L’eterno presente, L’interdipendenza, Gli skanda 3

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L’eterno presente, L’interdipendenza, Gli skanda 3

Introduzione al Buddhismo Theravada:
Quarto Dialogo: L’eterno presente – L’interdipendenza – Gli skanda (parte 3)

di Guido Da Todi

Terza parte e fine del quarto capitolo di “Introduzione al Buddhismo
Theravada” – di Guido Da Todi

“L’eterno presente – L’interdipendenza – Gli skanda”

Vi ricordo, a questo punto, il famoso simbolo di Yinn e Yang: i due
pesciolini, abbracciati.
Voi sapete del simbolo delle due gocce, che si incastrano una nell’altra, e
formano un tondo.
Una goccia è nera ed una goccia è bianca. Tuttavia, al centro esatto della
goccia nera voi potrete osservare anche un puntino bianco; mentre, al
centro della goccia bianca ci sarà un puntino nero…
E, di conseguenza, io vi manifesto, perentoriamente – e chi è abituato alla
meditazione può capire quanto gli dico io – che nella vostra mente esiste
una traccia di materia, come anche nella essenza solida esiste una traccia
di mente.
Una traccia che fonde i due elementi opposti..
In poche parole, osservando il vostro corpo, vi renderete conto che esso
produce la mente, l’energia; e, viceversa, la mente crea la materia…
Non si potrà mai dire, allora, precipitosamente:
“…Qui c’è soltanto materia…e dove appare la materia, non esiste mente…”
Sono consapevole di parlare a persone con una certa intuizione…
E voi seguitela, allora, questa vostra intuizione, mentre cercherete di
comprendere che il concetto di mente e di materia, in effetti, è un unico
bandolo; è il rapporto tra una alfa ed un omega…che li unisce con una
funzione ben percepibile, anche se non la si può troppo spiegare.
Secondo Buddha, quindi, le sensazioni mentali sono incardinate alla
materialità, come le sensazioni materiali sono rese elastiche, morbide e
vitali da una funzione mentale, che distribuisce la sua traccia nella
stessa materia.
Ecco, possiamo cominciare, adesso, a parlare degli “Skanda”.
Con estrema attenzione, Buddha ha ricomposto lo sviluppo del movimento
esistenziale di ognuno di noi, vedendolo ritmato da una catena di anelli,
che egli chiama Skanda.
In un aspetto molto immediato, noi siamo formati, secondo l’analisi
buddista, dai quattro elementi fondamentali: Terra, Acqua, Aria e Fuoco
Ci possiamo toccare le braccia e percepire la Terra, che è rappresentata
dalla struttura biologica, dalla solidità, dal peso che hanno i nostri
corpi.
L’altro elemento, l’Acqua, si ritrova nella corrente sanguigna, nel muco,
nella saliva e così via….
Il corpo umano, quindi, è costituito dalla Terra, dall’Acqua, dall’Aria –
che, a sua volta, vivifica le cellule, tramite i polmoni – e dal Fuoco, che
rende pulsante tutto l’organismo, donandogli la temperatura vitale…..
I quattro elementi dell’antichità, sublimati nell’uomo e nella donna;
Terra, Acqua, Aria e Fuoco.
Quindi, osserviamo il primo anello che Buddha ci sollecita a conoscere, per
poi seguire e poter gestire lo strumento della sua meditazione: la Vipassana
Il tuo corpo fisico.
Esso è importante perché è coevo con l’energia.
E, ripetiamo: nessun punto del tuo organismo solido riuscirà a farti
affermare “…qui finisce il mio corpo fisico e qui, invece, comincia
l’energia…”
È mente anche il tuo corpo fisico, come la mente è anche materia!
Il tuo corpo fisico, come base, come background di tutte le altre strutture
interiori, è formato dai quattro elementi cosmici: dall’elemento terra – la
solidità, quel qualcosa che ti dà il peso… tu ti siedi e senti che il corpo
è zavorrato…ebbene, questa è la struttura dell’elemento terra in te.
Poi, abbiamo l’acqua, la circolazione sanguigna… ciò che ti da il potere di
aderire alle cose, anche interno; è l’acqua, il secondo elemento. E c’è
l’aria, che ti da la movimentazione e l’ossigenazione…
Ed il fuoco.
