Il potere della visualizzazione
di Giampiero Cara
Chi conosce e pratica regolarmente la meditazione sa che in tale stato accade qualcosa di
meraviglioso: ci si sente pervasi da una calma infinita, e più ci si cala nella profondità
dell’essere, più si diviene padroni della propria pace interiore. La mente si acquieta ed il corpo
— che dalla mente viene sempre diretto, anche quando non ne siamo consapevoli — trae enormi
benefici a livello di salute, perché vengono neutralizzate le attività mentali che provocano
malattie fisiche, come le preoccupazioni o i sensi di colpa.
Si tratta di un’esperienza senza dubbio emozionante – sempre più tale man mano che si raggiungono
livelli più profondi – che però comporta un atteggiamento ricettivo, e dunque passivo. E’ magnifico
sentirsi un canale aperto al fluire dell’energia dell’universo; tuttavia, l’essere umano non è in
grado soltanto di ricevere l’energia, ma anche e soprattutto di trasformarla, materializzandola in
opere tangibili.
REALIZZARE I PROPRI SOGNI CON L’IMMAGINAZIONE
E’ dunque possibile integrare lo stato di meditazione passiva allenando la mente rilassata ad
attività dinamiche per risolvere problemi concreti. In questo senso, la meditazione passiva
rappresenta il primo stadio del processo, quello durante il quale ci si libera delle interferenze
esterne e si raccoglie l’energia; ma poi si può proseguire trasformando quest’energia con una
potentissima (e spesso sottovalutata) attività dinamica della mente chiamata immaginazione.
E’ questo il fondamento di una pratica meditativa molto efficace: la visualizzazione creativa,
ovvero la capacità di usare l’immaginazione durante la meditazione per materializzare i nostri
sogni. Definita in questo modo, sembra davvero qualcosa di magico.
E, in effetti, secondo una celebre guida spirituale New Age, l’americana Shakti Gawain, “la
visualizzazione creativa è magia nel senso più autentico ed elevato del termine”, poiché richiede di
“comprendere i principi naturali che regolano il funzionamento dell’universo e di entrare in
sintonia con essi”.
Secondo la Gawain, autrice di un libro intitolato proprio “Visualizzazione creativa”
(Jackson/Futura), questa tecnica consiste nell’usare “la vostra immaginazione per creare un’immagine
chiara di qualcosa che desiderate realizzare; poi, dovete continuare a concentrarvi regolarmente su
tale immagine, fornendole energia positiva, finché otterrete realmente ciò che avete visualizzato.
Il vostro obiettivo può essere a qualsiasi livello: fisico, emozionale, mentale o spirituale”.
Insomma, una nuova casa, un nuovo lavoro, un miglior rapporto con qualcuno, più memoria, più salute,
maggiori facoltà di apprendimento. O ancora, un’immagine di sé come “essere radioso, colmo di luce e
di amore”.
I risultati, assicura la Gawain, “verranno sempre”.
All’inizio, è possibile che, di fronte a tanta sicurezza, siamo indotti a proiettare mentalmente una
barriera di scetticismo. Ma, per Shakti Gawain, se non siamo felici è proprio perché creiamo dentro
di noi barriere immaginarie di questo tipo alla nostra naturale armonia ed alla nostra inevitabile
autorealizzazione. E in questo senso la visualizzazione creativa serve proprio a dissolvere le
barriere interiori, permettendo a ciascuno di manifestarsi nel suo aspetto più positivo.
IN PRINCIPIO ERA IL VERBO
Naturalmente, la visualizzazione creativa agisce attraverso il potere del pensiero di forgiare la
realtà, che ha come fondamento una verità relativamente nuova per la scienza, ma nota da secoli ai
maestri spirituali di ogni parte del mondo: tutto quel che esiste nell’universo, anche ciò che
chiamiamo materia, è in realtà energia. Dunque il pensiero, in quanto forma di energia sottile, può
modificare la “materia”, che è energia più densa.
Anzi, in realtà, il pensiero è all’origine della materia.
