LESOTERISMO
di Mauro Colla
per Edicolaweb
Non è facile parlare di questo argomento.
Partiamo dalletimologia del termine.
J.M.Riviere in “Storia delle dottrine esoteriche” collega lorigine del termine al verbo greco
eisoteo, che significa far entrare, quindi “aprire una porta, offrire agli uomini la possibilità di
penetrare nell’interiore attraverso l’esteriore; simbolicamente, è rivelare una verità nascosta, un
senso occulto.”
L’esoterismo è “una dottrina segreta, un’iniziazione, una spiegazione del mondo rivelata in un
consesso scelto, isolato dall’esterno e dalla moltitudine e spesso tramandata in forma orale”. (1)
Altre fonti individuano la radice del termine nellaggettivo greco esoterikòs che significa
“interno, segreto”.
Qualunque sia lesatta etimologia, lesoterismo è da sempre la tendenza a “un insegnamento
estremamente riservato, a cui venivano ammessi soltanto alcuni individui che avevano ricevuto una
preparazione specifica. Gli altri, la massa, erano tagliati fuori. Gli stessi concetti, venivano
appositamente ammantati di doppi significati, camuffati in più modi, quando addirittura i testi non
venivano nascosti completamente alla vista, nei templi o in luoghi inaccessibili”. (2)
“L’esoterismo è antico come il mondo; tutte le rivelazioni magiche presso i primitivi venivano
compiute nel mistero, lontano dagli altri membri della tribù, all’ombra propizia di un bosco sacro,
in un luogo appartato, oppure su una sommità isolata. La conoscenza delle tecniche che donano
capacità sovrumane è sempre stata circondata dai misteri. Da lungo tempo esiste la distinzione tra
il volgare, la moltitudine, il popolo – ritenuto ignorante, grossolano, goffo, istintivo – e gli
eletti, i saggi, gli iniziati, gli adepti. Tale distinzione esisteva tanto in campo culturale come
in quello religioso, e spesso l’uno si trovava ad invadere l’altro. Le tecniche di governo erano
intimamente connesse con le tecniche magiche; l’ordine sociale era il riflesso fedele dell’ordine
cosmico e magico della natura; il microcosmo, con la sua stabilità, assicurava l’ordine del
macrocosmo. I segreti di stato, i mezzi magico-politici di dominio, i gesti rituali che asservivano
il cielo erano riservati ad una cerchia ristretta, a coloro che erano degni di ricevere, conservare
e trasmettere tali rivelazioni, esoteriche nella loro essenza per il fatto che avrebbero potuto dar
luogo a conseguenze incalcolabili”. (1)
“L’esoterismo nasce dall’assoluta conoscenza di chi ha osato per primo affrontare il peso della
sapienza trafugandola agli antichi dei. All’alba della creazione l’uomo tradusse in conoscenze ciò
che aveva captato dall’esterno. Durante la ricerca della ragione della propria vita il suo
discernimento si svolse verso l’imponderabile, in quanto non poteva esistere soltanto il nulla.
