evoluzione”
attraverso i millenni, dagli organismi più semplici verso quelli più complessi.
Non tutti si rendono conto che l’evoluzione spontanea ed intelligente
del creato è tanto più sorprendente in quanto, invece, i manufatti
umani – sebbene progettati e realizzati con intelligenza – non solo
non evolvono da soli, ma, se non sono ben mantenuti, finiscono per
degradare e dissolversi col tempo e le intemperie. Quante costruzioni
nuove ed abbandonate abbiamo visto in televisione sgretolarsi e
riempirsi di erbacce?
Naturalmente l’evoluzione non è solo materiale e fisica, ma anche
psichica e spirituale.
Secondo le tradizioni iniziatiche i minerali evolvono verso i
vegetali; i vegetali evolvono verso gli animali, che poi hanno
prodotto il corpo umano. L’uomo poi evolve continuamente da livelli
bassi verso quelli sempre più elevati e tutti gli organismi vivono
sulla Terra in commistione. E’ esperienza comune quella di incontrare
persone di ogni livello psicologico e spirituale. Quelli più evoluti
sono di aiuto ed esempio per gli altri.
LA LEGGE DELLA CREAZIONE
La legge della creazione l’abbiamo – in un certo senso – già adombrata:
“La mente è in grado di creare ciò che pensa”
Questo è un fatto che si manifesta ordinariamente nel mondo astrale,
dove tutto funziona ad una frequenza più elevata. Ogni entità crea
continuamente quello che desidera e di cui ha necessità, col solo
fatto di pensarlo; questo sostengono tutti i sensitivi, che hanno
avuto la possibilità di intravedere la vita nell’Aldilà. Sulla Terra
questa funzione è assai più rara e riservata a pochi individui più
avanzati.
Però questa legge opera – più lentamente e moderatamente – per tutti;
infatti se noi cominciamo a pensare in modo persistente e focalizzato
ad un progetto (una casa, una macchina, un’impresa, o altro) col tempo
esso si realizzerà: non dal nulla e per incanto, ma attraverso la
nostra azione, agevolata e potenziata dal pensiero. Quest’ultimo ci
guiderà inconsciamente a notare e cogliere le opportunità per ottenere
ciò che desideriamo.
Del resto c’è un motto che dice “Pensa in grande” (in inglese: “think
big”), riferendosi ai progetti che uno fa; questo non conferma l’idea
che il pensiero ottimista generi buoni risultati?
LA LEGGE DI ATTRAZIONE
La legge di attrazione è una delle leggi più importanti, anche se
ignorata dai più; essa consiste nel fatto che:
” i simili si attraggono spontaneamente”
e che ciò che pensiamo ci viene incontro.
Perciò persone con energie compatibili vengono attratte l’una verso l’altra.
Come si è “compatibili”?
La compatibilità può venire da somiglianza di interessi e livello
evolutivo, o da associazioni che quelle persone ebbero in vite
passate, per cui abbiano deciso di rincontrarsi nella vita attuale.
E come ci viene incontro ciò che pensiamo?
La spiegazione è analoga a quella della legge della creazione:
pensando insistentemente ad una cosa, essa si manifesta, ci viene
incontro. Attenzione però, che questo accade sia che noi la
desideriamo, sia che la temiamo; quindi non bisognerebbe temere o
respingere nulla, ma pensare sempre positivamente, prefigurandoci la
situazione che desideriamo.
Forse per questo motivo, senza rendercene conto, quando qualche
persona cara si trova in difficoltà, siamo portati a confortarla con
prospettive positive, dicendole che presto tutto si risolverà per il
meglio; distraendola così da pensieri negativi, favoriamo la soluzione
dei suoi problemi.
Ma sei sicuro? Io non mi rendo conto di creare alcunché!