Ecco, questa indicazione è precipua del Buddha.
Il corpo fisico, secondo quanto abbiamo appena detto, non è soltanto l’alfa
o l’omega del tempo e dello spazio, ma – cercate di capirlo – un esempio
trascendente, in cui due polarità vibrano all’unisono, in una chiave
miracolosa, in una sincronia incredibile, con l’universale.
Il nostro corpo fisico, composto dagli Skanda, di cui abbiamo visto gia il
primo aspetto, è non soltanto un violino che Buddha ci insegna a suonare,
per arrivare alla eco della verità cosmica; non e soltanto una parte……ma
il tutto…
…Capite cosa intendo dire?
Buddha non ci disperde nella descrizione di una quantità di piani sottili,
di piani superiori, e di cieli diversi….
Nelle sue descrizioni non ci sono dei piani superiori e dei piani
inferiori; ma, come vedremo tra poco, una forte alchimia diretta e
misteriosa, che si svolge nel corpo fisico.
Ogni realtà individuale, ogni essere umano lavora con il fuoco diretto
della cosmicità, internamente al suo corpo fisico…proprio perchè il suo
corpo fisico è esattamente la cosmicità.
Il secondo anello degli Skanda – dopo quello dei 4 elementi – sono i sensi.
I quali acquistano – in rapporto a quando ho detto sinora – un significato
e delle risonanza ben diverse da quanto potremmo aspettarci…
Difatti, allorchè noi ci caliamo anche nella più profonda delle
introspezioni, pur sempre immersi in sensazioni superiori, trascendenti,
restiamo nei limiti dei semplici cinque sensi
Se vi orbassimo dei vostri sei sensi, voi non riuscireste a formulare
nessuna immagine mentale, né a meditare, perché il contenuto sottile dei
vostri pensieri è pur sempre, fondamentalmente, composto da essi; lo
abbiamo gia visto.
Di conseguenza, Buddha afferma che i sensi sono molto importanti.
Egli ci dice di fare attenzione a questi sei sensi…che saranno uno degli
obiettivi di Vipassana…
Ad esempio, la vista ci permette di vedere e di conoscere gli equilibri
formali delle cose, i colori…
Perché?…
Non c’è un colore nella vostra mente?…
Ebbene, i colori che osservate con la vostra mente, nelle vostre
meditazioni, nascono e sono prodotti, in origine, solo grazie al senso
fisico della vista….
…Ed anche l’olfatto….
Sono sottili quei profumi esistenziali e celestiali che voi captate nelle
vostre visioni interiori….ma, sono pur sempre degli odori…
Ed il gusto…
Se immaginate, adesso, di mordere una mela…vi potrebbe succedere come ai
cani di Pavlov….ne sentireste il sapore, fin nelle vostre stesse idee, e
nei vostri pensieri.
Eccola, qui, l’identificazione della mente con la materia…
La vedete?
Ed il tatto…?
Bene…Mentre meditate su di lui, non vi pare di toccare, quasi quasi, la
veste del vostro guru?…
Perciò… guai, se non ci fosse un’ identificazione tra mente e materia…!
Ed infine, c’è la mente…. il sesto senso…
Ripeto, quindi…
Noi abbiamo i quattro elementi fondamentali, che formano la struttura di
base della nostra corporeità fisica: la sostanza solida – la terra; i
liquidi interni – l’acqua; l’aspetto gassoso della nostra biologia –
l’aria; la temperatura del nostro corpo – il fuoco.
Ed i nostri sensi: la vista, l’olfatto, il gusto, l’udito e il tatto – che,
in qualche maniera, travalicano il mondo della materia, per dare una tinta
e soffondere una spiccata vitalità nei nostri pensieri.
E la mente.
Dopo il primo anello degli skanda – ossia i 4 elementi – i sensi ne sono il
secondo.
Evidentemente quanto sto dicendovi è tracciato a grosse pennellate
Se, poi, seguiamo una persona come te, nel normale scorrere della vita, la
vedremo esprimersi in tanti piccoli grigi, ove nulla è del tutto bianco, né
del tutto nero….
