di Yoganandaji
«Il prezzo del lusso è un dispendio sempre maggiore di energia mentale e
nervosa, che accorcia la durata naturale della loro vita.
I materialisti sono così presi dall’obiettivo di fare soldi che non
riescono a rilassarsi a sufficienza per godersi gli agi, neppure dopo
averli ottenuti.
Com’è insoddisfacente la vita moderna! Basta guardare le persone che ti
circondano. Chiediti se sono felici. Osserva l’espressione triste su così
tanti volti. Osserva il vuoto nei loro occhi.
Una vita materialistica alletta l’umanità con sorrisi e promesse, ma è
coerente solo in questo senso: non manca mai, alla fine, di infrangere ogni
promessa!
*QUANDO UNA PERSONA* permette a se stessa di dipendere sempre più dalle
circostanze esterne per il proprio nutrimento fisico, mentale e spirituale,
senza mai cercarne la fonte dentro di sé, consuma gradualmente le proprie
riserve di energia.
POSSEDERE RICCHEZZE materiali senza avere la pace interiore è come morire
di sete mentre si è immersi in un lago. Se la miseria materiale è da
evitare, la miseria spirituale è da aborrire! È la miseria spirituale, non
la mancanza materiale, il cuore di tutta la sofferenza umana.
LO SCIENZIATO MATERIALISTA utilizza le forze della natura per migliorare
l’ambiente dell’uomo e per renderlo più confortevole. Lo scienziato
spirituale usa il potere della mente per illuminare l’anima.I1 potere della
mente indica all’uomo la strada verso la felicità interiore, che lo rende
immune ai disturbi esterni.
Quale fra i due scienziati, secondo te, offre il servizio più grande? Lo
scienziato dello spirito, sicuramente.
*L’AMORE PURO,* la gioia sacra, limmaginazione poetica, la gentilezza, la
saggezza, la pace e la felicità sono prima percepiti* dentro* la mente o il
cuore, e poi trasmessi al corpo fisico attraverso il sistema nervoso. Se
comprendi e sperimenti le gioie superiori della vita interiore, le
preferirai ai piaceri fugaci del mondo esterno.
Tutti i piaceri fisici si manifestano sulla superficie del corpo e sono
percepiti dalla mente attraverso il sistema nervoso. Adori i piaceri
esteriori dei sensi perché dapprima hai lasciato che ti catturassero, e poi
ne sei rimasto prigioniero. Proprio come alcuni uomini si abituano alla
prigione, così noi mortali amiamo i piaceri esteriori, che bloccano il
flusso delle gioie interiori.
Nella maggior parte dei casi, i sensi ci promettono un po’ di felicità
temporanea, ma alla fine ci fanno soffrire. La virtù e la felicità
interiore non promettono molto, ma alla fine ci donano sempre una felicità
duratura. Ecco perché definisco la felicità interiore e duratura dell’anima
“Gioia”, e i fremiti impermanenti dei sensi “Piacere”.
L’ambiente esterno e le compagnie che frequenti sono di fondamentale
importanza. Il particolare ambiente della prima infanzia è molto importante
per stimolare o reprimere l’ambiente interiore istintivo di un bambino. Un
bimbo nasce di solito con un ambiente mentale prenatale. Quest’ultimo viene
stimolato se l’ambiente esterno è simile a quello interiore, ma se questo è
differente, allora l’ambiente interiore verrà probabilmente represso. Un
bambino istintivamente cattivo può essere tenuto a freno e trasformato in
un bambino buono, se viene cresciuto in buona compagnia (e viceversa); a
sua volta, un bambino istintivamente buono che cresce con buone compagnie
aumenterà senza dubbio la sua bontà.
Ti sei mai chiesto seriamente perché ami i piaceri fuggevoli e illusori,
preferendoli alla pace e alla gioia durature dell’Anima che si sperimentano
in maniera così distinta e in misura sempre maggiore nella meditazione? È
così perché all’inizio hai cominciato a coltivare per caso l’abitudine di
soddisfare i piaceri dei sensi, invece di coltivare la gioia suprema della
vita interiore che può essere trovata nella meditazione. Se comprendi e
percepisci le gioie superiori della vita interiore, le preferirai ai
piaceri fugaci del mondo esterno.
UN UOMO CHE VIVEVA nelle fredde disltse dell’Alaska aveva assaggiato alcuni
squisiti chicchi d’uva dolce che gli aveva spedito un amico di Frestio, in
California. L’uomo si innamorò a tal punto dell’uva che trovò un lavoro a
Fresno, dove crescevano in abbondanza tutti i tipi di uva, e lasciò per
sempre l’Alaska.
L’uomo dell’Alaska, al suo arrivo a Fresno, fu invitato a casa di un amico,
e una giovane donna gli portò un grappolo di quell’uva che tanto amava. Era
quasi fuori di sé dalla gioia e, mentre si affrettava a masticare e trangugiare
i chicchi d’uva, disse con un gorgoglio: «Oh, grazie, dal profondo del mio
cuore, grazie. Ho lasciato l’Alaska per questi grappoli d’uva».
«Allora, signore, avrà tutta l’uva che vuole. Sono la proprietaria di un
vigneto e le porterò tutti i giorni uva in abbondanza» disse la donna.
Il giorno dopo, all’alba, la giovane si presentò alla porta dell’uomo
ghiotto d uva, con una grande quantità di grappoli. L’uomo, che non aveva
ancora digerito tutta l’uva trangugiata la sera prima, uscì di casa
sbadigliando. Esultò di gioia al pensiero di rimpinzarsi di tutti quei
grappoli d’uva che la donna gli aveva portato.
