L’ESSERE UMANO E LE SUE ENERGIE

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L’ESSERE UMANO E LE SUE ENERGIE

Di Marco Ferrini

( schema: 4.bp.blogspot.com/_fOtBwQd1Ca8/SnqhEwTUKBI/AAAAAAAAAXc/OMZ43s9h1gc/s1600-h/1.jpg )

Lo schema sopra riportato rappresenta l’essere vivente nella sua globalità umana e cosmica, con le
sue energie bio-psico-spirituali. La terra (bhumi), l’acqua (apah), il fuoco (anala), l’aria (vayu)
e l’etere (kham) costituiscono la struttura bio-fisica dell’individuo, mentre l’ego (ahamkara), la
mente (manas) e l’intelletto (buddhi) determinano le sue caratteristiche psicologiche. Secondo la
psicologia indovedica, le varie energie psicofisiche dell’essere umano hanno come propulsore comune
l’essenza spirituale (atman), simbolicamente raffigurata nel cuore, la quale costituisce il nucleo
dell’identità del soggetto e l’essenza stessa della vita. L’atman costituisce il centro unificatore
di tutte le funzioni vitali, coordina tutti gli elementi singoli e particolari che costituiscono la
nostra psiche ed ha il potere di svilupparli, dominarli, dirigerli, comporli in una superiore unità
organica. Uno studio analitico, funzionale e strutturale dei fenomeni psicofisici non può dunque
prescindere dal riferimento al sé o nucleo vitale energetico e dalla comprensione della sua natura
in sinergia con le altre componenti della personalità umana. Nei testi della psicologia indovedica
viene evidenziata la sostanziale distinzione tra le energie psicofisiche (prakriti) e l’essenza
spirituale dell’essere (atman). Mentre quest’ultima rappresenta l’identità ontologica, profonda ed
immutabile dell’individuo, le componenti psicofisiche sono soggette a continue modificazioni nello
spazio-tempo, inserite in un contesto storico di impermanenza.

Generalmente la coscienza dell’ego, che nella definizione junghiana è costituita dalla somma dei
contenuti psichici con cui il soggetto si identifica, è caratterizzata da un flusso incessante e
sempre in trasformazione di emozioni, impressioni, pensieri, umori e stati d’animo. Le
caratteristiche psico-fisiologiche e situazionali si modificano costantemente, in una perenne
transitorietà, ma il nucleo centrale dell’identità della persona rimane inalterato, nella sua
essenza identico a sé stesso. I rapporti tra il sé profondo e l’io ordinario empirico, nelle loro
connessioni con i vari elementi della vita psichica, costituiscono una realtà complessa, sottile,
dinamica che la psicologia indovedica descrive ed analizza con sorprendente scientificità e
proprietà di linguaggio.Tali studi apportano un contributo fondamentale anche all’analisi del
rapporto tra l’essere umano e la sua percezione ed esperienza della malattia e della morte. Laddove
non si è compiuta un’integrazione consapevole con l’esperienza del sé o nucleo vitale di natura
spirituale, la personalità attualizzata dell’individuo, il “piccolo io”, che la letteratura
indovedica definisce con il termine ahamkara, soffre dell’incapacità di contestualizzarsi a livello
socio-cosmico e si carica di conseguenti sofferenze, lacerazioni, angosce e fobie.

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