L’energia di Gaia

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L’energia di Gaia

di Pier Prospero – auraweb.it

Il comportamento dell’energia tellurica è molto simile a quello degli altri tipi di energia: quindi
possiamo pensare che un campo energetico tellurico possa essere percepito in superficie con due
qualità fondamentali: la sua intensità e le informazioni trasportate.

In una visione olistica diviene impossibile scindere per settori incomunicanti la realtà, per cui in
ogni analisi si considera l’interazione di tutti i fattori in gioco. Quindi la nocività dovuta
all’informazione trasportata e quella dovuta all’intensità del campo energetico portante sono
entrambe da prendere in considerazione nello stesso modo e nello stesso momento.

L’energia vitale del Pianeta si scarica con vibrazioni o eruzioni e a volte ciò avviene in maniera
violenta, sia con i fenomeni vulcanici, sia con gli spostamenti delle zolle e i conseguenti
movimenti tettonici che si trasformano in forze sismiche.

Noi, esseri umani, possediamo un recettore/ decodificatore per tutti i tipi di energia che ha sede
nel nostro stesso corpo e nel suo sistema energetico. Esso è potente e “a largo spettro”, perciò
riceviamo molto bene le emissioni di energia tellurica. A volte questi campi energetici possono
risultare dannosi per noi, ad esempio perché scatenano ansia e incutono un “timor panico”, cioè ci
procurano uno stress troppo forte.

In Geobiologia è molto importante comprendere questo concetto riguardo agli effetti dello stress: H.
Selley in “Stress without Distress” afferma che se lo stress è leggero, breve e rimane senza
angoscia non è dannoso per l’organismo e può essere utilizzato in modo costruttivo, mentre se lo
stress è troppo forte o troppo prolungato arriva a produrre angoscia e questa situazione è
patologica. Lo stress produce angoscia quando la reazione al suo stimolo richiede più energia di
quello che il corpo ha a disposizione per reagire.

Selley, pioniere degli studi sulla stress, dimostra che qualsiasi condizione di stress eccessivo,
indipendentemente dalla sua causa, produce la stessa sequenza di eventi che descrive in tre fasi: la
prima fase, o “reazione d’allarme”, causa iperattività delle surrenali, contrazione del timo e dei
nodi linfatici e sviluppo di problemi gastrici; la seconda, o “fase di resistenza”, quando lo stress
continua e l’organismo sviluppa un adattamento adeguato alla situazione, mettendo in campo le sua
energia di riserva, la terza, o “fase di esaurimento”, quando al perdurare ulteriore dello stress
l’organismo esaurisce la sua riserva di energia e crolla ammalandosi.

Anche Alexander Lowen, sviluppando il pensiero di Wilhelm Reich nell’analisi bioenergetica, riprende
gli studi di Selley e approfondisce la questione dello stress. Lowen è consapevole anche della
relatività delle situazioni e della diversità delle persone, infatti si chiede:

“… perché alcune persone si ammalano mentre ad altre, in situazioni analoghe, questo non accade?
La risposta ovvia è che alcune persone hanno maggior capacità di affrontare le situazioni… dal
punto di vista generale la differenza deve trovarsi nella quantità di energia disponibile. La
seconda domanda ha a che fare con il tipo di malattie che le persone sviluppano… la loro
(differente) struttura caratteriale li predispone determinate malattie”.

LO STRESS TELLURICO

Definito il processo energetico dello stress, si può affrontare il problema dello stress tellurico,
che è uno dei possibili effetti dell’energia tellurica emessa dalle strutture geologiche e
idrogeologiche, effetto che interessa la Geobiologia.

Anche lo stress tellurico può essere lieve o breve e quindi utilizzabile con profitto dal nostro
organismo, oppure intenso o troppo prolungato e quindi patogeno.

Dall’efficacia, ormai indiscutibile, dei prodotti omeopatici sappiamo che l’acqua registra e
trasmette informazioni. La prima e la più forte informazione che l’acqua sotterranea registra è
relativa allo stato dell’energia tettonica del territorio dove avviene la ricarica.

L’acqua possiede un suo campo energetico che si irradia intorno alle falde acquifere sotterranee
all’incirca come il campo magnetico si irradia da un cavo elettrico interrato, cioè con la
prevalenza della direzione verticale, e quindi diventa percepibile in superficie.