Tutto gli apparve improvvisamente, per trasmettersi dalla mente al cuore. Ogni percorso intrapreso
portava l’uomo verso ricordi antecedenti: gli archetipi, solo apparentemente immobili, si
manifestarono sotto forma di simboli tribali. Gli elementi avevano un’importanza fondamentale e la
loro energia veniva impiegata quale legame con il tutto rappresentatati dall’universo. L’essere
umano, soggetto alla grande opera divina, fu testimone di una spiritualizzazione progressiva, non
diffusa alle masse ma riservata ad una ristretta e prescelta casta iniziatica. Da ciò si deduce che
l’esoterismo è scaturito dalla parte più profonda dell’essere umano, restituendogli quel mondo che
non poteva ricordare. Così, subito dopo le civilizzazioni preistoriche, si fece spazio alla luce
dell’interiorità. Ogni interrogativo trovò un riscontro con l’inizio dei culti sacrali e delle varie
manifestazioni misteriche. I grandi sacerdoti e i sommi capi detenevano il potere della conoscenza
occulta, che esercitavano con grande segretezza, non condividendone con i profani che i frammenti
indispensabili alla loro evoluzione. Solo chi dimostrava di essere degno di ricevere gli
insegnamenti occulti veniva ammesso nella cerchia privilegiata di coloro che un giorno avrebbero
guidato le tribù.” (3)
“Le forme religiose ebbero sempre un aspetto essoterico e uno esoterico, esistevano l’insegnamento
ad uso popolare e quello riservato a pochi. La maestà sacra del materiale religioso, dei riti
temibili ed efficaci, esigeva una gerarchia dell’esecuzione, tanto quanto una gerarchia della
conoscenza.” (1)
Fin da subito l’insegnamento esoterico fu protetto. “Il pericolo di tale insegnamento stava nel modo
di affrontare le problematiche dell’etica, della vita e della morte sotto aspetti che differivano
dalle dottrine correnti.” (1)
Inoltre gli iniziati, coloro che partecipavano a questi insegnamenti alternativi, avevano l’obbligo
del segreto, perché queste conoscenze in mani sbagliate potevano causare danni gravissimi. Basta
leggere alcune parole di Ermete Trismegisto. “Richiamandoti a questi principi, ti ricorderai
facilmente delle cose che più a lungo ti spiegai e che qui sono riassunte. Ma evita di intrattenervi
alla folla; non perché io voglia impedire che ne venga a conoscenza, ma perché non voglio esporti
alle sue derisioni. Chi si somiglia si congiunge e tra persone dissimili non può esistere amicizia.
Queste lezioni devono essere udite da pochi, o presto non ve ne saranno più del tutto. Esse
posseggono qualcosa di così particolare che spinge i malvagi ancor più verso il male. Guardati dalla
moltitudine, perché questa non comprende la virtù di tali discorsi.” (1)
Chiari dunque i riferimenti ad un possibile uso improprio delle conoscenze occulte che perciò
dovevano rimanere nascoste ai più. “Queste parole di Ermete riassumono il pensiero delle diverse
scuole religiose e iniziatiche; rendono comprensibile la necessita dell’esoterismo dei loro
insegnamenti, le difficoltà dell’iniziazione, la severa scelta degli adepti, le rigorose regole di
vita imposte ai confratelli. Esisteva l’imperiosa necessità di celare una dottrina inaccessibile,
una saggezza che non fosse deformata dalla volgarizzazione.” (1)
“A cosa serviva questa conoscenza? È assolutamente necessario abbandonare la concezione
intellettuale e razionalista della verità che caratterizza la nostra epoca moderna. Per quanto è
possibile giudicare dagli insegnamenti tramandati fino a oggi, una conoscenza, per gli antichi, era
‘ipso facto’ una regola di vita. Essi mal distinguevano la conoscenza ideologica e scientifica del
mondo dal proprio personale modo d’essere; la rivelazione attraverso l’insegnamento, l’intuizione
diretta o sopranormale, le gerarchie e le tecniche spirituali richiedevano una specifica condotta di
vita. Le dottrine non venivano classificate, ma sperimentate. Tutto l’esoterismo era vivente,
attivo, e partecipava al sacro, al magico. Ciò spiega altresì la ragione per cui ci sono rimaste ben
poche testimonianze, dal momento che il segreto giurato veniva osservato rigorosamente, e gli ultimi
adepti degli antichi Misteri sono scomparsi con l’insegnamento orale ricevuto che non hanno potuto,
o voluto trasmettere.” (1)
Lo studioso francese fa anche un confronto tra l’antica conoscenza e certi sedicenti “esperti”
moderni di esoterismo.
