L’esperienza passata aiuta a prendere decisioni

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L’esperienza passata aiuta a prendere decisioni

Fonte: salute.agi.it

Le esperienze passate influiscono sulle decisioni future. A dimostrarlo è stato un gruppo di
ricercatori del Biotechnology and Biological Sciences Research Council (Bbsrc) in uno studio
pubblicato sulla rivista Neuron.

I ricercatori hanno evidenziato come l’apprendimento indotto dall’esperienza cambi realmente i
circuiti cerebrali in modo da permettere di categorizzare velocemente ciò che percepiamo e di
prendere una decisione altrettanto rapidamente. L’esperienza passata ristruttura effettivamente il
nostro cervello in modo che esso possa rispondere in modo appropriato in qualunque contesto.

Nello scegliere lo svolgimento dell’azione che con più probabilità avrà successo, il cervello deve
interpretare ciò che vede, o in generale percepisce, attribuendo un significato a una informazione
intrinsecamente incerta. Tale capacità cruciale, per esempio, quando dobbiamo rispondere con
un’azione a stimoli visivi che sono tra loro molto simili. E ciò che succede ad esempio quando si
cerca di riconoscere un volto amico in una folla.

Per arrivare a queste conclusioni i ricercatori hanno analizzato i meccanismi messi in atto dal
cervello che influiscono sulle decisioni mediate dall’esperienza misurando i segnali cerebrali di un
gruppo di volontari che svolgevano un test in cui occorreva imparare a discriminare tra schemi
visivi simili assegnandoli a differenti categorie. I soggetti sottoposti al test dovevano
classificare alcuni schemi visivi sulla base di due diverse regole, concepite in modo da produrre
categorizzazioni tendenzialmente diverse tra loro.

“Il nostro utilizzo dell’imaging in combinazione con tecniche matematiche ci permette di ottenere
preziose informazioni sui segnali cerebrali che indicavano le scelte adottate dai partecipanti”, ha
spiegato Zoe Kourtzi. “Ciò che abbiamo mostrato – ha aggiunto – è che le precedenti esperienze
possono allenare i circuiti cerebrali che ci permettono di riconoscere le categorie percepite invece
che semplicemente le somiglianze fisiche tra schemi visivi. Sulla base di ciò che abbiamo trovato,
proponiamo un modello in cui l’informazione appresa sulle categorie è effettivamente preservata nei
circuiti cerebrali nelle aree occipitali del cervello. Da queste, l’informazione viene trasferita
alle aree frontali che la trasformano in decisioni flessibili e azioni appropriate che dipendono
dalle richieste del compito”.

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