Le piramidi? Strumenti musicali – Così i Maya invocavano gli dei
In Messico, i gradini venivano costruiti in modo da riprodurre il rumore ritmico delle gocce di
pioggia: era un modo per sollecitare l’intervento del dio Chaac in tempi di siccità
di SARA FICOCELLI
Dalla leggendaria torre di Babele ai grattacieli di New York, tutto ciò che l’uomo costruisce in
verticale rappresenta una sfida. Per la civiltà precolombiana dei Maya, l’obiettivo era riuscire a
comunicare con dio, ed è per questo che hanno costruito le loro incredibili piramidi.
Secondo una ricerca internazionale pubblicata sul New Scientist, i gradini funzionavano come uno
strumento musicale: progettati per provocare la diffrazione del suono dei passi di chi li
percorreva, riproducevano un rumore simile a quello delle gocce di pioggia che cadono in una
pozzanghera. Destinatario del messaggio musicale il dio della pioggia Chaac, venerato nelle zone del Messico con scarse precipitazioni.
Per capirlo, gli studiosi Jorge Cruz della Professional School of Mechanical and Electrical
Engineering di Città del Messico e Nico Declercq del Georgia Institute of Technology negli Stati
Uniti hanno confrontato le frequenze sonore che si producono salendo i gradini del Castillo, nel
complesso archeologico Maya di Chichen Itza, con quelle della Piramide della Luna a Teotihuacan, nel Messico centrale.
In entrambi i siti hanno registrato i suoni sentiti alla base quando qualcuno sale i gradini,
osservando in tutti e due i casi una somiglianza con il rumore e la frequenza delle gocce di
pioggia. Secondo i ricercatori, ciò è dovuto alla diffrazione del suono provocata dalle scale, che rompendo l’onda sonora riproducono un effetto simile a quello di un acquazzone.
Fonte: www.repubblica.it/2009/09/sezioni/scienze/maya-23set/maya-23set/maya-23set.html
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