“Questa materia è piena di rischi, e ce ne rendiamo conto; per questo abbiamo sistematicamente
scartato tutte le documentazioni fantasiose, intuitive o ipotetiche. Non abbiamo fatto appello –
salvo rarissime eccezioni – a coloro che si definiscono occultisti moderni e che pretendono di
essere i successori ufficiali o ufficiosi degli antichi iniziati. È sufficiente fare un paragone,
anche senza ‘iniziazione’, fra i grandiosi resti dei Misteri e gli insegnamenti dei moderni
gerofanti; la povertà, l’ignoranza e l’indecorosità letteraria di questi ultimi permettono
facilmente di giudicare le loro pretese. Sono singolarmente reticenti quando si tenta lealmente di
ricostruire con loro le origini delle tradizioni di cui si ritengono i soli rappresentanti
autorizzati.” (1)
È proprio per la necessità di segretezza tipica dell’insegnamento iniziatico che al giorno d’oggi si
sa pochissimo del vero esoterismo. O meglio, diciamo che la stragrande maggioranza della popolazione
mondiale non conosce praticamente niente di quell’antico insegnamento. Sono stati scritti molti
libri. Nei secoli qualcosina è stata fatta trapelare, ma è praticamente nulla dell’essenza
dell’esoterismo. Dall’alba dei tempi pochissimi sono stati i veri iniziati, coloro cioè a conoscenza
degli antichi segreti.
“Accanto alle religioni e alle forme sociali delle diverse civiltà si può trovare l’esistenza di
gruppi di illuminati, di saggi, di religiosi, di filosofi, che hanno scisso la loro vita in due
parti, sacrificando a volte l’aspetto mondano per un’altra forma di esistenza. Qualunque sia
l’opinione che si può nutrire nei riguardi di questi ricercatori di verità e di pace spirituale,
essi meritano tutto il nostro rispetto: si deve ammirare chi sacrifica tutto per un ideale.” (1)
Alcuni tra questi saggi svolgono un compito fondamentale: hanno la loro professione e tali sono per
il resto del mondo ma dietro a questa copertura custodiscono i segreti dell’antica conoscenza.
Certi magari sono persone molto semplici, che fanno lavori umili, altri ricoprono cariche
importanti, alcune religiose, altre politiche.
Possono quindi essere in posizioni diverse per via delle differenti necessità evolutive.
Ma tutti, dal più piccolo al più grande, collaborano alla realizzazione del piano divino.
“Nei secoli l’esoterismo si alterna o si confonde con altre forme di pensiero. Nei momenti di
particolare chiusura, in cui viene messa in discussione la credibilità sia delle religioni sia delle
scienze, cresce il bisogno di approfondire il lato nascosto delle cose. In realtà l’esoterismo è
sempre esistito, conoscendo andamenti diversi – sviluppi o restrizioni – a seconda dei momenti
storici. A fasi improntate alla tolleranza (es. il Rinascimento) succedettero epoche di repressione,
oscurantismo e fanatismo religioso (la caccia alle streghe).
Molti scienziati studiarono a fondo le dottrine esoteriche: basti pensare ad Ashmole, presidente e
fondatore della Royal Society e cultore di alchimia e massoneria; oppure a Fludd e Yeats, che si
interessarono al Rosacrucianesimo. D’altra parte, anche in tempi più recenti molti scienziati si
sono avvicinati al mondo dell’esoterismo e dell’intuizione (esemplare il caso di Jung).
La tradizione iniziatica delle antiche scuole esoteriche è andata in gran parte perduta e non
esistono scuole di livello superiore. Nel ridare vita a questi studi, ormai sviliti e confusi, e nel
rilegittimarli secondo una dimensione più attuale, fu determinante il contributo di Corbin, che
divulgò il concetto di ‘mundus immaginalis’ (un mondo intermedio che si colloca tra la materia e lo
spirito).
Anche Jung assunse un ruolo essenziale in questo senso, con la sua definizione degli archetipi.
Grazie alla sua grande sensibilità interiore e al proprio intuito riuscì ad andare oltre l’aridità
della visione scientifica. Riportò alla luce le antiche dottrine iniziatiche, alchemiche ed
esoteriche, studiandone le origini e restituendo la propria nobiltà a ciò che appariva inutile e
superato, sepolto sotto la polvere del tempo, schiacciato dall’ignoranza e dal materialismo più
gretti.
Va citato naturalmente anche l’apporto degli studiosi contemporanei che si batterono per riscattare
l’esoterismo, come Antoine Faivre, René Guenon, Mircea Elide ed Elémire Zolla.
