di Sarmong
Tratto da: GRUPPO TEOSOFICO SARMOUNG
(parte prima)
– L’importanza di rispettare il libero arbitrio –
Capita, a volte, che l’uomo che desidera migliorare se stesso tenda a
dipendere più da un intervento divino che dalle sue opere. Anche un
uomo in cui brilla una piccola luce spirituale, a volte, è ancora
molto materialista e come tale appare ai nostri occhi.
Quando lasciamo al nostro prossimo la possibilità di crescere e
trasformarsi, e quando non giudichiamo il suo operato, facciamo un
atto di fede e di amore perché la vera fede è necessariamente amore
mentre la mera credenza è odio, cattiveria e distruzione. Purtroppo le
credenze, costituite dai pregiudizi e dai preconcetti, sono la spinta
maggiore che sta sotto ai comportamenti umani mentre proprio l’amore,
l’amore vero, dovrebbe essere il “motore” del nostro operato.
L’amore è la virtù che ci rende completamente disponibili non soltanto
verso gli altri ma anche verso noi stessi; una disponibilità amorevole
nel rinnovarci e nel cogliere tutte le occasioni valide per verificare
il nostro comportamento e, se necessario, trasformarlo. Dobbiamo
essere malleabili ma non troppo facilmente influenzabili, non ci deve
mancare la flessibilità necessaria affinché il Maestro ci possa
“modellare”, accentuando così le nostre migliori qualità potenziali.
A un Maestro necessita il consenso dei suoi allievi
Un Maestro, per aiutare un suo discepolo, avrà sempre e comunque
bisogno del suo consenso. Soltanto la confidenza reciproca permetterà
al discepolo di superare tutte le prove che gli saranno presentate e
la fiducia che ripone nel suo Maestro gli permetterà di riceverne
l’influenza migliore. Que¬sta fiducia nel proprio Maestro è un’altra
delle qualità che permettono il risveglio dell’intuizione. Ciò non
significa comunque che voi dovete lasciar da parte la vostra volontà
ed attendere sempre che il Maestro vi indi¬chi cosa fare o come
comportarvi.
Non dimenticate mai che il Maestro è sempre pronto ad aiutarvi nel
difficile cammino del cambia¬mento interiore, voi siete il veliero nel
mare della vita ed il Maestro rappresenta il vento. Comunque rirdate
che la rotta è sempre scelta da voi, non potete infatti delegare
nessun altro a fare le scelte che vi riguardano personalmente. Voi
stessi dovete scegliere la strada perché questa è una delle prove di
buona volontà che la Gerarchia si aspetta da ogni individuo. Chiunque
si sforzerà di migliorare se stesso avrà al suo fianco un Maestro che
lo aiuterà in questa direzione.
Perciò, rifacendoci all’esempio del veliero, è assai importante che
voi stendiate le vele in modo da raggiungere la velocità voluta e
regoliate il timone per l’esatta direzione. Il Maestro, dal canto suo,
sarà il vento che vi spingerà nel porto desiderato.
Dopo aver dato prova di buona volontà occorre anche dar prova di
possedere, e saper utilizzare, una certa dose di intelligenza. Questo
non è stato necessario all’inizio del vostro cammino, quando è bastato
dar prova della bontà delle motivazioni del vostro cuore; aver
mostrato di camminare su “strade” di¬ùverse da quelle mondane (che la
maggior parte degli uomini calpestano), ed aver dimo¬strato di agire
in modo diverso da quei discepoli che si considerano anime elette
perché pensano che, per poterlo essere, siano sufficienti le loro
preghiere.
Vi sono casi in cui l’intelligenza normale non è sufficiente
Ad un certo punto del vostro cammino spirituale vi troverete invece di
fronte ad una difficoltà che vi metterà in grande imbarazzo: qualcosa
di sconosciuto che non sapete come affrontare, oppure una scelta da
fare o un’azione da compiere, che vi trovano impreparati. Non
scoraggiatevi, tutto ciò fa parte del piano del vostro Maestro; un
piano ben stabilito allo scopo di dimostrarvi come la lo¬gica, quando
si serve il Signore, non è sempre sufficiente per risolvere
determinate situazioni.
In casi come questi bisogna fare appello ad una intelligenza superiore
che viene dalla parte più profonda di noi stessi e che, essendo a
conoscenza di tutti i particolari del Piano Divino per questo
pia¬neta, sa scegliere la soluzione più opportuna per qualunque
evenienza.
