Le Tecniche del Kriya Yoga
di Roy Eugene Davis
Siccome nel Kriya Yoga vi sono diverse linee di guru, le tecniche ed i metodi di meditazione vengono insegnati a seconda di come un guru li ha ricevuti dal proprio guru. Sono state fatte delle modifiche nelle procedure dell’iniziazione, ma le tecniche e i processi basilari sono sempre gli stessi.
Babaji ha molti discepoli, e tra questi molti guru che hanno a loro volta i propri discepoli. Lahiri Mahasaya ebbe molti discepoli che autorizzò a dare l’iniziazione. I discepoli di Sri Yukteswar rappresentano un altro canale di trasmissione. La mia linea di guru risale a Babaji attraverso Paramahansa Yogananda.
Quando Paramahansaji m’inizio, egli stabilì che dapprima imparassi a meditare usando il mantra hong-sau. Poi mi fu insegnato a osservare la luce interiore nell’ occhio spirituale e ad ascoltare il suono interiore. Dopo alcuni mesi il mio guru mi inizio nella pratica del pranayama del Kriya Yoga. In quell’occasione mi fu insegnata una tecnica preliminare per il risveglio di kundalini, chiamata mahamudra; e anche una tecnica che egli chiamò jyoti mudra, un esercizio che si pratica per vedere la luce interiore (jyoti). In seguito fui iniziato nella seconda fase, quella di ascendere attraverso i chakra. A tempo debito mi furono insegnati altri metodi più avanzati.
Tutte queste tecniche si possono apprendere come si deve solo da un insegnante qualificato o meglio ancora, dal proprio guru. Poiché le tecniche del Kriya Yoga si trasmettono da guru a discepolo, non posso spiegarle completamente in questa testo. Se si mantiene la tradizione yogica dell’istruzione orale, è più probabile mantenere anche la purezza della trasmissione. Comunque, considerata che questa materiale sarà usato da molti lettori che sono già stati iniziati, condividerò con voi dei suggerimenti per trarre il massimo beneficio dall’uso delle tecniche.
Usare il mantra che viene data nel corso dell’iniziazione è un potente metodo di meditazione. In effetti il mantra porta l’energia dell’iniziazione nei livelli più profondi della mente del meditante. Molti hanno conseguito la piena realizzazione praticando soltanto la meditazione sui mantra. E’ un errore pensare che l’immediato apprendimento di tecniche avanzate accelererà grandemente lo sviluppo. Le procedure avanzate sono sol tanto per coloro che hanno preparata la mente e il sistema nervoso con la pratica devota delle tecniche preliminari.
Con un mantra di due sillabe, come l’ hong-sau, uno medita rivolgendo l’ attenzione nell’ occhio spirituale, ascoltando il mantra nella mente, udendo la prima sillaba con l’inalazione naturale e la seconda sillaba con l’esalazione naturale. L’ascolto del mantra cattura l’ attenzione, e così la concentrazione diventa facile. Sedereper un certo periodo di tempo, ascoltando il mantra, permette al corpo di rilassarsi, al sistema nervoso di scaricarsi della tensione, e al campo mentale di diventare chiaro. Alla fine il mantra scompare e il meditante rimane nella consapevolezza chiara e limpida dell’ essere senza pensiero. Oppure può darsi che il mantra scompaia man mano che l’attenzione s’immerge più profondamente nella contemplazione della luce e del suono interiore.
Lo studente neofita viene incoraggiato a praticare per brevi periodi in maniera regolare, da quindici a venticinque minuti, due volte al giorno. Ciò servirà a stabilire l’abitudine della meditazione e farà in modo che il meditante sperimenti il rilassamento profondo e la calma interiore. In genere in questo stadio della pratica viene usato il mantra.
In seguito la pratica del mantra potrà essere seguita da un periodo di contemplazione della luce e del suono interiore. Queste due procedure da sole possono permettere al meditante di sperimentare stati profondi di supercoscienza.
Quando uno viene iniziato nel kriya pranayama, praticherà questa tecnica, come pure la contemplazione della luce e del suono interiore. Chi fa delle sedute di meditazione prolungate può usare anche il mantra per mantenere la concentrazione. Più in là nel corso della seduta, si può anche praticare la tecnica per ascendere i chakra. In ogni caso, sarà il guru a indicare qual è la procedura che meglio si adatta al discepolo. Quando il discepolo sarà più avanzato, userà le tecniche di meditazione secondo le direttive interiori e per venire incontro al bisogno del momento.
Ecco un’utile programma di meditazione: la mattina, dopo il bagno, fate alcuni esercizi leggeri o delle asana. Respirate profondamente alcune volte, per pulire i polmoni e ricaricare di ossigeno il sistema. Sedete in una posizione di meditazione rilassata e apritevi alla consapevolezza della presenza di Dio. Pregate riconoscenti i maestri e i guru della vostra tradizione. Cominciate a meditare, seguendo il programma che avete scelto.
Dopo avere praticato tutte le tecniche, rimanete per un certo tempo nella calma del silenzio. Lahiri Mahasaya si riferiva a questo stadio chiamandolo la “tranquillità che viene dopo la pratica” del kriya. Lasciate che l’attenzione e il sentimento scendano nel corpo. Sentite che le forze supercoscienti stanno entrando nella mente, nel cervello, nel sistema nervoso e in tutto il corpo. Sentite che queste forze stanno pulendo e purificando sia il sistema fisico che quello sottile. Sentitevi rinnovato e pieno di vita. Pensate agli altri, e a tutta l’umanità, e amate e benedite il mondo intero. Siate riconoscente, siate felice, gioite internamente della vostra buona sorte. Quindi alzatevi e andate a compiere i vostri doveri quotidiani, mantenendo la consapevolezza della presenza di Dio.
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