Ad esempio, quando hai paura, o quando fuggi via da una situazione, in te
vibra, nel tuo corpo – in modo scompaginato, celato e misterioso –
l’elemento acqua; oppure, quando ti esprimi passionalmente, è l’elemento
fuoco che si agita in te…è vero? O, quando sei stabile nelle tue opinioni –
a volte, addirittura cocciuto – è la terra che prevale, tra i quattro
elementi originari…
Come al solito, ti espongo una stretta – ma chiara – sintesi delle cose…
Quindi, abbiamo esaminato il primo anello: i quattro elementi….e, poi, il
secondo anello: i sei sensi….
Finalmente, ora, giungiamo alle sensazioni, che, nel loro assieme,
compongono la pietra angolare della nostra esistenza intera…..
E, qui, vorrei fare un breve distinguo…. che fa anche Buddha.
La sensazione…
A ben pensarci, io avrei delle difficoltà, in questo momento, a spiegarvi
cosa sia una sensazione.
Si parte dall’ amore del poeta verso la sua dea, la sua Beatrice – che lo
soffonde di traslucide esperienze interiori; sino alla passionalità
dell’assassino, e al senso di sacrificio del santo…
Non esiste un essere che non esprima, nel tempo e nello spazio, delle
sensazioni.
Sono sensazioni mentali, sensazioni materiali…
Perché la sensazione è l’esatto tandem, l’esatto mozzo, al centro della
bilancia di tutto ciò che abbiamo dentro, e dei rapporti che i nostri sensi
fisici hanno con l’esterno.
E anche se quanto vi dico è tagliato con l’accetta, e di una semplicità
disarmante, ciò basta per togliere il velo al motore primo della vostra
esperienza reincarnativa.
Tutto si svolge attorno a questa struttura…
Come un uccellino se ne sta poggiato sulla barretta, nella sua gabbia, così
voi avete l’intero vostro baricentro su questi cinque anelli (di cui
abbiamo esaminato i primi due: i 4 gradi della materia e i sei sensi) che
sono gli Skanda; e li manifestate.
Fateci attenzione……. noi abbiamo due tipi di sensazioni, di esperienze
esistenziali.
La prima, è quando viviamo, usciamo, gestiamo la nostra quotidianità ed i
nostri cinque sensi hanno un contatto con la vita, affinché scaturisca la
scintilla delle sensazioni…
Per cui noi dobbiamo vedere, in diretta, una determinata cosa – che so, un
piccolo cagnolino, per chi ama gli animali – al fine di ottenere la nascita
di una sensazione di tenerezza; dobbiamo percepire il profumo di una rosa,
per essere estasiati dalla sua essenza; o, addirittura, passare vicino ad
una discarica di immondizia, per esclamare: “Oh mamma mia!… che cosa
maleodorante è mai questa?!…”
Cioè, i sensi, si risvegliano quando entrano, senza intermediari, in
contatto con l’esterno, e allora, a questo punto, si manifesta il terzo
anello degli Skanda, la “percezione”…..
…I quattro elementi, i sensi – con le sensazioni che nascono dai loro
contatti con il mondo oggettivo; e, quindi, la percezione, come dice Buddha.
Noi dipendiamo dai sensi, perché abbiamo immediatamente una reazione di
desiderio, di attrazione per quella sensazione che proviamo, o di
repulsione, per essa.
Vedremo che questi due poli – desiderio e repulsione – hanno una grande
importanza nella vostra vita.
Vi ricordate quando abbiamo parlato della mente umidiccia, che ravvoltola
tutte le sue nuove sensazioni, con il proprio subconscio, come il ragnetto
imprigiona nel suo cuscinetto di saliva la povera vittima?
…Un cuscinetto pavloviano, che ha accumulato in sé tante antiche esperienze
sensoriali, che stanno, lì, sotto il pelo dell’acqua.
E sono le paure che abbiamo, le angosce che fervono, che pulsano…i desideri
repressi.