Ci sono delle tecniche per aumentare la probabilità di successo del
pensiero positivo e far funzionare la legge di attrazione a nostro
favore. E’ utile, per esempio, associare ai pensieri positivi delle
visualizzazioni di come sta diventando la situazione; possiamo
aggiungerci delle sensazioni, richiamate alla mente da esperienze
positive trascorse; possiamo anche scrivere quello che desideriamo si
stia per realizzare.
Tutto va fatto come se il desiderio si stesse attuando, non come se lo
sperassimo, o ce lo augurassimo per un domani. Tuttavia è bene sapere
che l’attuazione effettiva si manifesta con un certo ritardo, anche di
mesi, rispetto all’inizio dei nostri pensieri e che è necessario avere
fiducia nella legge dell’attrazione, continuando a coltivare la
convinzione che quanto voluto si stia manifestando. Se vogliamo
possiamo considerare che si tratti di una versione soggettiva della
preghiera e del miracolo operato da un’entità superiore. Gesù non
diceva a tutti i “miracolati” <
frase, così insistentemente ripetuta, non poteva significare che la
fiduciosa aspettativa del soggetto – favorita ed intensificata dalla
fede in Gesù – aveva risolto il problema?
E dagli! Io non vedo alcun miracolo avvenuto a me o ad altri.
L’attuazione, avviene per vie impensate, non necessariamente come una
materializzazione miracolosa, ma attraverso i fatti della vita; per
esempio, se cerchiamo una casa come la desideriamo, le “combinazioni”
si metteranno in modo che la troveremo; se vogliamo guarire da una
malattia, potremmo avere una remissione spontanea, ma anche incontrare
un medico che risolva il problema dove tanti altri hanno fallito; se
ci serve un oggetto, le cose si metteranno in modo che qualcuno ce lo
procurerà.
Allora possiamo e dobbiamo desiderare tutto quello che vogliamo e si realizzerà?
Calma! Un conto è conoscere la Legge ed un altro è l’uso che ne
possiamo fare. Va bene usarla per i normali scopi della vita, specie
se altruistici o familiari; occorre però evitare di farne un uso
edonistico e smodato; in tal caso ci esporremmo alle conseguenze
negative previste dalla legge del karma.
LA LEGGE DEL KARMA
Ho sentito tanto parlare della legge del karma: una specie di destino
che incombe su di noi
La legge del karma è una delle più note e ci spiega che:
” qualsiasi azione, o pensiero, non cade nel nulla, ma provoca una reazione”
E’ una conseguenza che ci appartiene e che dovremo fronteggiare, nel
bene e nel male. Essa ricalca la legge fisica di azione e reazione,
secondo cui se io ti spingo, una forza uguale e contraria viene
esercitata anche sul mio corpo, che perciò viene spinto all’indietro.
E’ la legge che consente – per esempio – di remare, o di volare con un
aereo: tali mezzi di locomozione avanzano grazie al fatto che spingono
della materia in direzione contraria al loro moto.
La legge del karma è strettamente legata alla reincarnazione?
Col karma, accade che la conseguenza delle nostre azioni si può
manifestare subito, dopo un certo tempo, o in una vita successiva,
secondo le opportunità che si presenteranno; molte relazioni avute in
vite passate probabilmente ci si riproporranno in questa vita nel bene
o nel male. Siamo noi stessi che – prima di reincarnarci – decidiamo
il piano della vita successiva, per sciogliere dei nodi, che frenano
la nostra evoluzione.
Perciò finiremo per nascere da persone con cui possiamo aver avuto dei
problemi, o per sposare un partner che odiavamo, affascinati
inizialmente da qualche sua qualità. Questa realtà è stata ormai
dimostrata da tanti psicologi di vari paesi, mediante la tecnica della
regressione a vite passate.
Un’altra conseguenza della legge del karma è causata dagli
attaccamenti: se ci attacchiamo a persone o cose della nostra vita
terrena, saremo poi attratti a reincarnarci per riavvicinarci a loro.
Dovremmo invece considerare la vita come una recita, finita la quale
ogni attore se ne va per i fatti suoi, distaccato dalle dinamiche del
dramma recitato e dai relativi personaggi ed oggetti.
