Le nuove teorie della mente – parte 2 e fine

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Le nuove teorie della mente – parte 2 e fine

Le nuove teorie della mente e le Nuove Tecnologie: una promessa per migliorare i processi di
insegnamento-apprendimento “Learning is the process that produces memory the driving force in the
cultural evolution of mankind”

INFORSCUOLA 2002 – UDINE- 3/5 Dic.2002

Paolo Manzelli LRE@UNIFI.IT

– La Ristruttutazione dei processi mnemonici

In vero, l’ elemento catalizzatore di questo processo in divenire e’ generato dalla attivazione di
una rinnovata modalita’ di esternalizzare e delocalizzazione della memoria che non e’ certo da
considerasi un fenomeno totalmete nuovo . Infatti anche il precedente sviluppo della “intelligenza
collettiva” ha avuto una forte implementazione da ogni processo di esternalizzazzione delle memorie
individuali fin dalle origini della scrittura e poi della stampa. Comunque oggigiorno lo sviluppo
cosciente della “Intelligenza Connettiva” e’ ancora minimale in questo stadio iniziale di sviluppo,
proprio in quanto il “WWW in Internet” fornisce un flusso enorme, ma disorganico di informazione,
che ancora richiede degli strumenti di selezione utili per una condivisione efficace di conoscenze,
tale che possa condurre ad una gestione innovativa della futura societa’ della “Economia della
Conoscenza”, che sara’ sostitutiva delle modalita’ di sviluppo della vecchia “Epoca Industriale”. .

Sappiamo comunque che in natura ogni sistema di trasformazione, teso a produrre un ordine nuovo
delle relazioni di comunicazione, inizialmente crea disordine, qualora venga osservato in relazione
alla organizzazione precedentemente affermatasi; cosi’ che il protrarsi di una situazione di caos
informazionale in rete, se viene visto come un fattore di inevitabile disorganizzazione, rischia in
effetti di corrispondere ad una omogenizzazione verso il basso della condivisione del sapere e
quindi ad un appiattimento della conoscenza, anziche’ procedere speditamente verso un arricchimento
opportunamente organizzato dei differenti valori e diversita’ culturali. presenti nel “WWW”.

La resistenza che molti docenti attuano nei riguardi della innovazione educativa in rete, puo’
quindi condurre alla atrofia del sistema di costruzione condivisa della conoscenza , proprio a causa
dell’impedimento conservativo a riguado di tutto cio’ che tende ad integrare il vecchio con il nuovo
che avanza; purtroppo cio’ contribuisce anche a .rendere contemporaneamente impossibile la
rivalutazione della memoria del passato, facendola divenire sempre piu’ inutile, proprio perche’
priva di comunita di giovani capaci di valorizzarla nella dimensione dello sviluppo futuro della
condivisione di conoscenza, prodotta dall’ intera umanita’ afferente a sistemi di comunicazione
telematica interattiva.

Ciò che pertanto succede, senza il ricorso ad una programmazione estesa di interventi coordinati e
cooperativo di Scuola e di Universita’, finalizzato alla innovazione della gestione delle conoscenze
in rete internet, e’ di fatto una proliferazione entropica di un’enorme massa di informazioni, cosi’
che, come e’ stato detto mediante una simpatica analogia , “il problema della navigazione nel
cyber-spazio si presenta come quello dell’arca nel diluvio informazionale”.

Dobbiamo quindi imparare a costruire un rapporto con la conoscenza condivisa che e’ in se
completamente nuovo, corrispondendo all’ impegno nel costruire in cooperazione interattiva un
universo comune di significati dove la “intelligenza connettiva” dell’ uomo consistera’
prevalentemente nel rendere intelligente la società in divenire mediante la disseminazione estesa
delle idee innovative nell’ ambito del “LIFE-LONG-LEARNING” , ancor prima di agire nel settore
tradizionale della formazione individuale.

