Le piccole cose
di Marcella Danon
La vita quotidiana offre innumerevoli occasioni di agire in modo attento e
consapevole nei confronti degli altri e della vita. I nostri valori vanno
messi alla prova e trasformati inazione con l’impegno nel “qui e ora”.
L’idea più bella, il valore più alto, il proposito più nobile, hanno meno
forza di una palla di neve al sole se non sanno esprimersi nella vita
quotidiana con gesti concreti. Vale più una mano che tiene aperta la porta
allo sconosciuto che sta passando pieno di pacchi che mille parole roboanti
sull’amore per il prossimo a cui fa seguito una completo disinteresse per le
persone più vicine. Se amo l’umanità ma tratto male le persone della mia
famiglia, c’è qualche cosa che non va nella mia scala di valori.
E’ vero, “tra dire e il fare c’è di mezzo il mare”, ma i mari oggi si
solcano, con barche, piroscafi e transatlantici. Non ci sono scuse, se non
la pigrizia o l’ignavia, per non impegnarsi in prima persona nel tradurre in
azioni e comportamenti quelli che sono gli ideali che animano i nostri
pensieri e, magari, anche i nostri discorsi.
Queste è l’epoca delle piccole cose. Proprio perché tutto sembra convincerci
che occorre farne di grandi e che è difficile, anzi impossibile, per ogni
piccolo individuo cambiare davvero il mondo, proprio per questo possiamo
invece sottolineare e affermare il potere dimostrativo di tutto quanto di
concreto può essere fatto nel quotidiano, attraverso un sorriso, un gesto,
una telefonata, una scelta, una firma.
La realtà quotidiana va intrisa di valori, va intessuta di piccole azioni
che testimoniano l’orientamento di un pensiero, di un anelito, che danno
ancora più potere a una alta visione perché questa si aggancia concretamente
alla realtà. Alla fine sono le idee che cambiano il mondo, ma solo quelle
che col mondo sanno trovare un collegamento concreto e costruttivo, solo
quelle che sanno incidere sulla realtà. E’ nel tradurre un ideale in azione
che diamo potere alla forza dell’idea che ci anima, che onoriamo la nostra
più vera natura di liberi pensatori e di creatori del mondo.
Come ogni artista lavora con tre elementi – la tecnica, l’ispirazione e il
supporto materiale – così la nostra materia prima sono le situazioni reali
che la vita propone: un amico in difficoltà, un impegno necessario per la
salvaguardia di un parco, un gesto di attenzione nei confronti di una
categoria di persone svantaggiate, una scelta etica sul proprio posto di
lavoro; l’ispirazione è il valore che vogliamo esprimere e la tecnica
diventa il modo concreto con cui possiamo incidere sul reale.
Non c’è soddisfazione più grande dello scoprire che, grazie a quello che
abbiamo fatto, qualcuno ha sorriso, qualcuno ha mangiato, qualcuno si è
salvato. L’idea diventa così più forte, più luminosa, più potente. L’esempio
fa da cassa di risonanza e, grazie al riscontro pratico, allarga il suo
campo d’azione, contagiando altri e diffondendo il suo effetto
trasformativo. Possiamo incidere sulla realtà, per nessuna ragione dobbiamo
rinunciare a questo potere! Tra il dire e il fare, c’è di mezzo, non il
mare, ma l’esserci, davvero, e il riboccarsi le maniche: essere e agire!
– Indagare sullo scopo della vita –
Non si tratta di trovare risposte, quanto di porsi domande, di uscire
dall’indifferenza, dalla estenuante sensazione che tutto ormai sia noto e
scontato, dalla passiva accettazione di visioni della vita indotte da
altri – dalla televisione, dalla pubblicità, dalla moda – per ritrovare la
capacità di chiedersi “che cosa è davvero importante nella vita”, provando a
rispondersi in prima persona, valutando autonomamente idee e stili di vita,
confrontando diverse proposte e scegliendo quello che davvero risuona
dentro, con autenticità.
– Riaprire gli occhi sul mondo –
Si acquista così la capacità di vedere la realtà nella sua unicità, momento
per momento, e di provare stupore e meraviglia per il miracolo quotidiano
dell’ avere un tetto sulla testa, una tavola sempre imbandita, libertà di
parola, salvaguardia dei diritti fondamentali. o anche semplicemente di
avere gli occhi per vedere il colore dei fiori, la pelle per sentire la
carezza del vento, un linguaggio comune per condividere emozioni ed
esperienze. Tutte conquiste che la vita ha fatto per noi in centinaia di
migliaia di anni!
. Crearsi una scala di valori –
Quando la visione si allarga, quando scopriamo di non essere soli, di non
essere isolati dal resto dell’umanità e dal resto della creazione, avviene
una riorganizzazione spontanea dei valori, si comincia a cogliere
l’importanza dei piccoli gesti, dimostrazione concreta e immediata del senso
di compartecipazione, della fratellanza e sorellanza implicita nel fatto
stesso di essere “qui e ora” in questo tempo e in questo spazio. Chiedetevi
quali sono i vostro valori e metteteli in graduatoria. Poi aggiornate
l’elenco ogni sei mesi.
– Coltivare la gentilezza amorevole –
“Metta” la chiama la tradizione buddista, un atteggiamento di premurosità,
benevolenza e affetto nei confronti di sé e degli altri che può essere
sviluppato attraverso l’esercizio e la meditazione e che predispone la mente
a vedersi in relazione agli altri e creare con gli altri interazioni
armoniche e collaborative. Si sviluppa a partire dalla memoria, ricordando
le sensazioni e le emozioni di gratitudine, gioia e affetto provate nei
momenti migliori della propria vita e vivificando ed espandendo quello stato
interiore attraverso il ricordo.
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