«Oh, che meraviglia avere così tanta uva! Sono davvero fortunato. Grazie,
grazie!» esclamò. Per gentilezza assaggiò qualche chicco d’uva in presenza
della donna, nonostante sentisse in bocca il sapore dell’uva che non aveva
ancora digerito dalla sera precedente. Quando la giovane se ne andò, l’uomo
guardò l’uva con occhi avidi e pieni di ammirazione. Passò un’ora, poi
ricominciò a mangiarla. Per tutto il giorno non fece altro che ingozzarsi
di uva, uva, uva.
Il giorno dopo, al sorgere del sole, la giovane donna si presentò con una
quantità ancora maggiore dei grappoli migliori del suo vigneto e chiamò a
gran voce l’uomo dell Alaska. Mezzo addormentato, con un entusiasmo
leggermente smorzato e una punta di irritazione per essere stato svegliato
dal sonno profondo, ma con un sorriso cortese sul volto, l’uomo accolse i
grappoli e la donna: «Salve, gentile signora, grazie per questi stupendi
grappoli d’uva».
Il terzo giorno, come al solito, la donna gli portò una grossa quantità
d’uva. L’uomo, mezzo addormentato e con un mezzo sorriso, la salutò e le
disse: «Signora, è molto gentile da parte sua offrirmi questi grappoli
d’uva, ma ne ho ancora un po’ di quelli di ieri».
Il quarto giorno, la donna andò nuovamente a trovarlo con una grande
quantità d’uva. L’uomo si svegliò controvoglia e la salutò senza un
sorriso, dicendo: «Oh, ancora uva! È molto gentile da parte sua portarmela,
ma ne ho a sufficienza».
La donna, tuttavia, non credendogli e pensando che non volesse approfittare
della sua generosità, il quinto giorno gli portò più uva che mai e bussò
alla sua porta. L’uomo saltò fuori dal letto come se avesse visto un
fantasma e urlò: «Che orrore! Uva, uva e ancora uva! Mio Dio, ancora uva!».
La donna sorrise e gli disse: «Mi fa piacere sapere che odia l’uva. Spero
che non mi priverà mai più dei miei preziosi grappoli».
Questa storia dimostra che qualsiasi eccesso è sbagliato. Per quanto una
cosa sia piacevole, se esageri smette di darti piacere e, al contrario, ti
causa dolore.
Ricorda quindi di non esagerare con il cibo, il sonno, il lavoro, le
attività sociali o qualsiasi altra occupazione, per quanto piacevole essa
sia, perché l’eccesso non ti darà nient’altro che infelicità.
È IMPORTANTE DISTINGUERE fra bisogni e desideri. I bisogni sono pochi,
mentre i desideri possono essere infiniti. Per trovare la libertà e la
beatitudine, provvedi soltanto ai tuoi bisogni. Smetti di creare desideri
illimitati e di inseguire la chimera della falsa felicità. Più dipendi
dalle condizioni esterne per la tua felicità, meno felicità proverai.
ASSECONDARE IL DESIDERIO per il usso è il modo più sicuro di accrescere la
propria miseria. Non essere schiavo degli oggetti o degli averi. Riduci
anche i tuoi bisogni. Impiega il tuo tempo a cercare la felicità e la
beatitudine durature. L’anima immutabile e immortale si nasconde dietro lo
schermo della coscienza, su cui sono dipinte le oscure immagini della
malattia, del fallimento, della morte e così via. Solleva il velo del
cambiamento illusorio e dimora stabilmente nella tua natura immortale. Poni
la tua coscienza instabile sul trono dell’immutabilità e della calma dentro
di te, ovvero sul trono di Dio. Lascia che la tua mima manifesti la
beatitudine, giorno e notte.
Puoi assicurarti la felicità con la pratica dell’autocontrollo, coltivando
abitudini di vita semplice e pensiero elevato, e spendendo di meno pur
guadagnando di più. Fai uno sforzo per aumentare i tuoi guadagni, così da
poter aiutare gli altri ad aiutare se stessi. Una delle leggi non scritte
della Vita è la seguente: colui che aiuta gli altri a trovare l’abbondanza
e la felicità riceverà sempre aiuto in cambio, e diventerà sempre più
prospero e felice. Questa è una legge della felicità che non può essere
infranta. Non è meglio vivere in maniera semplice e frugale, e arricchirsi
davvero?
L’ANIMA NON PUÒ TROVARE nei beni materiali la felicità perduta, per la
semplice ragione che essi offrono un falso conforto. Poiché ha perso il
contatto con la beatitudine divina dentro di sé, l’uomo spera di soddisfare
il proprio bisogno di felicità attraverso i piaceri illusori dei sensi. Ai
livelli più profondi del suo essere, tuttavia, egli è consapevole del suo
precedente *Come essere sempre felici*
stato di suprema unione con Dio. La vera soddisfazione gli sfugge, perché
ciò che cerca, correndo senza tregua da un piacere sensuale all’altro, è la
perduta felicità nel Signore.
Ah, quale cecità! Quanto tempo ancora continuerai così, prima che la
sazietà, la noia e il disgusto ti spingano a cercare la gioia dentro di te,
unico luogo in cui puoi trovarla?
*PENSA PER UN MOMENTO* a cosa intendeva dire Gesù quando affermò: «Lascia
che i morti seppelliscano i loro morti» (Mt 8,22). Voleva dire che la
maggior parte delle persone è morta ma non lo sa! E priva di ambizione,
iniziativa, entusiasmo spirituale, gioia per la vita.
Che senso ha vivere in quel modo? La vita dovrebbe essere un’ispirazione
continua. Vivere in modo meccanico è come essere morti dentro, nonostante
il corpo continui a respirare!
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