A tal fine, stando come si suol dire con i “piedi per terra”, dobbiamo considerare attentamente
anche alcune peculiari limitazioni del sistema di formazione in rete nell’ ambito di una estesa
condivisione di conoscenza.

Infatti le nuove strategie in rete internet, finalizzate ad attuare il passaggio tra memoria
episodica e memoria semantica a lungo termine, non vengono favorite dal rafforzamento emotivo cosi
come e’ piu’ facilmente viene attuato nell’ apprendimento collegiale svolto in un contesto
tradizionale di presenza del tipo “face to face; inoltre e opportuno osservare che anche ogni
moderna strategia comunicativa a distanza, come quelle di marketing , mediata dall’ uso dei mass
media ed in particolare dalla radio o dalla TV , per attivare la memoria a lungo termine,utilizza
ampiamente di suoni ed immagini che hanno un carattere fortemente emotivo.

Putroppo la nuova “dimensione reticolare delle conocenze” , frutto della applicazione delle nuove
tecnologie di comunicazione in internet , le quali permetono un semplice “CLICK” di comunicare in
tempo reale con varie parti del mondo generando un ampio spazio virtuale per la condivisione
cognitiva, in vero non posseggono ancora quelle caratteristiche che permettano un rafforzamento
emozionale delle memorie semantiche, limitando in tal guisa la integrazione del “sistema limbico”
nell’ attuazione del passaggio da “memoria a Breve termine in memoria a Lungo termine”. .

Quest’ ultima considerazione ci predispone ad una ulteriore riflessione sulla portanza del
cambiamento che le strategie di “NET-Learning” potranno avere nel favorire l’ aducazione permanente
in rete telematica interattiva tramite la costruzione e diffuzione nel “WWW” di “e.learning
Objects”.

A tal proposito iniziamo con il ricordare che il cervello reagisce emozionalmente il pochi
millessimi di secondo , mentre le risposte razionali si fanno attendere per il tempo di risoluzione
che impiega la necessaria ampia integrazione delle funzioni cerebrali. Tale disparita’ nel tempo di
risposta emotiva e razionale rende difficile il controllo cosciente delle forti emozioni proprio in
quanto il tempo della ragionevolezza e dotato di una risposta che e’ circa il doppio della risposta
emotiva.

Di conseguenza molte volte e succede che antiquati modelli razionali, tendano a giustificare
decisioni prese di fatto emotivamente, con ragionamenti ormai obsoleti, proprio in quanto lontani da
una realta’ complessivamente mutevole e cangiante.

Ora ritorniamo a considerare il fatto che le memorie semantiche a lungo termine sono rafforzate
dalle emozioni catturate e riproposte dal ricordo impresso da tecniche del “Repetita Iuvant”, … e
riflettiamo ancora sul fatto che le strategie di apprendimento ripetitivo diventano sempre piu’
inagibili nel quadro di uno ulteriore contemporaneo sviluppo della plasticita’ cerebrale.

Se teniamo presenti tali dati, si intuisce come da tale contrapposizione si possa delineare nei
govani di oggi una forbice tra razionalita’ ed emotivita’ cerebrale, (in gran misura causata delle
resistenze conservative all’ innovazione educativa in rete telematica interattiva della Scuola e
della Universita’), che di conseguenza tende a provocare in molti individui una piu’ o meno incisiva
scissione della parte emotiva del cervello dalle consuete relazioni con le aree degli emisferi
cerebrali superiori, che sono deputate alla capacita creativa di riflessione intelligente e
raziocinante,adeguata cioe’ al contesto epocale di sviluppo dei sistemi di educazione interattivi..

Tale pericolosa tendenza alla scissione tra il “sistema limbico” e il sistema cerebrale proprio di
una elaborazione dei dati informativi tramite percorsi di integrazione tra risposte emotive ed
razionali, ( che in ultima analisi sono propri della ragionevolezza attribuibile ad un buon uso
della memoria semantica), limita progressivamente la capacita’ di attuare un controllo cosciente
sulle emozioni tale da permettere effettivamente come risultanza una comprensione piena della
realta’ in divenire.