Chi non ricorda l’inizio del Vangelo di Giovanni? “In principio era il Verbo”, ovvero la parola, che
nasce dall’idea, dal pensiero creativo di Dio. Ma anche ad un livello più “secolare”, è ovvio che
ogni cosa che facciamo viene concepita all’inizio sotto forma di pensiero. Se, per esempio, pensiamo
“voglio preparare una torta” e poi lo facciamo, possiamo constatare come sia sempre l’idea a
precedere la realizzazione consapevole di qualsiasi cosa. Ma anche quando facciamo qualcosa che non
vorremmo, o ci accade qualcosa d’inatteso, è stato in realtà un nostro pensiero inconscio a creare o
ad attirare questo qualcosa.
Il pensiero, quindi, è creativo, e la possibilità di dar vita con esso a cose che ci rendano felici
dipende dalla nostra capacità d’indirizzarlo consapevolmente nella direzione voluta. A dimostrazione
di questo, esiste un’altra legge fondamentale dell’energia: l’energia di un certo tipo, cioè che
vibra ad una certa frequenza, attira energie dotate di qualità e vibrazione analoghe.
Perciò i pensieri — e i sentimenti, che rispetto ai pensieri rappresentano, per così dire, l’altra
faccia di una stessa medaglia — posseggono una forza magnetica che attrae l’energia di natura
simile. Ciò vuol dire, in pratica, che noi tutti richiamiamo nella nostra vita, di solito in maniera
inconsapevole, le cose a cui più pensiamo, o in cui maggiormente crediamo, oppure che ci aspettiamo
di più ai livelli più profondi della nostra coscienza. E quindi – perché no? – quelle che,
attraverso la visualizzazione, immaginiamo in maniera più vivida.
PROGRAMMARE IL SUBCONSCIO PER AVERE CIO’ CHE VUOI
In effetti, immaginare significa concepire immagini, e la visualizzazione creativa utilizza queste
ultime più delle parole perché si rivolge principalmente al nostro subconscio che, come dimostra lo
studio dei sogni, si esprime attraverso un linguaggio figurato. E perché proprio al subconscio?
Perché il subconscio, secondo l’ipnositerapeuta tedesco Erhard Freitag, opera come trasformatore.
“Un pensiero”, scrive Freitag nel libro ‘L’energia dei tuoi pensieri’ (Ed. Meb) “è una grandezza
spirituale, nella quale non esistono, né spazio né tempo”, e il subconscio trasforma
quest’immaginazione spirituale in fatti concreti. Pertanto, sostiene Freitag, se ti accadono cose
spiacevoli, “non Dio né un’altra potenza ti puniscono, ma tu hai incaricato il tuo subconscio di
realizzare i tuoi pensieri negativi”. Per realizzare ciò che vuoi coscientemente, invece, devi
informare figurativamente il subconscio dei tuoi desideri, e al resto penserà lui, magari
indicandoti la strada da percorrere attraverso i sogni.
Infatti, un’interessante applicazione della visualizzazione creativa consiste proprio nel
“programmare i sogni”. Esistono vari modi per farlo, ma questo è uno dei più semplici: la sera,
prima di addormentarvi, visualizzate un problema che vi angustia ed immaginate di averlo risolto,
anche se non sapete come. Durante il sonno il subconscio, se saprete interpretarne i messaggi
onirici, riempirà il vuoto tra un problema e la sua risoluzione indicandovi cosa fare.
Un’altra esperta di visualizzazione creativa, Julia Hastings, scrive nel suo libro ‘Puoi avere ciò
che vuoi’ (Ed. Armenia) che, dopo aver deciso cosa si vuole ed aver rilassato mente e corpo, è
necessario immaginare le cose che si desiderano come se già si avessero, sentendo davvero le
emozioni collegate al fatto di averle ottenute (provare queste emozioni, come pure coinvolgere nella
visualizzazione il maggior numero possibile di sensi oltre alla vista, è molto importante perché
l’esperienza risulti realistica e completa), per poi uscire dalla visualizzazione affermando
esplicitamente di aver ottenuto ciò che si vuole.
Dopodiché, è opportuno continuare il processo con le azioni concrete che permetteranno di
raggiungere l’obiettivo desiderato.
Anche se sulle prime ciò può apparire assurdo, è fondamentale credere profondamente di aver già
centrato un obiettivo prima ancora di averlo fatto nella dimensione materiale perché, come si è già
detto, l’idea di qualcosa ne precede sempre l’effettiva realizzazione. E quando si cominciano a
constatare dei risultati concreti è importantissimo, raccomanda la Hastings, non pensare ad una
semplice coincidenza, altrimenti la nostra mente riprenderà la vecchia programmazione negativa. E’
bene invece consolidare i risultati ottenuti continuando a visualizzare in modo positivo.