LA LEGGE DEL DHARMA
E cos’è, invece la legge del dharma?
La legge del dharma è la legge del:
“dovere”
e riguarda sia il dovere in generale che quello nostro personale
della vita e del momento.
Puoi spiegarti meglio?
Certo:
Il dharma generale riguarda i principi morali, che fanno da guida per
tutti; un esempio ne sono i dieci comandamenti. Si tratta di linee
guida a cui è bene attenersi, ma che, in certi casi, possono essere
superate dal dharma del momento.
Il dharma personale di vita è meno esplicito e consiste nella
situazione in cui ci siamo trovati nascendo: la cittadinanza, lo stato
sociale e lavorativo. E’ ciò che ci siamo scelti prima di incarnarci:
il nostro piano di vita. Nessuno ce lo impone, ma siamo noi stessi ad
averlo scelto.
In altre parole è quello che in occidente chiamiamo “vocazione” e ci
indica il ruolo che dobbiamo svolgere in questa vita. Per cui chi si
sente di fare il padre di famiglia dovrà fare il padre; che si sente
di fare l’artista dovrà fare quello; che è portato per esplorare il
mondo dovrà dedicarsi all’avventura, eccetera. Nessuno dovrebbe
interferire in tali scelte.
Il dharma del momento è quello più difficile da interpretare e
consiste in ciò che dobbiamo fare in determinate circostanze, momento
per momento. Questo ci viene indicato dall’ispirazione interiore, a
cui dobbiamo prestare attenzione. In termini della tradizione
occidentale è “la voce della coscienza”. Tutti dobbiamo ascoltarla ed
agire “secondo coscienza”.
Ma allora come si può decidere cosa si debba fare in certe situazioni?
Non è possibile né giusto teorizzare come qualcuno si debba comportare
in determinate circostanze; ognuno deve fare solo quello che la sua
coscienza gli detta; quello che va bene per uno può essere dannoso per
un altro. Perfino il dharma generale – che serve di orientamento a
tutti – può essere scavalcato dal dharma personale. Per esempio il
comandamento generale “Non uccidere” potrebbe essere superato, anche
se obtorto collo, da circostanze che rendano prevalente la necessità
di difendere qualcuno e ciò è riconosciuto anche dai codici penali.
Perciò vale il principio per cui non dobbiamo giudicare nessuno.
Da ciò scaturisce un corollario, che potremmo chiamare :
La legge dell’ispirazione:
“Fai quello che ti senti”, oppure “vai dove ti porta il cuore”
LA LEGGE DELLA RESISTENZA
La legge della resistenza ci dice che :
“La resistenza crea la sofferenza”
Buona parte delle nostre sofferenze è natura psicologica e nasce dal
fatto che noi abbiamo un modello mentale di come dovrebbe essere la
nostra vita ed i nostri desideri e respingiamo tutto ciò che non vi si
attiene.
Purtroppo, nella nostra cultura c’è una tradizione edonistica, secondo
cui la vita dovrebbe essere un successo economico, estetico,
artistico, sentimentale, eccetera. Siamo abituati, fin da piccoli ad
inseguire le favole, che ci prospettano una vita di agi e di amore per
tanti lunghi anni, col principe azzurro. Invece la vita è tutt’altra
cosa: è una sfida che ci siamo ripromessi di affrontare e superare per
la nostra evoluzione.
Quindi molti eventi e relazioni, che sognavamo in un modo, potranno
svilupparsi diversamente e sembrarci “negativi”, ma questa è solo
un’etichetta che gli affibbiamo a causa del nostro preconcetto. Se noi
smettiamo di attaccarci alle nostre aspettative buona parte della
sofferenza svanirà. “Let it be” dice una canzone dei Beatles, ispirata
da Maharishi Mahesh Yogi : il guru che loro incontrarono in India ed
il cui motto era: “Do not resist anything” (non resistere a nulla).