Esistono dei tomi, nelle biblioteche di psichiatria, per quanto riguarda la
realtà ed il potere del nostro subconscio; che condiziona un pò tutti
quanti…ed ecco che appare un secondo tipo di sensazioni….che nascono,
allora, dal contatto della nostra mente con il bacino interno di ogni
nostro complesso e di ogni nostra antica angoscia
Un cinque, sei percento di sensazioni nuove, quotidianamente, si attiva
come risultato del rapporto che i nostri sensi hanno con il mondo …
Ma, oltre l’ottanta per cento delle nostre restanti emozioni si basa sulle
sensazioni antiche, che emergono fuori dall’oceano profondo del nostro io..
dai nostri istinti mentali…. in sintonia con le esperienze nuove…
Sensazioni antiche attivate dai nostri desideri passati … ……Il filtro umido
della mente e dei suoi incontri costanti….
Ed ora la cosa diventa più interessante….
Gli Skanda, quindi, sono i quattro elementi; e sono anche i sensi,
innestati in questi quattro elementi…
Perché, ovviamente, il tuo corpo, i tuoi organi, sono formati dai quattro
elementi…ma, hanno la forma delle membra, del cervello…
E gli occhi ci forniscono la vista….le orecchie offrono l’udito…..il naso,
l’olfatto….la lingua, il gusto….. e….quel capiente sacco che racchiude
tutto i nostro corpo – la pelle – fornisce la sensazione del tatto….
…E, finalmente, giungiamo al sesto senso: la mente, con le sue formazioni
sottili…
I cinque sensi, aiutati dal sesto, la mente – che sta al centro di essi –
producono le sensazioni, tramite il contatto con la realtà esterna; e,
questo contatto, attiva pure i ricordi sopiti del nostro antico passato.
A questo punto, si attiva la percezione!
Cioè, quando noi abbiamo attraversato, con il supporto di questi primi
anelli – i quattro elementi, i sensi, e le sensazioni – un’ esperienza,
ecco che nasce in noi la percezione…
D’abitudine noi proviamo una prima repulsione, oppure un’ iniziale
attrazione per gli oggetti della nostra attenzione…
E, questo, perchè siamo sedotti verso le cose, originariamente, tramite una
piccola sollecitazione interiore, che nasce, quasi sempre, in maniera a
sottilissima.
E noi, allora, entriamo in agitazione… perché desideriamo… ed ecco apparire
i desideri…la brama…
Oppure noi entriamo nello scontento…perché non proviamo desiderio,
attrazione….ma, una repulsione verso delle nuove, sottili sensazioni…
O, anche, restiamo inerti; privi del minimo interesse per le cose.
Vedete che vivaci reazioni esistono nel corpo umano?…
È proprio qui che inizia il viaggio delle esperienze umane, verso la
sofferenza, o verso la gioia…
È proprio qui che si determina la spinta verso rinascite future, oppure
verso la libertà dal samsara…
Dopo la percezione, ecco nascere qualche cosa d’altro…
Nascono i pacchetti mentali… il pensiero…
Nasce il karma, perché, noi, in base a questa scala di valori, a questo
scala di risonanze, finalmente siamo attratti da alcune cose e le
inseguiamo… oppure, siamo respinti da altre e, quindi, fuggiamo da esse….
Di conseguenza, creiamo delle azioni….
Eccolo, il karma; ecco, l’azione; ecco, le strutture mentali…
Vi ricorderete il detto tradizionale…?…
“…A ogni tua pensiero, segue un’azione; ad ogni tua azione segue
un’abitudine; ad ogni tua abitudine segue un carattere; ad ogni tuo
carattere, segue un destino…” E qui, proprio qui si produce il seme che noi
pensiamo essere un io…..
Voglio farvi un piccolo esempio, che mostrerà l’inconsistenza di questo io…
…Mettiamo che qualcuno abbia espresso, fino a diciotto, venti anni,
ventitrè anni, una vita abbastanza incolore, insapore e inodore… cioè,
senza un lavoro, che gli desse autonomia…
E, poi, all’improvviso, venisse assunto da un’azienda, che lo abbia
incanalato in nuove amicizie, in nuove abitudini, in una nuova vita.