Non esistono, attualmente, nuove scuole esoteriche di livello superiore, ma solo timidi tentativi
compiuti individualmente o in gruppo da persone armate di buona volontà, che attingono l’amore per
le origini della conoscenza dalla propria esperienza spirituale.” (3)
“L’esoterismo è basato sull’assioma che il mondo sensibile non costituisce che una piccola parte
della realtà. Il compito delle dottrine esoteriche è sempre stato quello di ottenere la conoscenza
del mondo soprasensibile. Per raggiungere tale scopo non si avvalgono di uno strumento razionale ma
dell’intuizione che l’iniziato Dante Alighieri chiama ‘luce intellettual piena d’amore’. Per
compiere l’indagine esoterica è indispensabile conquistare la capacità si utilizzare la facoltà
intuitiva, attraverso un lungo tirocinio ed affinamento delle capacità latenti nell’uomo
alla
radice di tutte le cose esiste un’energia, ripartita in vari ordini e livelli, la cui natura e
sostanza devono essere comprese dall’uomo, in modo che possa impiegarla. Proprio perché opera nel
misterioso campo delle energie, la scienza esoterica deve mantenere il segreto, riservando agli
iniziati gli insegnamenti basilari trasmessi in genere oralmente ed il possesso della chiave dei
misteri. Chiunque segua la strada esoterica dev’essere scevro da settarismi e pregiudizi e favorire
i rapporti tra le varie dottrine, per approfondirne la conoscenza. Esiste anche un filone esoterico
individuale che interessa coloro che non sentono l’esigenza di seguire un Maestro. Si tratta
soprattutto di artisti ma anche letterati, filosofi, musicisti.” (3)
“Nell’epoca antica per essere ammessi alla conoscenza dei misteri bisognava ricevere l’iniziazione,
un insieme di riti e insegnamenti orali, il cui scopo è la modificazione radicale dello stato
religioso e sociale del soggetto da iniziare. Al termine della prova il neofita entrava in una
condizione esistenziale completamente diversa da quella precedente, ossia diveniva un essere
totalmente rinnovato. La maggior parte delle prove iniziatiche implica infatti una morte rituale,
seguita da una resurrezione simbolica o da una ‘nuova nascita’. Il momento culminante
dell’iniziazione è rappresentato dalla cerimonia che simboleggia la morte del neofita e il suo
ritorno tra i vivi. La morte iniziatica costituisce nello stesso tempo la fine dell’infanzia,
dell’ignoranza e della condizione profana. Dunque l’iniziazione è l’ingresso in una nuova vita,
concepita come vera esistenza spirituale aperta ai valori più profondi dell’essere, permeata dal
senso divino e dall’autentica conoscenza della vita. Tutto ciò rende possibile l’ascesa interiore
che conduce di grado in grado ad uno stato d’illuminazione perfetta. Così avviene la rigenerazione
dell’anima. Ma per poter veramente capire che cosa sia l’iniziazione dobbiamo riportarci agli
antichi Egizi, ai Persiani, ai Frigi, ai Traci ed ai Greci, quindi alle antiche religioni misteriche
che hanno lasciato una traccia nelle religioni e filosofie moderne.” (3)
“L’Egitto è la fonte dalla quale tutto si diffuse, la terra dove furono iniziati tutti i grandi
esseri che bussarono alle porte dei suoi templi. Pitagora apprese a Tebe la scienza dei numeri,
mentre Talete e Democrito acquistarono le loro conoscenze a Menfi. Si dice che anche Orfeo trovò in
Egitto tutto ciò che ricercava, e che Platone ed Eudossio passarono molto tempo ad Eliopoli per
appendere sia la morale sia le scienze matematiche. Fu a Sais che Licurgo e Solone attinsero i
segreti della legislazione. Insomma, i luoghi iniziatici dell’Egitto erano anche scuole in cui si
imparavano le arti, la filosofia, le scienze, la morale, la legislazione, la filantropia ed il
culto.” (3)
E inoltre, ma non per ultimi dobbiamo ricordare tra i vari personaggi che furono iniziati all’ombra
delle piramidi anche Mosè e il Re dei Re, cioè Gesù Cristo.
