di: Alessio Mannucci – ecplanet.net
Comunemente l’uso di droghe viene associato alla condizione annichilente dell’abuso di oppiacei o
agli effetti dannosi che le altre droghe producono sull’organismo. Tuttavia gli stati iperdopaminici
indotti da smart drug di nuova generazione e da una riprogrammazione nanotecnologica dei centri
neurali del piacere, potrebbero consentire agli individui di perseguire un ideale di felicità
continua e di conquistare una super efficienza e una super intelligenza senza effetti collaterali
indesiderati […] Una delle prime voci dell’agenda post-darwiniana transumanista sarà quella del
controllo biofarmacologico dell’umore e degli stati d’animo, al fine di sradicare la sofferenza
dall’intera vita senziente.
È questo l’ imperativo edonistico firmato David Pearce, membro della sempre più folta schiera di
fanatici tecno-fondamentalisti che si definiscono transumani e che aspirano all’immortalità. Per cui
non esistono più limiti alla tecno-scienza: tutto è tecnicamente fattibile. Ed è vero, proprio
tutto, anche la tecno-apocalisse.
Si esaltano per la nanotecnologia al punto tale da ignorarne i suoi aspetti distruttivi e
catastrofici, che sono già emersi drammaticamente. Adorano l’ingegneria genetica al punto tale da
auspicare la riscrittura del genoma umano, secondo un progetto fondamentalmente borghese di
tecno-benessere permanente. Vorrebbero riprogettare l’ecosistema globale e abolire la sofferenza
dall’intera estensione del mondo vivente.
Ma senza sofferenza non ci sarebbe neanche più gioia, questo non riescono a capirlo, non riescono a
contemplare la dinamica elementare alla base della vita: la dualità, la complementarietà, la danza
degli opposti. Il progetto transumanista è un progetto del tutto folle e irrazionale. Nonostante si
appelli alla ragione, alla razionalità e alla scienza, si rovescia nel suo opposto. Tipico della
dialettica dell’illuminismo.
Il problema è che questi transumanisti sono gravemente malati di positivismo, tendono a rifiutare
ciò che mostra l’evidenza, la storia, e si rifugiano nel mito. Tipico dei borghesi, che non hanno
mai avuto il dono della visione d’insieme. I transumanisti non vogliono vedere il lato oscuro,
abbagliati come sono dall’illusione della vita eterna.
Non capiscono che il senso della vita è dato dalla morte.
Aspirano ad una post-umanità schiava della tecnologia e degli stati iper-dopaminici. Parlano di
ingegneria del paradiso.
Patetici. Rozzi. Ignoranti. Fanatici. Incoscienti. Pericolosi.
La via che prospetta l’Imperativo Edonistico in realtà porta dritta all’Inferno, che, come si sà, è
lastricata di buone intenzioni.
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