Egli incomincia ad amare i suoi nuovi colleghi ed amici.. incomincia ad
amare il suo lavoro…incomincia ad amare le sue abitudini, e, di
conseguenza, entro un certo periodo di tempo, mano a mano, costruisce una
fisionomia, un ego, che è nato in riflesso alle esperienze estratte dal
recente impiego
…È nato un io. È nato un sé.
Ora, mettiamo che questa persona cambi attività e vada a farne un’ altra….
…Si sgretolano le vecchie abitudini, i vecchi pensieri… e quei “pacchetti
energetici”, quel “continuum mentale”, che era il vecchio io della persona
esaminata, assume la forma camaleontica di un altro sé, di un’altra modo di
manifestarsi.
Buddha, ripeto, ci indica che è proprio qui che il seguace del Dharma deve
intervenire…
Come?
Vedremo….
Egli ci indica l’esistenza degli skanda..
Come abbiamo veduto, questi skanda, in ultima analisi, costituiscono
l’essenza di ogni uomo e di ogni donna….
Formano la base del loro corpo fisico, ritmata dai quattro elementi.
Poi, questi quattro elementi producono delle sensazioni, che abbiamo
imparato a localizzare, annidate in ogni zona del corpo fisico.
Queste sensazioni quotidiane possono essere sia mentali, che materiali.
Esse nascono dai sensi; e l’uomo e la donna attivano un riconoscimento
istintivo, in reazione a questo gioco dei sensi, dei rapporti tra la mente
e il corpo… e così via..
Un riconoscimento che Buddha chiama percezione
La percezione provoca una precisa azione, che si muove, va incontro alle
cose che desideriamo… e a questo punto i desideri crescono, crescono,
crescono – fino a divenire quella brama, che lega al samsara…
Oppure, la percezione produce delle repulsioni…e si vive nel terrore, si
fanno le guerre, si combatte…
Tutto nasce dal piccolo canto delle minute sensazioni… che, così, si
dilatano, fino a divenire il complesso reticolo di tutte le situazioni
umane.
Quindi, per ricapitolare….la sensazione crea la recettività, o la
percezione; e da questa percezione nascono i pacchetti mentali, i pensieri,
i ragionamenti, le logiche, le azioni tutte dell’individuo…
Ed è esattamente qui che nascono le abitudini…si rassoda una coscienza…un
io.
I quattro elementi sono l’unica cosa tangibile, fisica, che voi potete
toccare; ecco perché il corpo è importante, visto che le sensazioni, le
percezioni, l’attivazione di una coscienza impermanente, sono tutti
elementi molto fluidi….
Esiste, di conseguenza, la base articolata dei quattro elementi, con tutto
ciò che nasce da essi….
A questo punto, la struttura degli Skanda è stata, in grosso modo,
spiegata….e spero che vi abbia incuriosito il fatto, di come, in quattro
spanne, in una misura così limitata (ciò che compone gli skanda), possano
germogliare interamente la vostra felicità e la vostra infelicità.
Vi ricordate, quando, all’inizio di questo dialogo, parlavamo della pietra
angolare, “dell’isola, oltre la quale non si può andare”, dell’eterno
presente, in cui Buddha immette l’uomo, perché egli possa controllare quei
flussi, in cui era coinvolto, quando gli mancava, invece, il senso del qui
e dell’ora; e da dove possa riuscire a sgranare e a dissolvere le sue
“umidità mentali” ?…
Ecco…. è una sfida che faccio a te, che mi ascolti….
Prova, saggia in te i punti deboli che Buddha sollecita, affinché escano
alla superficie e possono essere vinti….
Vedrai che li riconoscerai, tutti, uno ad uno….
Allora, dicemmo che, solitamente, la massa degli uomini corre verso il
passato, corre verso il futuro; però, stenta a stabilizzarsi in quella che
viene chiamata la retta consapevolezza della dimensione, di cui fanno parte
i suoi atti quotidiani.
Codesta gente vive un po’ addormentata (ecco, perché, poi, viene chiamata
“risvegliata”); vive sotto la spinta degli istinti…..che, come un nido di
vipere, sono sempre provocati dalle sensazioni, che abbiamo visto essere le
figlie dei sensi, negli skanda….
E le sensazioni, alla fine, diventano un peso, un macigno nel nostro
subconscio profondo.
