LIBERI CON IL BHAKTI-YOGA
Perché indugiate ad accettare il metodo che consente
di lasciare questo luogo di nascite e morti ripetute?
di SDG A.C. Bhaktivedanta Swami Prabhupada
yaya sammohito jiva
atmanam tri-gunatmakam
paro ‘pi manure ‘nartham
tat-kritam cabhipadyate
“Sotto l’influenza di questa energia esterna l’essere individuale, sebbene sia trascendentale alle
tre influenze della natura materiale, crede di essere un prodotto della materia e deve quindi
conoscere le sofferenze di questo mondo.”
(Srimad Bhagavatam 1.7.5)
Attualmente la nostra posizione è questa: siamo sammohitah, confusi e disorientati da maya,
l’energia illusoria. Tutti noi siamo parti eterne di Dio, ma attratti dall’energia materiale o
energia esterna di Dio abbiamo dimenticato la nostra identità e ora siamo imprigionati.
Abbiamo dimenticato lo scopo della nostra vita.
Nella Bhagavad-gita Sri Krishna ci dice che se comprendiamo la natura trascendentale della Sua
nascita e delle Sue attività possiamo tornare a gioire con Lui nel mondo spirituale.
L’anima spirituale è condizionata dalle leggi della natura materiale che ci obbliga ad accettare un
corpo corrispondente alle nostre inclinazioni. Siamo noi a sviluppare queste inclinazioni e Krishna
è così gentile da darci il Suo consenso: “Va bene.” Se una persona desidera nutrirsi di sangue sarà
soddisfatto con un corpo di tigre. Se una persona mangia qualsiasi cosa gli sarà data l’opportunità
di diventare un maiale. Potrà mangiare anche gli escrementi. Nella Bhagavad-gita (18. 61) è detto
chiaramente:
isvarah sarva-bhutanam
hrid-dese ‘rjuna tisthati
bhramayan sarva-bhutani
yantrarudhani mayaya
“Il Signore Supremo è presente nel cuore di ognuno, o Arjuna, e dirige l’errare di ogni essere
vivente che è situato nel corpo, simile ad una macchina costituita di energia materiale.”
Questo ha un grande significato. Yantrarudhani mayaya. Noi viaggiamo in una macchina. Il corpo è una
macchina, ma noi lo identifichiamo con il nostro sé. Ciò è definito sammohitah, illusione. Se guidi
una macchina e pensi: “Sono la macchina”, questa è pazzia. Allo stesso modo, io ho questo yantra
(macchina) – il mio corpo – che si muove grazie alla mia presenza. Se io mi identifico con questo
corpo, ciò è definito sammohitah. Yaya sammohito jiva. Quando il conducente [l’anima] se ne va,
allora vedo che la macchina [il corpo] non si muove più ed io deduco: “Il conducente, mio padre o
mio figlio se n’è andato.” Qualche volta gridiamo: “Mio padre se n’è andato” o “Mio figlio se n’è
andato” ma poiché siamo sammohitah in realtà non abbiamo mai visto il padre o il figlio. Ritenevamo
che quel corpo fosse nostro padre o nostro figlio.
IL RISULTATO DELLA COMPRENSIONE DELLA GITA
Tutto ciò è spiegato con chiarezza nella Bhagavad-gita. L’ultima istruzione che Krishna dà nella
Bhagavad-gita è: “Abbandonati a Me.” Se comprenderete veramente il significato della Bhagavad-gita
ne conseguirà che vi sottometterete a Krishna. Krishna dice, sarva-dharman parityajya mam ekam
saranam vraja: “Lascia ogni forma di religione e abbandonati a Me.” Dharma significa dovere. Nello
Srimad Bhagavatam Narada Muni dice: “Chi pensa ‘cesserò tutte le attività e diverrò cosciente di
Krishna’ sarà fortunato anche se non è pienamente cosciente di quello che dice, non avendone una
comprensione esatta.” È fortunato perché accetta l’unica cosa vera. Perciò Narada Muni dice: “Anche
se qualcuno accetta la coscienza di Krishna non proprio consapevolmente e poi cade perché il suo
modo di fare servizio devozionale è immaturo, cosa ci perde questa persona? Al contrario, una
persona che non ha accettato la coscienza di Krishna, ma compie regolarmente i suoi doveri materiali
– cosa ci guadagna?” Questa è l’opinione di Narada.
