Lectio magistralis del XIV Dalai Lama
Roma, 14 ottobre 2006
Il testo integrale della lectio magistralis del XIV Dalai Lama all’Università Roma Tre
di Luciano Minerva
Sono molto onorato di ricevere questa laurea ad honorem in biologia. Naturalmente tutti sanno che
non sono un biologo, la mia conoscenza è molto limitata, ma sono convinto che la biologia sia molto
importante.
Spesso spiego che ci sono qualità positive nell’essere umano come l’affetto, la compassione. Credo
che il fattore biologico sia il fattore chiave, fin dal momento in cui veniamo al mondo… credo che
l’origine della filosofia sia nella mente, ma grazie alla biologia ed al fattore biologico
sviluppiamo immediatamente il sentimento della vicinanza verso la madre.
Dipendiamo completamente dalla madre. Fino a quando siamo tra le sue braccia ci sentiamo felici e al
sicuro, ma non appena viene separato dalla madre il bambino piange. Questi sono fattori biologici,
perché noi abbiamo bisogno di una sorta di emozione che ci avvicini. Volevo fare una domanda agli
scienziati, anzi la faccio adesso, sulle tartarughe o sulle farfalle. Generalmente la madre depone
le uova e poi li lascia, va via e i piccoli devono vedersela da soli. Per natura la madre non ha la
responsabilità dei propri piccoli, nè sente verso di loro un senso del dovere. Per questo non credo
che i cuccioli di tartaruga o le crisalidi, se vengono rimessi insieme alle loro madri, abbiano la
capacità di mostrare affetto reciproco . Non lo credo.
Nel caso dei mammiferi e degli uccelli invece la sopravvivenza dipende totalmente dalla cura degli
altri. Prendersi cura dei propri piccoli è dovuto proprio al fattore biologico. Credo sia un
sentimento, una sensazione che si può sviluppare e spesso cerco di utilizzare questo fattore per
conoscere e capire meglio l’importanza della compassione. Io uso spesso questo fattore biologico e
per questo forse merito di ricevere questa laurea ad honorem. … non lo so.
Comunque sono estremamente felice del fatto che tutti gli oratori abbiano sottolineato il fatto che
questo lavoro non appartiene solo a me, ma è stato svolto da un gruppo di persone di cui fanno parte
alcuni scienziati, alcuni buddisti compreso me, naturalmente. A questo studio abbiamo dedicato gli
ultimi 20 anni.
Gli obiettivi del nostro lavoro sono due. Il primo è semplicemente quello di ampliare la conoscenza
umana in diversi campi. La scienza moderna sembra fin qui in grado di studiare le cose che si
possono calcolare e misurare. La mente e la coscienza non possono essere misurate, ma queste
appartengono ad un campo molto diverso.
Ma intanto le emozioni sono sempre presenti, anche i nostri scienziati le usano e le provano;
quindi, per espandere la conoscenza umana in tutti i campi, ho capito che c’era bisogno di una
cooperazione tra la scienza moderna e quello che io chiamerei l’antico pensiero indiano, non solo il
buddismo, ma anche l’induismo. Queste filosofie spesso spiegano la mente e le emozioni e sia
l’induismo sia il buddismo sono alla base di yoga o meditazione, che oggi sono diffuse. Ho pensato
che queste filosofie sarebbero state utili e che una maggiore interazione avrebbe fatto nascere
nuove idee, nuove prospettive. Questo era il primo obiettivo, che rimane a un livello accademico.
Ora l’altra cosa. Nonostante l’alto grado di sviluppo delle scienze e della tecnologia, la società
umana soffre ancora di molti problemi emotivi. Per risolvere questi problemi non ci possiamo
affidare alle medicine o esclusivamente a degli strumenti esterni. Sento che questi non sono
completi. Molti problemi emotivi non nascono necessariamente da elementi fisici, ma piuttosto
nascono nella nostra mente. A volte creiamo delle emozioni particolari e la soluzione va cercata
all’interno di quella stessa sensazione. Per questo l’antica tradizione indiana di conoscenza della
mente e delle emozioni può essere utile nel trovare un qualche rimedio ai problemi emotivi, ma se
prendiamo questo metodo, l’antica tradizione religiosa o le citazioni, se ci affidiamo alla
citazioni, questo non è sufficiente. Dobbiamo esaminare, sperimentare e indagare con metodo
scientifico. Io di solito definisco questo metodo come etica laica, che non si basa su un credo
religioso o su insegnamenti che si trovano nei libri o vengono impartiti dagli insegnanti, ma
piuttosto è una conoscenza che viene dall’indagine, dalla sperimentazione che riguarda gli
scienziati. Sento che questo è utile alla gente comune. Quindi c’è un altro obiettivo, che è quello
di trovare delle soluzioni ai nostri problemi emotivi attraverso quelle tradizioni antiche che
interagiscono con la scienza moderna. Questo è il secondo obiettivo.
Credo davvero che questa laurea ad honorem sia una sorta di riconoscimento del nostro lavoro e
questa laurea viene da un’università che si trova a Roma, non l’università più antica, ma il luogo è
molto importante. Qui, già migliaia di anni fa il pensiero filosofico era molto avanzato e si vede
dalle mura degli edifici che sono molto antiche. Questo è un luogo molto antico, ricco di pensiero e
credo che sia davvero il posto giusto per ricevere una laurea ad honorem, una università che si
trova a Roma. Lo apprezzo molto.
A questo punto non so più cosa dire.
Potrei aggiungere una cosa, nei sistemi di istruzione moderni, e questo non lo penso solo io, ma
anche molti amici hanno la stessa opinione sull’educazione moderna cosiddetta educazione
occidentale, c’è una attenzione quasi esclusiva al cervello e alla conoscenza, ma non si presta
abbastanza attenzione all’etica.
Vorrei sfruttare questa occasione per esortarvi a coltivare meglio il vostro cuore, non
necessariamente attraverso la preghiera e la meditazione, ma attraverso il ragionamento che deve
avvenire sulla base delle scoperte scientifiche. Un cuore più compassionevole, le funzioni cerebrali
più efficaci: con questi elementi si può vedere la realtà con più chiarezza. Le nostre menti a volte
sono confuse e non riescono a vedere la realtà nel modo giusto. Avere una mente limpida è essenziale
per conoscere meglio la realtà. Normalmente questa viene definita oggettiva, ma non importa come la
chiamiamo. Questo è davvero importante: per conoscere bene la realtà è essenziale essere pienamente
oggettivi.
La seconda cosa è avere una mente compassionevole. Gli scienziati cominciano a scoprire cose nuove
sulla nostra mente che sono importanti per difendere e rafforzare il sistema umano. Emozioni come la
paura e la rabbia indeboliscono il sistema umano, quindi anche dal punto di vista della salute, la
compassione è un elemento importante.
La compassione non deve essere considerata materia religiosa ma uno degli ingredienti importanti per
una vita felice.
Questa è l’etica laica di cui parlavo prima. Laico non significa rifiuto della religione o della
fede, ma laico secondo il pensiero indiano significa rispetto di tutte le religioni e anche rispetto
di coloro che non credono. Tutti devono essere trattati come fratelli e sorelle.
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