….Che peso sostieni, tu, da parte di queste vibrazioni, che nascono dai
tuoi sensi?…. che peso sopporti?…
Per tornare a noi, e per dimostrare come tutti i gli elementi del discorso
di Buddha si saldino e si riuniscano, noi studieremo ancora un’altra tua
debolezza….ossia, in che modo si sgranino, come i chicchi da una melagrana,
queste tue sensazioni…. E da quali tuoi subconsci!…..
Anche qui scopriamo due direzioni – non del passato e del futuro….ma, verso
dei desideri e verso delle repulsioni.
Tu, facci caso…
In linea di massima, annodi tutte le tue esperienze quotidiane, le sintesi
dei tuoi incontri, in un ritmo di desideri, oppure in uno di repulsioni.
Desideri e repulsioni: due sono sempre le spinte che ti agitano, che ti
muovono, che ti urgono.
Pensaci….
Dentro di te, con minore o maggiore intensità, con maggior o minore
quantità tu ti esprimi sempre, o seguendo dei desideri, oppure spinto da
repulsioni.
È un’ oscillazione costante che hai verso la vita, e verso te
stesso…un’oscillazione, che diventa un’ abitudine, a volte, dilaniante….
Il desiderio può trasformarsi in quella scimmietta, dai denti aguzzi e che
ti morde il fianco…
Quando esso non è una pulsione naturale, un istinto normale si fa pericoloso
E, però, se io sento dire da un amico, oppure da un’amica, che seguono il
sentiero mistico – “Strapperò dalle viscere il desiderio, perché avversario
della mia vita…” sottolineo loro che esistono due tipi di desideri: un
desiderio sano, un desiderio d’amore, un desiderio di uscire dalla
sofferenza… ma, anche, il desiderio di desiderare…che si trasforma in
quella scimmietta con i denti aguzzi, quando ti spinge sordamente….quando è
passionalità cieca….
Come anche la tua paura, o l’oscillazione delle tue contrarietà, quando sei
schiavo del no, e fuggi da certe situazioni, sempre e comunque.
Ecco, ancora, il perchè Buddha ci indichi tutto il mondo del desiderio
“assetato”, tutte le repulsioni, che ci agitano, e che ci introducono nel
corridoio della sofferenza.
Una sofferenza, che può essere cieca, sorda, costante, strisciante…
E considerato che tutto ciò nasce dalle nostre sensazioni, risulta, a
questo punto, categorico che noi si conosca il corpo – che ne è la radice e
la causa prima della nascita…
Un corpo che sappiamo non essere soltanto materia, ma anche la misteriosa
vibrazione cosmica dell’energia unica.
Ci troviamo di fronte alla grande rivelazione di Buddha!…
È da questo nido che nasce tutto il nostro futuro; e da lì che provengono
le spinte che ingigantiscono sempre più, e ci agitano, e ci portano e ci
trattengono nel mondo di Samsara.
Tengo molto a che voi capiate la congruità di ogni frammento del messaggio
di Buddha, che – vedete? – man mano diventa unitario.
Egli ci indica la nascita, la fonte del samsara, nell’uomo….
E voi sapete che tutti i più grandi fiumi hanno, in effetti, una piccola
sorgente…
Se vi recate alle loro sorgenti, noterete che., spesso, sono soltanto una
pozza, che gorgoglia continuamente; ma, non molto grande…
Così, studiando il segreto, il punto misterioso e occulto che ci sottolinea
il Buddha (le sensazioni corporali – nel quintuplice arazzo degli skanda),
noi scopriamo una vena…..
La vena del tuo eterno agitarti e di tutta la tua sofferenza…..
Impareremo, allora, ad essere consapevoli di ogni nostro atto, nel suo
primo baluginare quotidiano…
E dovremo anche imparare – come quella persona che mette l’orecchio sulla
conchiglia e ne rapisce la vibrazione del mare – a percepire ogni nostra
sensazione interna….