Questo è un punto molto importante: con le attività materiali non si guadagna niente. Si guadagna
solo un altro corpo per iniziare un altro capitolo della stessa lotta per l’esistenza. Secondo il
nostro karma dovremo accettare un corpo, proprio come sviluppiamo un certo tipo di malattia quando
c’infettiamo con i germi di quella malattia. Se siete stati contagiati dal virus del vaiolo, dovete
soffrire per il vaiolo. Le leggi della natura sono molto severe, non potete eluderle. Se siete stati
punti da una zanzara portatrice del germe della malaria, dovrete soffrire per la malaria.
Come prendiamo le nostre precauzioni per non essere contagiati dalla malaria o dal vaiolo, così
dovremmo essere molto attenti riguardo al nostro prossimo corpo. Se agiamo con cautela, è possibile
che nella prossima vita veniamo premiati con una situazione migliore.
Colui che accetta la coscienza di Krishna anche se in modo imperfetto, ne trae il più grande dei
benefici, qualunque sia la sua posizione, di brahmana, di ksatriya, di vaisya, di sudra o di candala
[un fuori casta]. Ciò trova conferma nella Bhagavad-gita (9.32): mam hi partha vyapasritya ye ‘pi
syuh papa-yonayah. La parola papa-yoni si riferisce a persone appartenenti alle classi sociali
inferiori. Se anche loro prendono rifugio a piedi di loto di Krishna o del Suo devoto, ne saranno
purificati. Non c’è divieto per nessuno.
La coscienza di Krishna è bellissima. Se ne faremo lo scopo della nostra vita, questa sarà un
successo. Altrimenti – yaya sammohito jiva atmanam trigunatmakam – continueremo a cambiare corpi.
Dobbiamo farlo. Non possiamo essere indipendenti. Se pensiamo di esserlo, ciò è dovuto alla nostra
ignoranza. Non siamo indipendenti. Dovremmo ricordarcelo sempre. Dipendiamo dalle leggi della
natura. Non possiamo dire: “Grazie alla mia scoperta scientifica, non dovremo morire.” Ciò non è
possibile. Dobbiamo morire. Questa è una legge della natura. Dobbiamo morire, dobbiamo nascere,
dobbiamo ammalarci, dobbiamo soffrire per la vecchiaia. Questi sono i quattro svantaggi
dell’esistenza materiale.
Nel verso successivo è detto:
anarthopasamam saksad
bhakti-yogam adhoksaje
lokasyajanato vidvams
cakre satvata-samhitam
“La pratica unitiva del servizio di devozione ha il potere di alleviare direttamente le sofferenze
materiali, d’altronde superflue, dell’essere individuale. Ma per lo più gli uomini la ignorano,
perciò il grande erudito Vyasadeva compilò questa scrittura vedica che tratta della Verità
Assoluta.”
Questo Srimad Bhagavatam è satvata-samhitam, conoscenza spirituale. Non ha niente in comune con ciò
che è materiale. È semplicemente conoscenza spirituale.Vidvan che significa “il più erudito” si
riferisce a Vyasadeva, l’autore dello Srimad Bhagavatam. Srimad-bhagavate maha-muni-krite. Egli è
maha-muni. Muni significa un grande filosofo e Vyasadeva è maha-muni: il più grande di ogni altro
filosofo.
