LO SPIRITISMO SCIENTIFICO ED ERNESTO BOZZANO

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LO SPIRITISMO SCIENTIFICO ED ERNESTO BOZZANO

di Antonio Bruno
per Edicolaweb

Il cosiddetto “spiritismo scientifico” nacque nel 1880 dall’impegno di alcuni studiosi seriamente
intenzionati a condurre l’osservazione dei fenomeni allora detti “matapsichici” su un terreno di
maggior razionalità possibile utilizzando, per questo scopo, un metodo d’indagine di impronta
scientifica.

A differenza della scienza ufficiale, però, lo “spiritismo scientifico” non esclude a priori la
possibilità che determinati eventi paranormali siano causati da entità disincarnate ma accomuna,
invece, se così possiamo dire, tutta la paranormalità, sia di matrice puramente trascendentale che
“umana”, in un’unica dinamica di base, ovvero l’estrinsecazione di meccanismi motori essenzialmente
psichici.

Lo “spiritismo scientifico”, dunque premette. al problema delle cause individualizzate, quello degli
psichismi motori e postula che, essendo quelli che noi definiamo “spiriti” nient’altro che uomini
che hanno perduto il loro corpo fisico, l’evincersi dei fenomeni paranormali genuini ha una causa
identica. Appunto, lo “psichismo”.
In questa non leggera impresa, si cimentarono studiosi del calibro di Ernesto Bozzano e Gastone De
Boni, in Italia, mentre, all’estero, abbiamo un Delanne, in Francia, uno Staton Moses ed un Oliver
Lodge in Inghilterra e poi l’Hodgson e l’Hyslop negli Stati Uniti, tanto per citare alcuni fra i
nomi più noti.

Lo spiritismo scientifico tentò con dedizione appassionata di applicare metodi sperimentali allo
studio dei fenomeni prodotti dai medium. Erano i tempi, quelli a cavallo fra i due ultimi secoli
trascorsi, dei grandi “medium”, molti dei quali, se esaminati alla luce delle odierne conoscenze
psicologiche e scientifiche, potrebbero sollevare dei dubbi sulla loro genuinità, ma che restano
tuttavia soggetti molto interessanti in quanto produttori di una fenomenologia che, come sempre
accade, ahimè, in parapsicologia, resta difficile da esplicare con un unico modulo interpretativo.
Si applicò, così, una serie di attente valutazioni e di precisi parametri ai fenomeni “spiritici”,
che andavano dallo studio delle possibili interferenze della personalità dei medium alla verifica
statistica, alle condizioni sperimentali, ecc.

Naturalmente, anche lo spiritismo scientifico dovette ben presto vedersela con i confutatori e gli
scettici i quali gli contestavano, principalmente, di non usare una metodologia davvero scientifica
a causa della natura stessa dei fenomeni che pretendeva di studiare, ovvero fenomeni che avvenivano
troppo spesso nel tradizionale ambito spiritico, con medium di dubbia sincerità o semplicemente
“medium”, come dicevo prima.
Si confutò allo spiritismo scientifico di non potersi avvalere del “metodo quantitativo” il quale,
associato alla statistica, permette anche in parapsicologia di ottenere risultati senz’altro
interessanti.
Ma, come ben dice il parapsicologo Gastone De Boni: “…nemmeno la psicologia ufficiale si vale
esclusivamente di questo metodo, e tanto varrebbe negare l’esistenza delle arti perché non si sono
ancora potuti studiare, quantitativamente, i processi che permettono all’artista la sua creazione”.

È evidente che, per lo spiritismo scientifico, il problema della personalità umana è un problema di
primaria importanza poiché fattore fondamentale, nel bene e nel male, dell’estrinsecarsi globale
della fenomenologia.
Delle personalità di quei primi, eroici, tempi di studio da me citate più sopra, mi interessa qui
porre l’accento, sebbene molto introduttivamente, su Ernesto Bozzano, un vero e proprio capostipite
della metapsichica scientifica in Italia.
A Bozzano fu contestato, anche duramente, l’uso di due metodi che egli sembrava prediligere: la
“convergenza delle prove” e l'”analisi comparata”, ma non sembra che tali critiche siano del tutto
motivate.

Se, da un lato, dobbiamo infatti ammettere che le “convergenze di prove” possono essere alterate
dalla natura soggettiva del metodo, l'”analisi comparata” è quanto di più scientifico possa esserci,
diremmo di “galileiano” e, del resto, entrambi i metodi bozzaniani fanno parte delle normali
procedure scientifiche d’indagine.
La casistica su cui si incentrarono, e tuttora si incentrano, gli studi dei ricercatori è molto
ampia: si va dai casi di apparizione di defunti al letto dei morenti alla cosiddetta “bilocazione”;
dai casi di “xenoglossia” a quelli di “materializzazione” di entità o fantasmi; dai casi di
apparente reincarnazione a quelli di “scrittura diretta”, ecc..