Man mano, allora, arricchiremo questo nostro qui e ora, con la
consapevolezza quotidiana, mentre ascoltiamo e seguiamo ogni nostra
sensazione…
Vedremo i nostri sensi riscontrarsi con le esperienze esterne e donarci dei
messaggi, che impareremo a conoscere…
E familiarizzeremo, in un primo momento, sia con i desideri che con le
repulsioni – senza seguire con bramosia i primi, o fuggire, impauriti,
dalle seconde.
Uscendo da qui, dopo avere ascoltato questi dialoghi, ti esorto a seguire
ogni tua pulsione interiore……
Constaterai, allora, quanto tu sia, alla volta, repulsione e
attrazione…attrazione e repulsione….
…Fai in modo che queste sensazioni non vengano dimenticate… non si vadano
ad annidare all’interno del tuo subconscio…fa in modo che ciò non accada….
Buddha ci insegna a diventare testimoni equanimi, momento per momento,
delle nostre esperienze giornaliere, apprendendo da esse la loro natura
impermanente…
In tal modo, ogni nostra sensazione smetterà di attivarsi nelle sue due
abituali direzioni, di attrazione e di repulsione.
Dobbiamo incominciare a essere gli osservatori di noi stessi, penetrando
l’essenza di questo sentiero, breve ed inciso nella roccia, che sono gli
Skanda…
Dobbiamo finalmente comprendere come sono fatti, e guardare i nostri atti,
anche i più minuti, mentre li viviamo.
Ciò vuol dire essere consapevoli di sé, della natura che ci circonda, e
percepire ogni più flebile nostro desiderio.
Quando noi spiegammo le quattro verità, e mentre parlavamo della
sofferenza, dicemmo che sono tre i suoi aspetti…..
Esiste, difatti, la nostra sofferenza; ma, noi siamo anche la sofferenza
universale, vibriamo come sofferenza universale, siamo la sofferenza degli
altri.
Ebbene, quando fu illuminato e si trovò a contatto con il fenomeno della
sofferenza. Buddha la realizzò e disse:
“…Io la vidi!..”
E, con lui, noi capiamo che la sofferenza dovremo conoscerla e vederla
nella quotidianità del nostro qui ed ora….e dovremo entrare in essa, fino
consumarla in noi e vederla esaurita…
“La vedo…entro in essa…è esaurita…”
Ecco le indicazioni che egli ci dà, e….se seguirete questi consigli… questa
strada di introspezione profonda, diverrete, ben presto, come dei lupi, che
rizzano le orecchie nella brughiera, quando sentono un rumore….
E così farete ogni volta che una sensazione nascerà in voi…e voi la
riconoscerete…
La sofferenza dobbiamo ospitarla in noi….e se proviamo repulsione verso una
situazione, viviamola, accettiamola, non allontaniamola, non
intensifichiamo queste oscillazioni costanti del nostro io, verso una
situazione, verso una persona o altro….
È come quando, io – mi ricordo – da ragazzino, scioglievo lo stagno e mi
piaceva vedere le forme che faceva questo stagno, quando ne gettavo le
goccioline bollenti nell’acqua, e lui…. shhhhshhhhshhh!… assumeva delle
forme fantastiche….ma, perdeva la forza, diventando freddo….
…Così noi, in ogni nostro atto repulsivo – e ve lo dico per esperienza –
non dobbiamo più attivarci contro le situazioni che ci creano le
repulsione, ma dobbiamo accettarle nel nostro io, quasi che il nostro io
fosse l’acqua, ed allora questa repulsione, questa opposizione che abbiamo,
verso una persona, o una situazione qualunque, si decomporrà, proprio come
si decomponeva la goccia di stagno che, da bambino, gettavo nell’acqua.
Per ogni vibrazione di odio, sin dalla minima espressione, Buddha dice:
“..Assorbila in te… non reagire… siine testimone … non l’ andare a cercare
e non la cacciare… ma, assorbila in te…La prima volta che proverai una
sensazione di repulsione, guardala negli occhi… accettala… fa che essa si
sciolga nel tuo grande io amoroso…”
“…E così anche per il desiderio…. guardalo, non lo seguire….posalo, in un
canto… non esserne coinvolto…Adopera le cose che ti danno desiderio, fino a
quando ti servono….ma, dopo, abbandonale, senza alcuna nostalgia…..Sii
testimone delle tue sensazioni….”