Chi penserebbe mai, ad esempio, a mescolare i colori grigio e rosso al
fine di ottenere il colore blu? Nessuno. L’intelligenza
logico-razionale dice infatti che con questi due colori è impossibile
ottenere del blu. Molti di voi, messi di fronte ad una situazione che
appare senza via d’uscita, si sentono spossati, scoraggiati e pensano
che non potranno mai farcela da soli. Questo perché, a volte, le
soluzioni che vengono proposte dall’intelligenza superiore contrastano
con quelle comunemente con¬siderate logiche e razionali, però, se
messe in pratica, sono in grado di risolvere problemi altrimenti
irrisolvibili.
Come è possibile trovare la propria strada nel servizio?ù
Bisogna usare il cuore e meditare sul chakra ad esso correlato, senza
aspettarsi nulla, tranquilla¬mente, senza porsi tante domande.
Concentrarsi soltanto sulla determinazione di servire il Maestro;
questo farà in modo che l’ambiente esterno si adatti affinché
l’aspirante possa conseguire ciò che si è ripromesso di fare. Così
facendo tutto diventa possibile, anche ciò che normalmente non rientra
nella vostra immaginazione!
Com’è possibile che ciò avvenga? Può avvenire perché il chakra del
cuore è il luogo in cui si entra in contatto con i Maestri e
l’epicentro delle energie relative alla natura umana. Lo spirito
dell’uomo, la sua volontà e l’amore, focalizzandosi in questo chakra
lo inducono ad irradiare, attraverso l’aura individuale, le buone
intenzioni che lo animano. Queste buone intenzioni, irradiandosi
all’esterno, creeranno i presupposti affinché vengano ad attuarsi
anche le soluzioni umanamente più impensabili.
Tutti gli individui che desiderano creare qualcosa o migliorarne
un’altra, che questa coinvolga un gruppo di persone, oppure una
Chiesa, oppure una Nazione o un uomo politico è necessario cono¬scere
questo rituale al fine di ottenere quanto desiderato. Se vi
focalizzate sul chakra del cuore e lo “nutrite” con buone intenzioni,
la realizzazione del vostro desiderio inizierà ad aver luogo.
Questo può accadere perché durante il sonno i nostri veicoli sottili
(corpo astrale, mente, ecc.) si liberano momentaneamente del corpo
fisico e possono così muoversi nel mondo astrale dove c’è la
possibilità di incontrare altri individui con le vostre stesse
motivazioni e così preparare i presupposti per un incontro sul piano
fisico. Perciò, mentre il vostro corpo fisico giace addormentato, un
raggio del vostro chakra del cuore cercherà la persona più adatta per
lavorare con voi e per voi.
Le vostre aure, dopo avervi messo in comunicazione sul piano astrale,
prepareranno anche la strada affinché possiate incontrarvi
fisicamente. Così succede che a volte si dica: “Ho l’impressione di
aver già conosciuto questa persona”. Bisogna sapere infatti che questi
piccoli raggi fuoriescano dalla no¬stra aura per cercare i “mezzi” più
adatti alla realizzazione del nostro progetto. A volte le due aure
stanno in co¬munione tra loro per parecchio tempo ed insieme elaborano
il loro piano di lavoro.
Questa è la ragione per cui due persone possono trovarsi subito in
perfetta sintonia; le loro energie le hanno attirate una all’altra ed
esse, insieme, sono in armonia. E’ necessario che gli uomini
diven¬tino più coscienti di questo fenomeno al fine di poterlo
utilizzare nel migliore dei modi.
Questo nostro potere, qualora sfruttato a fin di bene, potrebbe
risolvere molti problemi dell’attuale umanità; problemi che nascono
perché la società odierna è gestita da uomini che, pur non conoscendo
queste cose, le utilizzano molto bene a livello inconscio mentre i
discepoli perdono talvolta il loro tempo chiedendosi se saranno in
grado di fare questo o quello, oppure discutendo sul fatto che Dio
esista oppure no!
Discutere sull’esistenza di Dio è un modo molto valido per perdere
inutilmente del tempo e sprecare energie; al posto di vane parole si
dovrebbe invece coltivare la certezza che il potere della Luce
in¬dirizzata verso il bene è superiore ad ogni altra cosa. Purtroppo,
proprio nel momento in cui un in¬dividuo dovrebbe concentrare la
potenza del suo cuore per permettere alla Luce di manifestarsi in
opere di bene, ecco che diventa dubbioso, la sua fede, già poca, si
raffredda e tutte le buone inten¬zioni svaniscono come nebbia al sole.