“L’iniziato è colui che vibra all’unisono con il suono dell’universo, quindi non ha bisogno della
parola per esprimersi. L’obbligo di non svelare i segreti dei misteri ai quali è stato ammesso non
gli è di peso, in quanto intende il silenzio come lo spazio che separa l’uomo dalla conoscenza delle
cose divine. ..Inizialmente è necessaria una grande forza d’animo per imporre a se stesso un
silenzio che spesso lo estrania dal resto del mondo.
Macerando il proprio egoismo in lunghe meditazioni, raggiungerà un livello do coscienza del proprio
sé assai notevole. La modestia e la saggezza saranno le sue compagne di colloquio. Si spoglierà
d’ogni inutile orpello e di ogni parola offensiva, annullando se occorre anche la propria umanità,
per ricevere quello stato di illuminazione che è il traguardo principale di tutti coloro che cercano
la verità perduta. Opererà non dal vertice della piramide ma dalla base, solidamente, lentamente,
pazientemente e con diligenza, usando la volontà ed il senso della misura. Il silenzio iniziatico,
retaggio degli antichi misteri, fa parte anche di tutte le regole monastiche. Permette all’individuo
di ricostruire la sua interiorità lavorando nella sacra quiete del tempio; costituisce il preludio
della Rivelazione, perché conduce al punto più intimo di se stessi, dove l’eternità, come un mare
vivificante, riporta l’essere umano alle sue origini divine. Questa è la regola d’oro dell’iniziato
e del saggio: saper tacere. Lo stesso Pitagora la impose ai propri discepoli.
L’iniziato non imparerà mai tanto dai mille libri quanto dal sedersi sotto un albero ad ascoltare il
proprio silenzio, che in realtà ha un suono: una musica così remota che solo chi possiede un cuore
puro riesce a percepirla. Chi sa o ha imparato non ha bisogno di trasmettere con la parola, perciò
il neofita dovrà comprendere che restare silenziosi non significa soltanto mantenere un segreto, ma
imparare ad ascoltare il proprio Io e quello degli altri.” (3)
“Chiunque, purché lo voglia veramente, può incontrare il proprio Maestro interiore, che non è una
guida spirituale comune ma un’energia che fa parte di noi stessi. Quando il discepolo è pronto, si
manifesta il Maestro che dimora in lui. Nel momento in cui il discepolo si sarà preparato, tramite
l’autopurificazione e la disciplina della conoscenza del sé, allora anche la sua guida si renderà
presente.
Tale guida insegnerà operando dentro l’allievo avvolgendolo completamente in tutti gli aspetti della
sua esistenza. Questa grande presenza agisce attraverso lo Spirito, ma perché ciò accada bisogna
perfezionarsi mediante il retto pensiero, la parola ed il retto agire, usando altruisticamente i
propri poteri a beneficio dell’umanità; così si tradurrà l’immortale linguaggio cosmico nel
linguaggio e nelle idee degli uomini mortali, e l’intuizione sarà il mezzo di questa ricezione.
Quando la preparazione dell’allievo sarà completata, la comunicazione con il Maestro supererà le
barriere fisiche e le distanze incommensurabili, quindi la verità sarà più vicina. Nell’esoterismo
si è tanto discusso del Maestro interiore, a volte negandolo ed a volte cercando di chiarirne
l’esistenza. ..L’immersione nella parte del nostro io più adamantina (priva di egoismo che
caratterizza la vita di ogni giorno) è l’unico mezzo per entrare in sintonia con il Maestro
interiore, che si presenterà con immagini diverse a seconda del nostro grado evolutivo e delle
nostre tendenze interiori.
Questo incontro, tanto agognato dagli esoteristi, è l’unico mezzo per entrare in contatto con il
proprio archetipo e trarne la conoscenza del proprio vero essere. Fondendosi con questo contatto ed
assimilandone l’immagine o il simbolo si riuscirà a coglierne il significato più nascosto ed a
trasformarlo a seconda delle proprie necessità conoscitive ed evolutive. Raggiungere la completezza
dell’insegnamento iniziatico è cominciare il dialogo con il vero Maestro che si cela in noi, in
dialogo che, se lo vorremo, non avrà mai fine.” (3)
Al giorno doggi si sente usare frequentemente in modo errato la parola esoterismo. Tv e mass-media,
soffermandosi su operatori dellocculto e sette di vario tipo che spesso si dedicano a messe nere,
orgie basate sul sesso sfrenato, suicidi di massa, sacrifici, fatture ed altro ancora, parlano di
riti esoterici, identificando quindi lesoterismo con questi fenomeni squallidi ed inqualificabili
che di esoterico non hanno nulla. Non si capisce se si tratti solo di ignoranza o di precisa volontà
di denigrare un insegnamento che ha invece origini nobilissime.