Egli è chiamato anche Veda-vyasa, che significa che fu il compilatore di tutta la letteratura
vedica. Egli condensò l’intera conoscenza vedica nel Vedanta-sutra, raccolta di aforismi dal
significato molto profondo. Questo Srimad Bhagavatam è il commentario del Vedanta-sutra scritto
dallo stesso autore che segue le istruzioni del suo guru, Narada Muni, che gli disse: “Scrivi della
Suprema Personalità di Dio.”
REALIZZARSI COL BHAKTI YOGA
In un verso precedente di questa sezione, leggiamo di come Vyasadeva ricevette la sua realizzazione:
bhakti-yogena manasi
samyak pranihite ‘male
apasyat purusam purnam
mayam ca tad-apasrayam
“Con la mente perfettamente fissa nella pratica unitiva del servizio di devozione e puro da ogni
contaminazione materiale, egli vede il Signore Supremo e Assoluto, insieme con la Sua energia
esterna, completamente dominata da Lui.”
Il bhakti-yoga è citato anche nella Bhagavad-gita. La Bhagavad-gita è bhakti-yoga.Vi si trovano
descrizioni del jnana-yoga, karma-yoga, hatha-yoga e altri tipi di yoga, ma alla fine Krishna
insegna: “La parte più confidenziale della conoscenza che ti ho svelato, Arjuna, è questa: lascia
ogni forma di religione e abbandonati a Me.” Questo abbandono è il vero guadagno. Bhakti-yoga
consiste in questo: abbandonarsi al Signore Supremo.
Con il bhakti-yoga potete purificare immediatamente la mente da tutte le contaminazioni. Se volete
liberarvi dalla contaminazione dell’esistenza materiale o dalle influenze della natura materiale,
seguite il bhakti-yoga. Ciò è confermato anche nella Bhagavad-gita (14.26):
mam ca yo ‘vyabhicarena
bhakti-yogena sevate
sa gunan samatityaitan
brahma-bhuyaya kalpate
“Chi s’impegna completamente nel servizio devozionale, senza deviare in nessuna circostanza,
trascende subito le tre influenze della natura materiale e raggiunge il livello del Brahman.”
Noi siamo Brahman, spirito – non vi è dubbio, ma non lo realizziamo perché maya ci ha catturato. Lo
realizzeremo dopo aver ottenuto la liberazione. Lo Srimad Bhagavatam definisce così la liberazione:
muktir hitvanyatha rupam svarupena vyavasthitih. Liberazione significa essere situati nella nostra
svarupa, la nostra vita spirituale, dopo aver abbandonato tutte le attività materiali. Le attività
materiali non sono il nostro vero impegno. Il nostro vero impegno è l’attività spirituale.
L’attività materiale significa cercare di mantenere il corpo in una situazione comoda, ma il corpo è
soggetto a cambiare. Oggi posso essere un dirigente indiano molto importante o un filantropo molto
generoso. Domani o nella prossima vita potrei non essere indiano; potrei essere cinese o europeo.
Allora tutto cambierà – un’altra nazionalità, altri modi di vedere. E se diventerò un gatto o un
cane, allora un’altra mentalità. E così via.
Dimentico che la mia vera identità è spirituale – aham brahmasmi – e accetto tutte queste cose non
necessarie o anartha. Se voglio lasciare questi anartha, se voglio attenermi alla mia identità
spirituale originale, devo seguire il bhakti-yoga. Questa è la conclusione degli sastra, le
Scritture.
Io non sono il corpo, ma devo cambiarlo dopo cento anni o dieci anni o cinquanta anni secondo la
forma che ho. I cani e i gatti cambiano il corpo dopo dieci anni, le mucche dopo venti, gli esseri
umani dopo cento anni al massimo e gli esseri celesti dopo molti milioni di anni. Ma la morte c’è.
Dovete cambiare il corpo che avete.
Quando Hiranyakasipu compì austerità molto severe, Brahma andò da lui e gli chiese: “Che cosa vuoi?
Stai compiendo austerità così severe! Qual è il tuo desiderio? “Voglio diventare immortale.”