Tale incomprensione del divenire, si ripercuote sulla funzionalita cerebrale, determinando un
progressivo fenomeno di scissione della funzionalita’ integrativa della memoria semantica, che
indubitabilmente influenza negativamente le molteplici crisi individuali, le quali sfociano in una
piu’ ampia sindrome di angoscioso degrado del sistema di istruzione e che a volte degenerano nell’
insuccesso sociale nella vita di molti giovani studenti.

Per comprendere con maggior cognizione la precedente considerazione e’ necessario ricordare come l’
emisfero sinistro del cervello agisca preferenzialmente nell’ esercitare una funzione di controllo
conservativo , poiche’ esso assume la funzionalita’ di incorporare ciascun dato innovativo in modo
coerente con i ricordi gia’ memorizzati , in modo che la razionalita’ pregressa, tende ad escludere
tutto cio che non venga significato in maniera da rientrare nel modello mentale consueto di
interpretazione della realta’ esperita nel passato.

Il recupero dell’ Immaginario .

Solo le “memorie implicite” , sfuggono a questa regola di controllo conservativo, piu’ proprio delle
funzioni cerebrali del linguaggio, in quanto esse trovano maggior spazio funzionale nell’ ambito
delle attivita’ dell’ emisfero destro della corteccia cerebrale. Possiamo constatare infatti che le
“memorie implicite” agiscono indipendentemente dal linguaggio; infatti le esperienze della prima
infanzia, le quali hanno poca relazione con la memoria formatasi nella relazione significante della
memoria semantica , non sono facili da evocare se non come tratti di un sogno sconnesso di una a
volte estraibile a macchia di leopardo. Il linguaggio, trova normalmente sede nelle relazioni tra l’
area associativa di Werniche e l’ area di Broca’, entrambe situate nell’ emisfero sinistro della
corteccia cerebrale, e quindi a partire da tale collocazione, il linguaggio permette di indicizzare
il sistema mnemonico, facilitando il recupero delle memorie semantiche (esplicite o dichiarative) .

Viceversa le “memorie implicite” , sono solo apparentemente rimosse od inattive, pur continuando, ad
agire fuori da ogni condizionamento linguistico , nell’ inconscio fornendo la possibilita recondita
di forgiare creativamente il rinnovamento della nostra personalita’ nell’ attivita’ piu’ propria
dell’ immaginario, anche durante il sogno.

Prese i considerazione le precedenti note si inizia intuitivamente a comprendere come divenga
possibile che l’ Ego- genotipico, inizi a formarsi nell’ interattivita’ della rete quasi
inconsciamente nell’ ambito dello sviluppo della “Intelligenza Connettiva”, estendendosi nell’
organizzare le conoscenze nel “WWW” mediante la formazione di “comunita virtuali”, per approdare
progressivemente alla formazione di un nuovo dominio delle memorie semantiche distribuite dalla
condivisione di conoscenza, pur nella carenza di un rafforzamento emozionale individuale della
memoria.

L’ immaginazione, favorita dalle relazioni di comunicazione virtuale , puo’ pertanto sopperire alla
carenza di un rinforzo emotivo nei percorsi di integrazione delle memorie semantiche nella loro
estensione reticolare, recuperando almeno parzialmente, mediante un piu’ potente ricorso all’
immaginario, le memorie recondite, che erano state escluse dai tradizionali percorsi di formazione
dei processi di integrazione cerebrale della memoria semantica individuale.