“Nella letteratura esoterica contemporanea compare il termine occultismo, spesso accomunato a catene
o a correnti spiritiche di carattere magico-settario. Purtroppo si tratta di un aspetto attribuito
erroneamente ad un ambito esoterico meno conosciuto e più profondo. L’esoterismo non è né una
religione né una corrente specifica, ma un insieme di significati, di simboli, frutto di un percorso
di ricerca che porta ad una dimensione iniziatica superiore.
Ed è proprio superando le dure e difficili prove incontrate nel corso di questo cammino che
l’iniziato raggiunge la propria illuminazione. In quel momento egli si rende conto che è avvenuto
l’incontro con il proprio maestro interiore, quell’essere spirituale che ha sempre fatto parte di
lui. Questo tipo di rinascita purifica dalle scorie delle meschinità terrene.
Esistono e sono esistite, senza dubbio, diverse scuole esoteriche, ma la più difficile è quella
dell’acquisizione personale, tramite al quale si può arrivare ad una vera e propria autoiniziazione.
L’esoterismo esula dal contesto mistico, in quanto l’incontro con la gnosi trasforma qualsiasi fede
in ricerca e si pone al di sopra di qualunque forma di superstizione o di cieco fideismo. Il confine
tra esoterismo e occultismo può essere definito come convenzionalmente come segue: esoterico è ciò
che eleva spiritualmente le capacità interiori dell’individuo, mentre occulto è tutto ciò che viene
ricercato attraverso l’aiuto di forze estranee all’elevazione spirituale dell’uomo (quindi il
ricorso alla magia nera, al satanismo, allo spiritismo incontrollato, alle evocazioni di anime
tormentate ed alle forze negative in genere). Rientra nell’ambito esoterico la facoltà, conseguita
elevando le proprie capacità interiori, di conoscere e legare a sé le forze della natura, per
utilizzarle in una forma magica e naturale, sempre a fini di bene e non egoistici, come accadeva nel
Rinascimento e nella cultura celtica.
L’occultismo è la credenza in alcune forze occulte che fanno parte di un mondo invisibile,
accessibile solo a chi pratica detta scienza… Fa parte di una dimensione nascosta, oscura e
pericolosa per chi non è in grado di affrontarne la problematica; l’esoterismo fa parte degli
antichi misteri e delle conoscenze iniziatiche segrete.” (3)
“L’esoterismo, invece, è sempre stato e sempre sarà. Se osserviamo attentamente attorno, se
ascoltiamo e percepiamo, ci rendiamo conto che tutto quanto ci circonda è permeato di sostanze
talmente vibranti e sottili che se ne può avvertire l’essenza. Inoltrandoci all’interno del nostro
cuore possiamo assaporarne l’impulso d’amore per la conoscenza. Ma non basta essere studiosi e
sapienti, bisogna vivere come se ogni giorno fosse il primo o l’ultimo, perché la vita è un viaggio
iniziatico che ci conduce verso la scoperta della dimensione spirituale. Un grande faraone ha fatto
incidere sulla sua tomba la frase ‘Io dormo, ma il mio cuore è sveglio’: questo ci fa comprendere
che grandi esseri, che vivevano in tempi lontani, avevano una conoscenza superiore alla nostra.” (3)
1. Tratto da “Storia delle Dottrine Esoteriche”, di Jean Marques-Riviere, Edizioni Mediterranee.
2. Tratto da “Quinta Dimensione”, di Giuditta Dembech, Edizioni L’Ariete.
3. Tratto da “L’Esoterismo”, di Pina Andronico Tosonotti, Edizioni Xenia.
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