L’influenza si cura con tanto riposo a casa

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L’influenza si cura con tanto riposo a casa

21 novembre 2011

Se siamo tutti più raffreddati, la colpa in parte è della crisi economica. Può sembrare una
relazione improbabile, in realtà recenti studi hanno dimostrato che i lavoratori, precari e non, si
recano a lavoro anche quando sono afflitti dall’influenza stagionale ed altamente contagiosi. La
riduzione del personale e la necessità di avere risorse umane sempre più produttive spingono infatti
ad un minore assenteismo, senza contare che molti contratti non prevedono periodi di malattia.

Molti dipendenti sono piuttosto riluttanti a prendersi anche un solo giorno di riposo, per timore di
perdere il posto di lavoro in un periodo in cui la competizione sul mercato occupazionale è a dir
poco agguerrita. Gary Johns, docente di management alla Concordia University, ha coinvolto in un
sondaggio 444 neolaureati al primo impiego. In media i partecipanti si erano recati al lavoro almeno
in tre occasioni ad alto rischio di contagio negli ultimi sei mesi, quando invece avrebbero fatto
meglio a rimanere a casa in malattia.

Il numero delle presenze cresceva in base alla tipologia di contratto ed alle condizioni lavorative
più o meno sicure. I lavoratori che temevano maggiormente di perdere il lavoro erano molto più
propensi a recarsi al lavoro anche con la febbre, il raffreddore, la tosse e gli altri sintomi
influenzali.

Il punto è: fanno davvero un favore alla loro azienda andando a lavoro malati? Sul fronte della
produttività assolutamente no. Il riposo, per guarire dall’influenza, è fondamentale. Uscire di casa
e stressarsi nei primi giorni della malattia non fa altro che accrescere l’intensità dei sintomi e
la durata del decorso.

Non solo il lavoratore è poco produttivo, ma i colleghi verranno contagiati a loro volta dalla sua
presenza, con ulteriori perdite in produttività per l’azienda ed in salute per i dipendenti. Lo
stress diminuisce le difese immunitarie e rende infatti più vulnerabili anche ad altre malattie
infettive.

Le linee guida degli esperti raccomandano pertanto a chi si sente molto stanco, ha la febbre, dolori
muscolari e tosse secca persistente, di prendersi qualche giorno di riposo e di non tornare al
lavoro prima che siano trascorse almeno 24 ore dalla scomparsa della febbre. Non solo per evitare di
contagiare i colleghi in ufficio, ma anche per non trasmettere il virus a chiunque si trovi al suo
fianco in autobus.

Fonte: benessereblog.it

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