Lo stress cronico prolungato per settimane e mesi produce dei cambiamenti nel nostro cervello. Tra i
suoi effetti evidenziamo la perdita di memoria, i problemi di attenzione e concentrazione e una
maggiore difficoltà nel processo decisionale.
Gli effetti dello stress cronico lasciano in noi dei segni senza che ce ne accorgiamo. È come
trovarsi allinterno di un treno che viaggia ad alta velocità. Allinizio, apprezziamo di procedere
rapidamente, a poco a poco, però, godiamo a mala pena del paesaggio e il nostro corpo e la nostra
mente iniziano a risentire della velocità.
Thich Nhat Hanh, noto monaco buddista e autore di libri come La pace è ogni passo, sostiene che i
nostri pensieri e le nostre emozioni sono come le nuvole che vanno e vengono in una giornata
ventosa. In mezzo a quella tempesta è molto difficile trovare lequilibrio e la calma per avere il
controllo di noi stessi e permettere alla mente di funzionare in modo ottimale.
Non è facile gestire gli stati psicologici generati dallo stress e dallansia. Il problema non è
quello di passare un periodo di forte stress. La vera complicazione è permettere che quel periodo si
prolunghi nel tempo senza avere una fine. È nel momento in cui compaiono le conseguenze dello stress
che ci accorgiamo degli effetti nascosti di questo stato psicologico.
Sappiamo tutti che un corpo sottoposto a situazioni stressanti va incontro a dei problemi. Compaiono
dolori muscolari, problemi digestivi, alterazioni del riposo notturno e molti altri problemi che
influiscono sulla qualità della nostra vita. Tuttavia, cè un altra conseguenza che non possiamo
ignorare: la perdita di memoria.
Molti placidi fiumi hanno origine da fragorose cascate, ma nessuno corre a precipizio e spumeggia
fino al mare.
-Michail Lermontov-
Lo stress cronico e la memoria che diminuisce ogni giorno
Chi soffre di stress cronico ha la sensazione che il mondo esterno corra velocemente, ma percepisce
che il suo mondo interiore sta andando a rilento. Le capacità cognitive rallentano e risulta
difficile rimanere concentrati, prendere decisioni o iniziare una qualsiasi attività. Come se non
bastasse, la mente viene assalita da paure e dubbi. Per esempio, si pensa di non arrivare in tempo
per una determinata consegna, di non riuscire a raggiungere la fine del mese o che si sta sbagliando
qualcosa.
Può sembrare una ridondanza, ma uno degli aspetti più subdoli dello stress è che genera altro
stress. Lamentandoci del mal di testa, delle vertigini o dellinsonnia causati da questo stato
psicologico, non facciamo altro che aumentarne limpatto emotivo e cognitivo. Il disagio,
limpotenza, la bassa motivazione e la perdita di memoria sono delle conseguenze da prendere in
considerazione.
Lo stress cronico e la difficoltà a recuperare i ricordi
Lo abbiamo detto prima, lo stress limitato a un certo periodo di tempo non ha conseguenze gravi.
Nella maggior parte dei casi, inoltre, questo stato psicologico ci permette di raggiungere più
facilmente i nostri obiettivi, superare le sfide e progredire in un contesto più o meno complesso. È
nel momento in cui lo stress si prolunga per settimane o mesi che iniziamo a pagarne le conseguenze.
Vari studi, come quello condotto dalla Dott.ssa Jannine Wirkner dellUniversità di Greifswald in
Germania, ci danno informazioni importanti al riguardo. Esperienze di stress acuto, temporanee e
brevi, migliorano la memoria, e ciò può esserci daiuto in contesti come gli esami o certe prove.
Tuttavia, lo stress cronico, dove il rilascio di cortisolo è costante, ostacola la nostra capacità
di immagazzinare nella mente le nuove informazioni e di ricordarle. Lo stress interferisce in ogni
meccanismo che riguarda la memoria: interrompe la codifica delle informazioni, la loro
memorizzazione e il loro recupero.
Le conseguenze dello stress cronico nellippocampo e nella corteccia prefrontale
Lo studio condotto dalla Dott.ssa Kim Jeasonkok delluniversità della Florida ci rivela un dato
molto sorprendente. Quando i livelli di cortisolo sono molto alti, lippocampo subisce
unalterazione morfologica. Questa struttura cerebrale, correlata alla memoria e alle nostre
emozioni, riduce le sue dimensioni a causa degli ormoni dello stress.
Ma lo stress cronico ci riserva altre sorprese. Questo stato psicologico, se costante, causa
linibizione dellattività della corteccia prefrontale da parte dellamigdala. Alcune delle
conseguenze di ciò sono che smettiamo di pensare in maniera logica, fatichiamo di più a riflettere e
abbiamo difficoltà a prendere delle decisioni.
Memoria e stress, un curioso connubio
Gli effetti dello stress cronico sono più complessi di quanto possiamo pensare. Come abbiamo già
detto, quando trascorriamo diversi mesi sempre preoccupati e sotto pressione, la nostra memoria ne
risente. Tuttavia, in caso di stress post-traumatico, alcuni ricordi rimangono e sono più intensi.
Dopo aver vissuto delle esperienze traumatiche, in cui la componente emotiva è molto elevata, il
nostro ippocampo conserva le sensazioni negative in modo permanente.
Dopo queste esperienze, si ha difficoltà a creare nuovi ricordi. Questo, a sua volta, crea problemi
in attività come il ragionamento, lanalisi riflessiva e logica, lattenzione sostenuta, i
meccanismi decisionali, ecc.
Pensando a tutto questo, non possiamo far altro che accettare la complessità del nostro cervello.
Nonostante queste circostanze, i traumi e limpatto che lo stress cronico ha su di noi, cè un
aspetto positivo che non possiamo dimenticare. Il cervello è plastico, cambia col tempo e può
invertire tutti gli effetti di cui abbiamo parlato.
Lesercizio fisico, la terapia psicologica, la meditazione, la corretta gestione dello stress e
lattenzione alle nostre abitudini di vita possono aiutarci a migliorare il nostro benessere e la
nostra plasticità cerebrale. Forse è giunto il momento di provare a modificare le nostre abitudini.
Bibliografia
Wirkner, J., Ventura-Bort, C., Schwabe, L., Hamm, A. O., & Weymar, M. (2019). Chronic stress and
emotion: Differential effects on attentional processing and recognition memory.
Psychoneuroendocrinology, 107, 9397. doi: 10.1016/j.psyneuen.2019.05.008
Kim, JJ y Diamond, DM (2002). El hipocampo estresado, la plasticidad sináptica y los recuerdos
perdidos. Nature Reviews Neuroscience , 3 (6), 453462. doi.org/10.1038/nrn849
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