L’importante non è stabilire se Dio esista oppure no
Non spendete tempo a stabilire se Dio esiste oppure no; cercate
piuttosto di migliorare voi stessi e la vita sul nostro pianeta.
Prendete coscienza del fatto che esiste una Gerarchia e cercate di
collabo¬rare nel suo lavoro nei confronti dell’umanità.
Ora vi spiego perché molti discepoli si perdono in questioni
metafisiche e si domandano se Dio ha po¬teri su questa Terra e se può
intervenire negli affari umani oppure se Egli non è che un altro
aspetto della vita che incontreremo solo dopo aver esaurito le
esperienze terrestri puramente fisiche. Si chiedono anche se la
potenza degli Angeli e degli Esseri di Luce sia effettiva sulla Terra
o se piuttosto non siano stati abbandonati a se stessi.
Una meditazione non potrà mai spingere l’uomo così lontano da
incontrare la sua natura divina, e senza questa esperienza è
impossibile incontrare Dio. L’unica forma di esistenza spirituale che
oggi ci è dato di conoscere è l’esistenza della Gerarchia, per ciò che
concerne Dio ci deve bastare la fede! Il bisogno di conoscere a tutti
i costi sul piano intellettivo e razionale ci fa spendere delle
energie che invece do¬vrebbero essere convogliate in un proficuo
lavoro.
Solo il lavoro fatto nell’intento di aiutare la Gerarchia crea una
situazione in cui le connessioni con la Gerarchia stessa nascono
spontaneamente! Ed è proprio questa energia spesa nel lavoro che ci
farà incontrare Dio o la nostra anima.
E’ necessario lavorare con perseveranza
Il Maestro non comincerà a guidare il suo discepolo, a parlargli o ad
ispirarlo, se non vede che esso ha sviluppato in modo sufficiente la
costanza e la perseveranza. Questa energia non deve però es¬sere un
fuoco di paglia: il nostro lavoro deve essere perseverante e continuo.
Questo è il segreto che assicura la buona riuscita di qualsiasi nostra
opera: persistenza e costanza. Senza queste due qualità si provoca un
grave danno nel corpo astrale perché deve continuamente adattarsi alle
nostre nuove intenzioni; danno che non permette al Maestro di guidarci
e ispirarci.
Se siamo emotivamente instabili qualsiasi cosa ci potrà distrarre ed
allontanare dallo scopo che ci eravamo prefissi. Dobbiamo invece
essere determinati e perseveranti affinché l’ispirazione che ci ha
dato il Maestro non si dissolva in poco tempo. Ed è proprio per
metterci alla prova che il Maestro ci lascia soli all’inizio del
nostro operato: perché è soltanto nella solitudine che si scopre di
essere suf¬ficientemente forti per poter continuare.
Sarebbe troppo facile se bastasse starsene comodamente seduti a
pregare Dio mentre Lui “lavora”, per aiutarci e sostenerci. Anche a
noi è richiesto di lavorare e soprattutto con responsabilità, questo
com¬porta solidità di carattere. Nella solitudine iniziale ritroverete
l’amore, Ia determinazione e la voglia di aiutare tutti gli uomini: a
questo punto inizierete a lavorare davvero, e con il vostro lavoro
potrete en¬trare in contatto con la Gerarchia.
Questo fatto è estremamente logico, eppure molte persone pensano che
prima di tutto sia necessario incontrare il Maestro per poi, in
seguito, sviluppare le loro qualità. Pensano infatti, e sbagliano
davvero, che sarà il Maestro a dir loro ciò che devono fare e come
farlo! Nei primi tempi il Maestro non inter¬viene mai ma osserva
l’aspirante con occhio amorevole per vedere quanta buona volontà stia
dimo¬strando. L’aspirante deve rendersi conto da solo di ciò che gli
serve per realizzare un de¬terminato tra¬guardo: quando ciò avviene
significa che ha sviluppato una certa intuizione, che unita alla buona
vo¬lontà, gli permetterà di ricevere il supporto del Maestro.
L’instabilità non vi permette di conoscere il Maestro
E’ per questo che la determinazione, la persistenza e la costanza sono
qualità che devono essere conqui¬state prima che il Maestro possa
creare una relazione con voi ed offrirvi le sue ispirazioni. Egli,
infatti, non vi potrà aiutare fintanto che non sarà sicuro che le sue
ispirazioni non saranno per voi che un “leggero soffio di vento”, a
causa della vostra instabilità.
L’instabilità è dovuta al fatto che il vostro corpo astrale non è
sufficentemente ammaestrato, in questo caso non potete ancora agire
per le sole motivazioni dell’anima poiché, prima che qualcosa vi possa
smuovere, avete sempre bisogno di una spinta emotiva o di una grande
“fiammata” sentimentale.