Brahma disse: “Questo non è possibile. Nessuno è immortale nel mondo materiale. Io non sono
immortale. Come posso darti la benedizione dell’immortalità? Questo non è possibile.”
Tutti devono sottostare alle leggi della natura. La durata della vita può essere più o meno lunga,
ma tutti devono morire.
Nella Bhagavad-gita (2.20) è detto:
na jayate mriyate va kadacin
nayam bhutva bhavita va na bhuyah
ajo nityah sasvato ‘yam purano
na hanyate hanyamane sarire
“Per l’anima non vi è nascita né morte. La sua esistenza non ha avuto inizio nel passato, non ha
inizio nel presente e non avrà inizio nel futuro. Essa è non nata, eterna, sempre esistente e
primordiale. Non muore quando il corpo muore.”
Ma le persone non si chiedono: “Se io sono immortale – se per me non vi è nascita né morte – perché
allora ho accettato di nascere, di morire, di diventare vecchio e di soffrire per le malattie?
Questo è il mio problema.” Noi non pensiamo in questo modo, né siamo educati a pensare così. Nella
Bhagavad-gita (4.9) Sri Krishna espone come fermare il ripetersi di nascite e morti:
janma karma ca me divyam
evam yo vetti tattvatah
tyaktva deham punar janma
naiti mam eti so ‘rjuna
“Colui che conosce la natura trascendentale della Mia apparizione e delle Mie attività, o Arjuna,
non dovrà più nascere in questo mondo materiale quando avrà lasciato il corpo, ma raggiungerà la Mia
eterna dimora.”
Krishna dice che è sufficiente cercare di comprenderLo veramente – tattvatah – per fermare il ciclo
delle nascite, delle morti, della vecchiaia e delle malattie. Certamente dovrai ancora lasciare il
corpo, ma dopo averlo lasciato non prenderai più un corpo materiale. Allora che cosa accadrà?
Cesserai di esistere? No. Krishna dice, mam eti: “Verrà da me. Tornerà a casa.”
E quando sarai là, dovrai prendere un corpo dello stesso tipo di quello di Krishna. Per esempio, se
vuoi entrare nel sole, dovrai avere un corpo fatto di fuoco. Il nostro corpo attuale è composto di
terra e ci sono corpi composti di aria, acqua, fuoco – i cinque elementi della materia. Se tornerai
a casa, da Dio, dovrai riprendere il tuo corpo originale, spirituale.
Abbiamo un corpo spirituale, ma non lo sappiamo. Non siamo stati educati a questo proposito. Abbiamo
un corpo spirituale, ma questo corpo spirituale è stato coperto da uno strato di materia, proprio
come il vostro corpo è coperto da una camicia e da un cappotto. Quando il nostro abito diventa
vecchio e stracciato, lo gettiamo via e ne prendiamo un altro. Allo stesso modo quando questo corpo
non è più in grado di funzionare – quando è abbastanza vecchio e le funzioni psicologiche non sono
più buone – allora lo cambieremo.
Krishna disse ad Arjuna: “Perché ti lamenti per tuo nonno? Meglio ucciderlo. Prenderà un nuovo
corpo.” Naturalmente fu detto per scherzo, ma in realtà dopo un corpo vecchio ve ne sarà uno nuovo.
Noi abbiamo già cambiato diversi corpi: dalla prima infanzia alla fanciullezza, da questa
all’adolescenza, poi alla giovinezza e così via fino alla vecchiaia. Poi dopo – vasamsi jirnani
yatha vihaya – quando lasciamo questo vecchio corpo come si lascia un abito vecchio e stracciato, ne
avremo un altro.
Questo è ciò che accade. Ma questo è anartha. Anartha significa che dobbiamo sottoporci inutilmente
a questi cambiamenti di corpo. Se vogliamo fermarli direttamente, immediatamente, qual è il modo?
