di Mike George
Da un decennio a questa parte siamo tutti esposti ad una valanga di
punti di vista ed espressioni di saggezza riguardanti il modo di
‘farci’ una vita con il massimo di successo e felicità. Libri,
seminari, workshops, DVD, CD ecc hanno riversato di tutto nelle aree
della crescita personale e della consapevolezza spirituale, dai
principi mentali elementari su come ‘pensare’ alla felicità, alla più
profonda saggezza spirituale su come creare una vita appagante e
significativa. Tuttavia, c’è un’abitudine che ostacola la nostra
intenzione di applicare una strategia nuova e potenzialmente
arricchente per la nostra vita; a volte viene chiamata ‘abitudine allo
stress’. Vivere una vita senza stress non è una conquista facile. Può
solamente iniziare quando abbiamo realizzato e ricostituito nella
nostra coscienza tre fondamentali verità riguardo allo stress.
Verità 1 – Lo stress è una forma di sofferenza o disagio che viene a
dirti che c’è qualcosa che hai bisogno di cambiare.
Tutto il dolore, sofferenza e disagio, sono messaggeri che dicono che
c’è qualcosa che abbiamo bisogno di imparare o più spesso,
disimparare. Per esempio, siamo seduti in poltrona e il nostro corpo
ci manda un segnale che è a disagio. Che cosa facciamo? Cambiamo la
posizione sulla poltrona. Non ce la prendiamo con la sedia né ci
mettiamo a dire:”Brutta sedia cattiva, sei tu che mi fai star male”.
Per quanto, abbastanza stranamente, alcuni lo fanno e trascorrono la
vita prendendosela con le loro poltrone…si fa per dire! Se metti la
mano sul fuoco che cosa provi? Dolore, naturalmente. Che cosa impari?
A non mettere di nuovo la mano sul fuoco. E non lo fai più. La lezione
è presto imparata e il comportamento cambia subito. Quindi lo stress è
un messaggero e non un compagno.
Verità 2 – Tutto lo stress mentale ed emotivo è auto-creato al 100%
Questa verità è in contrasto con le principali credenze che tutti
assimiliamo da bambini, inclusa la credenza che siano le altre persone
ad essere responsabili del nostro stress. Dimentichiamo facilmente che
non è l’altra persona o la scadenza o le circostanze a stressarci, è
come rispondiamo. E’ la nostra risposta che ‘contiene’ lo stress. Per
quanto sia facile da teorizzare, è difficile da mettere in pratica
dopo una vita di proiezioni della nostra sofferenza sugli altri.
Per esempio, sei in macchina e stai andando ad un appuntamento
importante. La persona davanti va molto adagio lungo una strada tutta
curve e a corsia unica. Non puoi sorpassare in alcun modo. Cominci a
sentirti irritato, poi frustrato, poi decisamente arrabbiato. Stai
male, sei stressato. Chi crea la tua sofferenza? Tu! Che cosa impari?
Assolutamente nulla. Perché? Perché, come molti, porti con te e sei
aggrappato a tre credenze apprese che bloccano la tua capacità di
cambiare il modo di rispondere. Credenza Uno: E’ OK arrabbiarsi, è
naturale, è una risposta normale in situazioni del genere. Inoltre,
anche mamma e papà si arrabbiavano! Credenza Due: è la persona nella
macchina davanti a me, sono ‘loro’ che ci fanno arrabbiare! Ovviamente
non è vero. La nostra rabbia è interamente creata da noi. Credenza
Tre: è come una dipendenza. Alcuni sono dipendenti dalla sofferenza
della rabbia perché ci dà una sprizzata rapida di adrenalina che per
un po’ ci fa sentire più vivi. La macchina che ci precede è una buona
scusa per farci generare nel nostro corpo due sostanze chimiche
stimolanti: cortisolo e adrenalina.