Questo è il metodo che vi insegna Buddha, per imparare a svincolarvi dalle
sensazioni…senza che esse vi coinvolgano…
Dopo di che, voi sarete lì, proprio davanti alla tana della serpicina…e non
appena essa uscirà, vedrete che vi passerà sulla mano, senza mordervi…
Non farete del male a questa serpe dalla doppia testa – la repulsione e il
desiderio – e sarete solamente gli spettatori della sua presenza…
Vi prego di credermi….
Quando voi restate semplici osservatori delle cose, esse passano …..sono
impotenti….non vi coinvolgono….
Ma, se le situazioni svegliano i nostri istinti, le nostre paure, le
brame…. nasce un’oscillazione….
“… non la vogliamo, non la vogliano, quella data cosa….ne abbiamo paura, ne
abbiamo paura….non la vogliamo, non la vogliamo!…”
..E noi soffriamo, e alimentiamo questa angoscia…..
….oppure, proviamo un desiderio, e, poiché non lo possiamo realizzare e
smaniamo, determiniamo una lacerazione nel nostro animo….e
soffriamo….soffriamo…
…o, se realizziamo il desiderio…. ne vogliamo ancora di più…
Ricordatevi, allora, della seconda, Nobile, Grande Verità….
“La sofferenza nasce perché c’è il desiderio. Perchè noi siamo
attanagliati, siamo dominati dal desiderio….”
…E, a questo punto, noi dobbiamo guardare il desiderio… ogni nostro
desiderio… ed accettarlo come se fosse un nostro amico, senza andargli
contro…Ed anche l’angoscia… senza temerla…..guardarli tutti e due,
dialogare amorevolmente con essi… divenire degli spettatori illuminati di
queste nostre sensazioni interiori…….
Testimoni abituali e “non interventisti”su quanto nasce in voi..
Vedrete che, con il tempo, le acque si tranquillizzeranno, e quelle
tensioni interiori, quegli aguzzi smembramenti che avevate, perché
intimoriti da una determinata situazione, o pieni di desiderio per un’altra
realtà, si tranquillizzeranno…..
Nel nostro quarto dialogo ho voluto dimostrarvi come il Buddha, indicandovi
gli Skanda, o gli anelli che compongono la vostra essenza quotidiana, abbia
posto il dito su quanto di più delicato e sensibile esista in voi; ma,
anche, di pericoloso.
Tenetelo a mente.
Nel dialogo abbiamo studiato ed approfondito gli aspetti della retta
consapevolezza, che fan parte dei tre gradini dell’androne della
concentrazione nell’Ottuplice
Sentiero (retto sforzo, retta consapevolezza, retta concentrazione)
Abbiamo approfondito la retta consapevolezza nell’eterno presente del qui
ed ora, che deve avere il seguace del Dharma, come indica Buddha; abbiamo,
poi, studiato l’interdipendenza, di ogni essere e di ogni cosa; il rasoio
di Okkam, che elide ogni punta nell’universo, rappresentata dal maggior e
dal minore, e che unisce il tutto in una fusione incomprensibile, ma chiara
e precisa.
Abbiamo, ancora, esaminato la realtà che ti compone – che compone ogni
individuo; cioè, gli Skanda
….Tu sei formato da quattro elementi, dai sensi, dalle percezioni, dalle
funzioni mentali e dall’azione; dal karma e dalla nascita di una coscienza,
di un continuum mentale: gli Skanda.
Nel prossimo dialogo, analizzeremo la meditazione Samatha, quella che la
maggior parte delle persone, oggi, esegue…
Vi sarà spiegata la meditazione sul respiro naturale, che tranquillizza,
che dona forza e concentrazione, come ci ha insegnato Buddha; vi sarà
rivelata una meditazione misteriosa, ma vigorosissima, sul corpo fisico –
la meditazione Vipassana.
E termineremo, con una conclusione riassuntiva di questo magnifico viaggio,
che noi abbiamo fatto nella Saggezza e nell’Illuminazione di Buddha
Sakyamuni.
Mi rifugio nel Buddha, mi rifugio nel Dharma, mi rifugio nel Sangha.

(Guido Da Todi)

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