Questa instabilità vi mette anche in condizione di lasciarvi
impressionare dal parere di coloro che vi circondano e da tutti gli
stimoli che oggi sono presenti nel mondo (radio, TV, stampa, ecc.).
Questo significa che potete iniziare un lavoro con grande entusiasmo
per poi “spegnervi” quando sorgono i primi problemi, ovvero perdere
tutta la voglia di continuare, tutta l’energia necessaria per poterlo
terminare.
Il Maestro conosce che qualunque discepolo, qualora incaricato di un
compito di alta responsabilità, se non ha la costanza necessaria per
affrontare tutte le eventuali problematiche, sarà assai impac¬ciato
nel suo lavoro e qualsiasi ostacolo gli si presenterà lo troverà
impreparato. In questi casi il discepolo abbandonerà tutto e si
lamenterà con Dio perché quello che ha fatto non è stato ricono¬sciuto
dagli uomini oppure perchè non è stato sufficentemente aiutato.
E’ per queste ragioni che, soprattutto all’inizio, il Maestro non
aiuta il suo discepolo e non lo so¬stiene nella sua opera. Lascia che
il discepolo affronti da solo le sue responsabilità; solo con il
sen¬timento di essere stato abbandonato. Il discepolo deve comprendere
il valore della sua solitudine e deve convin¬cersi che è proprio in
questa solitudine che può sviluppare la propria forza interiore. Il
discepolo deve giungere al punto in cui riterrà necessario fermarsi e
riflettere sulla propria vita, e dopo la riflessione chiedersi in modo
sincero “Sono solo, ma, malgrado questa solitudine, me la sento di
continuare ad aiutare gli altri, dare loro tutta la mia disponibilità,
e nel contempo servire DIO?”.
Molti discepoli vorrebbero il completo supporto di Dio
Molti discepoli servirebbero molto volentieri se Dio mostrasse loro la
strada da seguire e li aiutasse a compiere il loro lavoro ed a
superare le eventuali difficoltà. Davvero molti sarebbero pronti a
lavorare in questo modo; un modo comodo in quanto tutto dipenderebbe
da Dio, la pianificazione delle cose che devono essere fatte, l’aiuto
per farle ed ancor più la sicurezza che Lui, nell’eventualità, sarà
pronto a risolvere i loro problemi.
Il discepolo deve invece comprendere, e comprendere molto bene, che
ognuno di noi deve prendersi le proprie responsabilità e che, per
poter sopportare questa responsabilità, bisogna possedere quella
solidità di pensiero e perseveranza d’azione, che sono in grado di
dimostrare la qualità dei nostri sentimenti quando ci troveremo a
fronteggiare la vita, gli uomini o lo stesso Dio.
Dio, volendo, potrebbe benissimo prendere per mano il discepolo e
guidarlo nel suo lavoro, comunque, al primo ostacolo, il discepolo
rinuncerebbe a quello che doveva compiere. E se Dio eli¬minasse anche
questo ostacolo, e tutti quelli che potessero sorgere in futuro, il
discepolo non po¬trebbe trarre alcun giovamento del suo operato in
quanto non ha agito di prima persona bensì come un burattino gestito
dal burattinaio.
La solitudine vi mette alla prova
Voi dovete sapere che quando vi trovate in una situazione di
solitudine e questo sentimento d’abbandono è molto grande, ebbene
questa vostra condizione non è casuale; rappresenta invece il piano
preparato dal Maestro proprio per voi. Un piano che Gli permette di
vedere come vi com¬portate quando vi trovate in una situazione in cui
vi sentite soli sulla terra, e riconoscete che in quel momento nessuno
dall’alto vi darà una mano, né il Maestro, né Dio che, pur esistendo,
sarà per voi il Dio di un cosmo lontano ed insondabile.
Se in un momento come quello descritto sarete in grado di trovare
dentro di voi un amore sufficiente, sarete capaci di assumervi la
responsabilità necessaria, ed inizierete ad aiutare i vostri simili a
miglio¬rare la loro vita e perfezionarsi, allora dimostrerete di
possedere le qualità necessarie per poter stabilire un contatto con il
vostro Maestro.
E’ proprio a partire dal momento in cui il discepolo dimostra di
possedere queste qualità che si può “unire” al suo Maestro. Tutto
questo avviene senza tante cerimonie, non c’è bisogno di un timbro
stampato sulla fronte del discepolo, la cosa succede istantaneamente.
…
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