Verità 3 – Lo Stress NON è un componente ‘naturale’ della vita
Avendo imparato a credere che lo stress è incluso nel pacchetto che
chiamiamo ‘vivere’, noi semplicemente accettiamo la nostra sofferenza
e facciamo poco o niente per liberarcene. Di solito diciamo che lo
stress è una parte naturale della vita perché tutti gli altri sembrano
essere stressati. Molti sembrano persino orgogliosi del loro stress e
spesso li sentiamo competere su chi è più stressato! Per questo non
mettiamo in discussione il pensiero convenzionale che sia naturale! Il
che è come dire che le emozioni che costituiscono il nostro stress,
cioè tristezza, rabbia e paura sono naturali mentre invece, in verità,
sono indicatori che abbiamo perso la nostra intima connessione con la
nostra ‘vera natura’ che è pacifica, amorevole e appagata.
Se rifletti per un momento su una recente esperienza stressante,
noterai la presenza di una o più di queste emozioni. Se riesci ad
essere consapevole dopo che l’espressione di una rabbia qualsiasi
(irritazione/frustrazione) sia passata, noterai l’emozione che sempre
precede la rabbia. Può durare solamente pochi secondi, forse qualche
minuto, ma è sempre lì. Si chiama tristezza. La tristezza viene sempre
prima della rabbia. E la tristezza origina sempre da un senso di
perdita. Quando desideri qualcosa, hai già l’oggetto dei tuoi desideri
in mente, (incluso l’arrivare puntuale a quell’appuntamento) e quando
esso non si manifesta nella realtà esattamente quando e come ti
‘aspetti’, o quando sembra che qualcosa l’intralci (la macchina che ti
sta davanti), ti sembra di averlo perso. Ma la tristezza, come tutte
le emozioni, non dura perché gira, si trasforma e diventa rabbia
quando vai alla ricerca di qualcuno o di qualcosa con cui prendertela
per la tua perdita. Neanche la rabbia dura, perché gira, si trasforma
e diventa paura – paura che una cosa del genere possa accadere di
nuovo . Da qui nasce la nostra più frequente ‘abitudine stressante’
che chiamiamo ‘preoccupazione’ La preoccupazione è semplicemente la
paura di una perdita proiettata nel futuro. E’ un uso improprio della
nostra immaginazione. E se temiamo abbastanza di perdere qualcosa,
accadrà e ricadremo nella tristezza.
E così ci creiamo e viviamo una sequenza di emozioni stressanti, una
montagna russa emotiva che va su e giù e tutt’intorno. Finiamo
intrappolati nel Ciclo della Sofferenza senza essere consapevoli di
essere in trappola. C’è un modo per liberarci da ogni emozione, ma
esso richiede certi ‘momenti di realizzazione’. Benché queste
soluzioni possano essere articolate qui in parole, esse non ci
metteranno in gradodi cambiare le nostre abitudini stressanti, le
abitudini a creare tristezza, rabbia e paura, fino a quando non ne
avremo realizzato la verità per conto nostro. Le tre ‘possibili
verità’ chiave (in forma verbale) sono le seguenti e, come dice
l’antico detto: la verità ti renderà libero. Ma solo se riconoscerai
che anche per te è vero.
1 Liberazione dalla Famiglia della TRISTEZZA (depressione, malinconia,
sfiducia),
Possibile Verità: non hai nulla e nessuno da perdere perché in realtà
non possiedi nulla e nessuno.
Niente è ‘mio’! Facile in teoria, ma difficile in pratica poiché
invece siamo stati pesantemente condizionati a credere che abbiamo e
possediamo cose. Eppure se guardiamo all’evidenza della nostra vita
intera finora, tutto ciò e tutti coloro che arrivano, poi se ne vanno.
Così deve essere perché è il modo di fluire della vita. Nulla permane.
Quando realizziamo veramente che non abbiamo niente da perdere, e che
niente e nessuno è mio, non sperimenteremo più tristezza e dispiacere.
Persino il trapasso di una persona cara non provocherà più lacrime ma
metterà in evidenza la nostra capacità di ‘gratitudine retrospettiva’
per il dono e il privilegio della sua compagnia. Solo allora avremo la
capacità di ‘com-muoverci’, di muoverci con la nostra vita.
