L’illusione della luna che splende

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L’illusione della luna che splende

Sin dalle sue origini l’uomo è sempre stato affascinato dalla luminosità di astri ed oggetti. Capita
spesso, infatti, di soffermarsi di fronte alla placida brillantezza della luna o davanti alla
lucentezza delle pietre preziose. Messo da parte l’aspetto più poetico, uno studio dell’Università
Vita-Salute San Raffaele svela ora i meccanismi che si nascondono dietro alla percezione della
luminosità da parte del nostro cervello.

Insieme alla Scuola Superiore Normale, all’Istituto Stella Maris e il CNR di Pisa, i ricercatori
della Vita-Salute San Raffaele hanno scoperto quali aree del cervello ci consentono di capire se e
quanto un oggetto sia luminoso. Utilizzando uno scanner per la risonanza magnetica funzionale, gli
scienziati hanno infatti osservato quali aree del cervello si attivano quando vengono presentate
immagini con un particolare tipo di illusione ottica – un’illusione nota da tempo che spinge
l’occhio umano a vedere un’immagine più brillante dello sfondo su cui si trova pur avendo la stessa
identica luminosità – e quali entrano in funzione quando viene sottoposta la stessa immagine priva,
però, di questa illusione. Lo studio, che verrà riportato sul numero di settembre della prestigiosa
rivista ”Neuron”, ha rivelato, attraverso le immagini dell’attività cerebrale ricavate dalla
risonanza magnetica, che le aree del cervello attivate dalle due versioni dell’immagine erano le
stesse, fatta eccezione per due zone della corteccia che entravano in gioco solo quando era presente
l’illusione ottica.

La grande novità dell’esperimento consiste nella scoperta che se l’illusione ottica falsa la nostra
capacità di valutare il chiaro-scuro, allora va attribuita a queste aree cerebrali questa specifica
funzione. Tali conclusioni confermano inoltre la teoria che immagina il nostro cervello organizzato
in moduli, dotati ognuno di una specifica funzione. Maria Concetta Morrone, docente di psicologia
fisiologica avanzata alla facoltà di Psicologia dell’Università Vita-Salute San Raffaele, ha
dichiarato: ”Il mondo visivo, così come viene elaborato dal nostro cervello, è molto diverso da
quello fisico. Una consapevolezza che non è nuova: quest’illusione ottica era infatti già nota agli
artisti cinesi sin dal XIII secolo la utilizzavano con efficacia per dare maggiore risalto alle
figure rappresentate sulle ceramiche. Solo oggi, però,- conclude la ricercatrice – siamo riusciti a
capire grazie alla risonanza magnetica funzionale dove sia il ‘trucco’ e quali aree del cervello
vengano ‘ingannate’.”

www.jugo.it/modules.php?name=News&file=article&sid=2088

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Mercoledì 31 Agosto 2005, 19:23

CERVELLO: INDIVIDUATE AREE CHE FANNO VEDERE LUNA RISPLENDERE

(ANSA) – ROMA, 31 ago – E’ capitato a tutti di essere colpiti dalla luminosita’ della luna piena,
solo ora, pero’, grazie a una ricerca dell’Universita’ Vita-Salute San Raffaele, sono state scoperte
quali aree del cervello ci permettano di capire se e quanto un oggetto sia luminoso e, quindi, di
renderci conto di quanto sia brillante la luna nel cielo notturno, cosi’ come una pietra preziosa o
qualsiasi altro oggetto brillante.

Si tratta di un importante passo avanti nel tentativo di disegnare una mappa del cervello che
potrebbe permetterci di capire l’origine di problemi di alcune funzioni cerebrali. Lo studio,
condotto dai ricercatori dell’Universita’ Vita-Salute San Raffaele in collaborazione la Scuola
Superiore Normale, l’Istituto Stella Maris e il CNR di Pisa, verra’ pubblicato domani sul numero di
settembre di Neuron, una delle piu’ importanti riviste di neuroscienze.
Grazie a uno scanner per la risonanza magnetica funzionale i ricercatori hanno potuto osservare
quali aree del cervello dei soggetti si attivassero quando venivano presentate loro immagini con un
particolare tipo di illusione ottica – un’illusione nota da tempo che spinge l’occhio umano a vedere
un’immagine piu’ brillante dello sfondo su cui si trova pur avendo la stessa identica luminosita’ –
e quali entrassero in funzione quando veniva sottoposta loro la stessa immagine priva, pero’, di
questa illusione.

Il meccanismo dell’illusione ottica e’ molto semplice: immaginiamo di avere una rappresentazione
stilizzata della luna, rappresentata come una semplice circonferenza.
L’immagine ha lo stesso colore, la stessa luminosita’ e lo stesso contrasto dello sfondo su cui si
trova. Il contorno della luna e’ rappresentato solo attraverso una zona di colore piu’ chiara
all’interno e una zona piu’ scura all’esterno. Qui l’inganno per il nostro cervello: l’immagine
della luna, proprio a causa di questo bordo, viene percepita piu’ luminosa rispetto allo sfondo che
pure e’ esattamente dello stesso colore. L’illusione puo’ essere addirittura invertita: se il bordo
chiaro viene posto all’esterno e quello scuro all’interno la figura sembrera’ meno brillante
rispetto allo sfondo, quasi una luna “nera”. Se poi i due bordi, quello piu’ chiaro e quello piu’
scuro, vengono sostituiti, per esempio, da una semplice linea l’illusione scompare facendo apparire
la luna per come e’, cioe’ dello stesso colore dello sfondo.

I ricercatori dell’Universita’ Vita-Salute San Raffaele hanno presentato nel corso dell’esperimento
due versioni della stessa immagini ai soggetti, alternando quella dove l’illusione ottica era
presente a quella dove invece era assente. Le immagini dell’attivita’ cerebrale ricavate dalla
risonanza magnetica hanno mostrato che le aree del cervello attivate dalle due versioni
dell’immagine erano le stesse, fatta eccezione, pero’, per due aree della corteccia che entravano in
gioco solo quando era presente l’illusione ottica. Questa la novita’ dello studio: se l’illusione
ottica falsa la nostra capacita’ di valutare il chiaro-scuro, allora va attribuita a queste aree
cerebrali questa specifica funzione. Si tratta inoltre di un’interessante conferma della teoria che
immagina il nostro cervello organizzato in moduli, dotati ognuno di una specifica funzione.

”Il mondo visivo, cosi’ come viene elaborato dal nostro cervello – sottolinea Maria Concetta
Morrone, docente di psicologia fisiologica avanzata presso la facolta’ di Psicologia
dell’Universita’ Vita-Salute San Raffaele e uno degli autori della ricerca – e’ molto diverso da
quello fisico. Una consapevolezza che non e’ nuova: quest’illusione ottica era infatti gia’ nota
agli artisti cinesi sin dal XIII secolo la utilizzavano con efficacia per dare maggiore risalto alle
figure rappresentate sulle ceramiche. Solo oggi, pero’, siamo riusciti a capire grazie alla
risonanza magnetica funzionale dove sia il ‘trucco’ e quali aree del cervello vengano ‘ingannate”’.
Lo studio e’ stato possibile grazie a finanziamenti del Miur (Ministero dell’Educazione, Universita’
e Ricerca). (ANSA).

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