Bhakti-yogam adhoksaje: con il servizio devozionale a Sri Krishna. Ciò fu affermato da Vyasadeva e
Krishna lo conferma nella Bhagavad-gita (14.26):
mam ca yo ‘vyabhicarena
bhakti-yogena sevate
sa gunan samatityaitan
brahma-bhuyaya kalpate
“Chi s’impegna completamente nel servizio devozionale, senza deviare in nessuna circostanza,
trascende subito le tre influenze della natura materiale e raggiunge il livello del Brahman.”
Il servizio devozionale a Krishna è il vero scopo della vita, il vero scopo della religione. Lo
Srimad Bhagavatam (1.2.6) dice, sa vai pumsam paro dharmo yato bhaktir adhoksaje: il servizio
devozionale a Krishna è religione di prima classe. Non importa quale tipo di religione tu stia
seguendo, ma se esso t’insegna come diventare un devoto di Adhoksaja – adhoksaja significa il
Signore Supremo, “aldilà della percezione dei sensi” – allora la tua vita sarà perfetta e sarai
felice.
sa vai pumsam paro dharmo
yato bhaktir adhoksaje
ahaituky apratihata
yayatma suprasidati
“L’occupazione suprema [dharma] per l’uomo è quella che conduce al servizio d’amore e devozione al
Signore trascendentale. Questo servizio di devozione deve essere ininterrotto e incondizionato per
soddisfare completamente l’anima.”
Se volete essere soddisfatti, se volete una vita vera, accettate questo: yato bhaktir adhoksaje,
servizio devozionale a Adhoksaja.
Siamo impegnati nella lotta per l’esistenza. “Sopravvivenza del più forte” si dice, ma nessuno è
adatto a sopravvivere. Tutti devono morire. Nessuno – neanche i più grandi scienziati o i più grandi
filosofi – possono sopravvivere. Parlano di cose che riguardano milioni di anni, ma personalmente
vivono solo cinquanta o sessanta anni. Questa è la loro posizione. Essi semplicemente ingannano le
persone: “può darsi”, “forse”, “milioni di anni”, ma loro vivranno solo una cinquantina d’anni.
Perché parlare di milioni di anni?
In realtà noi prendiamo un corpo dopo l’altro: essere umano, gatto, cane, maiale, albero – 8.400.000
specie di vita. Ma se siamo veramente intelligenti, ne saremo disgustati e penseremo: “Questo non è
davvero un buon affare. Illuso dall’energia materiale, sono stato costretto a prendere questi corpi.
Sto cercando di essere felice qui in questo mondo materiale, ma questo non è il posto per me.”
Si deve giungere alla conclusione affermata nella Bhagavad-gita (7.19): bahunam janmanam ante#8230;
“Dopo molte, molte nascite e morti, chi è situato nella vera conoscenza si sottomette a Krishna.”
Krishna dice: “Abbandonati a Me.” Noi dobbiamo farlo, allora perché aspettare di dover nascere tante
e tante volte? Perché non farlo ora? Questa è intelligenza. Perché non diventare saggi subito?
Krishna ci sollecita. Perché non c’impegniamo? Se lo farai, avrai successo. Tyaktva sva-dharmam
caranambujam harer. Anche se lo farai senza piena convinzione avrai successo: è così bello.
Non sappiamo con certezza quale tipo di corpo prenderemo la volta prossima. Questa è la nostra
situazione. Se vogliamo che questo finisca, dobbiamo seguire il bhakti-yoga. Come eseguire il
bhakti-yoga? Le persone in genere non lo sanno. Per ogni cosa ci deve essere una forma di
educazione. Lokasyajanato vidvams cakre satvata-samhitam. Srila Vyasadeva compilò lo Srimad
Bhagavatam per la vostra vita eterna. Ecco l’educazione: la letteratura vedica. Prendetela,
studiatela, mettetela in pratica e sarete felici.
Molte grazie.
(da Ritorno a Krishna di Marzo-Aprile 2003)
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