2 Liberazione dalla Famiglia della RABBIA (irritazione, frustrazione,
risentimento, invidia, ira)
Possibile Verità – Non puoi controllare né cambiare il passato o le
altre persone ed esse non sono responsabili della tua felicità.
La rabbia è sempre il risultato dell’aspettativa che altri facciano
cose che ci rendano felici e anche del tentativo di cambiare il
passato e le altre persone laddove non possono, il che è cercare di
fare l’impossibile. E’ per questo che ogni qualvolta ci arrabbiamo
significa che siamo ‘clinicamente folli’. A prescindere dal fatto che
siamo fuori controllo (è l’emozione che ci controlla) e che siamo
irrazionali, la vera ragione della nostra momentanea follia è che
stiamo tentando di fare l’impossibile. Fortunatamente è momentaneo ed
è impossibile rimanere arrabbiati. Una volta che capisci questo e
smetti di opporre resistenza e di cercare di cambiare a) ciò che è già
avvenuto e b) le altre persone, non ti arrabbierai più.
3 Liberazione dalla Famiglia della PAURA (ansia, tensione,
preoccupazione, panico, terrore)
Possibile Verità – La Paura viene spesso definita come Falsa
Esperienza che Appare Reale (acronimo di Fear=Paura) – che significa
che usiamo in maniera sbagliata la nostra facoltà di immaginazione per
‘immaginare’ una perdita futura e poi darle lo status di realtà
presente.
Può essere la perdita di un oggetto, la perdita della salute, la
perdita di un privilegio, la perdita di niente. E’ semplicemente
preoccupazione. Quindi, invece di creare immagini della peggiore
evenienza possibile (perdita), potremmo capovolgere i nostri pensieri,
la nostra ‘immaginazione’ e visualizzare il meglio, il positivo, il
costruttivo e non il catastrofico. Ma non farne un desiderio, non ti
attaccare alla tua visione. Creala solamente, lasciala andare e
ritorna a vivere nel momento presente.
Però anche se il messaggero della nostra sofferenza emotiva arriva per
dirci che c’è qualcosa che bisogna cambiare, spesso ci domandiamo
perché non cambia nulla! Abbiamo la tendenza o ad ignorare il
messaggero o ad annientarlo! E lo stress che creiamo continua, come
fanno tutte le abitudini! E tutte le volte che facciamo così, facciamo
dei piccoli miglioramenti nello stressarci! E’ solo che diventa un
pochino più difficile de-stressarsi poiché l’abitudine stressante si
radica sempre di più. Alla fine arriviamo persino ad identificarci
tanto con la sofferenza che ci sentiamo a disagio (quasi colpevoli) se
siamo troppo rilassati e non stressati! E’ allora che cominciamo a
pensare che siamo felici solo se siamo infelici. E’ un modo veramente
strambo di vivere quando si raggiunge questo livello. E per molti di
noi, alcuni dicono la maggior parte, diventa proprio così.
E perciò, in una versione un pochino aggiornata della ormai famosa
Preghiera della Serenità, troviamo un promemoria che ci aiuta a
mantenere la nostra attenzione focalizzata se vogliamo conquistare una
vita senza stress:
“Signore, donami la serenità di accettare le persone che non posso
cambiare, il coraggio di cambiare quella che posso, e la saggezza di
riconoscere che sono io”.
Domanda: Quale delle tre emozioni ti sembra di creare di più? Perché
credi che sia così?
Riflessione: L’emozione è il prezzo che paghi oggi per gli
attaccamenti di ieri – che cosa significa?
Azione: Durante la settimana, riserva un momento all’inizio della
giornata per ricordare a te stesso una delle tre ‘possibili verità’ e
poi mettila in pratica coscientemente per tutta la giornata.
approfondimento:
www.amadeux.net/sublimen/dossier/musica_stress_benessere.html
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