Cio diviene in effetti possibile riducendo l’atteggiamento oggettivista proprio dell’ epoca mecanica
della industrializzazione, che ha improntato il rafforzamento la memorizzazione semantica derivante
da un orientamento culturale diretto verso fattori di influenza emozionale ; pertanto osserviamo
oggi che la “de-oggettivazione” della conoscenza viene ad essere piu’ facilmente correlabile ad un
pensiero a astratto e virtuale, anziche ad un pensare concreto, come e’ stato in passato. Quindi la
mediazione delle Tecnologie di Comunicazione interattiva, tende a fornire una premessa ottimizzabile
per migliorare i processi condivisione delle conoscenze nel quadro di una “realta’ virtuale”, la
quale esiste interiormente alle relazioni di elaborazione cerebrale della informazione, pur non
possedendo le coordinate spazio temporali con cui e’ definibile ogni riferimento oggettivo esterno,
che come tale risulta maggiormente correlabile a forti attivita’ emotive.

Concludendo questa breve personalissima riflessione su “Le nuove teorie della mente e le nuove
Tecnologie” , mi sento di poter affermare che, il dischiudersi di potenzialita’ nuove nella
“condivisione di conoscenze”, le quali implicano rinnovate relazioni tra cultura universale e mente
individuale nell’ ambito di una rinnovata “intelligenza connettiva”, favorendo il passaggio da un
sistema sostanzialmente adattativo della educazione ad uno innovativo maggiormente improntato all
generazione creativa del sapere. Tale processo comportera’ indubbiamente profonde modificazioni dei
caratteri distintivi tradizionali della formazione della memoria e della sua evocazione.

Un antico proverbio dice: ” Non c’e un male che non possa rivelarsi anche un bene”.

Infatti da cio’ che per consuetudine chiamiamo “memoria del passato” si modifica rapidamente dando
come sostanziale risultanza cio’ che potremo chiamare <>.

Mi rendo conto che la suddetta definizione, da un punto di vista tradizionale della memoria come
“magazzino dei ricordi” , assomiglia ad un contraddittorio ed arbitrario paradosso, …. ma ….. se
piu’ attentamente consideriamo che da sempre la memoria ha assunto come sua naturale funzione quella
di attuare un “pronostico” delle possibilita future sulla base dell’ esperito , osseviamo con
maggiore evidenza il fatto che oggi a differenza dal passato la “memoria condivisa” porra’ l’
accento non piu’ su una ripetitivita’ e la costanza consuetudinaria , in quanto essa diverra’ sempre
piu’ mistificante rispetto alla effettiva dinamica degli eventi, ma focalizzera’ la propria
attenzione ed attitudine sulla intrinseca capacita di previsione dell’ avvenire, divenendo sempre
piu’ plastica polimorfa ed aperta a interconnettersi con altre esperienze per condividerle ed
eventualmente memorizzarle, come migliori prassi utili al futuro sviluppo economico e sociale ;
pertantto da quel momento la maturazione della “memoria dell’ avvenire” non verra’ piu’ radicata nel
ricordo emotivo nel tempo passato, ma sara’ efficacemente capace di riaffermare la sua fondamentale
natura quale vettore portante dell’ evoluzione umana. ».

“Learning is the process that produces memory the driving force in the cultural evolution of
mankind”

BIBLIO-ONLINE

Cervello: www.milkonline.com/sale/cervello/brain50.jpg

P.Manzelli: Digital Creativity: www.edscuola.it/archivio/lre/creadig.html

P.Manzelli : “e.learning” e Memoria : www.edscuola.it/archivio/lre/luce.html

P.Manzelli: Identita creativita’ produttiva: www.edscuola.it/archivio/lre/identita.html

P.Manzelli ; NET-Learning : www.edscuola.it/archivio/lre/reticolari.html

P.Manzelli : Pregiudizi Cognitivi : www.edscuola.it/archivio/lre/precognit.html

P.Manzelli : Economia della Conoscenza: www.edscuola.it/archivio/lre/societa.html

Intelligenza Connettiva: www.mediamente.rai.it/home/bibliote/intervis/d/dekerc05.htm

Intelligenza Collettiva: server.forcom.unito.it/~crediti/gruppo8/intcoll.htm

Meta-biology : www.brembs.net/

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