Possiamo vedere questa legge come un corollario di quella
dell’attrazione, ricordando che più pensiamo e lottiamo con qualche
idea e più la attiriamo, perciò resistere a qualche situazione ce la
fa attaccare a noi sempre di più, perché la nostra mente subconscia
non distingue tra cose gradite e sgradite, attirando qualsiasi cosa
pensiamo.
Allora dobbiamo sopportare tutto serenamente?
Non si tratta di sopportare: la sopportazione è una forma passiva e
silenziosa di resistenza; sopportando noi continuiamo a vedere
l’evento come negativo. Dobbiamo invece accettarlo pienamente,
collocandolo tra gli eventi della vita utili alla nostra evoluzione.
A ben vedere anche la tradizione cristiana ci incoraggia nello stesso
senso, quando ci dice di “abbracciare la croce”, intendendo che la
cosa migliore da fare è di non respingere le prove, ma di accettarle
con entusiasmo, perché sono un mezzo di evoluzione.
LA LEGGE DEL LAVORO
La legge del lavoro è di minore rilevanza ai fini esistenziali . E’
una scoperta molto pratica, che riguarda l’impegno da svolgere nelle
nostre attività. Essa dice:
Ogni lavoro richiede il 20% dell’impegno per ottenere l’80% del risultato
ed il restante 80% dell’impegno per ottenere il residuo 20% del risultato.
Essa fa eco al proverbio secondo cui “la perfezione non è di questo mondo”.
Come progettista mi sono trovato spesso a cercare di perfezionare al
massimo i miei lavori, ma i miei superiori mi hanno fatto notare che –
una volta conseguito un risultato accettabile – occorre concludere,
altrimenti si continuerebbe a progettare all’infinito. E chi non si
rende conto che perfino autovetture supersperimentate e di grandissima
produzione, o programmi di computers usati da centinaia di milioni di
persone presentano qualche neo anche dopo anni di utilizzo?
Allora bisogna lavorare un po’ sommariamente?
No, occorre lavorare bene, ma sapendo che non possiamo aspettarci la
perfezione, che il nostro impegno ha un limite.
LA LEGGE DELLA MEDAGLIA
Questa non la sapevo: cos’è?
La “legge della medaglia”, come l’ho battezzata io, è descritta dal
noto proverbio, secondo cui:
“Ogni medaglia ha il suo rovescio”
Nella “realtà relativa”, per definizione tutto è relativo, non c’è
nulla che sia perfetto, ideale, ma ad ogni “pro” corrisponde un
“contro”. Per esempio, in politica abbiamo il socialismo ed il
liberismo. Il socialismo ha il vantaggio di assicurare una vita
dignitosa per tutti, ma tende a deprimere le iniziative e a non
stimolare l’impegno. Il liberismo supera quei problemi, ma tende ad
ignorare i bisogni di chi non sa, o non può primeggiare. Naturalmente
ogni scelta ha in se una contropartita.
Ma invece ogni esponente politico sostiene che la sua idea è quella perfetta!
E’ logico: ognuno tira l’acqua al suo mulino e non può suggerire
l’accoglimento di strade diverse, sia che lo faccia per ignoranza
della legge della medaglia, sia che lo faccia strumentalmente.
Un altro esempio può essere quello degli stress, rappresentato
rispettivamente dall’educazione protettiva, prevalente nei paesi del
sud, e da quella spartana, più diffusa nel nord: nel sud si tende a
proteggere i giovani dalle intemperie, per evitare che si ammalino,
mentre nel nord li si espone di più, ritenendo che le intemperie
forgino il sistema immunitario, sviluppando delle protezioni interne.
Nessuno dei due ovviamente è perfetto, infatti la protezione rischia
un bel giorno di sfuggire, con la conseguenza di un’immediata
malattia, mentre l’esposizione eccessiva può portare alla morte.
tratto da: redazionevita.altervista.org
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