Va ricordato, inoltre, che la tecnica della visualizzazione creativa viene usata da medium e
guaritori per guarire dei soggetti lontani, o sui quali, per vari motivi, non è possibile imporre le
mani. La consiglia, tra gli altri, Rosemary Altea, la grande medium inglese emergente, che ne
illustra i principi base nei suoi video destinati al pubblico.
IL “LIVELLO ALFA”
Abbiamo già detto che, per consentire alla visualizzazione di esprimere al massimo la sua efficacia,
è necessario trovarsi nello stato meditativo più profondo possibile, perché è dimostrato
scientificamente che, quando corpo e mente sono profondamente rilassati, le onde elettriche emesse
dal cervello (misurabili con l’elettroencefalogramma) rallentano. Si passa, cioè, dalla frequenza di
circa venti cicli al secondo del comune stato di veglia — onde beta — a circa 10 cicli al secondo
— onde alfa ossia, un valore comunemente associato, oltre che alla meditazione, agli stati di sonno
leggero o di dormiveglia, e quindi di attività onirica (esistono anche le onde Theta e Delta, ma
sono collegate a stati di sonno più profondi e pertanto risultano più difficili da raggiungere con
la meditazione).
Tutto ciò è molto importante perché si è scoperto che il livello alfa, se ci si arriva
coscientemente da svegli, è molto più efficace del livello beta al fine di creare dei cambiamenti
reali nel mondo oggettivo attraverso la visualizzazione. Chi già pratica la meditazione sa che
questo livello è raggiungibile in vari modi: concentrandosi su un’immagine visiva (un mandala, per
esempio), oppure su un punto di energia del corpo, su un suono (tipo Om, Aum o Amen) emesso a voce
alta o mentalmente, sul ritmo del proprio respiro, o su un rullo monotono di tamburi, nonché
sull’ascolto di un canto gregoriano, o di una musica New Age.
Insomma, di modi per entrare in contatto con una parte più profonda del nostro essere ce ne sono
tanti. E’ importante, però, cominciare ad usarli davvero. Attualmente lo fa forse un 10%
dell’umanità. Riuscite ad immaginarvi come sarebbe il mondo se tutti ne fossimo capaci, se tutti,
cioè, imparassimo di nuovo ad usare la nostra energia creativa?
E’ come se al momento ci accontentassimo di camminare su una gamba sola. Possiamo andare avanti a
stento, ma non correre incontro alla nuova era che ci attende. Dentro di noi, dove è sempre stata e
sarà sempre.
UN ESERCIZIO PER RAGGIUNGERE IL “LIVELLO ALFA”
Il livello alfa permette un grande potenziamento della tecnica di visualizzazione creativa. La
tecnica base per raggiungerlo, suggerita da José Silva, il creatore del Silva Mind Control Method è
facile da usare; richiede solo un po’ di costanza.
Ecco come fare: la mattina, subito dopo esservi svegliati, rimanete a letto, chiudete nuovamente gli
occhi, cercando di non riaddormentarvi, ed alzateli, dietro le palpebre, ad un angolo di circa venti
gradi (per ragioni non ancora chiarite, spesso questa posizione degli occhi è sufficiente a
stimolare l’emissione di onde cerebrali alfa).
Poi, contate alla rovescia da 100 ad 1, ad intervalli di circa due secondi tra un numero e l’altro,
concentrando la mente solo sul conteggio, e probabilmente — se vi sentirete bene, profondamente
rilassati e tranquilli — sarete entrati in alfa sin dal primo tentativo. E potrete farlo sempre più
in fretta, poiché il conteggio alla rovescia si abbrevia progressivamente: da 100 a 1 per le prime
dieci mattine, poi da 50 a 1, quindi da 25 a 1, da 10 a 1 e finalmente da 5 a 1, sempre per dieci
mattine ogni volta.
Alla fine della visualizzazione, per uscire volontariamente dal livello che avete raggiunto,
ripetetevi mentalmente qualcosa come: “Mi preparo ad uscire contando da 1 a 5, e al 5 mi sentirò
completamente sveglio e meglio di prima”. E sarà proprio così, perché avrete cominciato ad usare
consapevolmente entrambi gli emisferi cerebrali.
Approfondimento sul sito www.sublimen.com
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