Per tornare a Bozzano (Genova,1862-1943), la sua popolarità è senz’altro ben meritata. Da principio,
la sua mentalità era impostata sugli schemi del più rigoroso positivismo tanto è vero che il
parapsicologo Ugo Dettore ha scritto che Bozzano fece, in quel periodo, dell’arruffato e geniale
sistema di Herbert Spencer, il suo vangelo.

Fu Charles Richet, grandissimo studioso di metapsichica, che, nel 1890, scrisse una risposta alle
critiche decisamente scettiche del prof. Rosenbach di Pietroburgo e lo fece in modo tanto
convincente e gentile da indurre Bozzano, che lesse Richet, a fare le sua riflessioni.
Il processo di “revisione concettuale”, nel giovane, iniziò a quel punto. Il primo fenomeno che
attirò il suo interesse fattivo fu la telepatia e la possibilità che imprecisabili “energie
psichiche” potessero trasmettersi da un cervello all’altro.

Nel 1893, Bozzano assistette ad una seduta spiritica tramite scrittura automatica tenuta dalla
medium Attilia Montaldo ed i risultati di “identificazione” ottenuti furono così precisi da far
cadere le ultime resistenze scettiche di Bozzano. A partire dal 1899, lo studioso genovese fondò
nella sua città il “Circolo scientifico Minerva”, con la collaborazione attiva del dott. Giuseppe
Venzano, del giornalista Arnaldo Vassallo e, più tardi, dei proff. Enrico Morselli e Francesco
Porro, dell’Università di Genova. Si trattava del più importante centro di studi metapsichici in
Italia e tale rimase per quasi cinque anni.

Nel 1922, Bozzano si dedicò con particolare attenzione allo studio metodico di una immensa mole di
casistica paranormale ed immensa è, senz’altro, la sua produzione letteraria.
Abbiamo già parlato dei due metodi prediletti da Bozzano, ovvero la “convergenza delle prove” e
l'”analisi comparata”. Nella grande quantità delle sue opere è tuttora rintracciabile una non
indifferente fonte di materiale per ulteriori studi sicché possiamo dire che il lavoro di Bozzano è
stato esemplare e prezioso, sia per onestà scientifica che per meticolosità di indagini e di
divulgazione. I suoi libri rappresentano, ancora oggi, una indispensabile fonte di studio e di
materiali per chiunque si avvicina alle tematiche paranormali con il sincero intento di acquisirne
una visione d’insieme obiettiva e apregiudiziale.

Possiamo affermare che l’inconveniente rappresentato dalla ormai innegabile vetustà della casistica
stessa viene ampiamente compensato dal modo rigorosamente scientifico e scrupoloso con cui Bozzano
ha potuto raccogliere tanta fenomenologia facendone, praticamente, un piedistallo d’indagine valido
in ogni tempo, almeno fino a che non si saranno raggiunti traguardi scientificamente inconfutabili
nello studio dei fenomeni paranormali.

Ecco, tratte da una breve bibliografia del Dettore, le opere principali lasciateci da Ernesto
Bozzano e pubblicate in Italia da case editrici specializzate (Armenia, Mediterranee, ecc.):

Ipotesi spiritica e teorie scientifiche, 1903;
Dei casi di identificazione spiritica, 1909;
Per la difesa dello Spiritismo, 1927;
La crisi della morte, 1930-52;
Indagine sulle manifestazioni supernormali, 1931-40;
Medianità poliglotta o xenoglossia (in “Luce e Ombra” 1933);
Dei fenomeni di bilocazione, 1934;
Dei fenomeni di infestazione, 1936;
Animiamo o spiritismo?, 1938;
Popoli primitivi e manifestazioni paranormali, 1941-46;
Dei fenomeni di telestesia, 1942;
Musica trascendentale, 1943;
Da mente a mente, 1946;
I morti ritornano, 1947;
Letteratura d’oltretomba, 1947;
Le visioni dei morenti, 1947;
Luci nel futuro, 1947;
Guerre e profezie, 1948;
La psiche domina la materia, 1948;
Gli animali hanno un’anima?, 1950;
Pensiero e volontà, 1967;
Dei fenomeni di trasfigurazione, 1967.

assgraal@katamail.com

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