Libertà e creatività
Mi è stato chiesto: “Cosè per lei la creatività? Deve essere spontaneità o aderire ad un ordine?
Richiede sottomissione a qualcosa?”
Ci sono vari livelli di creatività, come ci sono vari livelli di libertà. Per diventare liberi
bisogna aver aderito prima a delle norme. Solo quando abbiamo fatto esperienza delle regole ce ne
possiamo liberare.
Il disegno dal vero prima di diventare spontaneo deve essere copia. Quando una copia diventa larte
dellosservazione, quando si è capaci di rilevare gli aspetti più salienti della verità, allora si
può assurgere a un modello di creatività compositiva e di realtà spontanea, ma non prima.
Prima bisogna esercitarsi allinterno di norme che regolano la nostra creatività. Assoggettandosi
alle leggi e poi superandole si diventa liberi.
A quel punto, quello che noi chiamiamo creatività libera è in realtà un aderire a principi superiori
che non sono leggi opprimenti, ma inscritte nel nostro cuore: ciò che i Veda chiamano Dharma. Dharma
significa ordine etico universale che ci rende liberi nella misura i cui noi ci armonizziamo con
esso. E una libertà che a sua volta è un canone di ordine superiore che però non opprime.
Questa massima libertà che viene accolta come unutopia nel mondo fenomenico, esiste in un
sovra-mondo come ordine superiore che non si vede ma cè. Non si vede perché non ha contraddizioni.
La vera creatività sembra che non sottostia alle leggi perché è nellordine, ma questordine è di
per sé legge, che non costringe, non chiude, ma libera. Essere retti vuol dire aderire allordine
etico universale che è la rettitudine. Quando sei nella rettitudine non devi sottostare ad essa
perché sei la rettitudine: è come dire un pesce non si bagna perché è nel mare.
La creatività necessità di leggi, regole, norme, per costituirsi al più alto livello e poi vive in
norme superiori e non si interessa più delle norme inferiori. In seguito non ci sarà più necessità
del modello, perché il modello vive dentro.
di Marco Ferrini – Matsyavatara das
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