Se l’informazione memorizzata e trasportata è, ad esempio, di compressione, l’energia emessa
dall’acqua porterà in superficie, sulla verticale della falda acquifera, un messaggio di tensione
che sarà fonte di stress tellurico per le persone che ne venissero contatto. Naturalmente potremo
avere anche la situazione inversa, in cui le informazioni ci apportano un beneficio.

A parità di intensità di emissione energetica, proveniente da una falda confinata, si può avere
perciò una zona di disagio o una zona di benessere a seconda delle informazioni che l’acqua
sotterranea trasporta con sé e invia in superficie.

Ecco la specificità della Geobiologia e dell’arte della percezione applicata all’analisi del sito:
riconoscere le zone migliori per disporre le stanze da letto o i letti, poiché in termini energetici
il territorio non è tutto uguale e gli effetti dell’esposizione all’energia tellurica presente dove
dormiamo sono molto diversi, vanno dal benessere al malessere, fino alla patologia.

L’energia tellurica ha molti elementi di perturbazione, ma considerare in particolare fenomeno della
falda geologica mette in sinergia gli studi geobiologici con quelli geochimici e geopsicopatologici.
Inoltre significa parlare di cose oggettive, studiate e misurate dai geofisici, riscontrabili sulle
carte, rilevabili strumentalmente, spesso visibili anche nell’evidenza del paesaggio.

Significa pure parlare di emissioni energetiche potenti e di spostamenti reali della crosta
terrestre. Le linee di faglia infatti emettono anche un campo elettromagnetico, con punti di massima
intensità nell’ultravioletto e nell’infrarosso, e questa emissione è visibile alla spettrometria
aerea e satellitare.

Oltre alla maggiore esposizione a sismi e microsismi, la permanenza in corrispondenza di linee di
faglia provoca l’esposizione ad un campo di energia tellurica troppo intenso e quindi nocivo in
quanto fonte di eccessivo stress, di eccessive scariche di adrenalina, che, come si è visto, alla
fine portano l’organismo ad ammalarsi.

Noi siamo tutti diversi, ma – come abbiamo visto anche dagli studi scientifici citati – la
soggettività della risposta è molto limitata ed è legata principalmente al tempo necessario perché
si manifesti un qualche sintomo e al grado di abitudine genetica allo stimolo.

Quando lo stimolo tellurico diventa estremo e si trasforma in aggressione, nessuno è più in grado di
tollerarlo e in tutti si instaurano le premesse per uno sviluppo patologico. Similmente a quanto
avviene con l’elettromagnetismo indotto da attività umane (elettrodotti, radar, forni elettrici,
ecc.), con l’aumentare della distanza dall’origine, l’intensità del campo energetico di una faglia
diminuisce. Allontanandosi dalla linea di faglia si arriva ad un punto in cui la sua emissione
costituisce uno stress tollerabile per l’organismo, uno stimolo al quale si reagisce traendone
beneficio.

L’efficacia dello stimolo tellurico si può leggere negli usi e costumi e nei modi di fare a livello
di intere popolazioni, anche se il suo effetto varia di grado col variare della salute delle
persone, della loro storia genetica, del loro stile di vita.

A livello di studi scientifici vi sono già i primi tentativi di affrontare la questione e, ad
esempio, Persinger in un suo studio afferma che:

“dal punto di vista evoluzionistico e biochimico, i fattori geologici influenzano il comportamento
umano… le prove finora a disposizione e la potenzialità concettuale del complesso legame fra
fattori geologici e processi mentali sono sufficientemente interessanti per sostenere le ricerche”.

Il suo studio fa notare che in alcune comunità possono esservi notevoli variazioni sociologiche che
si avvicinano che si avvicinano al panico un certo tempo prima di un evento sismico:

“la tendenza all’aumento di comportamenti insoliti nelle settimane e nei mesi precedenti i terremoti
in una regione è più prevalente di quanto si sospetti… tutte queste analisi indicano cambiamenti
fondamentali penetranti nel comportamento umano, che avvengono in regioni che saranno imminentemente
soggette ad attività sismica”.

Il suo punto di vista è che esista un legame profondo tra il comportamento umano e gli stimoli
geofisici e geochimici dati dal territorio. Da queste premesse sono recentemente nate negli Stati
Uniti le prime facoltà universitarie di Goeobiologia scientifica.

L’AUTORE

Pier Prospero

Esperto in igiene e medicina ambientale applicate all’architettura bioecologica, geobiologo, Verona.

Alla stesura dell’articolo ha collaborato Marilinda Residori, psicologa, specializzata in analisi
bioenergetica, Verona.

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